virilità [vi-ri-li-tà] s.f. inv.
1 Età della vita dell'uomo in cui viene raggiunta la piena maturità psicofisica
2 Efficienza sessuale del maschio
3 fig. Coraggio e fermezza morale: sopportare con virilità
( dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti )
Mi interessa il punto 3, anche se l'essere virili, per gli stessi uomini si esaurisce nel punto 2.
La virilità, l'attributo che qualifica l'essere uomini è associato ad immagini che chiamano in causa il coraggio, la saggezza e la solidità.
Essere uomini, non a caso è un espressione che sta ad indicare questo.
Siamo portati dalla nostra cultura a riconoscere questo in un uomo e tollerare maggiormente la mancanza di tali caratteristiche in una donna.
In quanto donne poi, tutte noi cerchiamo un uomo degno di tale nome.
A seconda della nostra età, della nostra maturità e della nostra intelligenza emotiva, possiamo ricercare la virilità nell'altro a vario titolo, dall'isterica ricerca di un principe azzurro perfetto che deve prendersi sulle spalle il mondo mentre noi frignamo per avere visto un topo, alla figura del padre guida (ingombrante per chi vuole non vivere in condizione di minorità permanente) fino a giungere alla mia figura prediletta, paritaria nella differenza, quella dell'amico e amante, compagno e complice.
Quest'ultima figura che in realtà sgrava di molto l'uomo da pesi ingiusti e inutili che gli vengono attribuiti è in realtà sgradita ai signori uomini.
Prediletta è invece la seconda figura, quella del babbo (in genovese significa deficiente, non so se lo sapete ) guida. Gratificanti sono quindi donne in condizione di minorità. Minorità significa minor esperienza di vita, minor esperienza sessuale e minor intelligenza. La prima minorità è facilmente garantita dalla ricerca di partner molto più giovani, che oltretutto gratificano l'uomo relativamente alla definizione numero due, per loro centrale. In alternativa o in aggiunta, si può ricercare una minor esperienza in senso più ampio. La minorità sessuale poi è un eccitante grandioso: l'uomo elimina la difficoltà che gli può derivare dal confronto con altri maschi relativamente al punto 2 e può pensare che la porcaggine della donna sia per intero da lui suscitata e insegnata ( e questo credetemi è un gran Viagra). Illusioni ovviamente... anche se tutt'altro che pie. La minor intelligenza richiede una valutazione complessa. A molti piace la donna a cui insegnare, quindi lievemente meno sveglia... ma non a tutti. Quello che invece vale praticamente per tutti è la ricerca di una donna che non eserciti la sua intelligenza allo stesso livello, ma in settori culturalmente attribuiti al suo genere. Ad esempio sarà certamente apprezzata la donna che sbroglia con facilità compiti pratici relativi a casa e famiglia, che intesse complessi giochi seduttivi, ecc.
Il generale la triplice minorità della donna mette l'uomo nella condizione di "sentirsi uomo" cioè virile nell'accezione menzionata sopra.
Perchè questo? Perchè nulla è più distante dall'effettiva condizione dell'uomo nei fatti.
Per questo è stata imposta la minorità ad un genere con la violenza ed ogni giorno questo ci viene ricordato.
Virilità è in realtà sinonimo di insicurezza ( sessuale, esistenziale, affettiva ecc).
Nel suo sviluppo il maschio va sostenuto molto più di quanto avvenga con una bimba perchè raggiunga un buon grado di autostima. Una madre assente o opprimente può causare danni gravi più di quanto avvenga con una figlia. Nell'adolescenza affronta maggiori problemi inerenti al sesso e alla sua abilità sessuale. La minaccia del rifiuto e del non essere all'altezza sono costanti. La pressione sessuale li devasta per la vita intera rendendoli inaffidabili. Alla donna va l'onere di spianargli il mondo attorno, restando nel contempo sempre attraente e provocante... e ovviamente una buona madre. Si da il caso però che una madre abbia il pancione, che debba stare dietro ai bimbi.... e per bimbi intendo quelli generati da lei e non dalla disgraziata che l'ha preceduta. Questo è uno scoglio durissimo per lei. Ma tutto deve avvenire senza disturbare il maschio, che già di per se è disturbato dalla cosa. Lo stesso vale per le altre necessità che la realtà impone. In alternativa si sentirà trascurato, il suo desiderio fuggirà, non vedrà più nella donna un qualcosa di desiderabile ma una madre... una che ricorda regole e stressa. Quale uomo ha da se il coraggio di esserci o di andarsene senza attribuire per intero l'onere della sua scelta alla donna?
Anche il compito di tenersi il picio nei calzoni sembra affidarlo alla compagna.
D'altronde non era la madre ad aiutarlo a pisciare da bambino?
Avete mai pensato poi che esiste una figura femminbile per ogni necessità del maschio, mentre non esiste il contrario?
Parlo delle prostitute, delle brave ragazze e di tutta la gamma.
L'uomo va accudito da piccolo e va accudito da adulto perchè tutto lo caratterizza tranne le qualità virili che sono al contrario in possesso della donna.
Di spunti ne ho dati.
E ovviamente direte che non è così.
Parliamone in generale o anche facendo riferimenti a vissuti personali, come volete.
Sappiate però che a queste cose ci ho pensato davvero bene, e non piacciono nemmeno a me.