Qual è il limite della funzionalità che noi diamo all’avanzamento tecnologico? Cosa serve davvero, cosa no, anzi, è pericoloso? Mi ha impressionato un articolo letto di recente sulle nuove dipendenze. Tra l’anoressia, la bulimia e le classiche problematiche dell’alimentazione compare una nuova sindrome l’apporessia.
Nello specifico, la ragazzina dell’articolo in questione, aveva un applicazione che le consentiva di programmare i pasti della dieta e subito di applicare l’esercizio fisico necessario ad eliminare quelle calorie assunte.
La chiamano anche Social diet, l’applicazione che serve per perdere peso con altre persone. Hanno inventato anche la Diet bet, la scommessa che ti fa vincere se perdi più chili di qualcun altro; una piattaforma per utenti che si lanciano nella scommessa di perdere il 4% del proprio peso corporeo in quattro settimane. Si vincono soldi, ma se si perde più del 12% del proprio peso si viene squalificati. Squalificati dallo schermo, ma non nella vita, quando intanto qualcosa di più grave si insinua sotto la pelle.
Mi chiedo, come possono incidere queste cose sulle malattie psicologiche e in questro caso sui disturbi alimentari. Cosa ne pensate?