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L'Agorà della Valle - 1 -

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xmanx
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Il nostro modo di essere origina da una "vision".

Da quella vision nasce il modo in cui noi pensiamo noi stessi, nasce il nostro modo di vedere noi stessi nel mondo e il mondo stesso, nasce il modo in cui noi costruiamo il nostro posto e il nostro ruolo nel mondo. Da quella vision nascono le nostre azioni e il perchè (lo scopo) delle nostre azioni. Da quella vision nasce il nostro modo di vedere gli altri e di vedere noi stessi in relazione agli altri.

La vision è come un vestito; ce l'abbiamo addosso ed è così intimamente parte di noi che nemmeno ci accorgiamo di averla.

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laura18
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Viandante Mitico
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xmanx ha scritto:Il nostro modo di essere origina da una "vision".

Da quella vision nasce il modo in cui noi pensiamo noi stessi, nasce il nostro modo di vedere noi stessi nel mondo e il mondo stesso, nasce il modo in cui noi costruiamo il nostro posto e il nostro ruolo nel mondo. Da quella vision nascono le nostre azioni e il perchè (lo scopo) delle nostre azioni. Da quella vision nasce il nostro modo di vedere gli altri e di vedere noi stessi in relazione agli altri.

La vision è come un vestito; ce l'abbiamo addosso ed è così intimamente parte di noi che nemmeno ci accorgiamo di averla.

X...anche se profondo il tuo pensiero a volte,stavolta devo ammettere che sei tu quello nella valle che si fa le migliori "pippe mentali"  L'Agorà della Valle - 1 - 274731 

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xmanx
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UMANESIMO INDIVIDUALISTA

Nietzsche

"Davanti a Dio tutte le “anime” diventano uguali; ma questa è proprio la più pericolosa di tutte le valutazioni possibili! Se si pongono gli individui come uguali, si mette in questione la specie, si favorisce una prassi che mette capo alla rovina della specie; il cristianesimo è il principio opposto a quello della selezione. Se il degenerato e il malato devono avere altrettanto valore del sano […] allora il corso naturale dell’evoluzione è impedito. […] Questo amore universale per gli uomini è in pratica un trattamento preferenziale per tutti i sofferenti, falliti degenerati: esso ha in realtà abbassato la forza, la responsabilità, l’alto dovere di sacrificare uomini. […] La specie ha bisogno del sacrificio dei falliti, deboli, degenerati; ma proprio a questi ultimi si rivolse il cristianesimo […] che cos’è la virtù e l’amore per gli uomini nel cristianesimo, se non appunto questa reciprocità nel sostegno, questa solidarietà del debole, questo ostacolo frapposto alla selezione? La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie. […] È questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato» (Frammenti postumi, p. 258).

"Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatòri, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione piú grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!" (Nietzsche, La gaia scienza).

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Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro della Loggia degli Illuminati

Che cos'è l’uomo? Da sempre l'umanità cerca le risposte a tre domande fondamentali:

1-da dove veniamo
2-chi siamo
3-dove stiamo andando


Se noi ci mettiamo dal punto di vista della religione noi siamo creature di un dio, siamo stati creati da una divinità. E quindi le risposte a quelle 3 domande saranno di un certo tipo.

Se, invece, ci mettiamo dal punto di vista della scienza noi siamo un prodotto della evoluzione naturale. E quindi le risposte a quelle 3 domande saranno di altro tipo.

Sono due punti di vista completamente diversi che danno luogo a risposte completamente diverse.

Il mio punto di vista è quello della scienza. È quello delle scienze che studiano la natura, la vita, l’uomo. E quindi le mie risposte alle tre domande partono tutte da questo punto di vista.

Partendo da questo punto di vista (quello scientifico) che risposta posso dare alla domanda: da dove veniamo?

La specie homo è il risultato di una selezione naturale. Noi veniamo da un processo di selezione naturale in cui vince "il più forte". Veniamo da un meccanismo di selezione. Lo ha scoperto Darwin. Darwin ha scoperto il meccanismo con cui evolve la vita.
Aver scoperto il meccanismo con cui evolve la vita significa che noi possiamo sostituirci alla natura e far evolvere la vita (ritornerò su questo concetto nella risposta alla terza domanda) utlizzando tecnologie che replicano quel meccanismo.

Quindi da dove veniamo? Veniamo da un essere primordiale unicellulare.

Seconda domanda: chi siamo (sempre seguendo il punto di vista scientifico)?
Noi siamo il prodotto di questa evoluzione naturale.

