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Denaro e terapia

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Sinceramente non so bene da che parte incominciare, e quindi vi beccherete un bel flusso di coscienza. Non riesco a fare di meglio.

Ogni persona quando intraprende un percorso personale presso uno specialista della psiche ( psicologo, piscoanalista, psicoterapeuta ecc) mette in gioco la parte più intima di se stesso. Sono parti di noi a cui credo nessuno saprebbe dare un prezzo eppure la disponibilità ad accoglierle viene pagata attraverso un corrispettivo economico. Quello che non si può comprare o vendere è oggetto di commercio.
Sembra una contraddizioni in termini, ed in effetti lo è visto l'oggetto di scambio.
Non solo. Per poter entrare in uno stato d'animo di abbandono e fiducia il paziente deve essere convinto che il terapeuta è interessato a lui eppure lo paga per questo. Il paziente costituisce cioè per il terapeuta un interesse.
Se è vero questo non va però dimenticato che nemmeno il paziente, che necessita di tanta umana apertura, avrebbe mai a che fare con il terapeuta se non avesse bisogno di lui, se non volesse sfruttarlo per rifilargli il suo malessere ed ottenere una guarigione in permuta.
Diciamo che il commercio è in un certo senso un baratto.
Questo denaro che tanto vilmente sembra inserirsi laddove è in gioco ciò che è più umano è la misura della terapia. Ad esempio il denaro decide i tempi, agevolando la separazione in quei pazienti che non riescono a staccarsi, e decide della stessa terapia, visto che la molla deve essere veramente forte per decidere di accettare il costo della terapia.
Il denaro mantiene la distanza terapeutica ostacolando il consolidarsi dell'illusione allucinatoria che il terapeuta sia lì per noi, immensamente ed eternamente disponibile, ricordandoci che non ci ha scelto e non ci ama.
Un persona che non desidero ricordare mi disse "Sono qui e pago il prezzo del mio desiderio per-verso".  

Non so come la vedete voi, e parlarne sarebbe interessante.

2
laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Io,anche se ne avrei bisogno SGHIGNAZZARE  ,non sono mai andata da nessun tipo di specialista della psiche.E anche se la mia amica(che adesso vive lontano)e una psicologa,l'ho sempre vista come una amica che mi consiglia.Secondo me,e posso sbagliare alla grande,e uno spreco di tempo e di soldi.Si è vero che ti possono dare una mano nel aiutarti a esternare i tuoi sentimenti,ma poi?Una volta esternati se tu non sei pronto a superare il tuo "disturbo"?In cambio di soldi,quel terapeuta mi da il suo tempo,e il suo udito...mi ascolta,forse mi consiglia ma poi quando il mio tempo è scaduto si alza,mi saluta e mi manda sulla mia strada,dimenticando i miei malesseri..Io rimango con "la ferita"aperta,e lui continua a vivere la sua vita fino al nostro prossimo incontro.Come mi aiuta se mi lascia sola con i miei sentimenti ,e le mie paure più intime?Secondo me,e io sono strana a modo mio,bisogna prima imparare ad affrontare da soli le nostre paure,i nostri disaggi,riconoscere la fonte di essi,e partendo da li guarire pian pianino.Ma qualcuno che ha subito dei traumi tremendi,non guarirà mai...con o senza terapia,sarà sempre una vittima,e anche se sembrerà in superficie che sia tutto a posto,dentro di se soffrirà e non dimenticherà.Alla fine andando da un terapeuta,paghiamo noi stessi per migliorare..Questa è solo una mia oppinione e va trattata come tale..

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
laura18 ha scritto:In cambio di soldi,quel terapeuta mi da il suo tempo,e il suo udito...mi ascolta,forse mi consiglia ma poi quando il mio tempo è scaduto si alza,mi saluta e mi manda sulla mia strada,dimenticando i miei malesseri..Io rimango con "la ferita"aperta,e lui continua a vivere la sua vita fino al nostro prossimo incontro.Come mi aiuta se mi lascia sola con i miei sentimenti ,e le mie paure più intime?
A differenza di un cardiologo che, invece, finita la visita resta con te fino alla completa guarigione, smettendo di continuare a vivere la propria vita?

