CHI accetta la Bibbia quale Parola di Dio riconosce di avere la responsabilità di far conoscere agli altri il Creatore. Si rende anche conto che ciò che insegna riguardo a Dio deve essere vero.
Dio rimproverò i “confortatori” di Giobbe perché non avevano fatto questo. “Geova diceva a Elifaz il temanita: ‘La mia ira si è accesa contro di te e i tuoi due compagni, poiché non avete pronunciato riguardo a me ciò che è veritiero come ha fatto il mio servitore Giobbe’”. — Giobbe 42:7.
L’apostolo Paolo, trattando l’argomento della risurrezione, disse che se insegnassimo qualcosa di non vero riguardo alle attività di Dio saremmo “trovati falsi testimoni di Dio”. (1 Corinti 15:15) E se questo vale per la dottrina della risurrezione, quanto più dovremmo stare attenti a ciò che insegniamo in merito all’identità di Dio!
La dottrina della Trinità
Quasi tutte le chiese della cristianità insegnano che Dio è una Trinità. The Catholic Encyclopedia definisce la Trinità “la dottrina centrale della religione cristiana”, e la spiega così:
“Nell’unità della Divinità ci sono Tre Persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e queste Tre Persone sono veramente distinte l’una dall’altra. Quindi, per dirla con le parole del Simbolo Atanasiano: ‘Dio è il Padre, Dio è il Figlio e Dio è lo Spirito Santo. Ma non ci sono tre dèi, bensì un solo Dio’. . . . Le Persone sono coeterne e coeguali: sono tutte ugualmente increate e onnipotenti”.1
The Baptist Encyclopædia dà una definizione simile:
“[Gesù] è . . . l’eterno Geova . . . Lo Spirito Santo è Geova . . . Il Figlio e lo Spirito sono posti in esatta uguaglianza con il Padre. Se egli è Geova, lo sono anch’essi”.2
Anatemi lanciati contro gli oppositori
Nel 325 E.V. un concilio di vescovi tenuto a Nicea, in Asia Minore, formulò un credo che dichiarava il Figlio di Dio “Dio vero” proprio come il Padre era “Dio vero”. Tale credo affermava in parte:
“Ma come per coloro che dicono: c’era [un tempo] quando [il Figlio] non era, e prima di essere nato Egli non era, e che Egli venne alla vita dal nulla, o che asseriscono che il Figlio di Dio è di una diversa ipostasi o sostanza, o è soggetto ad alterazione o a cambiamento — a questo la Chiesa cattolica e apostolica lancia anatema”.3
In questo modo, chiunque credeva che il Figlio di Dio non era coeterno al Padre o che era stato creato veniva consegnato alla dannazione eterna. Si può facilmente immaginare quale pressione psicologica questo esercitasse sulla massa dei credenti.
Nel 381 E.V. un altro concilio tenuto a Costantinopoli dichiarò che lo spirito santo doveva essere adorato e glorificato proprio come lo erano il Padre e il Figlio. Un anno dopo, nel 382 E.V., un altro sinodo si riunì a Costantinopoli e affermò la piena divinità dello spirito santo.4 Quello stesso anno, davanti a un concilio tenuto a Roma, papa Damaso presentò un elenco di insegnamenti che la Chiesa doveva condannare. Il documento, noto come Tomus Damasi, includeva le seguenti affermazioni:
“Se qualcuno nega che il Padre è eterno, che il Figlio è eterno e che lo Spirito Santo è eterno: è un eretico”.
“Se qualcuno nega che il Figlio di Dio è vero Dio, proprio come il Padre è vero Dio, e tutto può, e tutto sa ed è uguale al Padre: è un eretico”.
“Se qualcuno nega che lo Spirito Santo . . . è vero Dio . . . e tutto può e tutto sa, . . . è un eretico”.
“Se qualcuno nega che le tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sono persone vere, uguali, eterne, contenenti tutte le cose visibili e invisibili, onnipotenti, . . . è un eretico”.
“Se qualcuno dice che [il Figlio che fu] fatto carne non era in cielo con il Padre mentre era sulla terra: è un eretico”.