Noi siamo stati i “più forti” dei vari rami evolutivi partiti dallo scimpanzè. E per questo siamo qui.
La natuara attraverso l’evoluzione ci dota della corteccia cerebrale, che solo noi abbiamo.
E questo è il punto fondamentale.
Il nostro cervello è l’origine di quello che i filosofi chiamano coscienza, e che solo noi abbiamo.
Con questa coscienza l’uomo ha creato la scienza, la logica, la matematica , l’arte e la religione.
Queste sono attività dell’uomo in quanto detentore di una coscienza superiore.

In sostanza la religione - e il concetto di dio - altro non è che un qualcosa inventato dall'uomo con lo scopo di dare delle regole all'uomo stesso e di dominare le società.
Perchè, in realtà, gli uomini non sono uguali. Quando si incontrano due uomini è solo questione di tempo, prima o poi uno dominerà l’altro. Uno è fatto per dominare, l’altro è fatto per essere dominato.


Quindi chi siamo?
Siamo una scimmia pensante. Una scimmia che ha creato la scienza, la religione e le grandi civiltà.


Terza domanda: Dove stiamo andando?
Torniamo a Darwin.
Con Darwin l’uomo comincia a conoscere il meccanismo mediante cui evolve la vita.
Fino a quel momento il segreto ce l’aveva la natura.
E’ la natura che ha modellato tutto ciò che è vivente.
Con Darwin l’uomo ha scoperto il meccanismo e comincia a sostituirsi, mediante l'uso della tecnologia, alla natura.
Oggi l’uomo può mandare la natura in soffitta e può decidere, tramite la tecnologia, quale sarà l'evoluzione successiva, quale sarà l'uomo nuovo o il post-uomo.

L’uomo nuovo e diverso del futuro non sarà il risultato di un lavoro lento e millenario della natura. Ma sarà il risultato di interventi dell’uomo tramite la tecnologia genetica. Nel nostro futuro ci saranno esseri post-uomo che l’uomo potrà creare.

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Peter Weyland

Il fuoco che danzava sulla punta di quel cerino era un dono del titano Prometeo. Un dono che lui aveva rubato agli dei i quali erano terrorizzati dall’idea di quello che noi avremmo fatto con il fuoco se fosse caduto tra le nostre piccole mani pelose. Quando Prometeo fu colto sul fatto e assicurato alla giustizia...beh, si può dire che gli dei reagirono in maniera un tantino esagerata. Il pover’uomo fu legato a una roccia, mentre un’aquila gli strappava la pancia e gli mangiava il fegato continuamente, giorno dopo giorno...all’infinito. Tutto questo perchè ci dette il fuoco...il nostro primo vero pezzo di tecnologia. Il fuoco...  Questo accadde tanto...tanto tempo fa.

Adesso siamo al terzo mese dell’anno del Signore 2023. In questo momento della nostra civiltà, siamo in procinto di terraformare pianeti che solo un decennio fa non erano stati scoperti. Abbiamo identificato la catena di eventi genetica alla base del 98 percento dei tumori. Una catena che abbiamo spezzato, curando il cancro a tutti gli effetti.
Siamo in grado di creare individui cibernetici che tra pochi anni saranno completamente indistinguibili da noi.

Questo ci porta a una conlcusione ovvia: gli dei adesso siamo noi.

Abbiamo in mano un potere incredibile. Il potere di trasformare...di distruggere e di creare di nuovo. La domanda che abbiamo davanti è: che diavolo dobbiamo fare con questo potere?
O forse è più importante chiedersi: cosa ci è permesso di fare con questo potere?
La risposta a questa domanda, amici, è: niente!
Regole, restrizioni, leggi, linee guida etiche ci proibiscono effettivamente di andare avanti!

Queste regole esistono perchè le persone che le hanno create avevano paura di quello che sarebbe successo, se non le avessero create.
Beh, io non ho paura!

Quelli tra voi che mi conoscono a questo punto sanno già che la mia ambizione è illimitata. Sapete bene che mi fermerò solo di fronte alla grandezza e che morirò nel tentativo di raggiungerla.

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Dudù
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laura18 ha scritto:
xmanx ha scritto:Il nostro modo di essere origina da una "vision".

Da quella vision nasce il modo in cui noi pensiamo noi stessi, nasce il nostro modo di vedere noi stessi nel mondo e il mondo stesso, nasce il modo in cui noi costruiamo il nostro posto e il nostro ruolo nel mondo. Da quella vision nascono le nostre azioni e il perchè (lo scopo) delle nostre azioni. Da quella vision nasce il nostro modo di vedere gli altri e di vedere noi stessi in relazione agli altri.

La vision è come un vestito; ce l'abbiamo addosso ed è così intimamente parte di noi che nemmeno ci accorgiamo di averla.

