Entrò nell'ascensore e schiacciò il pulsante del quinto piano. Era lì per rispondere a un invito; un invito che aveva l'intestazione di un gioco. Non sapeva in quale luogo lo avrebbe condotto quel viaggio e, tuttavia, i suoi gesti erano calmi e misurati.
Al terzo piano l'ascensore si fermò e si aprirono le porte. Lei apparve dal nulla, trafelata e si intrufolò tra le porte. Si diffuse nella cabina un lieve profumo di essenze naturali, una freschezza colorata, un profumo che evocava un fiore misterioso, un fiore sconosciuto. Un profumo che profumava di donna. "Mi sono persa" - disse con un sorriso malizioso.
Scesero entrambi al quinto e l'uomo esitò per un attimo, mentre lei si avviava con andatura lenta verso l'appartamento 569. Poi l'uomo la seguì e, accarezzandole i capelli, entrarono contemporaneamente nell'appartamento buio; lei si sedette sulla poltrona e lui accese la luce.
Al terzo piano l'ascensore si fermò e si aprirono le porte. Lei apparve dal nulla, trafelata e si intrufolò tra le porte. Si diffuse nella cabina un lieve profumo di essenze naturali, una freschezza colorata, un profumo che evocava un fiore misterioso, un fiore sconosciuto. Un profumo che profumava di donna. "Mi sono persa" - disse con un sorriso malizioso.
Scesero entrambi al quinto e l'uomo esitò per un attimo, mentre lei si avviava con andatura lenta verso l'appartamento 569. Poi l'uomo la seguì e, accarezzandole i capelli, entrarono contemporaneamente nell'appartamento buio; lei si sedette sulla poltrona e lui accese la luce.