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Le ragioni intime che ci portano a desiderare di occuparci di un animale domestico

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Scegliere di tenere con noi un animale domestico è un cambiamento nel nostro modo di vivere che è inevitabilmente smosso da qualcosa.
Io mi sono più volte interrogata sulla ragione che mi ha spinto a sentire questo desiderio e ad avere verso gli animali un certo atteggiamento.
Se penso a quando ero piccola, certamente mi avevano educato a rispettare e ad osservare. Il sentimento di tenerezza per gli animali non era ridicolizzato ma riassunto in una sorta di dolcezza verso chi non fa del male e ha bisogno di cure. Ho insomma ricevuto stimoli ad essere aperta, curiosa, a non vergognarmi dei miei sentimenti di dolcezza e un imput all'accudimento. Da grande non ho avuto sempre per loro lo stesso interesse. Nei periodi in cui sono stata male, l'amore che avevo da dare si riduceva, e di conseguenza ce n'era di meno per tutti. In generale comunque, nell'età adulta posso dire che la mia propensione ad occuparmi di tutte le bestiole disgraziate che incontro, nasce dalla consapevolezza che per noi non esiste chi può sollevarci dalle nostre pene, mentre per loro si e quel qualcuno siamo noi. Si tratta evidentemente di un bisogno interno di vedere al di fuori di me, nel mondo, un po' dell'amore che sento dandolo a qualcuno. Si tratta infondo del balsamo che servirebbe alle mie ferite.
Insomma, in poche parole questo è quanto.
e voi?
Lo sapete perchè?

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Blasel
Blasel
Banned
Banned
Quando ero ragazzo, in famiglia abbiamo sempre avuto animali domestici, sopratutto cani (Boxer dei 'dogi di venezia'), avendo spazio e verde a sufficienza.

Mia moglie, invece, non aveva mai tenuto (non mi piace 'posseduto') alcun animale.

Piu' di 13 anni fa mia moglie ebbe un'ischemia coronarica ed anzicche' intervenire chirurgicamente, il cardiologo ed io, decidemmo di attuare una terapia farmacologica, allora poco sperimentata, coadiuvata da 'pet therapy' e così le acquistai una barboncina nana (5Kg.) che ha vissuto in simbiosi con noi fino al 4 dicembre del 2009.
Era il cane di mia moglie (i cani hanno un solo padrone) che, anche se alla sua prima esperienza a contatto con animali domestici, se l'e' cavata egregiamente.

Vabbe', Emy, che non era un cane, come diceva l'apparenza, l'ha sempre coadiuvata.

Il nostro dicembre 2009 e' stato tristissimo, maggiormente durante le festivita' natalizie.

Ma lo sapevamo... e cosi' in febbraio (2010) abbiamo preso Milly, toy, una scassaca... che e' anch'essa in simbiosi con mia moglie

Ecco un paio di foto di Milly


Le ragioni intime che ci portano a desiderare di occuparci di un animale domestico Immagi10


Le ragioni intime che ci portano a desiderare di occuparci di un animale domestico 22022010

Le ragioni intime che ci portano a desiderare di occuparci di un animale domestico 02052011

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Tolstoiano
Tolstoiano
Viandante Residente
Viandante Residente
Vi segnalo che lo scrittore e filosofo Piero Martinetti ha scritto degli "epitaffi" davvero commoventi dedicati ai suoi gatti scomparsi. Sono pubblicati su Wikipedia a questo link:
http://it.wikiquote.org/wiki/Piero_Martinetti#Appendice:_Brevi_epitaffi_per_i_miei_gatti

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Leda
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Viandante Storico
Viandante Storico
Non so concepire la mia vita senza animali. Gran fortuna per me averne sempre avuti in casa fin da bambina: cani e gatti insieme.
La cosa migliore della mia vita.
Si instaura un rapporto che non si può spiegare. Bisogna viverlo.

5
micetto
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Viandante Residente
Viandante Residente
E' vero, chi non ha mai avuto animali non può capire.........o se li ha avuti li ha considerati "oggetti" e non esseri viventi. Quando mia madre stava male e appoggiava la testa sul tavolo, il nostro primo gatto (Micetto) dal divano saltava sul tavolo e sfregava la sua testa contro quella di mia madre......e la stessa cosa accadeva tra il Micetto e Billy (il randagio fatto salire dalla Calabria) ...quando il Micetto stava male (ci ha lasciato a Febbraio 2009 dopo 20 anni e 5 mesi di amorevole compagnia....) Billy gli andava vicino e lo toccava col naso e poi lo "accarezzava" con la lingua. Gli animali sanno dare amore agli "umani" e anche tra di loro.......abbiamo molto da imparare!!!(checchè ne dicano alcuni!!!) L'avere animali ti cambia la vita, certo è impegnativo se ne hai diversi (oggi noi 8 gatti e due cani) ma quando te li trovi tutti intorno.................... BeautyfulSuina hug tenderly

6
Spaitek
Spaitek
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Solitamente, per una donna l'animale domestico è il sostitutivo dell'uomo che non ha mai avuto.

