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29 agosto 2011? Minchia, questo si che è viaggiare nel tempo.NinfaEco ha scritto:La Morte delle Immagini
Aveva iniziato a camminare d’autunno seguendo il dorso di un sentiero, incavato tra i colli come certi dolci solchi che si incontrano percorrendo la schiena di altri con le dita, senza pensare. L’odore della terra nera, greve e arrossata dal marciume delle foglie ancora lo ricorda bene. Un trionfo di morte, silenziosa nel suo sciogliersi, come grumi di colore che si sfumano, allargano e ribollono allargandosi in un piatto senza la pressione di un pennello. Rosso carminio, acqua e piccole bolle. Nessuna forma. Nessun autore. Nessun disegno. Questo ricorda fu l’orizzonte del suo primo viaggio. O forse ce ne erano stati altri prima, e li portava sulle spalle. Per questo si sentiva pesantemente solo, a causa della folla di clandestini che portava in groppa. Ed incontrò persone nel suo viaggio per caso, sparse come acini sgranati da un grappolo troppo maturo. Alcune erano ammaccate e da poco cadute sul pavimento, altre erano avvizzite senza maturare ed altre ancora erano già mosto. E tutte stavano sparse, per caso sotto le gambe del tavolo. Le raccolse e le mangiò tutte, perché era un mendicante ed è così che funziona. Gli sarebbe costato denaro comprarsi un buon grappolo d’uva, e non aveva moneta. Non ne aveva più. E avrebbe dovuto scegliere il suo grappolo tra molti, e non ne era capace. Perché a volte la fame e il ricordo dei sapori già gustati sono la stessa cosa. Ogni acino lo conduceva in un luogo differente. Bastava succhiarne il nettare profondamente, standosene rannicchiato sotto il tavolo. Ed ogni mondo che pur esisteva certamente da qualche parte, era per il suo corpo chino soltanto un luogo di emozione fatto di colore denso, senza forma, senza autore, senza disegno. Fu così che finì per amare tanto quell’uva da esserne ubriaco ed essa divenne soltanto sua, ed egli di lei soltanto. Del resto non è cibo che può essere mangiato da altri quello che rotola per terra tra le gambe del tavolo. Quello non si può offrirlo a nessuno. Ma questo non lo ricorda bene. Ricorda il viaggio e come iniziò. Distingue la taverna, il tavolo e gli acini sparsi, uno ad uno. Di questo si accorge aggi guardando un corpo che non crede più alle sue intenzioni, cedendo e barcollando . La superficie contro cui si trascina è la pelle di una casa, una sottile pelle d’intonaco al di sopra di muri spessi , costruiti a custodia di un ventre caldo e morbido in cui riposano persone. Persone come bambini che si succhiano il pollice nella pancia della loro mamma. Ma non devono forse nascere il bambini? E in un solo pensiero crolla lungo il muro, come un palloncino pieno d’acqua che si sgonfia. Acqua rosso carminio.
E la gente passa. La gente non fa atro che passare al di sotto della propria testa e al di sopra delle proprie gambe. Esattamente nell’unico punto in cui le osserva un corpo colmo d’uva crollato lungo un muro.
Queste sono le forme. Questi sono i disegni. Questi sono gli autori.
Il resto è soltanto colore denso. E con il colore ormai giunto al collo, l’uomo ubriaco si chiede se sarebbe capace ancora di disegnare qualcosa, usando le mani di un corpo che non crede alle sue intenzioni, e gli occhi annebbiati da manciate di acini marci.
29 Agosto 2011
posso dirti per esperienza personale, ripetuta centinaia e centinaia di volte, che se l'uccello e la mano vanno di comune accordo il risultato è garantito.NinfaEco ha scritto:Tragedia in un Doppio Senso
( Atto Unico, ritmico e ripetuto )
L'amore è un uccello.
Possiamo temere per lui quando lo minaccia l'inverno , quando il vento lo stana dal suo nascondiglio fra i rami neri e nudi, quando la pioggia lo bagna o quando la neve rinchiude per se i semi caduti sulla terra divenuta di pietra. Ma non possiamo custodirlo in nessuna delle nostre calde stanze.
L'uccello è il volo e di lui non restano che piume in un pugno chiuso. Se sono le mani a decidere, e non l'uccello, non c'è volo e non c'è amore.
E' una piccola creatura maligna. Ci ferisce con la sua fragilità e ci incatena all'incanto del suo volo. E cercando di imitarlo, senza staccarci dal suolo di un solo passo, oltrepassiamo noi stessi, nell'immaginazione di una nuova natura che non possiederemo mai.
Chi divise il cielo dalla terra usò un coltello e quella ferita divide in eterno gli uomini dagli uccelli.
Ma gli uccelli di tutto questo ridono, perchè dall'alto le cose sembrano più piccole.
L'amore ride di noi.
23 Febbraio 2012
Almeno, credo sia il 23 Febbraio....
NinfaEco ha scritto:Tragedia in un Doppio Senso
( Atto Unico, ritmico e ripetuto )
L'amore è un uccello.
Possiamo temere per lui quando lo minaccia l'inverno , quando il vento lo stana dal suo nascondiglio fra i rami neri e nudi, quando la pioggia lo bagna o quando la neve rinchiude per se i semi caduti sulla terra divenuta di pietra. Ma non possiamo custodirlo in nessuna delle nostre calde stanze.
L'uccello è il volo e di lui non restano che piume in un pugno chiuso. Se sono le mani a decidere, e non l'uccello, non c'è volo e non c'è amore.
E' una piccola creatura maligna. Ci ferisce con la sua fragilità e ci incatena all'incanto del suo volo. E cercando di imitarlo, senza staccarci dal suolo di un solo passo, oltrepassiamo noi stessi, nell'immaginazione di una nuova natura che non possiederemo mai.
Chi divise il cielo dalla terra usò un coltello e quella ferita divide in eterno gli uomini dagli uccelli.
Ma gli uccelli di tutto questo ridono, perchè dall'alto le cose sembrano più piccole.
L'amore ride di noi.
23 Febbraio 2012
Almeno, credo sia il 23 Febbraio....
NinfaEco ha scritto: Grazie...
... la mia massima aspirazione sarebbe riuscire ad esprime quello che provo. Ma la vedo dura.
Un bel mazzetto di parole è più facile da raccogliere che un campo di fiori d'ortica.
diananadia ha scritto:Lei sola sa quello che prova e se quello che scrive lo rispecchia.
Umilmente le esprimo tutta la mia ammirazione
Lucio Musto ha scritto: Quello, deve maturare!
NinfaEco ha scritto:diananadia ha scritto:Lei sola sa quello che prova e se quello che scrive lo rispecchia.
Umilmente le esprimo tutta la mia ammirazione
SorboleLucio Musto ha scritto: Quello, deve maturare!
e non solo quello
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