laura18 ha scritto:
Secondo me,e io sono strana a modo mio,bisogna prima imparare ad affrontare da soli le nostre paure,i nostri disaggi,riconoscere la fonte di essi,e partendo da li guarire pian pianino.Ma qualcuno che ha subito dei traumi tremendi,non guarirà mai...con o senza terapia,sarà sempre una vittima,e anche se sembrerà in superficie che sia tutto a posto,dentro di se soffrirà e non dimenticherà.Alla fine andando da un terapeuta,paghiamo noi stessi per migliorare..Questa è solo una mia oppinione e va trattata come tale..
Va bene, è la tua opinione, ma mi sento di non lasciarla passare così.
Se la tua idea parte dal presupposto che non esiste guarigione, allora perché fare tutta la premessa iniziale?
Senza contare che il compito del terapeuta non è quello di consigliare.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Il cardiologo o qualsiasi altro dottore guarisce le ferite fisiche...è quello il suo compito,e una volta svolto finisce li.Riguardo alla premessa iniziale(che ne avrei bisogno anche io di una visita dallo psicologo)era una mia oppinione per quello che riguarda la mia persona,ma non nella speranza di una presunta "guarigione" psichica,ma riguardo al fatto di essere ascoltata senza essere interrotta .Premetto che ho espresso la mia "mancanza"al riguardo(parlo delle visite dallo psicologo),e non posso sapere se li la terapia consiste in uno scambio di dialogo tra paziente e terapeuta,o se il terapeuta ascolta solo e il paziente parla solo..Allora se non mi parla,se non mi consiglia,cosa vado a fare?

5
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Il cardiologo, come il terapeuta, guarisce delle "ferite". Ma, esattamente come il terapeuta, non le guarisce in un'ora. E, sempre come il terapeuta, tra un incontro e l'altro non viene a casa con te, per non lasciarti sola.
Quanto alla tua domanda finale, stiamo parlando di psicoterapia, non di una chiacchierata dallo psicologo: la differenza è abissale.

Alla faccia di chi sostiene che sottolineare la distinzione tra le due figure non sia necessario.

6
laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
[quote="Ogni persona quando intraprende un percorso personale presso uno specialista della psiche ( psicologo, piscoanalista, psicoterapeuta ecc) mette in gioco la parte più intima di se stesso.  Read more: http://www.lavalledelleco.net/t9192-denaro-e-terapia#ixzz2lwZV2Z8F"]Io ho capito che si parlava in generale....non solo psicoterapeuta..io mi riferivo un po per errore, un po per confusione,a tutte e due i termini..Ho solo espresso una mia opinione,ma non credo che cè terapia al mondo che fa "guarire" le vittime di stupri,le vittime dei pedofili,le vittime del bullismo gratuito..Quel tipo di "ferita"non è paragonabile a una ferita fisica..è un altro tipo di "ferita"..non è solo fisica..quelle fisiche si possono aggiustare nel gran parte dei casi...le altre meno.Come può una persona,psicologo,o psicoterapeuta che esso sia,a "guarire"una ferita che non è sua,che non vede,che non capisce a fondo perche non sta nella sua anima,non la sente sua,e non sa la dimensione di questa "ferita"?Come possono capire l'entità ,il determinante e la soluzione se non hai mai subito nulla di simile?Come puoi dire a un bambino che ha subito abusi che è guarito?Puoi cercare di aiutare, ma guarire ne dubito....

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
laura18 ha scritto: Ho solo espresso una mia opinione,ma non credo che cè terapia al mondo che fa "guarire" le vittime di stupri,le vittime dei pedofili,le vittime del bullismo gratuito..Quel tipo di "ferita"non è paragonabile a una ferita fisica..è un altro tipo di "ferita"..non è solo fisica..quelle fisiche si possono aggiustare nel gran parte dei casi...le altre meno.Come può una persona,psicologo,o psicoterapeuta che esso sia,a "guarire"una ferita che non è sua,che non vede,che non capisce a fondo perche non sta nella sua anima,non la sente sua,e non sa la dimensione di questa "ferita"?Come possono capire l'entità ,il determinante e la soluzione se non hai mai subito nulla di simile?Come puoi dire a un bambino che ha subito abusi che è guarito?Puoi cercare di aiutare, ma guarire ne dubito....
Bisognerà avvisare i terapeuti, allora, che fanno un lavoro senza senso e che, non potendo "curare" è meglio che chiudano baracca e burattini.

