“Avete fatto voi questo orrore, maestro?”
“No, è opera vostra”.
Si dice che questo scambio di battute sia avvenuto tra Picasso e un ufficiale tedesco.
Che sia vero o meno, ben cattura il mistero del fascino di Guernica.
Il celebre quadro ritrae l’omonima piccola cittadina durante un bombardamento devastante, avvenuto in un giorno di mercato nella primavera del 1937. I personaggi ritratti sono figure quotidiane ma completamente scomposte, frammentate, esplose. Il quadro è privo di qualsiasi logica spaziale e corporea. La frammentazione dell’elemento pittorico si fonde con l’assurdo fisico dell’esplosione delle bombe in quel mercato, e con l’assurdo logico della morte in guerra.
Guernica è solo uno degli esempi emblematici in cui l’orrore diviene bellezza.
L’arte ha questa strana capacità. E’ un potere quasi demoniaco, perché prescinde in modo totale dal bene e dal male trasfigurando l’uno nell’altro rendendoli oggetti di piacere a prescindere da ciò che significherebbero moralmente. Come può l’arte far questo? O meglio, l’uomo che fa arte come può trasfigurare nella sua opera il significato mortifero di qualcosa che costituisce un orrore umano rendendolo bellezza e gli altri uomini coglierlo come tale? Qual è il ponte?
Forse l’orrore ha per l’uomo infondo una bellezza profonda ? In cosa consiste tale bellezza?