"La natura non indifferente" di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn.
La "Natura non indifferente" (1945-1947) è il punto d'arrivo - quasi compiuto e quasi sistematico - di un'originale e ricchissima riflessione estetica che accompagna costantemente, a partire dal primi anni trenta, l'assai più nota attività di Ejzenstejn regista e teorico del cinema. L'operazione artistica configura nelle forme sensibili dell'oggetto estetico la memoria di un originario accordo tra la progettualità dell'uomo e la non indifferenza della materia: è questo il nucleo 'filosofico' del libro che Ejzenstejn articola secondo tre grandi linee: il tema della struttura dell'opera d'arte; il tema dei connotati generali della emozione estetica; il tema dello sviluppo delle forme o, meglio, delle procedure costruttive del 'fare artistico' intese, in un senso che anticipa molte posizioni moderne, come il livello più profondo di un percorso generativo che si conclude nell'opera d'arte. Ejzenstejn mette alla prova la coerenza e l'esplicatività della sua teoria perlustrando i più diversi campi dell'arte: dalla pittura (El Greco) alla grafica (Piranesi), dal romanzo (Zola) alla poesia (Puskin e Whitman), dalla recitazione (Frédérick Lemaitre) al disegno (Steinberg) e, naturalmente, al cinema. Ne deriva una grande sintesi estetica resa straordinariamente vivace dalla magistrale competenza 'formalistica' con cui Ejzenstejn conduce le singole indagini. Nella sua Introduzione Pietro Montani ricostruisce le tappe fondamentali del processo di elaborazione teorica che porta Ejzenstejn ai risultati della "Natura non indifferente" mettendone in rilievo una costante - l'idea della rappresentabilità del pensiero - e un importate risvolto - il desiderio di spingere la rappresentazione, al di là del rappresentabile, nella dimensione quasi musicale di una infinita fluidità delle forme.
“Street Art la Rivoluzione nelle strade” di Ennio Ciotta
Basterà alzare la testa al cielo mentre si cammina per strada in città per rendersi conto che non siamo più soli. Gli angoli e i muri si riempiono di figure dalle sagome familiari e interessanti pronte a rubare la nostra attenzione anche solo per un attimo. Ci sono scritte, slogan, stencil, poster, stickers che ci seguono ovunque. Stanno cercando di dirci qualcosa? Cosa sta succedendo? Con la street art l'arte scende in strada trasformando gli angoli della quotidianità in beni comuni dal tono familiare e accattivante. Le città si trasformano in vetrine dalle possibilità illimitate. La strada è viva. La rivoluzione parte dalla tecnica, veloce, strappata e piena di adrenalina, indispensabile per comunicare messaggi chiari e indelebili. Messaggi che dai muri entrano nel cervello e nel cuore. Una vera e propria rivoluzione raccontata dai protagonisti della scena italiana attraverso dialoghi, racconti e immagini. Ennio Ciotta analizza e fotografa questa urgenza artistica, sociale, culturale e antropologica in maniera lucida e disincantata. Street art: la strada e l'arte sono di tutti.