8
laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Ma dai Yale...sinceramente e senza ironia...non voglio aver per forza ragione ma come fai a guarire una ferita cosi?Forse a me sfuggono delle cose ,che sono oltre la mia capacità di comprensione..non posso immaginare una persona abusata ,che guarisce senza mai pensare a quello che gli è capitato,che gira pagina e vive tranquilla la sua vita.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Mah...forse devi un po' chiarire il tuo concetto di "guarigione".
Da come scrivi sembra che per te sia un sinonimo di "cancellazione" del trauma.
Comunque non importa...rimane una tua opinione.
L'importante è che non passi come una verità assoluta.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Yale ha scritto:Mah...forse devi un po' chiarire il tuo concetto di "guarigione".
Da come scrivi sembra che per te sia un sinonimo di "cancellazione" del trauma.
Comunque non importa...rimane una tua opinione.
L'importante è che non passi come una verità assoluta.
...guarigione intesa come tale...poi hai ragione è una mia oppinione,va presa come tale,ma conta tanto quanto la tua.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
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laura18 ha scritto: Si è vero che ti possono dare una mano nel aiutarti a esternare i tuoi sentimenti,ma poi?Una volta esternati se tu non sei pronto a superare il tuo "disturbo"?In cambio di soldi,quel terapeuta mi da il suo tempo,e il suo udito...mi ascolta,forse mi consiglia ma poi quando il mio tempo è scaduto si alza,mi saluta e mi manda sulla mia strada,dimenticando i miei malesseri..Io rimango con "la ferita"aperta,e lui continua a vivere la sua vita fino al nostro prossimo incontro.Come mi aiuta se mi lascia sola con i miei sentimenti ,e le mie paure più intime?
Mi fai tenerezza Laura.
Yale è stata un po' dura ( forse appare soltanto così o forse non ha mai coltivato certe illusioni) però di ha detto una cosa giusta. Provo a dirtela in un altro modo, dall'interno, ovvero come te lo può dire un'illusa che in certi equivoci emotivi ci è caduta.
I principio di realtà è crudele, non Yale ora o l'analista che ti ascolta a tempo sparendo tra una seduta e l'altra. La realtà è che Quella persona ti ascolta a tempo, sta lavorando e non solo, la realtà è che nessuno ti ascolterebbe in eterno e sarebbe eternamente disponibile, nemmeno i tuoi genitori, il tuo compagno e simili. L'analisi in questo senso educa a quel livello di privazione che coincide con la normalità. Ti educa ad imparare a restare da solo con i tuoi sentimenti e a gestirli. E questo è esattamente ciò che è indispensabile fare per stare bene.
Non ti educa abbandonandoti, ma semplicemente respingendo l'attaccamento simbiotico, la fusione che il paziente ricerca. questa capacità di stare insieme e a distanza dovremmo averla tutti, ma non tutti abbiamo avuto fortuna. Chi è stato amato male fa fatica e fa anche fatica a capire che quello è il problema. E non so perchè, ma spesso chi è stato amato male finisce dall'analista. A questo punto può spezzare il cerchio che non è stato lui a disegnare riscrivendo il suo alfabeto affettivo all'interno di quella relazione e grazie ad essa.
Quello che voglio dirti è che quel limite è in realtà un'opportunità. Poi comprendo nella mia carne il desiderio di essere completamente accolti. Provo pena profonda per chi lo avverte, e vorrei abbracciarlo perchè in quel momento è un bambino. Ed è il bambino che ho dentro e che vorrei salvare. Ma non sarei una buona madre.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
laura18 ha scritto:Io,anche se ne avrei bisogno SGHIGNAZZARE ,non sono mai andata da nessun tipo di specialista della psiche.E anche se la mia amica(che adesso vive lontano)e una psicologa,l'ho sempre vista come una amica che mi consiglia.Secondo me,e posso sbagliare alla grande,e uno spreco di tempo e di soldi.Si è vero che ti possono dare una mano nel aiutarti a esternare i tuoi sentimenti,ma poi?Una volta esternati se tu non sei pronto a superare il tuo "disturbo"?In cambio di soldi,quel terapeuta mi da il suo tempo,e il suo udito...mi ascolta,forse mi consiglia ma poi quando il mio tempo è scaduto si alza,mi saluta e mi manda sulla mia strada,dimenticando i miei malesseri..Io rimango con "la ferita"aperta,e lui continua a vivere la sua vita fino al nostro prossimo incontro.Come mi aiuta se mi lascia sola con i miei sentimenti ,e le mie paure più intime?Secondo me,e io sono strana a modo mio,bisogna prima imparare ad affrontare da soli le nostre paure,i nostri disaggi,riconoscere la fonte di essi,e partendo da li guarire pian pianino.Ma qualcuno che ha subito dei traumi tremendi,non guarirà mai...con o senza terapia,sarà sempre una vittima,e anche se sembrerà in superficie che sia tutto a posto,dentro di se soffrirà e non dimenticherà.Alla fine andando da un terapeuta,paghiamo noi stessi per migliorare..Questa è solo una mia oppinione e va trattata come tale..
............."Ti educa ad imparare a restare da solo con i tuoi sentimenti e a gestirli. E questo è esattamente ciò che è indispensabile fare per stare bene.".....
Ma perchè cè bisogno di una figura esterna al tuo mondo che t'insegni a conoscerti?

