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II TURNO - 3 giro - Biografie/ storia del'arte/ saggistica si legge :Storia di V. Biografia del sesso femminile - Blackledge Catherine

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Storia di V. Biografia del sesso femminile - Blackledge Catherine

"Sede della creazione della vita e del piacere femminile, archetipo della fecondità della terra e luogo misterioso della sessualità, la vagina è rimasta a lungo l'organo del corpo umano meno studiato e conosciuto. Stanca dei tabù e dell'ignoranza diffusa riguardo ai genitali femminili, l'autrice ha deciso di esplorarne le sorti alterne nel corso dei secoli. Con una ricerca d'ampio respiro che abbraccia arte preistorica, storia antica, linguistica, mitologia, teoria evolutiva e, naturalmente, biologia e medicina, Catherine Bleckledge svela suggestioni scientifiche e culturali su questo tema"

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Arwen
Arwen
Viandante Storico
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Prenotato!
Attendo che arrivi.

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LieveMente
LieveMente
Viandante Storico
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N on è una biografia, non è un testo di divulgazione scientifica. Non è una ricerca storica né un saggio strettamente femminista: ma un po' di tutte queste cose insieme. Nella Storia di V. - V. come vagina - c'è l'orgoglio di genere, il tentativo di trasformare un tabù nel suo opposto. Curioso: nel '71, quando veniva pubblicato in America Noi e il nostro corpo del Boston Women's health book collective, Catherine Blackledge aveva tre anni appena. Eppure di quella ricerca appassionata, dell'autorità e della fiducia che quel gruppo si diede per gettare uno sguardo altro sul sapere e sul corpo femminile questo libro è in qualche modo figlio ed erede. E percorre arte preistorica, storia antica, linguistica, mitologia, teoria evolutiva, biologia e medicina, sempre inseguendo quel filo nascosto: le donne, il loro sesso, il loro corpo. È l'origine del mondo, ma anche una soglia di mistero, dove si toccano il nascere e il morire. Oggetto di venerazione e timori fin dall'antichità, archetipo della fecondità: le Veneri paleolitiche, le vulve incise in Europa, nei Balcani, in America latina, in Africa... Per i pitagorici il triangolo del pube era segno di fecondità, per l'induismo la dea Sakti era il principio femminile. Ma non c'è religione senza la sua Grande Madre, garanzia di fertilità della terra e dei viventi: spesso, sotto il segno della vulva. Luogo del piacere femminile, oscuro e segreto, il suo mistero ha spesso spaventato il maschile, esposto ed esibito. Che ne sentiva la magia, tanto da volerlo coperto - se non straziato dall'escissione, pratica abusata nell'Europa dell'800 dalla medicina ufficiale contro la masturbazione femminile e l'isteria - e nascosto: altro che la mela dell'Eden, altro che vergogna, era paura dell'inconosciuto. C'era di che. In Catalogna le donne dei pescatori mostravano il pube al mare in burrasca, e lo placavano. Una leggenda comune a quasi tutto il mondo. A Madras, in India così si calmava l'uragano. L'esposizione del sesso spaventa Satana e respinge i nemici: racconta Plutarco che ciò avvenne nella guerra tra Medi e Persiani. Erodoto lo chiama anasyromai, il sollevamento delle vesti, ed era un gesto di forte potere. L'altro lato del potere, però, è la negazione. Ed avviene così un fatto stupefacente: la dimenticanza voluta per secoli delle conoscenze sulla vagina, sul funzionamento dell'apparato di riproduzione sessuale femminile. Lo studiò Avicenna, Soriano di Efeso, Galeno. Nel rinascimento Matteo Colombo e Gabriele Falloppio. Molto si sapeva di anatomia e fisiologia di clitoride, vagina e utero, nel XVII secolo, pubblicato dall'anatomista tedesco Reiner de Graaf. Fin quando l'orgasmo della donna, era considerato utile nella riproduzione. Poi la rimozione: alla fine del XIX secolo la medicina ufficiale seguì le indicazioni della Chiesa, stimando che il piacere (se non quello dell'uomo) non avesse alcun ruolo nella riproduzione. E le conoscenze sull'apparato di riproduzione femminile caddero nell'oblio, praticamente cancellate. Così, quando, nel 1968, venne pubblicato uno studio approfondito sulla struttura clitoridea, sembrò una nuovissima scoperta scientifica. Eppure, forse grazie al positivismo, nel XIX e XX secolo si sviluppo', parallelamente alla rimozione, una pratica masturbatoria medicalizzata per combattere isteria e nevrosi e fin anche l'autoerotismo. Una pratica diffusa nei gabinetti medici tanto oggettivata da restare, pur descritta e consigliata, sempre asetticamente innominata. Così il desiderio erotico delle donne è stato demonizzato e negato a lungo, nascosto da pregiudizi e timori. Catherine Blackledge ne mostra la naturalità e la bellezza, i meccanismi psichici e fisiologici. Restituendo alla vagina e all'utero valore e orgoglio, e un ruolo biologico attivo e «intelligente» nel concepimento, non solo nella gestazione e nel parto. Non un «vaso» passivo, ricettacolo forzato e forzabile, ma luogo di una forza dinamica e vitale che sceglie e confronta e seleziona gli spermatozoi più adatti alla riproduzione ottimale. Rivincita sorprendente, simile al gesto di quelle donne che domavano la furia del mare alzando la gonna e mostrando il pube. Storia di V. Biografia del sesso femminile Catherine Blackledege.

