Hara2 ha scritto:Non marginalmente, e soprattutto non è un test di valutazione delle capacità frontali, è un test diagnostico predittivo delle patologie psichiche più rilevanti.
Il punto in questione era proprio che tra queste nel test rientra l'omosessualità.
Accidentaccio: da ‘sta storia dell’omosessualità non ne usciamo più!
Intanto, direi che è anche il caso di chiamare in causa l’ultima versione del Minnesota Inventory che è la MMPI-2-RF pubblicata nel 2008 e, l’adattamento Italiano, nel 2012; quindi abbastanza recentemente.
Poi, bisogna dire che l’
inventory, come ogni altro strumento analogo, non produce di per sé tassonomie quand’anche psicopatologiche; si allinea (o meno) a quelle esistenti; prodotte dai sistemi di riferimento.
L’efficienza e la dinamicità di questo allineamento da parte dello strumento in questione, ne decreta la sua validità/funzionalità/utilità e quando ciò non è avvenuto – perché è avvenuto – esso ha perso quelle qualità; peraltro non globalmente.
Sempre in termini di allineamento: la nuova edizione del DSM produrrà qualche sensibile variazione, molto più rapida (come sempre) negli States e quindi con un certo ritardo da noi.
Ah.. il «ritardo»!!
Ora, relativamente al nostro discorso, la/le famigerata scala MF e relativi items (il plurale ci può stare) - e qua stiamo parlando del MMPI - venne introdotta in un preciso momento storico, ovvero quando l’omosessualità era considerata un disturbo; proprio per rilevare tale tipologia di tendenze.
Sono cambiate le cose? Mi par proprio di sì e se si vuole ragionare in riferimento alle tassonomie di cui sopra, magari la Disforia di Genere è uno di quegli aspetti sul quale rapportare certi risultati.
Relativamente al discorso di quel «
politically correct» che avrebbe portato alla progressiva depatologizzazione dell’omossessualità dal DSM; non è un discorso nuovo, ma rimane sempre un modo un po’ semplice – e comodo – di vedere la questione.
Anche quell’episodio (nel 1973 se non ricordo male) in seno all’American Psychiatric Association (la votazione intendo) che ha portato alla definitiva derubricazione dell’omosessualità egosintonica, lasciando in essere quella egodistonica, ha ricevuto più attenzioni del dovuto; attenzioni che hanno voluto vedere
il dito e non la luna, poiché alle spalle di tutto ciò, vi era un fondamento di ricerca, effettuata anche utilizzando strumenti come il MMPI.
Quindi, in parole estremamente povere: il nucleo della critica non era: «non vi è più ragione per la quale l’omosessualità debba essere considerata un disturbo»; bensì: «non vi è stata mai ragione fondata per definirla come tale».
Questo inevitabilmente ci riconduce a considerare quella riprovazione sociale e culturale che, alla fine, ben più di altro è stata responsabile di certe scelte, di certe classificazioni.
Questo infatti è un aspetto estremamente attuale, che interessa la(le) disciplina(e) che abbiamo chiamato in causa, ovvero la valutazione di come quel clima di ostilità, riprovazione, oppressione sociale, possa determinare - e in che modo - la qualità della vita degli individui omo-affettivi nonché l’insorgere – in essi – di svariate problematiche psicologiche.
Vorrei poi dire una cosa relativamente alla pubblicazione – seppur sotto spoiler – da parte tua degli item(s) del MMPI-2, nonché dell’offerta dell’invio tramite mp.
Ora, visto quello che si trova in rete, non vorrei addossarti tutte le colpe del creato, ma non mi pare una mossa troppo felice.
In proposito: narro
storiella.
Se la conosci la domanda è: dunque, perché?
Se invece non la conosci l'affermazione sarà: ecco perché no.
All’inizio del 2008, (o forse era la fine del 2007, in questo caso: poco importa), un famoso quotidiano a diffusione nazionale, pubblicò la diagnosi emersa dalla perizia nei confronti del
killer di Sanremo.
Oltre a tale diagnosi, comparve l’immagine delle dieci tavole del Rorschach somministrato all’individuo, addirittura – se non ricordo male - con le sue risposte.
Ora, dire che la Comunità Psicologica Italiana insorse, forse è eccessivo, ma tramite il proprio organo di rappresentanza, espresse perplessità, lamentele, ed anche una vera e propria censura, se non addirittura diffida.
Questo per il comprensibile motivo, che la conoscenza preventiva di certi strumenti psicodiagnostici, in particolare di quel tipo, arreca un danno non indifferente, finanche totale, alla loro utilizzabilità.
Ecco, anche in questo caso, nonostante l’esistenza delle scale di validità, è forse il caso di desistere.