vanth ha scritto: un premontato coccodrillato in meno
the pen is on the table & i was joking
Mica tanto,se provavano a fargli fare il testimonial prima gli costava meno e potevano far di meglio
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vanth ha scritto: un premontato coccodrillato in meno
the pen is on the table & i was joking
Magonzo ha scritto:la critica che riporti sotto è tutto fuorché "bambina";FUCKTOTUM ha scritto:Oh mago ma allora proprio no ce la fai a dimenticarti delle impalcature di cazzate.
Quello di Sorrentino è un capolavoro assoluto.
Mette un punto e a capo nella storia del cinema italiano seppellendo i vari Virzì e mezze seghe affini.
Vabbè l'azzurro scipioni ma i film li devi guardare da "bambino" esattamente come la patonza.
a me poi il film non è dispiaciuto, anche per quei motivi;
però, ancora prima di trovare la sintassi carente, ha mancato proprio di comunicarmi quei sentimenti che declama esplicitamente nel finale, che sembra il dialogo di una soap;
manca solo l'inquadratura televisiva con due che si parlano di spalle per far vedere le espressioni di entrambi
così viene fuori un carosello dei tempi nostri, con un corpo fantastico e grottesco e nel finale le battute rivelatrici sul prodotto pubblicizzato;
insomma, la drammaturgia ha delle regole, che non sono lì per caso; poi le puoi stravolgere, ma devi farlo fino in fondo, perché se apri il forno il soufflé ti si sgonfia;
quando nella Dolce vita Steiner si suicida e crea l'ombra della storia lo spettatore ha già assimilato il personaggio, umanizzato;
qui muoiono delle battute di copione, perciò l'impatto emotivo è zero e quindi non puoi empatizzare più di tanto col protagonista; prendi atto del fatto che è morta la prima che glie l'ha data; embè ?
era davvero necessario che morisse per evocare una nostalgia ? intanto però ti si crea un'aspettativa che non trova risconto emotivo, riempita dalla storia patetica dl marito... ma daiiii!
Sorrentino a me piace comunque, ma magari avesse avuto l'equilibrio narrativo, la cura e la mezura di Virzì nell'affrontare un'idea complessa come questa !
non ho proprio capito cosa intendi e in che modo questo risponde a ciò che ho scritto;FUCKTOTUM ha scritto:
Noi abbiamo visto due film diversi e non a caso. Come non a caso tu parli più del film che non hai visto e che avresti voluto, meglio, dovuto vedere.
Se cito la smandrappata, è per dimostrare plasticamente come ció che il Sorrentino mette in scena sia reale e tangibile, onnipresente e infestante. Chi meglio di sta cessa potrebbe sostituire la baldraccca pluribebisitterata che a te sembra iperbolica?
non so fuck, se mi devi raccontare tu un film, vuol dire che il regista non è stato capace di farlo con la macchina;Quale "antropologia" mette in scena, rendendo finalmente attori, macchiette come, verdone-ferilli-grandi, se non proprio quella umanituncola li, che cita gli avi? Perchè il film ha vinto di tutto e in ogni dove salvo in Francia?
Come la dolce vita metteva in scena l'amarezza di un certo esistere, la grande bellezza mette in scena la brutture di una piccolezza certa. Quella dell'italianitá immobile e autoreferenziale, delle liturgie blasfeme e dei manierismi torvi. E Roma e Fellini son li come scenografia aliena a marcare il contrasto e la distanza che si perpetuano tra la bellezza illesa e l'orrore ledente. Non affresco, non allegoria, ma quasi un banale snapshot passato all'instagram del suo sentire. Finalmente una cifra moderna e internazionale, che fa pattume di tutto il cascame da art 8 , 28 o il cazzo che è e fu, di citazioni e omaggi ruffiani e pezzenti cui mai abdica, nemmeno con la statuetta in mano:"grazie Maradona". Finalmente un regista, al di la del mestiere, finalmente un film.
FUCKTOTUM ha scritto:Miss.Stanislavskij ha scritto:Ti è piaciuto.
Minchia!