8 July 2005
pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 27) nella sezione "Cultura"


Domani vado anch'io in libreria   sorriso

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico
L'ho iniziato ieri sera.
Come ho scritto al momento della proposta titoli, l'avevo già letto anni fa e mi è piaciuto così tanto che recentemente l'ho comprato per rileggerlo.
Vi aspetto per sentire i vostri pareri YES

5
alfio
alfio
Viandante Residente
Viandante Residente
Alla mia età e' ancora utile sapere di queste cose?

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Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico

Miss.Stanislavskij ha scritto:L'ho iniziato ieri sera.
Come ho scritto al momento della proposta titoli, l'avevo già letto anni fa e mi è piaciuto così tanto che recentemente l'ho comprato per rileggerlo.
Vi aspetto per sentire i vostri pareri YES

Ecco io aspetto che arrivi...sto guardando la posta ogni giorno ma ancora niente all'orizzonte...speriamo entro settimana.
Se è piaciuto a te dovrebbe piacere anche a me e poi non è mai troppo tardi per approfondire certi argomenti inizio a sorridere

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Sono al terzo capitolo. Aspetto che abbiate il libro prima di postare qualcosa.
II TURNO - 3 giro - Biografie/ storia del'arte/ saggistica si legge :Storia di V. Biografia del sesso femminile - Blackledge Catherine Sheela-na-gig-green

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Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
Ritirato!
E iniziato a sfogliare, la prima cosa che mi ha colpita è questa frase una specie d'introduzione prima dell'introduzione:

"Lei parla con ciò che ha in mezzo alle gambe"

Lei chi? V?

Al primo impatto sembra interessante.

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico
I primi due capitoli son un po' pesanti (forse perché è la seconda volta che li leggo e ho già letto altre pubblicazioni al riguardo), ma poi diventa più interessante.

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico

Arwen ha scritto:Ritirato!
E iniziato a sfogliare, la prima cosa che mi ha colpita è questa frase una specie d'introduzione prima dell'introduzione:

"Lei parla con ciò che ha in mezzo alle gambe"

Lei chi?  V?

Al primo impatto sembra interessante.

e' un modo di dire che viene spiegato in un capitolo del libro.