“Se qualcuno, nel dire che il Padre è Dio e il Figlio è Dio e lo Spirito Santo è Dio, . . . non dice che sono un solo Dio, . . . è un eretico”.5
Gli studiosi gesuiti che hanno tradotto dal latino in inglese il brano precedente hanno aggiunto questo commento: “A quanto pare Papa S. Celestino I (422-32) considerava questi canoni leggi; essi si possono considerare definizioni di fede”.6 E lo studioso Edmund J. Fortman asserisce che il Tomus rappresenta una “dottrina trinitaria valida e chiara”.7
Se appartenete a una chiesa che accetta l’insegnamento della Trinità, queste affermazioni rispecchiano quello in cui credete? E vi rendevate conto che per credere nella dottrina della Trinità com’è insegnata dalle chiese dovete credere che Gesù era in cielo mentre era sulla terra? Questo insegnamento è simile a ciò che l’ecclesiastico del IV secolo Atanasio asserì nella sua opera De incarnatione verbi:
“[Gesù] non era chiuso in un corpo, né era in un corpo senza essere altrove; né dava il movimento ad esso lasciando l’universo privo della sua azione e provvidenza. . . . Vivificava ugualmente tutti gli esseri ed era in tutti ed era al di fuori dell’universo”.8
Cosa significa la dottrina della Trinità
Alcuni hanno concluso che la dottrina della Trinità significhi semplicemente ascrivere a Gesù la divinità. Per altri, credere nella Trinità significa semplicemente credere nel Padre, nel Figlio e nello spirito santo.
Tuttavia, esaminando con attenzione le credenze della cristianità si scopre che alla luce dell’effettiva dottrina queste idee sono irrimediabilmente inadeguate. Dalle definizioni ufficiali emerge chiaramente che la dottrina della Trinità non è un concetto semplice. È invece un insieme complesso di concetti separati che sono stati raccolti e collegati insieme durante un lungo periodo di tempo.
Da ciò che è emerso dal concilio di Costantinopoli del 381 E.V., dal Tomus Damasi del 382 E.V., dal Simbolo Atanasiano, che risale a un periodo successivo, e da altri documenti, possiamo determinare chiaramente ciò che la cristianità intende per dottrina della Trinità. Essa include chiaramente i seguenti concetti:
1. Nella Divinità esistono tre persone divine: il Padre, il Figlio e lo spirito santo.
2. Ciascuna di queste persone distinte è eterna, e nessuna viene prima o dopo l’altra nel tempo.
3. Ciascuna è onnipotente, e nessuna è maggiore o minore dell’altra.
4. Ciascuna è onnisciente, in quanto conosce tutte le cose.
5. Ciascuna è vero Dio.
6. Nondimeno, non ci sono tre dèi, ma un solo Dio.
È evidente che la dottrina della Trinità è un complesso insieme di concetti che include perlomeno gli elementi essenziali elencati sopra e che implica molto di più, come si nota quando la si esamina nei particolari. Ma limitandoci ai concetti fondamentali riportati sopra, è evidente che se qualcuno di essi viene a mancare, quello che rimane non è più la Trinità della cristianità. Per avere il quadro completo, tutti questi elementi devono essere presenti.
Dopo aver capito meglio cosa si intende per “Trinità”, possiamo chiederci: La insegnavano Gesù e i suoi discepoli? In tal caso, questa dottrina avrebbe dovuto comparire pienamente formulata nel I secolo dell’era volgare. E visto che gli insegnamenti di Gesù e dei suoi discepoli si trovano nella Bibbia, quello che bisogna stabilire è se la dottrina della Trinità è un insegnamento biblico oppure no. Se lo è, deve essere insegnata chiaramente nella Bibbia.
Non è ragionevole pensare che Gesù e i suoi discepoli insegnassero alla gente riguardo a Dio e tuttavia non dicessero chi è Dio, specialmente dal momento che alcuni credenti sarebbero stati chiamati a cedere persino la vita per Dio. Pertanto, Gesù e i suoi discepoli avrebbero dovuto dare priorità assoluta all’insegnamento di questa dottrina fondamentale.
Esaminate le Scritture
In Atti capitolo 17, versetto 11, alcune persone sono definite ‘di mente nobile’ perché quando l’apostolo Paolo insegnò loro alcune cose essi si diedero da fare “esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se queste cose stavano così”. Costoro furono incoraggiati a usare le Scritture per controllare tali insegnamenti, anche se provenivano da un apostolo. Voi dovreste fare la stessa cosa.
Ricordate che le Scritture sono ‘ispirate da Dio’ e che vanno usate “per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. (2 Timoteo 3:16, 17) La Bibbia è dunque completa per quanto riguarda le questioni dottrinali. Se la dottrina della Trinità fosse vera, dovrebbe esservi contenuta.
