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Dalle 5 alle 10
«… Allora come va, amico mio, con la sua insonnia?... si è ridotta almeno un pochino?...»
«No, Dottore. E’ per questo che sono venuto!... sempre più persistente e fastidiosa!... A qualunque ora vada a letto non riesco ad addormentarmi, e continuo a girarmi e rigirarmi senza sosta fra le lenzuola!... mille pensieri, mille sensazioni, mille preoccupazioni mi girano in testa e si ingigantiscono nel buio… Mi stordiscono e mi stancano… e più l’angoscia (angoscia del tutto ingiustificata, badi bene) aumenta, meno ho speranza di addormentarmi…
E le ore passano, passano lentissime!... Poi, quando è quasi giorno, ( stamattina, le cinque e guardavo di tanto in tanto ancora l’orologio!) stremato mi addormento… di un sonno breve, continuamente interrotto… e di tanti pensieri non ne rimane che uno… ripetitivo,… ossessivo…»
«Un incubo insomma!...»
«No, Dottore… o almeno non necessariamente!... dell’incubo abbiamo l’immagine di una cosa paurosa… opprimente!... no. A volta è una cosa semplice, magari banale, che si ripete…e ripete…e ripete sempre!...»
«Si metta tranquillo… e mi racconti con parole sue il sogno… per esempio di stanotte!... faccia con calma!...».
Il Dottore si siede in una comoda poltrona e con un cenno m’invita a fare altrettanto.
Non riesco a ricordare se lo pago a tempo o a numero di visite… so solo che è un Luminare, un Dottore carissimo!... ma tant’è, ora sono qui!.
«Ecco, si, appunto stanotte… cioè stamattina… Come Le dicevo, una banalità, veramente una cosa da nulla e perciò ancora più tremenda!... Continuavo a vedermi nel supermercato… (credo fosse quello sotto casa mia ma non potrei giurarci) nel reparto ortofrutta, e dirigermi al bancone pomodori… sa quello grande con tutte le varietà una vicina all’altra?... i Sammarzano, i tondi verdi, i ciliegini, i fiaschetti, i perini di montagna?... – un breve cenno d’assenso m’invita a proseguire – Bene io cerco di avvicinarmi per comprare i pomodori chiedendomi mentalmente quali mi conviene scegliere, ma non ci riesco. C’è sempre qualcun altro, una signora, un vecchietto, un ragazzino… no non troppa gente, non una folla, solo qualcuno, ma “sempre qualcuno” che sta prima di me e prende i pomodori dal grande banco a cui non riesco ad avvicinarmi e che lentamente si vuota… Mi sveglio di soprassalto, mi riaddormento, e la scena ricomincia… sempre uguale, sempre diversa perché sono altre le persone che comprano e per il banco che diventa sempre più vuoto…
Tutto qui, Dottore, non c’è nient’altro. Dalle cinque alle dieci, stamattina non ho fatto che addormentarmi sognare questa cosa e risvegliarmi… Poi esasperato mi sono alzato e son venuto dritto da Lei per consiglio…».
Finisco di parlare e quasi mi vergogno di me stesso… anzi mi vergogno proprio! Per una stupidaggine simile, supermercato e pomodori, vengo a disturbare tanta Scienza ed Esperienza!... Quasi non sento neppure, e certamente non memorizzo affatto i consigli del Dottore.
Scappo via vergognoso e torno a casa.
Lei mi accoglie sorridente, serena come sempre:
«Ti sei ricordato, caro, di comprare i pomodori verdi da riempire col riso e tonno per la cena di stasera?... sennò non fa nulla!... cucinerò un’altra cosa!...»
«Moglie, come si chiama l’amico mio tedesco? quello che nomini sempre… quando mi scordo le cose?...»
«Alzehimer… caro… Alzheimer!...»
Lucio Musto 29 agosto 2005 parole 530
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Dalle 5 alle 10
«… Allora come va, amico mio, con la sua insonnia?... si è ridotta almeno un pochino?...»
«No, Dottore. E’ per questo che sono venuto!... sempre più persistente e fastidiosa!... A qualunque ora vada a letto non riesco ad addormentarmi, e continuo a girarmi e rigirarmi senza sosta fra le lenzuola!... mille pensieri, mille sensazioni, mille preoccupazioni mi girano in testa e si ingigantiscono nel buio… Mi stordiscono e mi stancano… e più l’angoscia (angoscia del tutto ingiustificata, badi bene) aumenta, meno ho speranza di addormentarmi…
E le ore passano, passano lentissime!... Poi, quando è quasi giorno, ( stamattina, le cinque e guardavo di tanto in tanto ancora l’orologio!) stremato mi addormento… di un sonno breve, continuamente interrotto… e di tanti pensieri non ne rimane che uno… ripetitivo,… ossessivo…»
«Un incubo insomma!...»
«No, Dottore… o almeno non necessariamente!... dell’incubo abbiamo l’immagine di una cosa paurosa… opprimente!... no. A volta è una cosa semplice, magari banale, che si ripete…e ripete…e ripete sempre!...»
«Si metta tranquillo… e mi racconti con parole sue il sogno… per esempio di stanotte!... faccia con calma!...».
Il Dottore si siede in una comoda poltrona e con un cenno m’invita a fare altrettanto.
Non riesco a ricordare se lo pago a tempo o a numero di visite… so solo che è un Luminare, un Dottore carissimo!... ma tant’è, ora sono qui!.
«Ecco, si, appunto stanotte… cioè stamattina… Come Le dicevo, una banalità, veramente una cosa da nulla e perciò ancora più tremenda!... Continuavo a vedermi nel supermercato… (credo fosse quello sotto casa mia ma non potrei giurarci) nel reparto ortofrutta, e dirigermi al bancone pomodori… sa quello grande con tutte le varietà una vicina all’altra?... i Sammarzano, i tondi verdi, i ciliegini, i fiaschetti, i perini di montagna?... – un breve cenno d’assenso m’invita a proseguire – Bene io cerco di avvicinarmi per comprare i pomodori chiedendomi mentalmente quali mi conviene scegliere, ma non ci riesco. C’è sempre qualcun altro, una signora, un vecchietto, un ragazzino… no non troppa gente, non una folla, solo qualcuno, ma “sempre qualcuno” che sta prima di me e prende i pomodori dal grande banco a cui non riesco ad avvicinarmi e che lentamente si vuota… Mi sveglio di soprassalto, mi riaddormento, e la scena ricomincia… sempre uguale, sempre diversa perché sono altre le persone che comprano e per il banco che diventa sempre più vuoto…
Tutto qui, Dottore, non c’è nient’altro. Dalle cinque alle dieci, stamattina non ho fatto che addormentarmi sognare questa cosa e risvegliarmi… Poi esasperato mi sono alzato e son venuto dritto da Lei per consiglio…».
Finisco di parlare e quasi mi vergogno di me stesso… anzi mi vergogno proprio! Per una stupidaggine simile, supermercato e pomodori, vengo a disturbare tanta Scienza ed Esperienza!... Quasi non sento neppure, e certamente non memorizzo affatto i consigli del Dottore.
Scappo via vergognoso e torno a casa.
Lei mi accoglie sorridente, serena come sempre:
«Ti sei ricordato, caro, di comprare i pomodori verdi da riempire col riso e tonno per la cena di stasera?... sennò non fa nulla!... cucinerò un’altra cosa!...»
«Moglie, come si chiama l’amico mio tedesco? quello che nomini sempre… quando mi scordo le cose?...»
«Alzehimer… caro… Alzheimer!...»
Lucio Musto 29 agosto 2005 parole 530
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