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Miss.Stanislavskij
Miss.Stanislavskij
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Introduzione:
La parola "vagina£ è una di quelle che vengono evitate nella maggior parte delle conversazioni, e (...) fanno capolino solo immagini false e contraffatte dei genitali femminili.
(...)
La ricerca di un'immagine più soddisfacente della vagina mi ha condotta, in modo inatteso, a interrogarmi sulla natura dell'indagine scientifica. La scienza è di solito considerata una disciplina oggettiva, non soggettiva, che offre al pubblico informazioni precise intorno a un oggetto o a un'idea in maniera indipen: dente, senza che siano influenzate da emozioni e percezioni personali o sociali. Ebbene, ovunque guardassi, la natura soggettiva della ricerca scientifica saltava agli occhi. Per esempio, fino a tempi recenti si riteneva che le femmine di molte specie fossero monogame e preferissero accoppiarsi con un solo maschio. Si è ora dimostrato che questa teoria era sbagliata: nella maggior parte delle specie le femmine sono poligame e scelgono di accoppiarsi con molti maschi diversi. L'idea della femmina monogama era una nozione scientifica prodotta dall'ideologia, non dall'osservazione. L'ideologia in questo caso coincideva con l'idea antiquata che le femmine non possano provare lo stesso desiderio e lo stesso piacere sessuale che provano i maschi. La morale è che la scienza è soggettiva come qualsiasi altra attività umana e che per comprendere le teorie scientifiche bisogna osservare la cultura in cui sono nate.
I pericoli legati al fatto di restare chiusi all'interno di una sola prospettiva, e la loro influenza sul ragionamento scientifico, sono tornati in primo piano quando ho deciso di ripercorrere la storia dei modi in cui la scienza, la medicina e l'anatomia occidentali hanno descritto la vagina. Questo punto di vista storico ha messo in evidenza in primo luogo un approccio unilaterale. In sintesi, una dottrina antica e arbitraria ha fatto dell'uomo la misura della donna, e di conseguenza il suo pene è la pietra di paragone utilizzata per classificare i genitali femminili. Il risultato di questa logica ostinata e ingannevole fu che gli anatomisti del Rinascimento proclamavano che la vagina era in pene non evoluto e non fuoriuscito, le ovaie erano testicoli, l'utero uno scroto e la clitoride a sua volta un altro pene. E lo fecero, nonostante tutte le prove dimostrassero il contrario, per seguire ciò che le autorità dell'epoca imponevano loro di dire. Ecco quanto è obbiettiva la scienza.

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Arwen
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Viandante Storico
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Miss.Stanislavskij ha scritto:I primi due capitoli son un po' pesanti (forse perché è la seconda volta che li leggo e ho già letto altre pubblicazioni al riguardo), ma poi diventa più interessante.
In effetti sono ancora al primo e lo trovo un po' noioso, ribadisce spesso il mito del esporre la vulva in varie popolazioni e culture del passato come atto propiziatorio, per scacciare demoni e come riti propiziatori, o come atto punitivo collettivo verso offese ai genitali di donne della tribù.

Statuette di Veneri a forma di vulva, l'origine del mondo, della vita,  si ritrovano in tante civiltà antiche come una sorta di portafortuna, probabilmente per invocare la fertilità.
Insomma l'effetto fecondante e propiziatorio dell'esibizione della vulva, scacciare gli spiriti maligni e rendere abbondante il raccolto.

Fin dai tempi remoti sembra che la vulva abbia esercitato un grande potere sulla vita degli uomini.
Un testo insolito, fa strano leggere la storia della nostra femminilità, descritta così, un po' pesante almeno fino ad ora, però si può sorvolare e leggere di corsa o tralasciare certe descrizioni dettagliate e soffermarsi solo dove c'è un punto interessante. non crea problemi alla continuità della lettura.