Al di là di questo,... ho avuto un cane che è nato un mese prima di me ed è morto quando io, e lui, avevamo 17 anni. Inutile dire che è come se fosse morto un membro della famiglia...

7
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
*

Pet-terapy.

8
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Sindrome da saturazione.

Quando qualcuno non ce la fa più dell'ipocrisia di chi gli sta intorno, si fa amico un animale.

9
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
L'amico morto
FM “L’amico morto” TXT

«M’è morto un amico…»

«Chi?... lo conosco?... uno dei nostri?... uno che conosci da parecchio?... anche amico mio?...»

«No, non uno dei nostri… non amico anche tuo… lo conosco da una vita…»

«Non è possibile che io non conosca un tuo così vecchio amico!... dimmelo, chi è che è morto?...»

«Non da tanto tempo… non la vita mia! la vita sua!... praticamente da quando è nato!.. ma nemmeno so se lui mi considerasse come un amico»

«Un bambino allora!... chi?...»

«Non un bambino… un ragno.»

«Naturalmente!...
– l’Amico mio buono mi guarda con la comprensione dovuta a chi si è scelti come compagni di viaggio – naturalmente, un ragno!... per te non c’è nulla di strano di avere un ragno per amico… un amico forse migliore di me… e ora piangerai pure al suo funerale!...»

«No. Non piangerò; è inutile piangere alle ineluttabilità della vita, e naturalmente non ci sarà nessun funerale
– manco realizzo subito l’espressione a sfottò – i ragni, scemità come i funerali non ne fanno, li lasciano a noi uomini, che non sappiamo come riempire i sentimenti.
Ma a me dispiacerà lo stesso. Non è mai piacevole perdere un amico.»

«Certo, un amico è un pezzo di te, che tu lo voglia o no
– premuroso per me dell’Amico mio buono non celia più, è tornato serio – e se ti muore un amico sei comunque sminuito.
Ma come fai a farti amico un ragno?... che rapporto ci può essere?... chiacchierate?... vi scambiate confidenze?... andate a cena o a donne insieme?... o cosa?...»

«Non so dirti, Amico mio buono, cosa ci sia nell’amicizia con un ragno, ne più né meno come con chiunque altro!... Mica sono amico di tutti quelli con cui chiacchiero, o mi confido, o vado a donne o altro!... Qualche amico mio anzi a donne non ci va per niente e… te lo ricordi Bruno, quello che poi diventò un grande imprenditore a Prato?... Quello, veniva ogni giorno nel mio ufficio, senza salutare si sedeva sul divanetto ospiti e stava li dieci, quindici minuti senza dire una parola, poi si alzava ed andava via. Eppure sicuramente era amico mio, ed io suo, come tutti sapevano. Ma confidenze non ce ne siamo mai fatte… ed era pure vegetariano!...

No, Amico mio buono, io non so affatto dirti di cosa sia fatta l’amicizia, né tu puoi dirlo a me. Non so in cosa io ti ami, ne so tu pensi di me. So solo di esserti amico, ed altrettanto chiaramente so per certo di essere nel tuo cuore. Ma non chiedermi perché!

Ora, per il mio amico ragno, quello che ora è morto, era lo stesso, anche se forse il pensiero concreto è differente.
Lui aveva la sua nicchia in un angolo nascosto del cesso piccolo, pomposamente chiamato il “licet di cortesia”in una fessura difficilmente raggiungibile dall’impietoso spazzolone della Lella.
Io lo scoprii perché uso quel piccolo ambiente per i miei regolari bisogni corporali e quindi ne ho una prospettiva particolare… vedi?... tu sei amico mio da trent’anni e questi dettagli della mia vita non li sai, mentre il piccolo ragno si, li sapeva… Ma non divaghiamo.

Dunque dicevo, nelle mie quotidiane visite in quel luogo, ho conosciuto il piccolo artropode.
Immancabilmente acquattato allo stesso posto, sotto una precisa angolazione di un raggio del lampione stradale che filtra dalla tapparella abbassata.
Chissà, forse per lui quella è la Luna, e quello scelto un luogo ottimale di appostamento per ghermire le minuscole sue prede, abbagliate da tanta luminosità.
E’ un animale notturno, il mio amico, e quando la mia regolarità mi spinge in quel bugigattolo, lui è sempre a caccia nel suo territorio.

Involontariamente, ma anche stupendomene un poco, io cerco di disturbare il meno possibile, muovendomi con cautela, forse memore delle sue fughe terrorizzate di primi tempi, quand’era ancora piccolo.
Adesso invece deve essersi abituato al trambusto (comunque assordante per i suoi finissimi sensi!) che fa il Gigante ogni sera alla stessa ora, e non se ne turba più, ma rimane immobile, o muove piano un pedipalpo, quasi a mostrare di aver sentito… ed a me sembra un saluto.

Ed ogni sera mi viene a pensare:
“Chissà se si preoccuperebbe per me se non venissi?... e penserebbe ad un tradimento o una disgrazia?...”
Ed oziosamente mi rispondo pure: “Se è una ragna… penserà certo alle corna!... le mie femmine non si fidano mai di me!...”