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nextlife
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
laura18 ha scritto:Ma dai Yale...sinceramente e senza ironia...non voglio aver per forza ragione ma come fai a guarire una ferita cosi?Forse a me sfuggono delle cose ,che sono oltre la mia capacità di comprensione..non posso immaginare una persona abusata ,che guarisce senza mai pensare a quello che gli è capitato,che gira pagina e vive tranquilla la sua vita.
Senza il «forse», mi pare proprio sia così e la capacità di comprensione è indubbiamente aiutata dalla conoscenza della materia, dalla formazione e bla, bla, bla.
Non devi poi prendertela, è una caratteristica comune ad ogni individuo, a seconda degli argomenti che si trattano.
Ecco, magari la differenza può essere costituita dalla più o meno accentuata prudenza che si mette in campo addentrandosi in terreni poco conosciuti.
Su questo passaggio, però, voglio essere molto chiaro, visto che recentemente si chiamano in causa aspetti talmente scontati che risulta incredibile doverli sviscerare ulteriormente.

Dire: « essere prudenti», non significa, qua come nella vita, che un individuo non abbia il diritto di esprimere il proprio pensiero; ci mancherebbe.
Gioverebbe però considerare, che il pensiero che si manifesta è sempre approcciabile dagli altri, che lo possono arricchire, smontare, confutare, e potenzialmente – sì – anche deridere, se particolarmente ridicolo.
Il manifestare risentimento per una critica ricevuta, su tematiche che ben sì sa di non conoscere profondamente, non è l’unica opzione poiché vi è quella ben più edificante di cogliere l’occasione per incastonare un’altra tessera di conoscenza/riflessione sull’enorme mosaico della conoscenza.

laura18 ha scritto:
...guarigione intesa come tale...poi hai ragione è una mia oppinione,va presa come tale,ma conta tanto quanto la tua.
Per quanto riguarda il «contare» uguale, a parte che andrebbe chiarito quale significato intendi con quel verbo, ad ogni modo: no, visto che sono i contenuti – anche quelli espressi da un’opinione – che stabiliscono il valore della stessa, al netto del diritto di proferirla.
Inoltre – e concludo (ferma restando la possibilità di commentare l’intervento di inizio thread, che valuterò) – considera che proprio le lacune che tu stessa hai manifestato, ovviamente coadiuvate da altro - costituiscono una valida motivazione  per non comprendere cosa diversifichi un’opinione personale da un’opinione qualificata.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
laura18 ha scritto: ."Ti educa ad imparare a restare da solo con i tuoi sentimenti e a gestirli. E questo è esattamente ciò che è indispensabile fare per stare bene.".....
Ma perchè cè bisogno di una figura esterna al tuo mondo che t'insegni a conoscerti?
Non necessariamente. Ma in alcuni casi sì, secondo me.
L'analista comunque è una figura strana è sì esterna, ma non è nemmeno del tutto esterna al mondo del paziente.