"I gatti vengono ancora, curiosamente ma irresistibilmente, associati ai genitali femminili e in genere alla femminilità. In Inghilterra la parola pusse fece la sua apparizione nel 1662 per indicare la vagina; ora il termine si è trasformato in pussy. In Francia e in Italia le parole chatte e “gatta”, o “micia”, possono essere usate per “vagina”. In molte culture diverse i gatti vengono associati al sesso, alla sessualità femminile e a volte alla prostituzione. Le donne sono feline, gli uomini no, e in molte culture si attribuiscono ai gatti poteri mistici. Essi, per esempio, sono i compagni e i demoni familiari delle streghe, mentre in Giappone si pensa che portino fortuna. I bordelli giapponesi usano inoltre il gatto come insegna per indicare la natura del luogo, in cui la vagina può essere guardata e non solo. Nonostante il passare dei secoli, i gatti e la vagina
sono ancora legati, come lo erano al tempo delle celebrazioni in onore di Bast, la dea egizia del piacere"


Le donne sono feline...gli uomini?
Ahahah rido!

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Miss.Stanislavskij
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Viandante Mitico
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Io sono al capitolo 4, e, secondo me, il capitolo 3 si può anche rimandare, la nota più interessante del terzo capitolo è la capacità di alcune femmine del mondo animale di selezionare, immagazzinare ed espellere lo sperma, dunque la femmina non è un contenitore passivo, è lei a scegliere.

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Arwen
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Viandante Storico
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Interessante anche l'idea della vagina come origine simbolica dell'universo in molte civiltà orientali come il termine sanscrito di yoni per indicare i genitali femminili, parola che significa "grembo" "origine", "sorgente". Il Kamasutra parla della yoni come di "un'area sacra, un cuscinetto di piacere, una regione occulta che merita venerazione e un simbolo di misteri cosmici".
Tutto questo in contrapposizione con l'idea in occidente influenzata dal cristianesimo di ostilità nei riguardi del sesso: "Per secoli gli uomini della Chiesa cattolica hanno insegnato che il sesso non doveva servire al piacere, ma solo alla procreazione.[...] A questa idea del sesso come peccato si associava l'identificazione esclusiva del dio cristiano con  un'immagine maschile, da cui deriva la condizione sociale svantaggiata della donna nelle civiltà cristiane."

Be' a questo avrei da sollevare qualche obiezione, nel senso che la condizione svantaggiata della donna nell'ambito sociale si riscontra anche dove non c'è il cristianesimo, ad esempio in altre culture orientali, nell'islam ad esempio non mi sembra che la donna goda di parità o vantaggi rispetto ad un uomo.

Ok allora il terzo capitolo lo sfoglierò giusto per sapere cosa tratta e poi casomai lo riprenderò.

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vanth
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Miss.Stanislavskij ha scritto:Introduzione:
La parola "vagina£ è una di quelle che vengono evitate nella maggior parte delle conversazioni, e (...) fanno capolino solo immagini false e contraffatte dei genitali femminili.
(...)
La ricerca di un'immagine più soddisfacente della vagina mi  ha condotta, in modo inatteso, a interrogarmi sulla natura dell'indagine scientifica. La scienza è di solito considerata una disciplina oggettiva, non soggettiva, che offre al pubblico informazioni precise intorno a un oggetto o a un'idea in maniera indipen: dente, senza che siano influenzate da emozioni e percezioni personali o sociali. Ebbene, ovunque guardassi, la natura soggettiva della ricerca scientifica saltava agli occhi. Per esempio, fino a tempi recenti si riteneva che le femmine di molte specie fossero monogame e preferissero accoppiarsi con un solo maschio. Si è ora dimostrato che questa teoria era sbagliata: nella maggior parte delle specie le femmine sono poligame e scelgono di accoppiarsi con molti maschi diversi. L'idea della femmina monogama era una nozione scientifica prodotta dall'ideologia, non dall'osservazione. L'ideologia in questo caso coincideva con l'idea antiquata che le femmine non possano provare lo stesso desiderio e lo stesso piacere sessuale che provano i maschi. La morale è che la scienza è soggettiva come qualsiasi altra attività umana e che per comprendere le teorie scientifiche bisogna osservare la cultura in cui sono nate.
I pericoli legati al fatto di restare chiusi all'interno di una sola prospettiva, e la loro influenza sul ragionamento scientifico, sono tornati in primo piano quando ho deciso di ripercorrere la storia dei modi in cui la scienza, la medicina e l'anatomia occidentali hanno descritto la vagina. Questo punto di vista storico ha messo in evidenza in primo luogo un approccio unilaterale. In sintesi, una dottrina antica e arbitraria ha fatto dell'uomo la misura della donna, e di conseguenza il suo pene è la pietra di paragone utilizzata per classificare i genitali femminili. Il risultato di questa logica ostinata e ingannevole fu che gli anatomisti del Rinascimento proclamavano che la vagina era in pene non evoluto e non fuoriuscito, le ovaie erano testicoli, l'utero uno scroto e la clitoride a sua volta un altro pene. E lo fecero, nonostante tutte le prove dimostrassero il contrario, per seguire ciò che le autorità dell'epoca imponevano loro di dire. Ecco quanto è obbiettiva la scienza.

