Se ti rendessi conto di quanto l'hai sparata grossa ti ritireresti sul monte Amiata dalla vergogna.
Tu sicuramente non hai mai messo piede in un laboratorio. In ogni facoltà scientifica ci sono corsi in cui vengono insegnate le tecniche statistiche per la valutazione UNIVOCA dei risultati delle osservazioni. Di quali interpretazioni stai vaneggiando? (automaalox che risponde a purplebunny)
dal prologo dell'edizione del 1969 di NON-A di A.E. van Vogt Editrice NORD CLASSICI ORO DELLA FANTASCIENZA:
"Da quando la teoria einsteniana della relatività è entrata a far parte del nostro pensiero tutti sanno che occorre sempre tener conto dell'osservatore...in alcune scienze come la chimica e la fisica, i metodi sono talmente esatti che, sembra chiaro, non ha importanza chi sia l'osservatore......la capacità di ogni singolo scienziato, come individuo, di astrarre informazioni dalla Natura incontra limiti..... Come direbbe chi conosce la Semantica Generale, il ricercatore scientifico si "trascina dietro la propria storia personale" in ogni ricerca che fa....In breve l'osservatore è sempre, e sempre dev'essere, un "me", una persona ben determinata"
oltre a questo breve estratto una chiara conferma di un processo interpretativo personale a prescindere da qualsiasi protocollo sta nel principio di indeterminazione:
Il principio di indeterminazione di Heisenberg è uno dei cardini della meccanica quantistica. Detto molto velocemente, afferma che non è possibile conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una particella con certezza assoluta. In questo caso la velocità e la posizione sono le grandezze correlate: ma ce ne sono altre, per esempio l’energia e il tempo¹.
in breve:
■Non possiamo conoscere posizione e velocità di una particella nello stesso momento con precisione infinita.
■Possiamo però dire con che probabilità la particella si trovi lì e vada a quella velocità.
■La particelle sarà in ogni luogo possibile fino a che non la osservo.
■Se non la osservo, effettivamente si comporterà come se fosse in ogni luogo, non è solo un limite di ciò che conosciamo.
■Osservandola, la costringo a scegliere un solo stato. Osservandola, il suo comportamento da quantistico con la sovrapposizione diventerà classico con un solo stato. (io che rispondo ad auto)
Riporto qui quest'intervento perchè contiene elementi interessanti che meritano una seconda analisi ma non là, qua, perchè là diverrebbe (come quasi tutto) confronto di eghi e sterile polemica, qua comodamente sulla mia poltrona di seconda mano posso osservare soggettivamente con calma:
innanzi tutto automaalox sostiene le sue ragioni parlando di "tecniche STATISTICHE" per avere valutazioni univoche...questo è moolto approssimativo per chiunque abbia studiato statistica, visto che la prima cosa che viene insegnata è che la statistica non si pone neppure di ESSERE GIUSTA ma di essere ad un livello di approssimazione sempre inferiore, quindi per definizione una analisi statistica non potrà mai fornire IL risultato giusto (e quindi univoco) ma solo risultati sempre più vicini al probabile risultato reale...problemi di misurazioni....... e da Einstein in poi misurare è diventato un casino.
Se avesse voluto essere meno approssimativo avrebbe dovuto dire "le tecniche statistiche insegnate permettono ai ricercatori di avere risultati CONDIVISI, NON NECESSARIAMENTE ESATTI" questo significa che la casta scientifica si è messa daccordo per dire qual'è la verità senza conoscerla.
Questo significa che un vero ricercatore, ossia uno che ricerca con onestà intellettuale, non uno che cerca conferma alle proprie ipotesi, sa anche che nel momento in cui osserva, produce un cambiamento su quello che osserva e nel momento in cui misura, può avere uno scarto dovuto ai propri limiti, ai limiti della propria attrezzatura, e comunque la misura che ottiene ha un valore relativo.
I risultati posssono anche coincidere ma semplicemente perchè le tecniche e gli strumenti a disposizione sono standardizzati ed arrivano al medesimo livello di approssimazione.
Sulla Semantica Generale tornerò in seguito.