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La Forza degli Stereotipi

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Gli stereotipi costituiscono schemi mentali con valore euristico.
In altre parole, attraverso gli stereotipi comprendiamo un individuo attraverso il suo inserimento in una categoria di carattere generale che ci consente di orientarci rapidamente.
Gli stereotipi funzionano sulla base della sottostima dell’eccezione.
Gli studi sulla memoria hanno infatti dimostrato che tendiamo a ricordare meglio e con più precisione episodi che confermano le nostre credenze e a dimenticare o sfumare quelli che le contraddicono; inoltre, dal punto di vista cognitivo, le persone tendono a dare un peso maggiore alle prove che confermano le proprie ipotesi piuttosto che a quelle che le contraddicono.
Gli stereotipi possono quindi essere intesi anche come modalità di recupero delle informazioni in memoria, cioè sono strutture cognitive, insiemi organizzati e socialmente condivisi di conoscenze e credenze riferite a gruppi sociali o categorie sociali.
Gli stereotipi sono mutuati culturalmente.
Per questo hanno a una importante funzione. Sono un background comune che può servire come punto di riferimento nella comunicazione ed influenzare la nostra identità sociale.
Il processo attraverso cui si strutturano si chiama categorizzazione. Il nostro sistema cognitivo non può elaborare la quantità enorme d’informazioni che gli giungono ed al contempo non ha a disposizione tutte le informazioni specifiche di cui ha bisogn quindi deve semplificare il mondo per poter funzionare efficacemente e lo fa attraverso i processi di categorizzazione.
Per farlo, suddivide persone, situazioni ed eventi in categorie sulla base di elementi comuni.
Questo processo si basa su una attribuzione causale ( ricerca di relazioni causa/effetto) sulla base dei dati in memoria, e su scorciatoie (euristiche di ragionamento) che possono produrre distorsioni ed errori (correlazione illusoria).
Nel caso degli sterotipi si parla di categorizzazione sociale.
Questo processo è però influenzato dall'accentuazione percettiva legata al concetto di autostima; ossia l'individuo tende ad attribuire i propri successi a cause personali ed i propri fallimenti a cause esterne.

A grandi linee, questa è la modalità attraverso cui lo stereotipo si delinea e queste sono le ragioni della sua forza.

Ritenete che una tale modalità di funzionamento si removibile attraverso l’educazione?
Ovvero, credete che gli stereotipi siano eliminabili?
Se è vero che l’autostima influisce sul rafforzarsi degli stereotipi, non è forse legittimo inferire che una stima ottimale può renderne superfluo l’uso?
Quali stereotipi riconoscete forti intorno a voi?
Che rapporto avete con essi?



2
freedom
avatar
Viandante Residente
Viandante Residente
cioè sintetizzando gli stereotipi orientano i nostri giudizi e i nostri modi di vedere le persone, ma solo in un momento iniziale della conoscenza o restando a un livello superficiale. Poi di solito, secondo me, alcuni si dissolvono da soli e altri si smorzano o si rafforzano.
rimuovere gli stereotipi è impossibile e anche pericoloso credo, nei casi in cui si siano sviluppati attraverso l'esperienza e servano all'individuo per comprendere come mettersi in rapporto agli altri mantenendo la sua identità e anche come difendersi.
Forse andrebbero rimossi quelli che non permettono all'individuo di rapportarsi serenamente alla realtà e agli altri, ma forse ho scritto un sacco di caxxate.

3
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Gli sterotipi non sono altro che giudizi che abbiamo formulato a seguito di esperienze.

Costituiscono percio' il nostro bagaglio genitoriale, appreso o elaborato dentro di noi, fatto di norme, regole, pre-giudizi, luoghi comuni, comportamenti automatici.

Sono indispensabili perche' sono il libretto di istruzioni che ci cotruiamo e ci portiamo appresso tutta la vita.

Poi ci sara' chi ne ha uno con poche e ridide regole, che non tendera' a cambiare, e chi invece e' capace di aggiornarlo continuamente, per cui la sua gamma di valutazione si puo' esterdere in modo lungimirante.

In mezzo tutti, gli altri.
E' chiaro che le regole e istruzioni si immettono, ma il libro su cui sono scritte e' un regalo dei nostri genitori biologici.

Per cui, se il libro e' piccolo, fatto male e con poche pagine, o grande e con molte pagine, di grana fine, dobbiamo solo accettarlo e usarlo al meglio, secondo le nostre capacita'.

4
victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
freedom ha scritto:
rimuovere gli stereotipi è impossibile e anche pericoloso credo, nei casi in cui si siano sviluppati attraverso l'esperienza e servano all'individuo per comprendere come mettersi in rapporto agli altri mantenendo la sua identità e anche come difendersi.
Credo anche io che una loro rimozione completa sarebbe impossibile oltre che deleteria.

doctor faust ha scritto:



Poi ci sara' chi ne ha uno con poche e ridide regole, che non tendera' a cambiare, e chi invece e' capace di aggiornarlo continuamente, per cui la sua gamma di valutazione si puo' esterdere in modo lungimirante.