cultura patriarcale in poche parole

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Miss.Stanislavskij
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Viandante Mitico
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cultura patriarcale in poche parole[/quote]

speculazioni e osservazioni scientifiche  a misura di maschio più che di essere umano.
http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2014_1_art2.html

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vanth
vanth
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non hai mai letto il secondo sesso della de Beauvoir?

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Miss.Stanislavskij
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Viandante Mitico
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vanth ha scritto:non hai mai letto il secondo sesso della de Beauvoir?

OH si; qualche anno fa, è nell'elenco: libri piaciuti che prima o dopo devo comprare.
E "una stanza tutta per sè" della Woolf?

19
Miss.Stanislavskij
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SEMPRE DAL PRIMO CAPITOLO
sempre dal primo capitolo:


L'anlu è una pratica tradizionale dei kom del Camerun occidentale che significativamente tracciano ancora la loro discendenza in modo matrilineare, per cui la posizione di una persona nella società dipende dalla vagina dalla quale è venuta al mondo. L'anlu è i in sostanza una forma di punizione messa in atto dalle donne, che include riti di esibizione dei genitali e danze. Le offese che richiedono la pratica dell'anlu (la parola deriva dalla radice lu, che significa "scacciare") includono il maltrattamento di una donna anziana o incinta, l'incesto, l'afferrare i genitali di un'altra persona durante la lotta e l'insulto rivolto a una parente con frasi profanatrici quali "la tua vagina è marcia". L'anlu viene praticato collettivamente dalle donne kom contro chi ha commesso un crimine..
La seguente descrizione dell'anlu è fornita da un maschio kom:
A dare inizio all'anlu è una donna che si piega in due assumendo una posizione terribile ed emette un grido acuto e lacerante, spezzato dal battito delle quattro dita contro le labbra. Le altre donne riconoscendo il suono fanno la stessa cosa e abbandonano qualsiasi attività per correre verso il luogo da cui arriva il richiamo. Presto la folla si ingrossa e comincia una danza selvaggia accompagnata da strofe improvvisate che-informano la gente del crimine commesso e ne parlano ad alta voce in un modo tale da suscitare emozioni e provocare una reazione. La storia del colpevole viene resa nota attraverso un intenso passaparola. Si fa appello alle antenate del colpevole in modo che anche queste si uniscano all'anlu. Poi il gruppo si allontana dal villaggio per fare ritorno ,più tardi, al momento prestabilito, di solito prima dell'alba, con addosso arbusti, parti di abiti maschili e con i volti dipinti per completare il rituale. Tutte le donne indossano e portano con sé un frutto che provoca il "prosciugamento" di chiunque venga colpito con tale frutto. Le donne irrompono nella casa del colpevole cantando e ballando [...]. Nessuna in questa folla selvaggia ha un aspetto umano e le loro azioni fanno pensare alla follia. Le parti volgari del corpo vengono esibite mentre il canto diventa sempre più forte e misterioso.
L'atto finale dell'anlu si ha quando, pentito, il colpevole viene portato dalle donne fino a un corso d'acqua e purificato. Quelli che non abiurano il loro crimine subiscono l'ostracismo della comunità fino a quando non decidono di farlo. Il rituale kom dell'anlu è significativo perché mostra che invece di vergognarsi dei loro genitali o degli insulti rivolti contro di essi, queste donne africane usano le loro vulve scoperte per infliggere un'umiliazione, rovesciando abilmente la situazione.

