BIGbossSTIGAZZI ha scritto:come si guarisce?
non lo so
ma dubito che si possa anche perchè per guarire bisogna essere ammalati, i matti spesso sono diversi, non malati
come si torna ragionevoli?
Ci sono matti ragionevoli e matti irragionevoli, a volte matti ragionevoli perdono la pazienza e la ragione...momentaneamente.
ma forse volevi dire come si riacquista la ragione, penso che un matto ragionevole sia colui che riescer ad apparire matto quel tanto che basta per essere considerato originale
come si ritrova il senso dell'umorismo?
oH questa è una domanda seria
io me lo sono chiesto a lungo
insieme a come si fa a ridere delle disgrazie e
come si fa a ridere di se stessi e delle proprie sfighe
sono belle domande ed io ho trovato la mia risposta
E' la mia, non ho detto che è universale, ma è frutto di osservazioni ed analisi personali.
ridere a livello ancestrale significa scoprire le zanne: non è una cosa nè amichevole, nè piacevole. E' una sfida, è un moto di orgoglio sprezzante, oppure una reazione istintiva di fronte alla sorpresa, a quello che non ti aspetti.
Si può reagire in due modi all'ignoto piangendo o ridendo, con la paura o con l'incoscienza , l'autoironia, ridere dei propri limiti è al tempo stesso una difesa (rido di me prima che ne ridano gli altri) sia una sfida al futuro, al destino, al mondo, saper far ridere è altro, è mestiere, è preparare la buccia di banana e scivolarci sopra con i tempi giusti, ridere di sè è ridurre i problemi, piangere fa di un topolino una montagna, ridere fa di una montagna un topolino, vedi IL GATTO CON GLI STIVALI
Devo dire, onestamente, che avrei pagato volentieri qualcosa di più di 5 cent per una risposta un po' più... precisa. Anzitutto matti ragionevoli e irragionevoli, che vuol dire? Io sono ragionevole o irragionevole? Tutte e due, direi. Ragionevole perché so ancora cosa sto facendo, irragionevole perché... non sempre lo so.
Certi giorni leggo qui scritti nel forum dei miei post che io sarei disposta a giurare sulla testa di mia madre che non li ho scritti io. Sono ragionevole o irragionevole? E quello che ho scritto è ragionevole o irragionevole?
Alle volte ho l'impressione semplicemente di non essere io, se non fosse che poi quello che scrivo lo penso davvero.
Si capisce cosa ho scritto?
Poi: io non voglio essere considerata matta originale. Lo sono già abbastanza di mio (originale), senza bisogno di fare ricorso alla pazzia. Io voglio essere considerata una matta...
saggia.
Quando mi esprimo dalle profondità della mia depressione dico le cose come stanno, valevoli per tutti.
Sono gli altri,
quelli sani di mente, che non arrivano a capire. Si sa: nessuno e profeta a casa propria, e così un matto con viene considerato saggio. Ma io mi fido più di quel che percepisco io che di quello che mi dicono gli altri.
Poi dipende da chi sono questi altri. Su 100 ne scarto 97 e ne tengo buoni 3. Ma bisogna poi vedere se quei 3 hanno voglia di avere a che fare con me.
Infine: ridere di sé. Si, forse. Ma non da soli. Perdersi in un bosco, come mi è successo l'estate scorsa, può essere una bella esperienza. Una sfida con sé e con la natura, la scoperta di tratti di terreno non battuti da umani, ma solo da animali di cui rinvieni le tracce... organiche. Puoi ridere ed emozionarti per quell'esperienza (che peraltro mi è pure capitata, ma ne parlerò in altro post). Ma se sei solo, ridi poco. E magari il cell non prende e magari scivoli e sbatti un ginocchio.
Ecco: io non ho
con chi ridere di me con me. E questo mi fa soffrire.