E’ proprio di questi spettri che vorrei parlare e per questo scelgo di utilizzarlo, accantonando il termine anorgasmia, tecnicamente più corretto.
L’orgasmo femminile è al centro della preoccupazione maschile, molto più di quanto non lo sia, forse, per le donne stesse. Ciò non significa che per le donne sia una questione irrilevante ma che soltanto da poco le donne riescono a rappresentarsi il piacere come qualcosa a cui hanno diritto e tutt’oggi ritengono infondo che sia qualcosa di sacrificabile in nome di altro. Nello stesso modo, dire che l’orgasmo femminile sia al centro della preoccupazione maschile, non significa dire che gli uomini si preoccupino di comprendere il piacere femminile per ciò che è. Molto spesso anzi questa preoccupazione lo porta a temere il piacere femminile, a vedere in esso un banco di prova della propria virilità. Questa tendenza si scontra disastrosamente con la presa di coscienza della donna del proprio diritto al piacere innescando conflitti e insicurezze reciproche. E, anche quando ciò non accade, è proprio questo atteggiamento a scavare un fossato di estraneità laddove invece di sarebbe il fascino della differenza. L’estraneità porta freddezza, frigidità appunto, anche quando si ritiene il piacere sacrificabile in nome di altro e la rinuncia ripristina una serena armonia. La mia personale opinione è che la frigidità sia la conseguenza di un sacrificio, che viene richiesto molte volte, mentre altre volte scatta in mondo inconscio, avendo interiorizzato la risposta ad una richiesta che si presume verrà rivolta.
Mi piacerebbe quindi parlare del piacere femminile attraverso la sua assenza, e attraverso i timori che suscita, in modo da scacciare qualche spettro.