Cosa influenza secondo te la capacità di evolvere il pregiudizio in giudizio dalla tendenza a cristallizare i propri stereotipi?



Aggiungo una domanda.
Tutti qui avete sottolineato il peso dell'acquisito.
Mi viene allora un dubbio: che dire degli stereotipi trans culturali?

5
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Ma guarda...personalmente, piu' passa il tempo e' piu' ridimensiono la funzione dell'acquisito.

Io penso che la sostanza innata di cui siamo fatti sia piu' forte di qualsiasi educazione, consietudine, costume.

Ne e' appunto prova che gli errori si ripetono sistematicamente in ogni generazione, sempre uguali, come se l'eperienza del passato non servisse a nulla.

La storia non insegna, e nemmeno gli errori.

Chi e' programmato per essere fruido e flessibile, lo sara' in qualsiasi condizione.

Chi e' rigico, chiuso, oligofrenico e limitato lo sara' sempre anche con la migliore educazione del mondo.

Penso.

6
Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
victorinox ha scritto:

Ritenete che una tale modalità di funzionamento si removibile attraverso l’educazione?

Il problema non sta tanto nel rimuoverla ma nel riconoscerla. Attraverso l'educazione al massimo arrivi a riconoscere i diversi tipi di modelli mentali e quindi riesci a capire la differenza tra uno stereotipo e una legge fisica. magari nel riconoscere lo stereotipo cerchi di aggirarlo

victorinox ha scritto:
Ovvero, credete che gli stereotipi siano eliminabili?
al massimo puoi screditarli e declassarli!
BeautyfulSuina

victorinox ha scritto:
Se è vero che l’autostima influisce sul rafforzarsi degli stereotipi, non è forse legittimo inferire che una stima ottimale può renderne superfluo l’uso?
sí ma come si arriva a capire che eliminado lo stereotipo si arrivi comunque ad una stima ottimale?

victorinox ha scritto:
Quali stereotipi riconoscete forti intorno a voi?
In che senso? lo stereotipo é un'esemplificazione di tipo culturale. il 70% dei discorsi che fa la gente si basa su stereotipi.
Cibo, abiti, auto, fisico...

victorinox ha scritto:
Che rapporto avete con essi?

non li sopporto! sono delle certezze che mi irritano. che valgono solo rispetto al sistema di riferimento culturale di un gruppo di persone.
quello che non sopporto dello stereotipo non é lo stereotipo in sé ma il modo in cui questo viene il piú delle volte considerato.
Un dato certo, fondato, assoluto.
BeautyfulSuina

7
freedom
avatar
Viandante Residente
Viandante Residente
..mi chiedo se non sia molto pericoloso per 2 individui con stereotipi molto distanti, se non opposti, un incontro in un momento della vita in cui si è molto elastici e disponibili a rivedere le proprie modalità di esistenza..se per ipotesi queste 2 persone s'innamorassero e tentassero di comprendersi, sarebbe sempre qcs di molto faticoso e forzato?..non so se mi sono spiegata, ma vedo il rischio di perdere la propria identità, se molto fragile, quando si tenta di incontrare qualcuno di altrettanto fragile e limitato. è possibile?

8
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
freedom ha scritto:..mi chiedo se non sia molto pericoloso per 2 individui con stereotipi molto distanti, se non opposti, un incontro in un momento della vita in cui si è molto elastici e disponibili a rivedere le proprie modalità di esistenza..se per ipotesi queste 2 persone s'innamorassero e tentassero di comprendersi, sarebbe sempre qcs di molto faticoso e forzato?..non so se mi sono spiegata, ma vedo il rischio di perdere la propria identità, se molto fragile, quando si tenta di incontrare qualcuno di altrettanto fragile e limitato. è possibile?

mogli e buoi dei paesi tuoi.

E' un luogo comune. Forse uno stereotipo. Ma se c'e' un senso ce l'avra', no?

9
freedom
avatar
Viandante Residente
Viandante Residente
non puoi rispondere con un luogo comune!
la mia domanda era seria

10
ReLear
ReLear
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Beh... il ricordo ad un luogo comune non banalizza necessariamente la domanda posta.
I proverbi riportano forme di "saggezza" popolare... cioè come molte persone hanno interpretato certe circostanze.

11
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
freedom ha scritto:non puoi rispondere con un luogo comune!
la mia domanda era seria

Anche la mia risposta.
Si tratta di un proverbio che contiene la saggezza contadina che si e' affinata in migliaia di anni di prove ed errori.
Non ha motivo per essere messa in discussione oggi.

12
sabotage
avatar
Viandante Residente
Viandante Residente
doctor faust ha scritto:
freedom ha scritto:non puoi rispondere con un luogo comune!
la mia domanda era seria

Anche la mia risposta.
Si tratta di un proverbio che contiene la saggezza contadina che si e' affinata in migliaia di anni di prove ed errori.
Non ha motivo per essere messa in discussione oggi.

