LA STORIA DELLE PERLINE
(fatto autobiografico)
Era domenica mattina, verso le otto, quando Alfonso ed io fummo fermati dai Finanzieri.
Trasportavamo le perline in legno di pino laccato ai poliesteri per rivestire le pareti della camera di Valentina da casa mia, dove le avevamo tagliate a misura, a casa sua, dove andavano montate.
Penso tutti sappiano che Valentina è la figlia di Alfonso, quella più grande.
Ci intimano lo stop, i due giovanottoni in grigioverde, col cipiglio di chi ha intercettato i capi dell'Anonima Sequestri, e Alfonso subito si agita:
«Mannaggia Lu’, te l'avevo detto che siamo troppo pesanti sul tetto con tutto questo legname... questi ci sequestrano doghe e macchina... e ce la dobbiamo pure fare a piedi...»
No, non ce l'hanno con i due quintali e passa di sovraccarico sul portabagagli; vogliono patente e libretto e i documenti di viaggio...
I… «che cosa??».
Pare che per portare le perline per la camera di Valentina ci volesse qualcosa come fattura, o scontrino o bolla... o roba del genere...
Noi, di queste cose non ne avevamo mai sentito parlare... al massimo le bolle ci erano venute alle mani per il non usuale gran lavoro fisico che avevamo fallo a tagliare tutte quelle strisce.
Gliele abbiamo fatte vedere, le bolle, ma pare non fossero quelle che volevano loro.
Chiacchiera chiacchiera non si cavava un ragno dal buco; ma poi, piano piano ci siamo resi conto che i due armigeri si erano convinti della nostra buona fede, e che noi non volevamo fregare né lo Stato né altri, ma che continuavano a trattenerci cercando di capire cosa fossero ed a che cosa servissero quelle strisce di legno sottile ruvide da una parte e cosi lucide dall'altro e con quella strana sezione con un dentino da un lato ed una scanalatura dall’altro.
E giustamente noi, sollevati per lo scampato pericolo, ché di multe e di sequestro non si parlava più, si sentimmo ben lieti di illustrare dettagliatamente funzione, tecniche di montaggio e prezzi di questi misteriosi oggetti.
E spiegammo loro dell'ordito di sostegno in listelli di abete, dei pannelli isolanti di polistirolo espanso per le pareti fredde o di poliuretano contro i rumori, dei chiodini invisibili per un perfetto fissaggio, dei trucchi di alternanza delle stecche per un miglior effetto estetico...
Spiegammo dei coprifilo e dei salvaspigoli, degli sgusci negativi e del battiscopa...
Offrimmo tutta, ma proprio tutta insomma la nostra conoscenza sull'argomento ed anche il nostro entusiasmo per una sì calda ed accogliente soluzione d'arredo.
«Sapete, mi avete convinto»
- sbotta ad un certo punto uno dei due, quello con la faccia meno da cretino –
«io ho il problema della camera di mio figlio che ha due pareti esposte a nord (due?!...) e ci fa un freddo cane… farò proprio come consigliate voi... ci metto queste cose qui, identiche, e col pollatirolo e tutto il resto…
Anzi, io farò ancora di più.
Dopo aver finito come avete detto voi, ci compro una bella carta da parati e ce l'incollo sopra……»
«Ma siete Carabinieri voi?»… Sbotta istintivamente Alfonso.
«No, finanzieri,... perché, non si vede?...»
«Affò,… fammi la carità, andiamocene, che s’è fatto tardi...»
Lucio Musto trascritta 30 maggio 2000 (parole 524)
(fatto autobiografico)
Era domenica mattina, verso le otto, quando Alfonso ed io fummo fermati dai Finanzieri.
Trasportavamo le perline in legno di pino laccato ai poliesteri per rivestire le pareti della camera di Valentina da casa mia, dove le avevamo tagliate a misura, a casa sua, dove andavano montate.
Penso tutti sappiano che Valentina è la figlia di Alfonso, quella più grande.
Ci intimano lo stop, i due giovanottoni in grigioverde, col cipiglio di chi ha intercettato i capi dell'Anonima Sequestri, e Alfonso subito si agita:
«Mannaggia Lu’, te l'avevo detto che siamo troppo pesanti sul tetto con tutto questo legname... questi ci sequestrano doghe e macchina... e ce la dobbiamo pure fare a piedi...»
No, non ce l'hanno con i due quintali e passa di sovraccarico sul portabagagli; vogliono patente e libretto e i documenti di viaggio...
I… «che cosa??».
Pare che per portare le perline per la camera di Valentina ci volesse qualcosa come fattura, o scontrino o bolla... o roba del genere...
Noi, di queste cose non ne avevamo mai sentito parlare... al massimo le bolle ci erano venute alle mani per il non usuale gran lavoro fisico che avevamo fallo a tagliare tutte quelle strisce.
Gliele abbiamo fatte vedere, le bolle, ma pare non fossero quelle che volevano loro.
Chiacchiera chiacchiera non si cavava un ragno dal buco; ma poi, piano piano ci siamo resi conto che i due armigeri si erano convinti della nostra buona fede, e che noi non volevamo fregare né lo Stato né altri, ma che continuavano a trattenerci cercando di capire cosa fossero ed a che cosa servissero quelle strisce di legno sottile ruvide da una parte e cosi lucide dall'altro e con quella strana sezione con un dentino da un lato ed una scanalatura dall’altro.
E giustamente noi, sollevati per lo scampato pericolo, ché di multe e di sequestro non si parlava più, si sentimmo ben lieti di illustrare dettagliatamente funzione, tecniche di montaggio e prezzi di questi misteriosi oggetti.
E spiegammo loro dell'ordito di sostegno in listelli di abete, dei pannelli isolanti di polistirolo espanso per le pareti fredde o di poliuretano contro i rumori, dei chiodini invisibili per un perfetto fissaggio, dei trucchi di alternanza delle stecche per un miglior effetto estetico...
Spiegammo dei coprifilo e dei salvaspigoli, degli sgusci negativi e del battiscopa...
Offrimmo tutta, ma proprio tutta insomma la nostra conoscenza sull'argomento ed anche il nostro entusiasmo per una sì calda ed accogliente soluzione d'arredo.
«Sapete, mi avete convinto»
- sbotta ad un certo punto uno dei due, quello con la faccia meno da cretino –
«io ho il problema della camera di mio figlio che ha due pareti esposte a nord (due?!...) e ci fa un freddo cane… farò proprio come consigliate voi... ci metto queste cose qui, identiche, e col pollatirolo e tutto il resto…
Anzi, io farò ancora di più.
Dopo aver finito come avete detto voi, ci compro una bella carta da parati e ce l'incollo sopra……»
«Ma siete Carabinieri voi?»… Sbotta istintivamente Alfonso.
«No, finanzieri,... perché, non si vede?...»
«Affò,… fammi la carità, andiamocene, che s’è fatto tardi...»
Lucio Musto trascritta 30 maggio 2000 (parole 524)