Miss.Stanislavskij ha scritto:
, Come la dolce vita metteva in scena l'amarezza di un certo esistere, la grande bellezza mette in scena la brutture di una piccolezza certa. Quella dell'italianitá immobile e autoreferenziale, delle liturgie blasfeme e dei manierismi torvi. E Roma e Fellini son li come scenografia aliena a marcare il contrasto e la distanza che si perpetuano tra la bellezza illesa e l'orrore ledente.
no, aspetta, la mia nozione di poesia (la cultura non c'entra un cazzo, è solo ideologia) è strettamente linguistica:FUCKTOTUM ha scritto:Risponde perchè perchè tu, ancora, vorresti il film girato da "dentro" un certo modo di fare "poesia"/ cultura mentre io ne apprezzo prima di tutto lo starne fuori e solo dopo l'averne fatto il protagonista indiscusso del fim.
Magonzo ha scritto:no, aspetta, la mia nozione di poesia (la cultura non c'entra un cazzo, è solo ideologia) è strettamente linguistica:FUCKTOTUM ha scritto:Risponde perchè perchè tu, ancora, vorresti il film girato da "dentro" un certo modo di fare "poesia"/ cultura mentre io ne apprezzo prima di tutto lo starne fuori e solo dopo l'averne fatto il protagonista indiscusso del fim.
se la scelta di Sorrentino fosse stata quella, col passo della tua critica che riporta la miss qui sopra, andava coerentemente tenuta per tutto il film;
invece con certe trovate di declamazione esplicita su un registro diverso, tradizionale - come quei passi che ti ho citato, il primo amore, la morte di Ramona, la suora che interviene come deus-ex-machina - l'impianto di quella tensione è stato smentito, perché allo spettatore, invece di essere suggerito con le immagini il sentimento che dici tu a parole, viene servita una chiave diretta ed esplicita come quando alla fine del carosello l'ispettore Rock si toglieva il cappello;
la poesia che esprime parole poetiche in sé, far dire al protagonista "cercavo la grande bellezza", è dilettante, perché invece di evocarti a forza un sentimento facendoti vedere, ti costringe a pensare ad un concetto, ti distrae;
questa è proprio una cosa di linguaggio cinematografico;
anche se sei dio-sceso-in-terra-dietro-la-macchina-da-presa, questa è una cosa che puoi fare se giri l'Anno scorso a Marienbad, ma non in un film così.
ciccio, tutto è linguaggio;FUCKTOTUM ha scritto:Quando ti avanza tempo mi spieghi perchè ci facciamo le pippe sulla poetica delle sfiatate poco " linguistiche" di Chet Baker
sticazzi i puristi; nel jazz poi è un ossimoro...FUCKTOTUM ha scritto:Si ma un purista non accetterebbe quello stile sfiatato manco in una banda di paese. La poesia emerge anche e soprattutto fuori dal noto e in quanto tale, rassicurante.
ma scherzi ?!FUCKTOTUM ha scritto: marinetti arthaud stockhausen pollock basquiat...
beh, non proprio:FUCKTOTUM ha scritto:È tutta gente che aperto porte su roba che prima era rumore macchie e delirio vario. È diventata arte col supercazzoleggio di ritorno un po' come le modiglianate al black and deker
Magonzo ha scritto:beh, non proprio:FUCKTOTUM ha scritto:È tutta gente che aperto porte su roba che prima era rumore macchie e delirio vario. È diventata arte col supercazzoleggio di ritorno un po' come le modiglianate al black and deker
oggi il semiologo dell'arte Warburton è arrivato alla definizione "scientifica" per cui arte è ciò che è considerato tale dal Mondo dell'arte;
la deriva concettuale è il frutto di un'accelerazione di esigenze nella società di massa: siccome la frequentazione dell'arte è diventato un accessorio di promozione sociale per i ceti emergenti, il linguaggio è diventato il veicolo per reperire forme competitive di innovazione, autobus che non si possono perdere, pena essere "out";
con l'orinatoio di Duchamp si è aperta un'epoca, ma l'esigenza risale ad un secolo prima;
la supercazzola concettuale è divenuta un contenuto intrinseco dell'arte, che non può più essere mimesi, a meno di non stravolgerla;
è per questo che mi piacciono le canzoni.
FUCKTOTUM ha scritto:
Mette un punto e a capo nella storia del cinema italiano seppellendo i vari Virzì e mezze seghe affini.
beh, lui ci è arrivato come procedimento analitico confutabile, non come opinione; è un mestiere diverso.FUCKTOTUM ha scritto:I see warburton è arrivato a quello che dico da 30 anni. Certa gente non sa più che inventarsi per giusticare la propria, intrinseca, inutilitá.
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