Tutti noi, quindi, cresciamo col bisogno di "appartenere" a una organizzazione sociale e col bisogno di "identificarci" con una istituzione per affrontare la vita, la realtà. L'organizzazione ci dà una chiave di lettura sul mondo, l'organizzazione ci introduce nel mondo e ci aiuta a trovare una nostra strada.
La prima istituzione alla quale apparteniamo e nella quale ci identifichiamo e che ci fa da guida nel vivere e interpretare la realtà è la famiglia.
Il mondo è troppo complesso...troppo grande da affrontare per un bambino. E' una "entità sconosciuta" per il cervello...che ha necessità di "apprendere" come interagire con esso e come decodificarlo. La famiglia è quindi il luogo nel quale il bambino impara a relazionarsi col mondo. La famiglia è il luogo in cui l'uomo impara a dare dei "significati"....quindi a decodificare la realtà.
Un altro grosso problema è che le "organizzazioni sociali" sono organizzate "gerarchicamente".
E su concetto di "gerarchia" apriamo una parentesi: le organizzazioni sociali devono necessariamente affrontare il problema dell'approvvigionamento delle risorse. Il corpo umano è un susseguirsi di "bisogni" e quindi il problema dell'approvvigionamento delle risorse per soddisfare i bisogni è uno dei problemi fondamentali di qualunque individuo e organizzazione.
Siccome le risorse sono scarse, limitate, in numero finito....nasce immediatamente "il conflitto", tra vari gruppi sociali o all'interno dei gruppi stessi. Questi conflitti portano INEVITABILMENTE allo strutturarsi di GERARCHIE all'interno di una organizzazione e tra le organizzazioni.
Nella età adulta le persone sostituiscono la famiglia con altre istituzioni. Chi una chiesa, chi l'esercito, chi la sua azienda, chi il partito, chi il sindacato, chi una setta. E qui abbiamo IL problema.
Una persona che non cresce psicologicamente trasferisce alla nuova istituzione di riferimento le stesse dinamiche che viveva nella sua famiglia di origine.
L'isituzione diventa il luogo che gli fornisce "la chiave di lettura del mondo", l'isituzione è il luogo rassicurante che lo protegge e gli fornisce la chiave per decodificare la realtà.
Queste persone non riescono a crescere, non riescono cioè a concepire di essere SOLI e che devono trovare la propria autonoma consapevolezza e strada nel mondo.
Queste persone vedono il mondo come un luogo "insicuro e pericoloso". Pieno di insidie che non riescono a decodificare da soli. Per questo si affidano a una istituzione o organizzazione nella quale trovare rifugio.
Sono le persone che abbracciano "per fede" la visione del mondo e la lettura del mondo che quella organizzazione si è data.
NON IMPORTA SE SIA VERA O MENO....il "fedele" NON DISCUTERA' MAI NE' L'ORGANIZZAZIONE NE' LA SUA LETTURA DEL MONDO. Perchè ha deciso inconsciamente che quello è il luogo che lui ha scelto per nascondersi e sentirsi protetto. Nè, tantomeno, metterà in discussione la GERARCHIA.
Un bambino mette forse in discussione la visione del mondo che c'è nella sua famiglia di origine e i ruoli gerarchici all'interno di essa? No.
Ed esattamente allo stesso modo si comporta l'adulto che ha scelto una organizzazione che gli dia "una lettura preconfezionata e rassicurante della realtà" e che lo metta al riparo dal doversi rapportare lui da solo con la realtà.
E' del tutto ovvio che molte persone vivono la propria religione o l'appartenenza alla propria organizzazione, in questo modo.
Per queste persone NON E' IMPORTANTE QUANTO SIA VERA O MENO LA VISIONE DEL MONDO di quella organzzazione. L'importante è che sia RASSICURANTE e che lo faccia sentire PROTETTO.
Una persona adulta, invece, è consapevole che l'organizzazione che ha scelto ha ANCHE una funzione di rifugio. E proprio perchè ne è consapevole vive l'organizzazione stessa come RELATIVA, come sempre MODIFICABILE, come sempre da DIMOSTRARE.
Un adulto NON FA copia-e-incolla delle soluzioni preconfezionate che gli piovono dalla sua organizzazione. Un adulto può - nella sua vita - cercare anche un rifugio. Ma è consapevole che è un rifugio, NON arriva ad autoipnotizzarsi convincendosi che la lettura del mondo che gli fornisce la sua organizzazione sia VERA...e l'unica VERA.
Di fronte alle varie organizzazioni l'adulto si pone in modo CRITICO, poichè sa che la realtà è in continuo mutamento e, per essere compresa, deve essere indagata con METODO SCIENTIFICO. Ecco...possiamo dire che l'adulto INDAGA la realtà perchè la VUOLE COMPRENDERE PER QUELLO CHE E'.
Ogni organizzazione, nella sua visione del mondo, crea i suoi miti, la sua ideologia.
Lapersona adulta li valuta sempre con spirito critico e con metodo scientifico. Non assume che qualcosa sia vero "per fede", ma tutto deve avere una sua valenza oggettiva.
Una persona adulta dice: "Mi dici che babbo natale esiste? uhm...vediamo...che elementi oggettivi hai per affermare una cosa del genere?".
Mentre chi ha demandato alla sua organizzazione la lettura del mondo, risponde: "E' vero perchè me lo ha detto la mamma". Dove la mamma può essere il partito, la chiesa, l'azienda, l'esercito...insomma, qualunque istituzione alla quale l'adulto-bambino ha delegato il ruolo di decodificare la complessitaà del mondo.
Ogni istituzione-comunità si crea i suoi miti. E sono i miti attraverso i quali consolida il senso di appartenenza e giustifica la propria struttura e gerarchia di potere. E in questo la chiesa cattolica si comporta, spesso e volentieri, esattamente come ogni altra istituzione.
Ma un conto sono i miti....altro conto è la REALTA'. Il "bambino" arriva a confondere i miti con la realtà...esattamente come un bambino crede a babbo natale. Li confonde e li accetta perchè i miti gli danno "quella lettura rassicurante del mondo che lo fa stare tranquillo".
Un adulto invece dice: ok i miti, li comprendo. Ma ora parliamo della REALTA'. Quali sono i fatti REALI su cui si basano questi miti? Fatti REALI, non chiacchiere. E quindi l'adulto indaga la realtà utilizzando il METODO SCIENTIFICO.