Ma non c’è da scherzare!... anch’io, “Homo sapiens sapiens”, prediletto da Dio e principe del Creato, in quel momento particolare della giornata mi preoccupo del mio ragno amico, e subito lo cerco con lo sguardo, e cerco di scrutare se stia bene, se ha mangiato ed ha il ventre pieno oppure un poco smunto ed ammosciato, come m’è sembrato forse un mese fa.
Gli portai un granello di salame, ma non lo mangiò, in mia presenza. Forse lo fece poi, ma non l’ho visto. Certo che del mio dono all’indomani non restava traccia.
In verità non l’ho mai visto mangiare né accoppiarsi. Però cresceva bene e mai m’è sembrato che avesse pene d’amore o depressione. Doverosa riservatezza fra amici.

Ecco io stavo lì, per quei minuti che fanno alla bisogna, pensando a lui e con lui pensando di quelle cose mie e sue che certamente qui non vi dirò; mettendo piano piano in piedi un’amicizia.

Ora il ragno è morto, e un po’ mi manca…»


“Stolte ossessioni d’un vecchio rintronato!”...
Non oso darvi torto, amici miei.
Bene mi è noto infatti che vecchiezza
spesso a noi rifili brutti scherzi!
Però un fatto è certo e voglio dirlo.
Quel piccolo animale ad otto zampe
a caccia in uno spigolo del cesso
mi dava più calore e ispirazione
di tanti principi poeti e narratori
che incontro tutti i giorni per la via.
E più di tanti altri che conosco,
lui mi usò pazienza e devozione.
La devozione certa e silenziosa
del più piccolo amico che ci sia.


Lucio Musto 18 dicembre 2008
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Leda
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Viandante Storico
Viandante Storico
Spaitek ha scritto:Solitamente, per una donna l'animale domestico è il sostitutivo dell'uomo che non ha mai avuto.


Ma che stupidaggini stiamo dicendo: Sandra Mondaini e Raimondo Vianello hanno sempre avuto cani. Così come Carmen Russo e Enzo Paolo Turci; Mike Bongiorni, Giorgio Panariello, Claudio Baglioni. Per citarne solo qualcuno.
Innumerevoli gli autori che hanno scritto dei propri cani e gatti (non solo donne),
Guarda che una donna sa distinguere benissimo tra cane e uomo. Non sono tutte dementi come quelle che frequenti tu e che magari ti mettono in guinzaglio e la museruola (avranno i loro motivi).

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Almeno c'è qualcuno sul quale possiamo esercitare il nostro potere senza sentirci in colpa sadness

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Lalabel
Lalabel
Viandante Residente
Viandante Residente
70 mq al 3° piano nn consentono la compagnia di pelosi cuccioletti, e per chi come me è cresciuta con tanti cani e tanti gatti è un dramma- si mi manca sad sad

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Il piccolo mugnaio
Il piccolo mugnaio
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lalabel ha scritto:70 mq al 3° piano nn consentono la compagnia di pelosi cuccioletti, e per chi come me è cresciuta con tanti cani e tanti gatti è un dramma- si mi manca sad sad


pietra

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micetto
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Viandante Residente
Viandante Residente
Lalabel ha scritto:70 mq al 3° piano nn consentono la compagnia di pelosi cuccioletti, e per chi come me è cresciuta con tanti cani e tanti gatti è un dramma- si mi manca sad sad


Beh,........uno o due gatti non sono poi così "grossi" Dove abitavo prima, in 68 mq e due balconi,( al terzo piano) avevo 10 gatti......oggi in un appartamento un po più grosso, con due balconi grandi.......i gatti (purtroppo) sono diventati 8 ma c'è un cane. BeautyfulSuina BeautyfulSuina

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
micetto ha scritto:
Lalabel ha scritto:70 mq al 3° piano nn consentono la compagnia di pelosi cuccioletti, e per chi come me è cresciuta con tanti cani e tanti gatti è un dramma- si mi manca sad sad


Beh,........uno o due gatti non sono poi così "grossi" Dove abitavo prima, in 68 mq e due balconi,( al terzo piano) avevo 10 gatti......oggi in un appartamento un po più grosso, con due balconi grandi.......i gatti (purtroppo) sono diventati 8 ma c'è un cane. BeautyfulSuina BeautyfulSuina

Otto gatti ed un cane il 68 metri quadrati?... congratulazioni, ammappate!...
Io di gatti non ho molta esperienza, e di cani al massimo sono arrivato ad averne 3 contemporaneamente, anche se belli grossi...
ma con un ettaro di terra a disposizione, per farli correre!... ( e qualche volta manco bastava...)

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hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
Il Maestro indiano J.krishnamurti ha detto un giorno a proposito di animali:
"Lei,signora ha mai visto un gatto?
Io direi di no perchè certamente lei ha visto ciò che ha sentito dire riguardo ai gatti ma non il gatto."

Chiaro?.................o no?

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PorceDi
PorceDi
Viandante Storico
Viandante Storico
Prova a chiederlo a quelli che ne hanno mangiati.

18
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