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laura18
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Viandante Mitico
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Io ho espresso delle mie idee al riguardo,giuste o sbagliate che siano..tutto qui.Non ho mai preteso che il mio "dire"sia giusto,o qualificato..ho solo sottolineato forse in modo errato un bisogno sempre piu crescente di appoggiarci ad un estraneo (che dobbiamo pagare),per conoscere noi stessi ed imparare ad amarci.Non mi sembra giusto...tutto qui.Non volevo offendere la categoria,ne sottovalutare nessuno.Poi per quello che riguarda"l'opinione che conta uguale",penso si che conti uguale in un ambito dove tutte le opinioni sono libere di essere espresse.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
nextlife ha scritto:
laura18 ha scritto:Ma dai Yale...sinceramente e senza ironia...non voglio aver per forza ragione ma come fai a guarire una ferita cosi?Forse a me sfuggono delle cose ,che sono oltre la mia capacità di comprensione..non posso immaginare una persona abusata ,che guarisce senza mai pensare a quello che gli è capitato,che gira pagina e vive tranquilla la sua vita.
Senza il «forse», mi pare proprio sia così e la capacità di comprensione è indubbiamente aiutata dalla conoscenza della materia, dalla formazione e bla, bla, bla.
Non devi poi prendertela, è una caratteristica comune ad ogni individuo, a seconda degli argomenti che si trattano.
Ecco, magari la differenza può essere costituita dalla più o meno accentuata prudenza che si mette in campo addentrandosi in terreni poco conosciuti.
Su questo passaggio, però, voglio essere molto chiaro, visto che recentemente si chiamano in causa aspetti talmente scontati che risulta incredibile doverli sviscerare ulteriormente.

Dire: « essere prudenti», non significa, qua come nella vita, che un individuo non abbia il diritto di esprimere il proprio pensiero; ci mancherebbe.
Gioverebbe però considerare, che il pensiero che si manifesta è sempre approcciabile dagli altri, che lo possono arricchire, smontare, confutare, e potenzialmente – sì – anche deridere, se particolarmente ridicolo.
Il manifestare risentimento per una critica ricevuta, su tematiche che ben sì sa di non conoscere profondamente, non è l’unica opzione poiché vi è quella ben più edificante di cogliere l’occasione per incastonare un’altra tessera di conoscenza/riflessione sull’enorme mosaico della conoscenza.

laura18 ha scritto:
...guarigione intesa come tale...poi hai ragione è una mia oppinione,va presa come tale,ma conta tanto quanto la tua.
Per quanto riguarda il «contare» uguale, a parte che andrebbe chiarito quale significato intendi con quel verbo, ad ogni modo: no, visto che sono i contenuti – anche quelli espressi da un’opinione – che stabiliscono il valore della stessa, al netto del diritto di proferirla.
Inoltre – e concludo (ferma restando la possibilità di commentare l’intervento di inizio thread, che valuterò) – considera che proprio le lacune che tu stessa hai manifestato, ovviamente coadiuvate da altro - costituiscono una valida motivazione  per non comprendere cosa diversifichi un’opinione personale da un’opinione qualificata.
........non ho risentimenti,ci mancherebbe..non capisco poi perche faccio tanta tenerezza ad Ninfa...ma sono tutta orecchie.Visto che evidentemente ho difronte uno specialista,mi piacerebbe capire dove ho sbagliato con le mie affermazioni.E sbagliato dire forse che certe ferite non possono guarire,ma impari a conviverci solo?Poi non voglio togliere nulla a nessuno...E scusate se la mia opinione da "ignorante"urta la vostra da professionisti,ma siccome sono sincera,vorrei capire meglio dove erro..grazie

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Yale
Yale
Viandante Mitico
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laura18 ha scritto:
Yale ha scritto:Mah...forse devi un po' chiarire il tuo concetto di "guarigione".
Da come scrivi sembra che per te sia un sinonimo di "cancellazione" del trauma.
Comunque non importa...rimane una tua opinione.
L'importante è che non passi come una verità assoluta.
...guarigione intesa come tale...poi hai ragione è una mia oppinione,va presa come tale,ma conta tanto quanto la tua.
Visto che in uno degli ultimi commenti scrivi "vorrei capire meglio dove erro..grazie", mi permetto di spiegarti dove, secondo me, la tua opinione finisce con l'"intopparsi".
Io, personalmente, trovo la tua idea di guarigione un tantino utopistica, senza contare che credo tu faccia confusione tra cura e guarigione.
Se pensi che un terapeuta curi solo eliminando un "trauma" (lo virgoletto perché sto sposando il tuo linguaggio) allora hai ragione...non esiste una "cura".
Ma il dettaglio che tralasci è che un "trauma" lascia delle conseguenze che possono condizionare la "normale" quotidianità di una persona. Bene...il terapeuta lavora su quelle conseguenze. La "cura", insomma, consiste nell'aiutare il paziente a vivere meglio. Ti sembra poco?
So che rifiuti il confronto tra psicoterapia e medicina, ma ti faccio un esempio che spero possa chiarirti il concetto.
Il diabete è una malattia cronica che la medicina non è in grado di "curare", secondo quello che sembra essere il tuo concetto di cura.
Al paziente diabetico, però, la medicina offre una terapia farmacologica che controlli i sintomi della malattia consentendogli di vivere una vita il più "normale" possibile.
In poche parole, il paziente non viene guarito, ma viene curato.
Meglio così?