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Arwen
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Viandante Storico
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Chissà perchè in comunità così piccole ma unite la giustizia viene fatta rispettare, le donne unite puniscono direttamente il colpevole di crimini, che contravviene alle regole. Non è così in comunità cosiddette civilizzate come le nostre.Interessante poi che le donne rivestono un ruolo importante all'interno della comunità, e "l'origine del mondo" è ritenuta sacra.

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Arwen
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Viandante Storico
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Nel secondo capitolo trovo interessante  l'origine dei vari termini usati per definire l'organo sessuale femminile.
Ad esempio "natura" veniva usato fino a non tantissimi decenni fa, mia madre ricordo che la chiamava così quando parlava di vagina.

"Un altro termine  latina per i genitali femminili, non era nè apertamente volgare, nè tecnico ed era generalmente accettato nel linguaggio educato.
La parola natura, deriva probabilmente dal verbo nascor, e starebbe quindi ad indicare "il luogo di nascita", ovvero i genitali femminili. Natura diede a sua volta origine a naturale, che Celso, intorno al 30 d.C. usò per descrivere specificatamente il passaggio della vagina."


Interessante anche l'origine del termine di "pene" che deriva dalla somiglianza tra membro maschile e una parte dell'anatomia animale.

[...] Così grazie alle similitudini di antichi anatomisti, gli esseri umani fanno sesso con foderi e code. Ma avrebbe potuto andare  peggio: avrebbe potuto trattarsi di un'unione fra la strada del re e un gambo di cavolo.

Discutibile invece la teoria del calore, tanto che le donne sono sempre state ritenute inferiori rispetto all'uomo:
[...] "In utilità delle parti" Galeno spiega chiaramente in che modo questa differenza di calore tra femmina e maschio si ripercuote sui genitali: " la donna è più imperfetta dell'uomo quanto alle parti genitali", [...] le donne, afferma Galeno, non possiedono il calore necessario per sviluppare il loro fallo. A causa della loronatura più fredda e umida, il pene delle donne resta all'interno, non fuoriesce.
Secondo gli antichi dunque, vagina e pene erano la stessa cosa.
[...] e l'arbitraria collocazione del fuoco al di sopra dell'acqua nella scala degli elementi permise ad Aristotele di dimostrare razionalmente che " La femmina è un maschio imperfetto".


Molto fantasioso! Ok che non avevano le conoscenze scientifiche all'epoca, ma un punto di vista maschilista.

In occidente l'organo sessuale femminile da nascondere, una vergogna da non esibire, una imperfezione del maschio...in oriente invece la sacralità e venerazione fin dai tempi antichi, l'importanza "dell'origine del mondo".

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Miss.Stanislavskij
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Viandante Mitico
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sempre dal capitolo due:

