Alta risplende e tiepida la luna
sulle macerie livide e funeste
delle illusioni, singhiozzanti e meste,
che mai baciò sul viso la fortuna:
le riconosco tutte, una per una,
tanto le buone che le disoneste,
ma irrevocabilmente da una peste
chiamata sorte è stata vinta ognuna.
Così, barbara e cupa, e senza loro
nella mia solitudine rimango
di pace priva, senza più decoro,
a rotolarmi fracida nel fango,
di fisime e di rabbia mi scoloro
e poi, bambina, per la vita piango.
sulle macerie livide e funeste
delle illusioni, singhiozzanti e meste,
che mai baciò sul viso la fortuna:
le riconosco tutte, una per una,
tanto le buone che le disoneste,
ma irrevocabilmente da una peste
chiamata sorte è stata vinta ognuna.
Così, barbara e cupa, e senza loro
nella mia solitudine rimango
di pace priva, senza più decoro,
a rotolarmi fracida nel fango,
di fisime e di rabbia mi scoloro
e poi, bambina, per la vita piango.