FragolinaBoumBum ha scritto:Sono un'agnostica che in casi rarissimi cede razionalmente all'irrazionalità della preghiera per autoconsolazione
Ma la tua fede non è riconducibile a qualcosa che ha un nome?
Qualcosa di riconoscibile di cui io possa apprendere notizie su internet?
Capire da ciò che proveniamo può essere già un inizio ma non potremmo mai capire qualcosa che è racchiuso dentro di noi e che come tale ha una evoluzione a prescindendere dal contingente.
Se vuoi sapere il mio pensiero attuale lo posso anche scrivere ma questo non sarebbe che la parte più superficiale ed esteriore di qualcosa di indescrivibile.
Mi sono fatto un'idea (in questi anni) che ogni cosa di visibile o invisibile non sia "a caso" ma abbia una origine ben precisa. E mi riferisco agli elementi immateriali di cui l'uomo è costituito.
Va da se che se c'è un progetto globale anche l'essere umano è compreso in questo progetto ma che non è obbligato ad accettare, se ciò non coincidesse con la propria volontà. (Nessuno potrebbe essere costretto a fare qualcosa che lo coinvolgesse per l'eternità senza adesione volontaria)
L'agnosticismo è una posizione abbastanza neutra (se vogliamo) per quanto riguarda la conoscenza rispetto a Dio, giusto?
Ma in questo punto siamo "alla pari", infatti io sostengo che di Dio non sappiamo nulla, almeno nella nostra conoscenza e/o coscienza abituale o che usiamo normalmente.
Però io credo che questo progetto di cui parlavo prima consista proprio in questo, conoscere Dio, arrivare alla sua (come vogliamo chiamarla) altezza? Al suo cospetto? Alla sua comprensione?(metaforicamente parlando e non materialmente)
Questo tipo di coscienza e conoscenza credo che duri molto tempo rispetto al nostro concetto cronologico. Per fare un esempio potremmo ripartire la concezione del tempo in sottogruppi di eternità (prima eternità, seconda ...) ed attribuire alla conoscenza di Dio diverse di queste eternità.
Al momento, oggi, nella vita di tutti i giorni, che prima o poi finirà, il nostro io cosciente non conosce nulla di questo progetto e non può che acconsentire oppure rifiutarlo con tutte le proprie forze.
Questo lo chiamo
libero arbitrio, ognuno in definitiva è l'artefice del proprio destino.
Stranamente per destino intendo la realtà dopo la morte, per la vita invece io credo che nessuno sia artefice del proprio destino ma che in qualche modo viva condizionato da mille fattori, la vera scelta è quella che riperquote i suoi frutti nel futuro.
Edit: ho postato ma ho letto soltanto ora il post di Lucio Musto, direi che questa tematica potrebbe essere affrontata a parte, partendo già da questo post che ho scritto, come spunto...