X...anche se profondo il tuo pensiero a volte,stavolta devo ammettere che sei tu quello nella valle che si fa le migliori "pippe mentali"  L'Agorà della Valle - 1 - 274731 
L'Agorà della Valle - 1 - 214252

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xmanx
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UMANESIMO CRISTIANO

Dal libro della Gènesi

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

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Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

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laura18 ha scritto:
X...anche se profondo il tuo pensiero a volte,stavolta devo ammettere che sei tu quello nella valle che si fa le migliori "pippe mentali"  L'Agorà della Valle - 1 - 274731 

Sono un ricercatore.
Mi considero più un Indiana Jones che un pipparolo mentale.
Le pippe mentali le lascio al femminiello.  SGHIGNAZZARE 

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ANALISI COMPARATA

Nell'Umanesimo individualista, Lucifero (o Prometeo, che ne è la versione classica) viene considerato "il portatore di luce". Colui che libera l'uomo dalla oppressione di dio (che sarebbe inventato dall'uomo stesso) e, tramite la conoscenza, dà l'opportunità all'uomo di diventare dio (o come dio).

Nell'Umanesimo cristiano, invece, Dio è pre-esistente all'uomo ed è il "creatore" dell'uomo stesso. Lucifero è rappresentato come il "tentatore", colui che induce l'uomo a rinnegare la supremazia di dio e diventare come dio; a diventare il "depositario del bene e del male".

Nel vangelo di Matteo, Gesù viene presentato come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione.
In ognuno dei tre tentativi di seduzione, Lucifero tenta di mettere Gesù contro Dio. Tenta di fare in modo che Gesù usi la propria potenza per “diventare come Dio”.

A tre riprese, Lucifero induce Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà di fare miracoli, della potenza della sua fede che pretenderebbe obbligare Dio, della dominazione del mondo. Gesù risponde affermando la "sovranità" di Dio e rifiuta di "diventare come Dio".

Il linguaggio simbolico (o mistico) della Bibbia sintetizza le due "vision" nelle quali si dibatte da sempre l'umanità e, contemporaneamente, definisce chiaramente i "ruoli" dei vari protagonisti nella storia dell'uomo.

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xmanx
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E ora la domanda: ma davvero il pensiero scientifico sostiene che l'uomo è solo il prodotto casuale della evoluzione e che il concetto di dio è solo una invenzione umana?

A questa domanda facciamo rispondere Einstein, che di certo non è un prete di campagna nè un pazzo visionario.

Il 3 gennaio 1954, Albert Einstein scrive al filosofo Erik Gutkind, a Princeton:
«A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi uomini operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori.

È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli.

La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest’ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti».

Einstein era certamente deista, ovvero affermava il cosiddetto “Dio degli scienziati”, l’Essere che per forza di cose ha creato e ordinato ma che poi si è tenuto in disparte:
«In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni»
«La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio».

E ancora:
«Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili».
«La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli».
«La scienza, contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguire finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo».

E ancora:
«Poi ci sono gli atei fanatici la cui intolleranza è della stessa qualità dell’altra intolleranza, quella dei fanatici religiosi e proviene dalla stessa fonte. Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come ‘oppio delle masse’ – non possono sentire la musica delle sfere».
«Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere».

E’ il riconoscimento, da parte del grande scienziato, di un Dio che ha operato, che ha fatto determinate scelte, che ha pensato l’universo.

Einstein pensa a un Dio immobile, disinteressato agli uomini. Tanto che parlava in modo molto crudo del Dio raccontato dalla Bibbia:
«un’espressione e un prodotto della debolezza umana. La Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende per lo più infantili. Nessuna interpretazione, di nessun genere, può cambiare questo per me».

Tuttavia in un’intervista, alla domanda: “Accetta il Gesù storico?”, rispose:
«Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita»

Pur non riconoscendo la Bibbia, Einstein si definisce un religioso. Infatti egli sostiene:
«la scienza senza religione è zoppa e la religione senza scienza cieca. La dicotomia tra scienza e fede è nata da errori fatali».

Max Jammer, rettore emerito della Bar Lan University di Gerusalemme ed ex-collega di Albert Einstein a Princeton, ha affermato:
«la concezione di Einstein della fisica e della religione erano profondamente legate, dato che, nella sua opinione, la natura esibiva tracce di Dio, un po’ come una “teologia naturale”, in pratica, con l’aiuto della scienza naturale, si può cogliere il pensiero di Dio».

Lo scrittore Friedrich Duerrenmatt disse invece:
«Einstein parlava così spesso di Dio che quasi lo consideravo un teologo in incognita. Non credo che questi riferimenti a Dio possano essere considerati semplicemente dei modi di dire, perché Dio aveva per Einstein un profondo significato, piuttosto elusivo, di non scarsa importanza per la sua vita e la sua attività scientifica. Ciò era segno di uno stile profondo di vita e di pensiero: “Dio” non era un modo di pensare teologico ma piuttosto l’espressione di una “fede vissuta”».

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