In realtà, io penso che l'uso, consapevole, informato e strutturato, di un certo tipo di droghe -ossia di tutte quelle che hanno effetti allucinogeni, empatogeni, enteogeni o generalmente psichedelici (quindi, dalla marijuana all'hashish, il cui principio attivo è un allucinogeno blando, all'LSD passando per la mescalina, che è contenuta in alcuni cactus, alla psilocibina, contenuta in alcuni funghi e così via)- aumenti il contatto con la realtà.
Nel senso che, fuori dall'uso ricreativo, questo tipo di esperienze portano, come rilevato da Ninfa, ad una profonda immersione in noi stessi e ad un conseguente aumento delle percezioni che, ricordiamocelo, sono l'unico "mezzo" attraverso il quale "leggiamo" e definiamo la realtà.
In questo senso NinfaEco ha ragione: l'uso di droghe non "apporta" nulla di nuovo o, meglio, di "esterno" a noi. Aiuta, invece, a raggiungere quelle "parti" di noi -di cui spesso non sospettiamo nemmeno l'esistenza- e che in condizioni normali non potremmo raggiungere, se non con anni e anni di pratica meditativa quasi costante.
Non sono d'accordo, almeno secondo la mia esperienza, sul fatto che
NinfaEco ha scritto:Mi sono accorta che, se anche i buchi dello scolapasta sono stretti, va
bene così poerchè ciò che è al di la distruggerebbe l'unica realtà
possibile per noi.
Ciò che al di la (anche MOLTO al di la) non è altro che una...chiamiamola "integrazione" di quello che noi definiamo realtà. É vero che immergervisi completamente destruttura tutto ciò a cui siamo abituati, ma è anche vero che è sempre possibile riemergere da quella condizione, avendo però una più profonda consapevolezza di se e di ciò che ci circonda.
Indubbiamente però, e qui vengo a CignoNero, è vero che se da un lato ci sono delle sostanze che, a patto di essere usate correttamente, schiudono infinite porte, dall'altro c'è il contrappeso di un mercato e di una serie di sostanze (eroina e cocaina in testa) che distruggono vite umane e di cui c'è -realmente- da essere terrorizzati.
Io penso che molti degli effetti negativi cui abbiamo assistito dagli anni '70 ad oggi, molte delle storie simili a quella di CignoNero, alcune le ho vissute anch'io, si verifichino soprattutto a causa dell'atteggiamento fortemente proibizionista (e, aggiungerei, ignorante) della nostra società.
Siamo nel 2010 e, in certi ambienti, parlare di droga è ancora un tabù. Ricordo che tra gli anni '80 e '90 fu fatto un cartone animato "antidroga" che riuniva un po' tutti i personaggi più famosi dei cartoni, destinato ai bambini. L'idea in sè era lodevole, anche se forniva una visione molto unidirezionale del mondo delle droghe, ma non ebbe praticamente seguito in Italia. So di insegnanti che hanno avuto reazioni pesanti anche gravi (da parte dei genitori ma anche dei colleghi) per aver parlato di droghe in classe con i propri studenti.
E nemmeno penso che TUTTI quelli che combattono contro le tossicodipendenze siano ottime persone: ne conosco personalmente tantissimi che lo fanno perchè ci credono, perchè vogliono realmente aiutare le persone e combattere contro l'ignoranza e l'oscurantismo da medioevo che permea questo mondo. Ce ne sono tanti altri (guarda caso, quasi tutti provenienti da esperienze cattoliche o filocattoliche) che invece, scava scava, sembrano più interessati al guadagno che c'è dietro questo tipo di "aiuto disinteressato" che ad altro.