SergioAD ha scritto:Ammetti anche che sono possibili delle risposte semplici, estremamente reali e gradevoli in cui ognuno ci si trova senza grossi problemi.
Si, se ne è data dimostrazione con i vari interventi in questo topic. Non è difficile trovare similitudini o simmetrie alle quali accompagnarci.
Quella sul riferimento mio a te avrebbe una seconda chiave di lettura eppure avendo compreso la persona, io sono certo che anche se non avessi capito (io) - quello che dici è benevolo.
Solo perché hai ormai abitudine al mio baccano. Sei resiliente!
Ok, una cosa per volta e salto anche io.
Riguardo a autorevolezza ed autorità voglio dire che se è impossibile sopportare un coglione autoritario è anche vero che seguire un coglione autorevole fa sentire coglioni chi lo segue - si tratta di responsabilità. Poi c'è chi preferisce il Condottiere autoritario anche se coglione.
E qui risorge l'impeto per discernere la verità dall'illusione.
Se il credente vive meglio non so, non so chi vive meglio Lisandro. Il povero di spirito vive meglio non perché ha fede. Non è una cosa banale, l'evoluzione è riconosciuta da tutti e non piace a nessuno trovare dei sensi dove non ci sono oppure cambiare la destinazione d'uso per Dio.
Io credo che viva meglio chi si aggrega. La destinazione d'uso è sempre l'uomo. Bisogna credere nell'uomo.
Io sono un povero di spirito e credo incondizionatamente in tutto ciò che concepisco. Che sia babbo natale o l'amico immaginario dell'infanzia o dio da adulti (anche gli atei ne hanno una chiara visione) resta sempre la possibilità di dimostrare la falsità della tua seconda affermazione: "2. Dio esiste perché siamo capaci di immaginarlo". Sarebbe più giusto affermare (con autorevolezza): dio non esiste perché siamo capaci d'immaginarlo.
Ma ora stiamo ancora decidendo se "il futuro esiste perché noi lo immaginiamo". Il passato del futuro si trova solo nelle predizioni, pianificazioni e necessità altrimenti è il presente oppure è passato. Se non lo vediamo bene questo concetto allora la tesi del "tutto è possibile" è già falsa.
Mentre, in base alla mia illogicità e mancanza di strumenti, posso affermare che: il futuro esiste perché noi non lo immaginiamo. Il futuro che è ciò che deve ancora accadere, noi ne veniamo investiti come un'ondata, ma abbiamo solo la facoltà di elaborarne simultaneamente i dati. Il momento in cui sto proiettandomi è già passato e quel qualcosa che ci resta fra le mani crediamo ne sia il frutto.
Ecco perché Lievemente cerco di evadere dalla gabbia. Modificando o eludendo le proposizioni posso dire che incredibilmente "tutto è possibile".
Ah ah! E' saltata la metrica... mi stai impegnando
Ma io pensavo ai frattali... così, tanto per dire.
Euvitt segue saltando con te e Lievemente avrà finito i pop corn.
Vedete che io sono un indeterminista incallito.
Volevo condividere questo:
Il biologo Jacques Monod con le sue ricerche degli anni '50 e '60 giunge a una serie di conclusioni, che gli valgono il premio Nobel nel 1965, tra le quali spicca l'indeterminismo delle mutazioni genetiche, peraltro già implicito in Darwin. Con il saggio Il caso e la necessità egli ribadiva che: «[Le alterazioni nel DNA] sono accidentali, avvengono a caso. E poiché esse rappresentano la sola fonte possibile di modificazione del testo genetico, a sua volta unico depositario delle strutture ereditarie dell'organismo, ne consegue necessariamente che soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera. Il caso puro, il solo caso, libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione: oggi questa nozione centrale della Biologia non è più un'ipotesi fra le molte possibili o perlomeno concepibili, ma è la sola concepibile in quanto è l'unica compatibile con la realtà quale ce la mostrano l'osservazione e l'esperienza.» da wikipedia.