Vi invitiamo a cercare nella Bibbia, specialmente nei 27 libri delle Scritture Greche Cristiane, per vedere da voi stessi se Gesù e i suoi discepoli insegnarono una Trinità. Nel fare questa ricerca, chiedetevi:
1. C’è qualche versetto che menzioni la parola Trinità?
2. C’è qualche versetto che dica che Dio è composto da tre persone distinte, Padre, Figlio e spirito santo, ma che i tre sono un solo Dio?
3. C’è qualche versetto che dica che il Padre, il Figlio e lo spirito santo sono uguali sotto ogni aspetto, ad esempio in quanto a eternità, potenza, posizione e sapienza?
Per quanto cerchiate, non troverete nemmeno un versetto che usi la parola Trinità o che dica che Padre, Figlio e spirito santo siano uguali sotto ogni aspetto, ad esempio in quanto a eternità, potenza, posizione e sapienza. Non c’è nemmeno un versetto che dica che il Figlio sia uguale al Padre sotto questi aspetti; e anche se un versetto del genere esistesse, non sosterrebbe una Trinità, ma al massimo una “dualità”. La Bibbia non afferma in nessun luogo che lo spirito santo sia uguale al Padre.
Il parere di molti studiosi
Molti studiosi, anche trinitari, ammettono che la Bibbia non contiene una vera e propria dottrina della Trinità. Ad esempio, The Encyclopedia of Religion afferma:
“Gli esegeti e i teologi oggi convengono che la Bibbia ebraica non contiene una dottrina della Trinità . . . Anche se la Bibbia ebraica raffigura Dio come Padre di Israele e personifica Dio come Parola (davar), Spirito (ruah), Sapienza (hokhmah) e Presenza (shekhinah), collegare questi concetti alla dottrina trinitaria posteriore significherebbe andare oltre l’intento e lo spirito dell’Antico Testamento.
“Inoltre, gli esegeti e i teologi convengono che nemmeno il Nuovo Testamento contiene un’esplicita dottrina della Trinità. Dio Padre è fonte di tutto ciò che è (Pantokrator) ed è anche padre di Gesù Cristo; ‘Padre’ non è un titolo conferito alla prima persona della Trinità bensì un sinonimo di Dio. . . .
“Nel Nuovo Testamento non c’è alcuna riflessiva consapevolezza della natura metafisica di Dio (‘Trinità immanente’), né il Nuovo Testamento contiene il linguaggio tecnico della dottrina posteriore (hupostasis, ousia, substantia, subsistentia, prosōpon, persona). . . . È innegabile che la dottrina non può essere dimostrata solo in base a prove scritturali”.9
Circa gli aspetti storici, The New Encyclopædia Britannica afferma:
“Né la parola Trinità né l’esplicita dottrina compare nel Nuovo Testamento . . .
“La dottrina si sviluppò a poco a poco nel corso di diversi secoli e attraverso molte dispute. . . .
“Fu solo nel IV secolo che la distinzione fra i tre e la loro unità furono condensate in un’unica dottrina ortodossa di una sola essenza in tre persone”.10
La New Catholic Encyclopedia fa un’osservazione analoga riguardo all’origine della Trinità:
“Esegeti e teologi biblici, incluso un numero sempre crescente di cattolici, riconoscono che non si dovrebbe parlare di trinitarismo nel Nuovo Testamento senza serie riserve. Da parte degli storici dogmatici e dei teologi sistematici si riconosce inoltre in modo strettamente parallelo che, quando si fa riferimento a un’esplicita dottrina trinitaria, vuol dire che ci si è spostati dalle origini del cristianesimo all’ultimo venticinquennio circa del IV secolo. Fu solo allora che quello che si può definire il definitivo dogma trinitario ‘un Dio in tre persone’ fu completamente assimilato nella vita e nel pensiero cristiano. . . .
“La formula stessa non riflette l’immediata consapevolezza del periodo delle origini; è il prodotto di 3 secoli di evoluzione dottrinale”.11
È forse “implicita”?
I trinitari potrebbero dire che nella Bibbia l’idea della Trinità è implicita. Ma questa asserzione viene fatta molto tempo dopo la stesura della Bibbia. È un tentativo di leggere fra le righe della Bibbia ciò che ecclesiastici posteriori decisero arbitrariamente che si dovesse insegnare come dottrina.
Chiedetevi: Perché mai la Bibbia dovrebbe contenere solo in forma implicita il suo insegnamento più importante, l’identità di Dio? La Bibbia è molto chiara su altri insegnamenti fondamentali; perché mai non dovrebbe esserlo su questo, che è il più importante? Se il Creatore dell’universo fosse una Trinità, non avrebbe fatto scrivere un libro da cui questo fatto risultasse chiaramente?
