Cenere79 ha scritto:P.S.(2) Non esiste "il senso" del film.
Nemmeno quello che stava nella testa del regista è "il senso".
Di un film, come di qualsiasi
altra manifestazione artistica, si possono
dare mille interpretazioni diverse.
Cosa sarebbe questo? Un tentativo di oltrepassare lo specchio passando da sotto?
Ti sei resa conto di essere diventata ingiustificabile e indifendibile e ora speri di cavartela col più patetico dei meccanismi di difesa retorica? Cioé, ognuno la pensa come gli pare e tutti hanno ragione?
Con me questi mezzucci non attaccano.
Tutti gli spettatori, e tu stessa lo hai detto qua, hanno riconosciuto la volontà del regista di omaggiare Roma, tanto da assegnarle un ruolo da protagonista.
Ma cosa vai blaterando??
Vedi che non hai capito quello che ho detto?
Inoltre: il regista avrebbe omaggiato Roma
descrivendone in maniera così impietosa
il lato mondano?
Eccerto! Tutto il film ruota intorno a questo elementare e ovvio concetto!!!
La bellezza di Roma, i suoi monumenti, gli scorci, le atmosfere, i tramonti, le albe, posti in contrasto (e in risalto) con la bruttezza di parte dei suoi abitanti, ridotti a figure patetiche e insignificanti, simbolo di una società in declino, impigrita e priva di ambizioni.
La casa di Gambardella, con quella terrazza vista Colosseo (anzi, quasi parte del Colosseo) che assite alle sue pietose feste pacchiane, NON è certo il Twiga.
Altro atteggiamento tipico di chi è a corto di argomenti, cercare su internet qualsiasi cosa dia una vaga impressione di essere a sostegno di ciò che non si riesce più a sostenere. Chi si comporta così fa SEMPRE l'errore di tirarsi la zappa sui piedi poiché nella foga non capisce ciò che c'è scritto nella pgina che linka.
La recensione è di Filippo Facci; scrive:
Quella del film non è Roma, o non particolarmente: non lo è e basta, neppure in caricatura, quei chirurghi plastici non esistono, quelle feste discotecare non esistono o sono più milanesi che romane
Chiaro? Le feste discotecare sono più milanesi che romane.
Ma noi qui stiamo parlando dei personaggi, di coloro che partecipano alle feste del film.
E infatti, poche righe sotto, sempre Facci:
Esistono, quelle sì, le personalissime proiezioni di Paolo Sorrentino della grande bruttezza: il dominio della coca, le stronze, i parassiti, le attricette, gli scrittorucoli, «le ricche», gli industrialotti, i cardinali da talk show, il perverso paese dei balocchi coi suoi maghi e le giraffe e i lanciatori di coltelli; ma sono visioni personali, appunto, e forse basterebbe ripeterlo.
La prossima volta leggi tutto.