Rupa Lauste ha scritto:
Guarda non ho inserito io Baglioni in questa discussione. Sono d'accordo con te quando scrivi che porlo sullo stesso piano di altri artisti non ha molto senso proprio perché Baglioni con quelle sue magliette fine e quelle frasi "sconce" (capirai) rappresentava una cultura che di acculturato aveva poco. Poi se la cultura "borghese" di De André a cui ti riferisci é la stessa a cui facevi riferimento nel tuo primo intervento attribuendole un ruolo Snob nella societá beh non sono cosí d'accordo.
"acculturato" non è sinonimo di "espressione di una cultura"; Baglioni può benissimo essere considerato espressione di una cultura per cui si prova disprezzo, ma nel contesto in cui si è manifestato rappresenta filologicamente un'innovazione, uno standard che prima non c'era e che, come rilevi, ha fatto scuola;
no, non implico snobismo in De André; quando cito la cultura borghese di cui oggettivamente egli faceva parte intendo solo che il suo modulo si avvaleva di radici consapevolmente colte, che costituivano un ancoraggio creativo; un po' la differenza tra un allievo di conservatorio e un autodidatta,
mutatis mutandis;
il che, non implica un giudizio di gradimento individuale, ma semplicemente un parametro filologico;
se non sbaglio avevi esordito dicendo che i radiohead nascono come fans degli U2...a me non pare
intendevo che nascono dalla generazione cresciuta con quel suono e quell'idea "ecumenica" di band, universalistica, tipicamente inglese, e che si sono investiti di quel ruolo;
se ci fai caso, la quasi totalità dei grandi miti popolari e trasversali - ecumenici e universalistici, appunto - del r'n'r sono inglesi;
mentre gli americani, per quanto famosi, hanno sempre avuto un destino relativamente "di nicchia", con un pubblico relativamente esclusivo e confinato alla tribù di quel suono; persino Dylan, Hendrix (che però aveva base in UK), Springsteen e i RHCP restano comunque molto segnati dal loro suono e dalla loro
fandom originaria, molto legati al loro specifico cluster di partenza di un continente troppo grande e multiforme, laddove Beatles, Stones, Queen, Floyd, Genesis, E. John, U2, Zep, gli stessi Clash e i Cure nel loro, hanno lavorato come spugne;
in sostanza, gli americani, per la peculiarità delle loro origini musicali, non riescono mai a sintetizzare ed essere contemporaneamente rock e pop, dove nel secondo caso hai M. Jackson e Madonna, esplicitamente pop e basta; mentre gli inglesi ci riescono;
ecco, i Radiohead per me si inscrivono in questa idea di ruolo pop della rock-band, partendo dal modulo U2 prima della svolta di Joshua Three;
Credo tu sappia benissimo quanto il discorso qui si faccia lungo e complesso. Liquidare il tutto dicendo che la causa é da attribuire alla mancanza di identitá di alcune band che finito il loro periodo non avevano piú nulla da dire, mi sembra un'estrema sintesi di un processo molto piú contorto (inoltre ci sono band che hanno comunque proseguito nel bene o nel male...tipo i Pooh). Parte di questo processo vede coinvolti proprio gli anni '80, soprattutto in Italia, con le loro topten, telegattone e paninari hanno affossato la cultura musicale italiana
qui secondo me inverti i rapporti di causa - effetto:
cioè, la cultura rock italiana degli '80 si è afflosciata esattamente a causa della sua originaria inconsistenza e mancanza di radici, che l'ha consegnata nelle mani di quei produttori "sanremesi", che spesso erano stati animatori di alcune prog band dei '70 (pensa al ruolo di Fabi padre...);
potrei farti tanti esempi di rockers miei coetanei; uno fra tanti, Ruggeri:
partito con i suoi occhiali bianchi e il suono simil-punk dei Decibel, Contessa, ecc... ha mostrato subito il fiato cortissimo della sua ispirazione rock, che era solo formale, per poi ritornare nel modulo della canzone, e anche tra i relativamente più dotati di sensibilità per quello standard; ma lui è uno dei pochissimi sopravvissuti di quella generazione, e gli unici ad aver tenuto il punto sono stati i Litfiba, che significativamente provengono dalla città più dark-wave d'Italia, dove tra fine '70 e primi '80 è circolata una quantità di musica importata impressionante in relazione al bacino d'utenza; anche il filone CCCP proviene dalla stessa realtà...
Ora l'ereditá di un Baglioni (sanremo...boh non mi viene in mente altro..) e l'ereditá di pfm, banco, area (malene kuntz, afterhours, verdena, elio e le storie tese) a confronto...
tu l'innovazione, la ricerca e il percorso dove li vedi?
ripeto: Baglioni lo devi misurare sulla canzone popolare e l'innovazione - filologicamente parlando - è "se stesso", lo standard che ha creato come riferimento pop;
il paragone coi gruppi rock non ha senso;
No..peró se negli anni 60-70 (secondo il mio punto di vista da outsider) il confine tra underground e mainstream era meno marcato (tradotto: la merda commerciale non offuscava tutto il resto) a partire da gli anni 80 questo confine é diventato netto altrimenti al posto dei Duran Duran e AhAh il telegattone avrebbe citato i Bauhaus oppure Glenn Branca.
no, è che semplicemente negli anni '60/'70 l'underground non arrivava, ed è esattamente uno dei motivi della carente cultura rock delle generazioni italiane nate nei '50 e '60 di cui parlo;
ancora per tutti gli anni '80, tutto il vero underground dei '60 e '70 in Italia era conosciuto solo da pochissime migliaia di collezionisti di dischi; Nick Drake, Tim Buckley, gli Agitation Free o i 13th Floor Elevators nessuno sapeva chi fossero;
la prima generazione di musicisti italiani che oltre ad aver ascoltato l'underground contemporaneo ha fruito anche della disponibilità estesa di tutto lo spettro del passato è stata proprio quella di Agnelli & coetanei, di Elio, ecc... e si sente;
Magonzo ha scritto:
su questo sono abbastanza d'accordo, anche se forse bisognerebbe scorporare i primi due, e arrivare a Meddle;
Lol e io che considero i primi due album essenziali.
anche io, figurati; sono appassionato di psych inglese fine '60s;
il punto è che gli albums barrettiani non sono il riferimento formale del modulo Floyd, nonostante a quell'epoca suonassero dal vivo già come in Ummagumma;
ma succedeva a tanti gruppi psych, che fino al '68-'69 in studio erano imprigionati dalla produzione alla forma standard della canzone; se senti i Blossom Toes dal vivo, per fare un esempio fra tanti, la differenza è esattamente quella che c'è coi primi Floyd, con i brani estesi e improvvisati, ecc...