Mi rendo conto che parlo di una questione molto dibattuta nei forum, comunque mi interessava la vostra opinione...
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Jesus of Suburbia ha scritto:Un grande mistero!
Della serie: perché alle donne piacciono gli uomini stronzi quando poi si lamentano del fatto che tutti gli uomini sono stronzi? Ma beh, se ve li andate a cercare...! Eheheh
Seriamente, ho letto da qualche parte, forse proprio in questo forum, che alcune donne confondono un'indole violenta con forza e sicurezza di se e solo dopo si accorgono del "malinteso."
In realtà la cosa è molto complessa e dare una motivazione valida per tutti i casi è impossibile.
@Luci62: La tipica sindrome della crocerossina, per cui una donna sente il bisogno di salvare/cambiare un uomo violento o comunque problematico, forse per qualche scompenso interiore e una sindrome di abbandono non risolta che si tende a proiettare all'esterno.
Candido ha scritto:Capita ancora oggi a molte donne (forse, a parti invertite, anche a qualche uomo, fatemi sapere, sarebbe un caso interessante) di innamorarsi di un uomo violento e poi di sposarlo, per dover poi richiedere aiuto esterno a causa delle violenze psicologiche e fisiche subite. Non penso che certe caratteristiche possano restare del tutto nascoste fino al momento della vita insieme, per cui mi chiedo come possa accadere ad una donna di volersi unire per la vita a una persona che in fondo manifesta solo disprezzo per lei. Come ci si può ingannare fino a tal punto? Perché ovviamente qui non si tratta del puro e semplice non andare più d'accordo, non del "disinnamoramento", cosa, come si sa, frequentissima.
Mi rendo conto che parlo di una questione molto dibattuta nei forum, comunque mi interessava la vostra opinione...
laura18 ha scritto:Candido ha scritto:Capita ancora oggi a molte donne (forse, a parti invertite, anche a qualche uomo, fatemi sapere, sarebbe un caso interessante) di innamorarsi di un uomo violento e poi di sposarlo, per dover poi richiedere aiuto esterno a causa delle violenze psicologiche e fisiche subite. Non penso che certe caratteristiche possano restare del tutto nascoste fino al momento della vita insieme, per cui mi chiedo come possa accadere ad una donna di volersi unire per la vita a una persona che in fondo manifesta solo disprezzo per lei. Come ci si può ingannare fino a tal punto? Perché ovviamente qui non si tratta del puro e semplice non andare più d'accordo, non del "disinnamoramento", cosa, come si sa, frequentissima.
Mi rendo conto che parlo di una questione molto dibattuta nei forum, comunque mi interessava la vostra opinione...
Quello che potuto osservare (due mie amiche hanno vissuto situazioni analoghe) è che in ambedue i casi si trattava di situazioni riflesse.Nel senso che ambedue sono cresciute in ambienti violenti,dove i padri praticavano abusi verbali e fisici sulle mamme e su di loro bambini..Sono cresciute pensando che a loro non capiterà mai,invece sono finite con sposare uomini che forse al'inizio non erano violenti ,ma lo sono diventati con il tempo.E non solo violenze psicologiche ma sopratutto fisiche.Quello che a me ha stupito tanto è stato il fatto che sono donne molto forti come caratteri,ma sentendo i loro racconti,nel momento nel quale subivano tali violenze si errano arrese come se la loro vita fosse finita li,come se quelle situazioni erano meritate.Gli uomini caratterialmente deboli,insultandole,picchiandole,minacciandole si sentivano forti nel poter controllare loro cosi.
Sibert ha scritto:Se ti innamori di un violento è perchè non ti stimi. Non so se vale per tutto ma per molta gente è così.
Inoltre molte donne sono state educate che subire è bene per la famiglia, i figli e il buon nome.
questo in un certo senso può essere congruente a quello che aveva sintetizzato Yale;Candido ha scritto:Una donna che si lega a un uomo violento, per poi doversene pentire, sarà certamente poco acuta e perspicace. Ma questa non può essere una sua colpa. Avrà scambiato per capacità di darle la sicurezza di cui ha bisogno dei modi spicciativi e risoluti, che poi si riveleranno ANCHE violenti...