E perchè no?
Forse che ciò che è vecchio è automaticamente vero o giusto?

13
Giglio Bianco
Giglio Bianco
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Quello di cui parli quando parli di catalogazione delle cose in memoria piu' che stereotipi sono etichette, ed e' una triste verita' accertata. Ogni cosa viene catalogata dalla nostra testa a seconda di come per prima viene percepita e come questa percezione iniziale si incontra/scontra con i dati che abbiamo gia' immagazzinato.
E' quindi una forma di apprendimento piu' che di giudizio, che vuole porre delle "basi" di pensiero in maniera il piu' possibile solida, e resta convinto di queste basi fino a prova contraria.

L'educazione, in questo senso, puo' fare molto, specialmente se fa parte delle "prime" cose con cui si viene a contatto.
Ma il "catalogare" le cose non puo' essere rimosso, al massimo alleviato allenando le persone a combattere il piu' possibile il processo mentale che "difende" le sue basi e la propria stabilita' e "ragione".

Se e' vero che l'autostima influisce sul rafforzarsi degli stereotipi, non lo so. Sinceramente non credo. Tutti gli esseri umani, dai piu' ai meno sicuri di se', difendono inconsciamente i propri schemi mentali.
E' una questione di mantenere un equilibrio di pensiero. L'autostima al massimo modifica quanto e come SEMBRI che li difenda, da fuori.
Prova a vedere un insieme di dati come delle mattonelle che si sovrappongono, e' difficile vivere ben disposti a rivoluzionare sempre tutte le mattonelle e cambiare tutte le carte in tavola di conseguenza.

Non colpevolizzo le persone in preda a stereotipi, etichette e schemi mentali rigidi, chiusura mentale.
Queste cose sono frutto diretto delle loro esperienze. Ne vedo molti, anche perche' sono allenato a vederne molti, dalla vita quotidiana al sessismo al rapportarsi con gli altri, agli stereotipi culturali, religiosi e via dicendo.

Con essi ho un rapporto collaborativo, offro una visione differente.
Sta all'interlocutore poi eventualmente correggere il tiro.
O a me, gli stereotipi sono anche miei.

Se e' vero che un'opinione che confuta il proprio pensiero e lo attacca spesso viene ascoltata di meno, un'opinione che dimostra di capirlo, ma con gentilezza e senza imporsi offre una visuale piu' ampia, a volte funziona.

Freedom parlava di identita' e di forzature nel comprendersi.
Non la vedo cosi' tragica, le teste sono molto affezionate al concetto di identita'. In un periodo di particolare elasticita' mentale due persone opposte sono molto piu' disposte ad ascoltarsi, ma quello che traggono da cio' che ascoltano lo stabiliscono comunque loro. Un'idea opposta non e' necessariamente "corretta".
E purtroppo, once again, se sia corretta o meno lo stabiliscono comunque gli schemi.

Non c'e' un modo di affondare *tutti* questi costrutti, e per fortuna aggiungerei, si impazzirebbe. C'e' solo modo di ammorbidirli, ed eventualmente cambiarne qualcuno.
Per il resto la nostra esperienza, e gli stereotipi, gli schemi e le etichette che ne derivano, restano sempre la voce piu' alta.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Giglio Bianco ha scritto:

Non colpevolizzo le persone in preda a stereotipi, etichette e schemi mentali rigidi, chiusura mentale.
Queste cose sono frutto diretto delle loro esperienze.

Nemmeno io.
Però credo che ci sia un punto a partire dal quale il mantenimento o l'abbandono di un pregiudizio sia una questione di responsabilità
Da quel punto in poi posso "giudicare", cioè registrare ciò che quella persona ha voluto fare dell'eridità ricevuta.

15
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Se consideriamo che la generalizzazione, il lugo comune, lo stereotipo, il paradigma sono sintesi esperenziali, va da se che hanno una valore non solo euristico, ma anche pragmatico.

Servono per non dovere sempre ricominciare ogni valutazione da adamo ed eva.

Sono percio' categorie che hanno un ruoli di orientamento generico. Da un punto di vista psicologico, solo il patrimonio del super io. O meglio, dell'insegnamento genitoriale, inteso in senso lato [tradizione, cultura, mito, radici, indentita' del gruppo].

Poi, in caso di dubbio, dovrebbe subentrare una analisi della realta' e percio' dell'adeguatezza della conoscenza acritica e della sua aderenza al dati di fatto.

Questo e' un compito ulteriore che si pone ogni persona voglia essere considerata un soggetto adulto pensante e con una sua personale gerarchia di valori maturati, e non ereditato o assimilati senza valutazione.

Quindi il valore pratico intriseco e' fuori discussione.

L'adeguamento nei casi in cui si constata una discrepanza col reale e' necessaria.

Nel caso di unioni matrimoniali con seggetti fortemente diversi culturalmente si dovrebbe procedere con molta prudenza.

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