Calendari
Occorre una particolare intelligenza per scoprire il significato ultimo del tempo. Noi lo viviamo e vi ci identifichiamo tanto da vicino che non riusciamo ad accorgercene.
Il mondo dello spazio, che circonda la nostra esistenza, non è se non una parte del nostro vivere: il resto è tempo.
L'esistenza non è mai spiegabile in se stessa, ma solamente attraverso il tempo. Quando chiudiamo gli occhi, noi riusciamo ad avere il tempo senza lo spazio, mentre non potremo mai avere lo spazio senza il tempo.
Per un occhio spirituale e meditativo lo spazio non è che il tempo "congelato", tutte le cose sono eventi pietrificati.
Preambolo indispensabile, questo del tempo, se voglio arrivare al "calendario".
Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di tradizioni millenarie.
Lo confermano (in occidente) molte ricorrenze : la festa di San Giovanni, per esempio, nella notte tra il 23\24 di giugno è una festa del cristianesimo, di origine pagana (Litha), con il suo corteo di balli, canti, pratiche magiche e purificatorie, la "follia doverosa" del Capodanno o del Carnevale, l'atmosfera euforica dei giorni del solstizio invernale, il Natale e l'Epifania.
Persino i cibi preparati in tali occasioni tengono conto di usanze antichissime, dalle "ossa dei morti" (biscotti duri ricavati da una specie di pasta di mandorle) del 2 novembre, alle uova pasquali, al panettone\pandoro natalizio.
Sul calendario si riportano le feste religiose e quelle profane; seguendo il ciclo del sole, dalla sua rinascita simbolica nel solstizio d'inverno fino al suo declinare nell'autunno: un percorso scandito dalle grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell'anno.
Il calendario lo vedo, infine, come un percorso "pianificato" della vita dell'uomo; un "viaggio celeste", fra stelle, santi e pianeti a segnare gli attimi della nostra esistenza.
Occorre una particolare intelligenza per scoprire il significato ultimo del tempo. Noi lo viviamo e vi ci identifichiamo tanto da vicino che non riusciamo ad accorgercene.
Il mondo dello spazio, che circonda la nostra esistenza, non è se non una parte del nostro vivere: il resto è tempo.
L'esistenza non è mai spiegabile in se stessa, ma solamente attraverso il tempo. Quando chiudiamo gli occhi, noi riusciamo ad avere il tempo senza lo spazio, mentre non potremo mai avere lo spazio senza il tempo.
Per un occhio spirituale e meditativo lo spazio non è che il tempo "congelato", tutte le cose sono eventi pietrificati.
Preambolo indispensabile, questo del tempo, se voglio arrivare al "calendario".
Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di tradizioni millenarie.
Lo confermano (in occidente) molte ricorrenze : la festa di San Giovanni, per esempio, nella notte tra il 23\24 di giugno è una festa del cristianesimo, di origine pagana (Litha), con il suo corteo di balli, canti, pratiche magiche e purificatorie, la "follia doverosa" del Capodanno o del Carnevale, l'atmosfera euforica dei giorni del solstizio invernale, il Natale e l'Epifania.
Persino i cibi preparati in tali occasioni tengono conto di usanze antichissime, dalle "ossa dei morti" (biscotti duri ricavati da una specie di pasta di mandorle) del 2 novembre, alle uova pasquali, al panettone\pandoro natalizio.
Sul calendario si riportano le feste religiose e quelle profane; seguendo il ciclo del sole, dalla sua rinascita simbolica nel solstizio d'inverno fino al suo declinare nell'autunno: un percorso scandito dalle grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell'anno.
Il calendario lo vedo, infine, come un percorso "pianificato" della vita dell'uomo; un "viaggio celeste", fra stelle, santi e pianeti a segnare gli attimi della nostra esistenza.