Il motivo per cui nella Bibbia la dottrina della Trinità non è insegnata in maniera esplicita è semplice: non è un insegnamento biblico. Se Dio fosse stato una Trinità, l’avrebbe senz’altro spiegato chiaramente, in modo che Gesù e i suoi discepoli lo potessero insegnare ad altri. Tale informazione essenziale sarebbe stata inclusa nell’ispirata Parola di Dio, senza costringere uomini imperfetti a scervellarsi secoli dopo per risolvere il problema.
Quando esaminiamo i versetti biblici che i trinitari presentano come prove per dimostrare che la Bibbia insegnerebbe “implicitamente” la Trinità, cosa riscontriamo? Un esame onesto rivela che i passi biblici presentati non parlano della Trinità insegnata dalla cristianità. Sono invece i teologi a forzare i passi biblici per adattarli alle loro idee preconcette sulla Trinità. Ma i passi biblici non contengono tali idee trinitarie. Anzi, queste idee sono in contrasto con la chiara testimonianza che si ricava dalla Bibbia nella sua totalità.
Un esempio di tali passi biblici è quello di Matteo 28:19, 20, che menziona insieme il Padre, il Figlio e lo spirito santo. Alcuni sostengono che questo implichi una Trinità. Ma leggete voi stessi questi versetti. Vi è qualcosa che indichi che i tre siano un solo Dio e siano uguali in eternità, potenza, posizione e sapienza? No, non c’è nulla del genere. E questo vale anche per altri brani biblici in cui i tre vengono menzionati insieme.
Quanto a quelli che vedono implicazioni trinitarie in Matteo 28:19, 20 per il fatto che la parola “nome” è singolare pur riferendosi sia al Padre che al Figlio che allo spirito santo, confrontate l’uso di “nome”, al singolare, sia per Abraamo che per Isacco in Genesi 48:16. — CEI; Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.
I trinitari indicano anche Giovanni 1:1 in alcune traduzioni, dove si dice che “la Parola” era “con Dio” ed era “Dio”. Altre traduzioni bibliche, invece, dicono che la Parola era “un dio”, o che era “divina”, cioè non necessariamente Dio, ma solo un essere potente. Oltretutto, questo versetto biblico dice che “la Parola” era “con” Dio. Ragionevolmente, questo escluderebbe che “la Parola” fosse quello stesso Dio. E indipendentemente dalla conclusione che si trae in merito alla “Parola”, resta il fatto che in Giovanni 1:1 sono menzionate solo due persone, non tre. Uno dopo l’altro, tutti i versetti usati per cercare di sostenere la dottrina della Trinità si dimostrano totalmente inadeguati di fronte ad un onesto esame.
Un altro fattore da considerare è il seguente: Se Gesù e i suoi discepoli avessero insegnato la dottrina della Trinità, senz’altro eminenti personaggi della Chiesa che vissero subito dopo di loro l’avrebbero insegnata anch’essi. Ma tali uomini, oggi chiamati Padri Apostolici, insegnarono forse la dottrina della Trinità? Questo argomento sarà preso in esame in un numero successivo della Torre di Guardia, nella Parte II di questa serie di articoli.
Riferimenti bibliografici
1. The Catholic Encyclopedia, 1912, volume XV, pagina 47.
2. The Baptist Encyclopædia, a cura di William Cathcart, 1883, pagine 1168-9.
3. John Norman D. Kelly, I simboli di fede della Chiesa antica, traduzione di B. Maresca, Napoli, Edizioni Dehoniane, 1987, pagine 213-4.
4. Bernhard Lohse, A Short History of Christian Doctrine, edizione del 1980, pagine 64-5.
5. The Church Teaches, traduzione inglese e note a cura dei gesuiti John F. Clarkson, John H. Edwards, William J. Kelly e John J. Welch, 1955, pagine 125-7; confronta J. P. Migne, Patrologia latina, volume 13, colonne 361-4.
6. The Church Teaches, cit., pagina 125.
7. Edmund J. Fortman, The Triune God, edizione del 1982, pagina 126.
8. L’incarnazione del Verbo, traduzione di E. Bellini, Roma, Città Nuova Editrice, 2a edizione, 1987, pagina 67.
9. Mircea Eliade, The Encyclopedia of Religion, 1987, volume 15, pagina 54.
10. The New Encyclopædia Britannica, 15a edizione, 1985, Micropædia, volume 11, pagina 928.
11. New Catholic Encyclopedia, 1967, volume XIV, pagina 295.