Esprimere la parola "fede" senza aggiunte sottintendendo "fede in dio (cattolico per lo più)", è un altro bel furtarello del potentato vaticano nell'arco della sua storia.
Già si è frustato la bibbia ebraica, ci ha aggiunto i vangeli, ha diviso in vecchio e nuovo, ma la chiama "bibbia" e non più propriamente "bibbia cattolica".
Com'è che gli ebrei la leggono ancora senza vangeli e si chiama bibbia, the original one?
Così la "fede in dio" ora è semplicemente "fede". Che ci sappiano fare con le onde di pensiero pare fuori discussione, ma che abbiano manipolato codeste onde servendosi della superstizione a larghissime mani, altrettanto pare.
In fondo "fede" estrapolato dal religioso, indica un atteggiamento comunissimo; mi ricordo un paragone proposto su altro forum da un utente cattolico, di quelli spiritosi, in cui semplicemente diceva che se entro in macchina con il pensiero di andare a Venezia, già sto esprimendo un atto di fede, in quanto trasporto il mio pensiero a Venezia, anche se ancora non ci sono. Parallelamente persino la scienza che agisce per un ideale, rendere migliore la vita dell'uomo, esprime un meccanismo di fede, intraprendendo una ricerca.
Svuotato il termine "fede" da tutti i suoi risvolti drammatici è molto facile accorgersi che la religione, almeno quella che io conosco, si basa esclusivamente sulla superstizione. Infatti, si parte subito da una serie di episodi chiaramente inventati (l'angelo, giuseppe, maria vergine prima e dopo, e non solo, nata pure senza peccato) che già esclude il fatto che un semplice uomo tramite una vita di conoscenza e amore possa essere l'immagine di dio; sei dio solo se sei suo figlio diretto, il primogenito, maschio, altrimenti sei solo un coglionazzo peccatore che deve fare penitenze e digiuni, pellegrinaggi a baciare statue e cadaveri, bere acque, stordirti di cazzate, in un comune senso di autoipnotismo.
Più superstizioso di così... Il fatto è che molta gente è superstiziosa perchè la superstizione comporta meccanismi molto facili da capire, riesce così a dare una risposta all'imponderabile e si illude di controllarlo. Con la religione, nobilita la sua superstizione.