La scienza sostiene oggi che i casi di ragazze che diventano ragazzi al momento della pubertà sono legati a uno squilibrio genetico ormonale noto come sindrome da deficit di 5-alfa-reduttasi. È dovuto all'incapacità di produrre l'enzima 5-alfa-reduttasi, responsabile della trasformazione del testosterone in 5-alfa-diidrotestosterone. Benché definibili geneticamente come maschi, in quanto possiedono un cromosoma X e un cromosoma Y, questi bambini presentano genitali esterni simili a quelli delle femmine. L'apparenza "femminile" è dovuta al fatto che i testicoli non sono scesi e restano nascosti all'interno del corpo, mentre il sacco scrotale somiglia alle labbra esterne e il pene è di solito così corto e sottile che ricorda una clitoride. Il solo indizio che non si tratta di una tipica clitoride è il fatto che urinano attraverso.di essa.
Queste bambine "diventano'-' ragazzi durante la pubertà, quando forti cambiamenti ormonali provocano l'ulteriore sviluppo dei genitali maschili: le labbra si gonfiano e si abbassano, i testicoli scendono e il fallo si allunga. Dopo la pubertà i loro geni-, tali non hanno -una forma troppo diversa da quella di altri maschi e molti di loro diventano padri. In alcune regioni della Repubblica Dominicana questa condizione è talmente comune che esiste un'espressione colloquiale per definire questi bambini: guavedoces, ovvero "uova [testicoli] a dodici". È interessante notare come in questo caso l'idea di un terzo sesso non comporti un marchio d'infamia; una delle ragioni è probabilmente il numero elevato di guavedoces. I medici sono in grado di riconoscere quali ragazze diventeranno ragazzi e ciò evita loro lo choc di un'inattesa trasformazione sessuale.


E Gaspard Bauhin(1560-1624) anatomista sosteneva che "non abbiamo mai trovato racconti autentici di uomini diventati donne, perché la natura tende sempre verso ciò che è perfetto e non , al contrario, a rendere imperfetto ciò che è perfetto."


capitolo 4: I segreti di Eva

1998 Agosto, la notizia che la clitoride è un organo assai complesso che occupa una buona parte, circondandolo, dell'apparato riproduttivo femminile occupa le prime pagine dei giornali.
Questa parte anatomica conosciuta in antichità e poi accantonata coglie di sorpresa l'occidente. Non che non si sapesse della sua esistenza, ma se ne sapeva poco e non se ne parlava.

23
Arwen
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Miss.Stanislavskij ha scritto:sempre dal capitolo due:

È interessante notare come in questo caso l'idea di un terzo sesso non comporti un marchio d'infamia; una delle ragioni è probabilmente il numero elevato di guavedoces. I medici sono in grado di riconoscere quali ragazze diventeranno ragazzi e ciò evita loro lo choc di un'inattesa trasformazione sessuale.


E Gaspard Bauhin(1560-1624) anatomista sosteneva che "non abbiamo mai trovato racconti autentici di uomini diventati donne, perché la natura tende sempre verso ciò che è perfetto e non , al contrario, a rendere imperfetto ciò che è perfetto."

E' una sorta di ermafrodismo? O interessualità?

E poi mi lascia sorpresa e basita scoprire che ci sorprendiamo e combattiamo  perchè ancora oggi ci sono paesi dove vengono ancora praticate mutilazioni genitali femminili e non so quanti sappiano ( io non lo sapevo, resto sorpresa) che anche nell'occidente civilizzato ed evoluto fino al XIX, esistevano pratiche di mutilazione genitale.

In Inghilterra nella seconda metà dell'ottocento, per più di 10 anni il chirurgo inglese Isaac Baker Brown eseguì clitoridectomie presso il suo London Surgical Home...ecc....
per curare varie situazioni patologiche come, l'isteria, la mania legata alla masturbazione, l'incontinenza e l'emorragia uterina.

Un mostro!
Pubblicò un libro:On the Curability of Certain Forms of Insanity, Epilepsy, Catalepsy, and Hysteria in Females.
Per fortuna poi qualcuno incominciò a mettere in discussione tali pratiche!

Non ci potevo credere, eppure è così sono andata a documentarmi su wikipedia ed ho trovato conferme.

