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Cenere79
Cenere79
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Bella, Ninfa, anche l'immagine  inizio a sorridere 

202
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Cenere79 ha scritto:Bella, Ninfa, anche l'immagine  inizio a sorridere 


 hug tenderly  sai, sogno spesso un posto dove poter stare in pace .....stabile una volta per tutte e come la maggior parte ansiosi lo colloco in un contesto naturale, tranquillo e dai tempi lenti

203
Cenere79
Cenere79
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta come se tu vivessi ancora bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza ci
rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Wislawa Szymborska

204
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Bagaglio di Parole - Pagina 9 Alda+Merini+4

205
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Bagaglio di Parole - Pagina 9 Poesie_8

206
PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Per un attimo Margherita chiude gli occhi e distende la schiena sullo scafo, allarga le braccia. Poi li riapre e una forza invisibile inonda la vela. È il vento. Non lo vedi né lo senti sinchè non trova un ostacolo, come tutte le cose che ci sono sempre state. Persino il mare sembra essere senza limiti, eppure canta solo quando li trova: infrangendosi sulla chiglia diventa schiuma; spezzandosi sugli scogli, vapore; sfinendosi sulle spiagge, risacca. La bellezza nasce dai limiti, sempre.

Alessandro D’Avenia
Cose che nessuno sa

207
Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Tu, Oscurità - da te provengo -
amo te più che la fiamma
che dà confine al mondo,

risplendendo
per qualcosa che somiglia ad un cerchio -
e là, nell'oltre, non v'è alcuno che sappia ciò che sia.

Ma l'Oscurità trattiene insieme tutte le cose,
figure e fiamme, viventi e me,
come li abbranca,
uomini e potenze -

e può esistere: una forza grande
si agita vicino a me

Ho fede nelle notti.


(R.M. Rilke, Il libro d'Ore)

208
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Da un certo punto in là non c'è più ritorno. È questo il punto da raggiungere.

(Franz Kafka, Quaderni in ottavo)


Oh Bentornati eh !
Tutti e due  abbraccio di gruppo 

209
PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
ciao Francesca  sorriso   Sorriso Scemo

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

Nazim Hikmet


Bagaglio di Parole - Pagina 9 The_Sea_by_Jean_Genie

211
PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me


Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

Nazim Hikmet

212
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Bagaglio di Parole - Pagina 9 IlariaPaso


Nelle chiuse palpebre d’Ilaria trema
l’infetta membrana delle notti
italiane… molle di brezza,serena

di luci… grida di giovanotti
caldi, ironici e sanguinari… odori
di stracci caldi, ora bagnati… motti

di vecchie voci meridionali… cori
emiliani leggeri tra borghi e maceri…
Dalla provincia viziosa ai cuori

bianchi dei globi dei bar salaci
delle periferie cittadine,
la carne e la miseria hanno placidi

ariosi suoni. Ma nelle veline
e massicce palpebre d’Ilaria, nulla
che non sia sonno. Forme mattutine

che, precoce, la morte alla fanciulla
legò al marmo. All’Italia non resta
che la sua morte marmorea, la brulla

sua gioventù interrotta…

Sotto le sue palpebre, nel suo
sonno, incarnata, la terra alla luna
ha un vergine orgasmo nell’argenteo buio

che sulla frana dell’Appennino sfuma
scosceso verso coste dove imperla
il Tirreno o l’Adriatico la spuma.

Dentro il rotondo recinto di pelli
e di metallo, isolato tra le fratte
in cerchio in una radura d’erba

verdissima sui dossi del Soratte,
dorme un umido, annerito gregge,
e il pastore con le membra contratte

nel calcare.


(Pier Paolo Pasolini, “Appennino”)

213
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

214
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Il cerchio del cielo misura la mia gloria,
Le biblioteche dell'Oriente si disputano i miei versi,
Gli emiri mi cercano per riempirmi d'oro la bocca,
Gli angeli sanno già a memoria il mio ultimo zéjel
I miei strumenti di lavoro sono l'umiliazione e l'angoscia;
Volesse Iddio che io fossi nato morto

*********

È possibile che io, suddito di Yaqub Almansur, muoia come dovettero morire le rose e Aristotele?


(Borges)

215
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Bagaglio di Parole - Pagina 9 Mc6yh5

216
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Che nei tuoi eserciti militino l’oro e la tempesta, Magnus Barford.

Che domani sui campi del mio regno sia prospera la tua battaglia.