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nextlife
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laura18 ha scritto:Io ho espresso delle mie idee al riguardo,giuste o sbagliate che siano..tutto qui.Non ho mai preteso che il mio "dire"sia giusto,o qualificato..ho solo sottolineato forse in modo errato un bisogno sempre piu crescente di appoggiarci ad un estraneo (che dobbiamo pagare),per conoscere noi stessi ed imparare ad amarci.Non mi sembra giusto...tutto qui.Non volevo offendere la categoria,ne sottovalutare nessuno.Poi per quello che riguarda"l'opinione che conta uguale",penso si che conti uguale in un ambito dove tutte le opinioni sono libere di essere espresse.
Laura, il tuo diritto di esprimere la tua opinione è sacrosanto.
Temo però tu non abbia compreso quello che volevo dire e il mio replicare non era certo animato da alcun tipo di risentimento visto che, fortunatamente, esistono anche motivazioni meno primitive per articolare un discorso.

Era appunto: la mia opinione, che aveva lo scopo di rapportarsi alla tua, senza alcuna pretesa di farti cambiare idea.
Nel caso in cui - ed è un'ipotesi, ripeto: un'ipotesi - anche tu fossi da annoverare tra coloro i quali credono che l'opinione personale debba rimanere intonsa, ovvero non ricevere nessuna interazione che possa in qualche modo destabilizzare chi l'ha proferita, beh allora vi è qualcosa da chiarire, da calibrare.

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NinfaEco
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laura18 ha scritto:Io ho espresso delle mie idee al riguardo,giuste o sbagliate che siano..tutto qui.Non ho mai preteso che il mio "dire"sia giusto,o qualificato..ho solo sottolineato forse in modo errato un bisogno sempre piu crescente di appoggiarci ad un estraneo (che dobbiamo pagare),per conoscere noi stessi ed imparare ad amarci.Non mi sembra giusto...tutto qui.Non volevo offendere la categoria,ne sottovalutare nessuno.Poi per quello che riguarda"l'opinione che conta uguale",penso si che conti uguale in un ambito dove tutte le opinioni sono libere di essere espresse.
Non ti ho contestato Laura, anzi ho detto che ti capisco profondamente.
A mia volta poi ho espresso ciò che penso. sorriso 

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Forse a volte i miei toni sembrano esagerati...capiterà ancora..Ripeto voglio solo capire meglio..non voglio offendere e neanche togliere meriti a nessuno.Abbiate pazienza se non ci arrivo subito(certe informazioni vanno elaborate)..