Sempre da I segreti di Eva, quarto capitolo:
"I registri del 1879 del Chelsea Hospital di Londra rivelano che l'escissione della clitoride e delle labbra era diventata talmente abituale da essere indicata come cura adeguata per una ventenne nubile che soffriva soltanto di mestruazioni irregolari. Dai registri risulta inoltre che una diciannovenne fu sottoposta a clitoridectomia per l'unica ragione apparenteche non era sposata.
Mentre in Europa per prevenire la masturbazione femminile si ricorreva ad ablazione della clitoride, negli Usa il re dei cornflakes J.H. Kellogg inventò un altro rimedio, raccomandando l'uso dell'acido fenico sulla clitoride di ragazze che abbandonavano le pratiche autoerotiche."

[...] Il controllo della sessualità femminile, delle donne e della paternità dei figli è senza dubbio alla base delle mutilazioni genitali."


Poi ci sorprendiamo che nei paesi orientali o in alcune popolazioni africane praticavano e ancora oggi praticano mutilazioni genitali femminili.

Mi auguro che non venisse realmente praticata in tutti i pesi europei indiscriminatamente e fossero solo casi isolati, faccio fatica a credere che accadesse meno di duecento anni fa.

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Arwen
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Viandante Storico
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Non mi manca molto a finire un paio di capitoli, alla fine posterò le mie considerazioni. Datemi ancora qualche giorno. inizio a sorridere

25
Arwen
Arwen
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Finito.

Nel suo insieme l’ho trovato interessante, anche se alcuni tratti ripetitivo e noiosamente descrittivo, per cui sorvolavo.
All’inizio miti e leggende antiche legate all’organo femminile…l’origine del mondo e celebrato in alcune antiche culture, mentre in altre come in quello occidentale al contrario misconoscendone il valore e l’importanza.
Interessante come già detto scoprire che ad esempio la mutilazione genitale femminile non  veniva svolta solo nei paesi musulmani o comunque in tribù africane ma purtroppo anche nei cosiddetti paesi occidentali e apparentemente evoluti.
Tutto questo perché l’uomo ha sempre svolto un’azione di controllo sulla sessualità femminile e in alcuni casi negato il piacere femminile che lo vedeva legato alla procreazione,  in altri per assurdo considerava terapeutico l’orgasmo femminile fino ad arrivare a masturbazione terapeutica, per curare soprattutto l’isteria da parte di ginecologi nell’epoca vittoriana e la nascita del vibratore.
Interessante anche conoscere l’anatomia,  sapere che anche le donne possiedono una sorta di prostata, chiamata in un modo diverso, che secerne una sorta di liquido e la teoria dei due semi, insomma si spiega la misteriosa  eiaculazione femminile che sembrava appannaggio solo di poche donne ma che secondo l’autrice  tutte le donne  hanno  ma non sempre ha un’evidente manifestazione perché è spiegato nel libro.
Ecco cose che non ero neanche a conoscenza.
Svelato il “segreto” del nome  del tanto discusso punto G che sembra essere un Ufo e ancora oggi viene disconosciuto,  che noi donne abbiamo un orgasmo migliore rispetto agli uomini e anche multiplo in certi casi.

Quello che mi è chiaro che ogni donna possiede la sua V, diversa da ogni altra, unica, come uniche e diverse sono le sensazioni di piacere e  punti più sensibili, il maschio umano ha sempre cercato di controllare la sessualità ed il piacere femminile, ora valorizzando  oppure disconoscendo e infliggendo  se non mutilazioni, ritenendo le donne inferiori, la vagina un pene mancato, quindi poco appassionate al sesso, oppure quando queste manifestavano troppa esuberanza sessuale delle malate.

Tutto a misura di uomo, pene come termine di paragone di una vagina e mai  viceversa.
Che il piacere e l’orgasmo svolgono un ruolo importante nella procreazione, favorendola, quindi se non ci fosse il piacere l’accoppiamento  sarebbe meno desiderabile e penso pure la  voglia di procreare andrebbe a farsi benedire.

L’orgasmo femminile  è un elisir di lunga vita anche per un uomo, almeno secondo  alcune tradizioni orientali.
Be’ quello che è sicuro che le pratiche sessuali fanno bene ad entrambi i sessi.

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