Che le tue mani di re tessano terribili la tela della spada.

Che ti sazino di gloria i tuoi molti dèi, che di sangue ti sazino.

Che tu sia vittorioso all’aurora, re che calpesti l’Irlanda.

Che dei tuoi molti giorni nessuno brilli come il giorno di domani.

Perchè codesto giorno sarà l’ultimo. Te lo giuro, re Magnus.

Perchè prima che dilegui la sua luce, ti vincero’ e ti annientero’ Magnus Barford.

217
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Al Duca di Bejar marchese di Gibraleón, conte di Benalcázar y Bañares, visconte del Borgo de Alcocer, signore delle Città di Capilla, Curiel e Burguillos.

Certo della buona accoglienza e dell'onore che Vostra Eccellenza concede ad ogni sorta di libri, quale principe tanto propenso a favorire le buone arti, sopratutto quelle che per la nobiltà loro non si abbassano al servigio e all'interesse del volgo, mi sono deciso a dare alla luce Il Fantasioso Nobiluomo el Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha col patrocinio del chiarissimo nome di Vostra Eccellenza.

HOC SCRIPSERUNT
Del Congolese, Del Capriccioso, acutissimo Accademico Argamasillese,in lode di Ronzinante Destriero di Don Chisciotte della Mancia. Burlone.
A Sancio Panza l'Indiavolato, sulla tomba di Don Chisciotte e sulla tomba di Dulcinea.



Da Madrid, l'ultimo di ottobre 1615.
Servitore di Vostra Eccellenza
MIGUEL DE CERVANTES SAAVEDRA


Spoiler:




LA VITA ORRIFICISSIMA
DEL
GRANDE GARGANTUA
PADRE DI PANTAGRUELE
GIÀ COMPOSTA DAL SIGNOR ALCOFRIBAS
ASTRATTORE DI QUINTA ESSENZA
LIBRO PIENO DI PANTAGRUELISMO




AI LETTORI, ché il riso l'uom dall'animal distingue, VIVETE LIETI



Buono per arpie, satiri, ochette imbrigliate, lepri colle corna, anitre col basto, caproni volanti, cervi aggiogati fini come balsamo, ambra grigia, cinnamomo, muschio, zibetto, gemme...

218
Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Il culo, che meraviglia.
E' tutto un sorriso, non é mai tragico.

Non gli importa cosa c'é
sul davanti del corpo. Il culo si basta.
Esiste dell'altro? Chissà, forse i seni.
Mah! - sussurra il culo - quei marmocchi
ne hanno ancora di cose da imparare.

Il culo sono due lune gemelle
in tondo dondolio. Va da solo
con cadenza elegante, nel miracolo
d'essere due in uno, pienamente.

Il culo si diverte
per conto suo. E ama.
A letto si agita. Montagne
s'innalzano, scendono. Onde che battono
su una spiaggia infinita.

Eccolo che sorride il culo. E' felice
nella carezza di essere e ondeggiare.
Sfere armoniose sul caos.

Il culo é il culo,
fuori misura.

(Carlos Drummond De Andrade)

219
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
ERA UN MATTINO DI SETTEMBRE

Era un mattino di settembre
e
lei mi baciava il membro

Aerei e nuvole passavano
cori neri rimbombavano
lei mi baciava il membro

Il mio tempo di ragazzo
il mio tempo ancor futuro
tutti insieme rifiorivano

Lei mi baciava il membro

Un uccellino cantava,
nel cuore dell'albero, nel cuor
della terra, di me, della morte

Morte e primavera in fiore
si disputavano l'acqua chiara
acqua che accresceva la sete

Lei mi baciava il membro

Tutto quello che ero stato
quanto mi era già negato
non aveva ormai più senso

Solo la rosa contratta
il tallo ardente, una fiamma
e quell'estasi nell'erba

Lei mi baciava il membro

Di tutti i baci era il più casto
in quella purezza spoglia
che é delle cose donate

Non era omaggio di schiava
avviluppata nell'ombra
ma regalo di regina

che diventava cosa mia
mi circolava nel sangue
e dolce e lento e vagante

come bacio di una santa
nel più divino trasporto
e in un fremito solenne

baciava baciava il membro

Pensando al resto degli uomini
che pena avevo di loro
prigionieri in questo mondo