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laura18
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Viandante Mitico
Yale ha scritto:
laura18 ha scritto:
Yale ha scritto:Mah...forse devi un po' chiarire il tuo concetto di "guarigione".
Da come scrivi sembra che per te sia un sinonimo di "cancellazione" del trauma.
Comunque non importa...rimane una tua opinione.
L'importante è che non passi come una verità assoluta.
...guarigione intesa come tale...poi hai ragione è una mia oppinione,va presa come tale,ma conta tanto quanto la tua.
Visto che in uno degli ultimi commenti scrivi "vorrei capire meglio dove erro..grazie", mi permetto di spiegarti dove, secondo me, la tua opinione finisce con l'"intopparsi".
Io, personalmente, trovo la tua idea di guarigione un tantino utopistica, senza contare che credo tu faccia confusione tra cura e guarigione.
Se pensi che un terapeuta curi solo eliminando un "trauma" (lo virgoletto perché sto sposando il tuo linguaggio) allora hai ragione...non esiste una "cura".
Ma il dettaglio che tralasci è che un "trauma" lascia delle conseguenze che possono condizionare la "normale" quotidianità di una persona. Bene...il terapeuta lavora su quelle conseguenze. La "cura", insomma, consiste nell'aiutare il paziente a vivere meglio. Ti sembra poco?
So che rifiuti il confronto tra psicoterapia e medicina, ma ti faccio un esempio che spero possa chiarirti il concetto.
Il diabete è una malattia cronica che la medicina non è in grado di "curare", secondo quello che sembra essere il tuo concetto di cura.
Al paziente diabetico, però, la medicina offre una terapia farmacologica che controlli i sintomi della malattia consentendogli di vivere una vita il più "normale" possibile.
In poche parole, il paziente non viene guarito, ma viene curato.
Meglio così?
...........se non erro la cura di qualsiasi tipo ha come finalità la guarigione...Pero mi stai dicendo che a volte la cura non ha come finalità la guarigione completa,ma solo il contenere il disagio,imparare a gestire questo disagio e imparare a vivere una vita"normale"nonostante esso..Si vede che sono di" taglio vecchio" io..a tutti capita di avere un giorno o un periodo buio..alcuni vanno in terapia presso un professionista,altri si scrollano di dosso i loro dubbi e problemi e affrontano la vita passo dopo passo..io sono la seconda categoria(ma non nego che sarei curiosa di vedere cosa cambierebbe andando da un professionista dei sentimenti)

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Vabbè Laura...che altro dire?

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
niente...grazie sorriso 

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Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
Visto che il tema é denaro e terapia, vorrei dire la mia.
Ci sono professioni  che vengono in un certo senso messe sotto accusa quando entra in gioco il discorso della giusta rimunerazione.
Dall'artista all'architetto, dal teatrante al comico, dal musicista all'analista.
è un dato di fatto che tutto ció che la societá reputa come superfluo o lusso venga considerato discutibile sul piano economico.
Se devo entrare nel merito del discorso e quindi prendere come esempio l'analista, terapeuta o psicologo (poco cambia in quest'ambito fare una distinzione tra le singole figure professionali) se proprio devo muovere la mia accusa non la faccio verso il singolo professionista o la categoria.
Forse andrebbe mossa verso lo stato e il modo in cui la categoria venga supportata e sostenuta.
Per un uomo comune e acritico viene spontaneo porsi certe domande.
Solitamente le terapie sono onerose e lunghe. Certo ci sono e terapie brevi come quelle cognitivo comportamentali ma spesso sembrano fare da tampone ad una situazione che rischia di ripresentarsi a distanza di anni.
Il dato di fatto é che un'ora a settimana dall'analista pesa sullo stipendio, se poi il processo é lungo  il "peso economico di un'ora" viene spesso misurato con il valore che ogni ora spesa con il proprio terapeuta ha e il modo in cui influisce nel nostro vivere quotidiano.
Si magari qualcuno mi direbbe che in un percorso terapeutico tutto ha senso e che  anche un periodo all'interno della terapia dove si ha la sensazione di non concludere niente é  necessario e indispensabile allo svolgersi della terapia stessa.
Peró resta il problema di fondo.
Voglio dire che il cardiologo magari cura e non guarisce, peró non ti costa quanto un analista.
In una societá di stampo capitalista si é soliti parlare di efficienza e di efficacia e purtroppo se la mettiamo in questi termini ci sono professioni che sono anacronistiche.
Ora potete dire che sono l'uomo comune dell'ultima ora ma vi invito a confutare le mie considerazioni.

Capisco anche laura che non mi fa pena o tenerezza le sue considerazioni sono piú che comprensibili.
Putroppo mi riconosco anche in quello che dice ninfa, dico putroppo perché sembra che sia stata formattata e modellata come me e che faccia riferimento a modelli che io a volte faccio ancora fatica ad accettare.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Rupa Lauste ha scritto:Solitamente le terapie sono onerose e lunghe. Certo ci sono e terapie brevi come quelle cognitivo comportamentali ma spesso sembrano fare da tampone ad una situazione che rischia di ripresentarsi a distanza di anni.
Non posso commentare il discorso sul costo delle terapie, la loro efficacia e il loro anacronismo, perché è una tua opinione soggettiva e dunque...
Ma vorrei correggere l'affermazione in neretto: le "terapie brevi" non sono definite tali perché "fanno da tampone" senza risolvere.
Sono terapie vere e proprie che hanno come obiettivo la soluzione di un problema.

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