infatti la funzionalità della dieta va misurata su parametri diversi e mutevoli, dato che la remunerazione adottata come marker della selezione è evidentemente il "successo riproduttivo", che è valore diverso rispetto alla buona salute dell'ottuagenario, poco rilevante ai fini evolutivi;SergioAD ha scritto:
Quello che ho postato doveva servire a fare la comparazione oggettiva dal punto di vista tecnico - e comunque la nostra alimentazione sembra sbilanciata rispetto a quella dei nostri antenati. Ma poi il cancro statisticamente viene insieme alle malattie degenerative e oggi la speranza di vita è poco meno degli ottanta anni, impensabile nemmeno trenta anni fa.
è senz'altro vero che la dieta degli ominidi è stata prevalentemente erbivora, e che certe caratteristiche si evolvono assai lentamente - persino la posizione eretta e il camminare non sono esattamente l'ideale per la conformazione dello scheletro;
però, l'assunzione di "proteine nobili" in modo stabile sembra aver avuto un ruolo determinante nello sviluppo biochimico delle strutture organiche che hanno potuto determinare un accrescimento dell'intelligenza e della prestanza fisica;
personalmente, mangio pochissima carne (ma molto pesce ) e la amo solo in rare occasioni, anche se vado ghiotto per salumi e insaccati, sebbene mi contenga moltissimo;
sono anche cresciuto in un ambiente in cui la carne non è particolarmente prediletta, a favore delle propensioni "mediterranee";
tuttavia, l'osservazione scientifica della storia dell'alimentazione umana mostra che il vero elemento eccentrico e perturbatore nell'arco evolutivo sono esattamente i celebrati cereali, e poi gli zuccheri semplici, che si trovano un po' dappertutto nascosti e camuffati in quasi tutti gli alimenti industriali.