Giglio Bianco ha scritto:Allora allora allora, facciamo i dovuti distinguo perche' se no qua facciamo confusione.
Vi spiego in breve.
Giglio Bianco ha scritto:
Vi spiego in breve. (balle, sono gia' stato troppo prolisso e non ho neanche iniziato! NdGiglio)
e' una questione che prescinde dal genere. Esistono donne violente, e vittime uomini.
Aiutare le persone in quello stato e' un processo molto delicato e che richiede pazienza e preparazione. Ad una persona esterna alla situazione puo' sembrare assurdo che la donna resti al fianco di chi le fa paura e le fa male. Pero', le cose non sono cosi' semplici.
Giglio Bianco ha scritto:
Tuttavia spesso i casi sono cosi' numerosi da non riuscire a seguirli tutti come si dovrebbe, oppure l'operatore a cui ci si rivolge per primo (che e' la figura piu' importante, raccoglie un primo barlume di richiesta d'aiuto!) non e' sempre in grado di indirizzare la vittima verso una via di uscita.
Giglio Bianco ha scritto:Ahime' non parlo a vanvera, ho visto diversi casi come questo e devo dire che neanche uno, purtroppo, e' stato correttamente gestito. Per loro stessa ammissione, avvocati ed operatori hanno detto che avevano difficolta' a seguire tutti i casi.
Magari conosco solo persone molto sfortunate, che ti posso dire. Se vuoi posso dire che purtroppo "capita", togliendo lo "spesso". Non cambia il succo del discorso, ovvero che gran parte delle donne che si trovano in una situazione simile non trovano una soluzione, per paura o per mala gestione della situazione da parte di chi vuole aiutarle, sia questa persona di un'organizzazione, un conoscente o un amico non del tutto allontanato.
Volendo, si potrebbe trovare "banalita'" in ogni discorso. Noto che ignorare il rimarco sarcastico non ha funzionato, percio' proviamo cosi': Io mi limito, magari in maniera involontariamente fastidiosa, a dire la mia opinione o condividere alcune nozioni che conosco in tema con gli argomenti.
Mi rammarica che il mio tono ti infastidisca abbastanza da averti spinto a fare un lavoro di questo genere, ma, hey, sopravvivero' all'annoso problema di starti sul cazzo. Sono piu' che pronto a rispondere a considerazioni sull'argomento, se tuttavia dovessi causarti fastidi sufficienti a spingerti ad attaccarmi "ad personam", vieni pure a dirmi che sono un coglione in privato, credo sia un posto piu' appropriato. Ti aspetto!
Giglio Bianco ha scritto:Ho semplicemente detto che esistono casi in cui sono impreparati, o meglio, non impreparati, ma sovraccaricati di lavoro. Sinceramente non sono persona da credere e passare il messaggio che "in Italia non funziona niente", leggi sottointesi che non volevano esserci.
Per quanto riguarda quello che scrivo, si basa principalmente su quello che conosco, che parte semplicemente dallo studiare fenomeni come questi, in libri, discutendone con psicologi ed assistenti che sono mie carissime amicizie, (la psicologia e' uno dei miei pochi interessi) non mi permetterei mai di parlare senza una "base", anche se questa base puo' essere un'informazione passatami da racconti su diverse casistiche in diverse citta', ma pur sempre "statisticamente irrilevante". Ovviamente ritengo che questi gruppi di aiuti siano utili, e anzi, necessari, o non li avrei neanche menzionati.
Per quanto riguarda quello che dici, e' verissimo che telefonare non equivale ad essere pronti a seguire il percorso. Proprio per questo il modo in cui si gestiscono le prime "telefonate" ha una certa importanza. Se gestite in maniera sbagliata (SE, e mi dispiace, puo' capitare. Anche e soprattutto perche' non tutti reagiscono in maniera identica), possono portare la persona a chiudersi ulteriormente.
In fondo l'argomento era come mai ci si innamora, ed eventualmente si resta legati, a delle persone violente, e' incentrato su un problema. Se poi vogliamo parlare della SOLUZIONE, ovviamente la prima cosa che consiglierei di fare a chiunque nota dei fenomeni di questo genere, e' far casualmente avere alla vittima il numero di telefono di uno di quei centri di aiuto.
Spiacente per il fraintendimento.
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