e io continuo, allora
- testina non si comincia con allora
Lo so
- e attento ai congiuntivi
Si
- bravo
Allora, volevo scrive’ un'altra storia, c’avevo già anche il titolo
- e poi?
Poi un l’ho scritta più
- questo l’ho visto anch’io, perché?
Ho avuto come la sensazione d’esse’ diventato trasparente anzi mi sono accorto d’esse’ sempre stato trasparente.
- hai bevuto?
Sì ma po’o, e da briao* sono più lucido, ho osservato. (*ubriaco)
Qua ci sono forumisti con conoscenze enciclopediche, citano di tutto, in tutte le lingue vive, morte e malaticcie e appena scrivono qualcosa, hanno l’attenzione generale, attestati di approvazione e, se si potessero sentire, anche “ohhhhhh” di ammirazione.
Anche quando a esser sincero mi sembrano cazzate.
- hai bevuto!
Pol’esse’ ma a me un mi ca’a nessuno.
- colpa tua, e comunque non è vero.
Te un fai testo, m’hai scambiato per un altro e poi anche te unn’è che ti sbucci i ginocchi
- sì ma… la racconti la storia?
Deh! dammi tempo!
- allora dai
Maremma maiala, furia… storia: era il giorno del mio compleanno di una decina d’anni fa
- c’è il lieto fine?
No, è una tragedia
- allora lascia perdere
Ecco vedi, comunque è una tragedia ma non mia, a me un succede niente.
- va be' dai, vai avanti
Era il giorno del mio compleanno e mentre rientro dall’ufficio squilla il cellulare.
Ovviamente mentre sto guidando.
Dopo manovre e contorsioni ed aver evitato non di molto un pedone sulle strisce riesco a rispondere.
È il pronto soccorso dove hanno appena portato mio figlio.
Per fortuna che me lo passano subito e ci parlo prima di andare completamente nel panico.
Sta bene a sentir lui, è solo cascato con la bicicletta mentre faceva il bischero con un altro ragazzino e ha picchiato una craniata sul cofano di una auto in sosta. Per alcuni secondi ha visto buio, si sono tutti spaventati ed hanno chiamato l'ambulanza.
La mamma, ad un consiglio di classe non era rintracciabile ed allora hanno chiamato me che per poco non ci rimango secco.
Arrivo al Pronto Soccorso dopo aver parcheggiato praticamente in casa di uno.
Roberto è tranquillamete barellato col collare ma niente di più e li comincia una lunga attesa di ore intervallata da controlli ed esami e con casi più gravi del nostro che ovviamente ci passano avanti.
Tra un moccolo e l'altro riesco a rintracciare mia moglie e aspetto.
- mi pare una storia del cazzo, non è una fiaba e magari non si ciula nemmeno
No, non tromba nessuno, è una tragedia e si piange.
E infatti mentre son li che aspetto sento annunciare l'arrivo di un ragazzino in arresto cardiaco, ha solo un anno più del mio, c'è un grande agitarsi. Dopo un pò che gironzolo nel corridoio avverto nettamente, fisicamente, una sensazione di panico, mi sento gelare come quando camminando su un marciapiede ti si avventa contro a pochi centimetri dalla faccia un cane che ringhia e abbaia da dietro un cancello, una paura folle, mi volto verso Roberto e vedo dietro di me sorretta da un uomo più anziano di lei, la madre del ragazzino, le mani nei capelli, gli occhi sbarrati e avverto non so come, non so perchè, la disperazione, una sensazione agghiacciante, no, di più, indescrivible.
- era meglio una fiaba
Già.
- testina non si comincia con allora
Lo so
- e attento ai congiuntivi
Si
- bravo
Allora, volevo scrive’ un'altra storia, c’avevo già anche il titolo
- e poi?
Poi un l’ho scritta più
- questo l’ho visto anch’io, perché?
Ho avuto come la sensazione d’esse’ diventato trasparente anzi mi sono accorto d’esse’ sempre stato trasparente.
- hai bevuto?
Sì ma po’o, e da briao* sono più lucido, ho osservato. (*ubriaco)
Qua ci sono forumisti con conoscenze enciclopediche, citano di tutto, in tutte le lingue vive, morte e malaticcie e appena scrivono qualcosa, hanno l’attenzione generale, attestati di approvazione e, se si potessero sentire, anche “ohhhhhh” di ammirazione.
Anche quando a esser sincero mi sembrano cazzate.
- hai bevuto!
Pol’esse’ ma a me un mi ca’a nessuno.
- colpa tua, e comunque non è vero.
Te un fai testo, m’hai scambiato per un altro e poi anche te unn’è che ti sbucci i ginocchi
- sì ma… la racconti la storia?
Deh! dammi tempo!
- allora dai
Maremma maiala, furia… storia: era il giorno del mio compleanno di una decina d’anni fa
- c’è il lieto fine?
No, è una tragedia
- allora lascia perdere
Ecco vedi, comunque è una tragedia ma non mia, a me un succede niente.
- va be' dai, vai avanti
Era il giorno del mio compleanno e mentre rientro dall’ufficio squilla il cellulare.
Ovviamente mentre sto guidando.
Dopo manovre e contorsioni ed aver evitato non di molto un pedone sulle strisce riesco a rispondere.
È il pronto soccorso dove hanno appena portato mio figlio.
Per fortuna che me lo passano subito e ci parlo prima di andare completamente nel panico.
Sta bene a sentir lui, è solo cascato con la bicicletta mentre faceva il bischero con un altro ragazzino e ha picchiato una craniata sul cofano di una auto in sosta. Per alcuni secondi ha visto buio, si sono tutti spaventati ed hanno chiamato l'ambulanza.
La mamma, ad un consiglio di classe non era rintracciabile ed allora hanno chiamato me che per poco non ci rimango secco.
Arrivo al Pronto Soccorso dopo aver parcheggiato praticamente in casa di uno.
Roberto è tranquillamete barellato col collare ma niente di più e li comincia una lunga attesa di ore intervallata da controlli ed esami e con casi più gravi del nostro che ovviamente ci passano avanti.
Tra un moccolo e l'altro riesco a rintracciare mia moglie e aspetto.
- mi pare una storia del cazzo, non è una fiaba e magari non si ciula nemmeno
No, non tromba nessuno, è una tragedia e si piange.
E infatti mentre son li che aspetto sento annunciare l'arrivo di un ragazzino in arresto cardiaco, ha solo un anno più del mio, c'è un grande agitarsi. Dopo un pò che gironzolo nel corridoio avverto nettamente, fisicamente, una sensazione di panico, mi sento gelare come quando camminando su un marciapiede ti si avventa contro a pochi centimetri dalla faccia un cane che ringhia e abbaia da dietro un cancello, una paura folle, mi volto verso Roberto e vedo dietro di me sorretta da un uomo più anziano di lei, la madre del ragazzino, le mani nei capelli, gli occhi sbarrati e avverto non so come, non so perchè, la disperazione, una sensazione agghiacciante, no, di più, indescrivible.
- era meglio una fiaba
Già.