Il mio impero si estendeva
a tutta la spiaggia deserta
e ad ogni senso all'erta

Lei mi baciava il membro

Il capitolo dell'essere
il mistero di esistere
la delusione d'amare

eran tutto onde silenti
spente su moli lontani
e una città si ergeva

radiosa di pietre rare
e di odi ormai placati
e sulla brezza il piacere

veniva a portarmi via
se prima non mi afflosciava
come un capello si alliscia

e mi scombussolava
in cerchi tutti concentrici
nella foschia dell'universo

Baciava il membro
baciava
e se ne moriva baciando
per rinascere a settembre

220
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
SENZA CHE LO CHIEDESSI, MI HAI FATTO LA GRAZIA

Senza che lo chiedessi, mi hai fatto la grazia
di magnificare il mio membro.
Senza che lo sperassi, sei caduta in ginocchio
in posizione pia.
Quello che è stato non è stato sepolto.
Per sempre e un giorno
il pene riceve la pietà osculante della tua bocca.

Oggi non ci sei né so dove sarai,
nell'impossibilità totale di un gesto o di un messaggio.
Non ti vedo non ti sento non ti stringo
ma la tua bocca è presente, adorante.

Adorante.

Non credevo d'avere tra le cosce un dio.

221
PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
facepalm nudnik

222
Aleister
Aleister
Viandante Storico
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PaperMoon ha scritto:facepalm nudnik

Vieni, entra e coglimi, saggiami provami ...
comprimimi discioglimi tormentami ...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera ... rallenta ... disorientami.
Cuocimi bollimi addentami ... covami.
Poi fondimi e confondimi ... spaventami ...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami ... ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami ...
dissociami divorami ... comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra ... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
(Patrizia Valduga)

Terra alla terra, vieni su di me:
voglio il tuo vomere nella mia terra,
fiorire ancora traboccando
e offrire il fiore a te, mio cielo in terra. (idem)

Ma  siamo ancora nell'eros, nel facchinaggio. Non ancora nell'o-sceno e nel comico (mai il buffo) quanto di più asociale e libertino si possa concepire. Il comico è cianuro. C'è niente di più comico di un cadavere o di un abbacchio a testa in giù, sospeso a un gancio in una qualsiasi macelleria, di Bacon (Francis, non il bacon..ma chissà)? "Kafka è RISO MALATO." (C.B)

223
PaperMoon
PaperMoon
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Bagaglio di Parole - Pagina 9 Franci10

Bagaglio di Parole - Pagina 9 Painti10

...e pauroso...

224
Aleister
Aleister
Viandante Storico
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@Paper  inchino 

" - Ahimè- disse il topo, - il mondo si rimpicciolisce ogni giorno di più. All'inizio era così grande da farmi paura, mi sono messo a correre e correre, e che gioia ho provato quando finalmente ho visto in lontananza le pareti a destra e sinistra! Ma queste lunghe pareti si restringono così alla svelta che ho già raggiunto l'ultima stanza, e lì nell'angolo c'è la trappola a cui sono destinato.
- Non devi far altro che cambiare direzione, - disse il gatto, e se lo mangiò."

(Una piccola favola, Kafka).

Già, e come nell'o-sceno del porno, nell'eccedenza del soggetto (e dell'oggetto), così nel comico kafkiano, da pochi intuito nella sua mostruosità. Viene meno la distanza necessaria che rende possibile esorcizzare la plausibilità del buffo, della barzelletta, che si rivelerebbe senza tale distanza come priva di logica o dotata di una logica inconoscibile e perturbante. Il comico in Kafka sta tutto nel suo essere spazio narrativo di una barzelletta vista dall'interno.

Lo aveva ben intuito Kundera: ciascun personaggio di Kafka si trova rinchiuso nella barzelletta della propria vita come un pesce in un acquario; e la cosa non lo diverte affatto. Perché una barzelletta è divertente solo per chi è davanti all’acquario; la kafkianità, invece, ci fa entrare nelle viscere di una barzelletta, dentro l’orrore del comico. Nel mondo della kafkianità, il comico non rappresenta il contrappunto del tragico (il tragicomico), come avviene in Shakespeare; non è lì per rendere più sopportabile il tragico grazie alla leggerezza del tono; non accompagna il tragico, no, lo distrugge sul nascere, privando così le vittime della sola consolazione in cui possano ancora sperare: quella che si trova nella grandezza (vera o supposta) della tragedia.

225
Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
Bagaglio di Parole - Pagina 9 Pasolini_panchina


Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.


Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo, 1961

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