Sogno casa
Una spaziosa sala grande con molte basse finestre sotto il tetto spiovente, come in uno chalet, a fungere da tutto; soggiorno, sala da pranzo, studio…ed anche cucina, da un lato, sotto una cappa francamente troppo grande.
In fondo, un camino rustico dalla bocca grande, ed intorno diresti avvolta voluttuosa al calduccio, una breve scala del il piano superiore, solo due metri rialzato, o forse meno.
Il sottostante deposito infatti, è parzialmente interrato, pur nel declivio della collina.
Due stanzette con vista sulla valle ed un ampio, comodo bagno attrezzato d’ogni comoda diavoleria moderna.
Tutto qui. L’eremita, che fu benestante, celebre, impegnato nel sociale come pochi, ora passa lì i suoi giorni, vivendo di ricordi di saggezza e di poesia.
E naturalmente di sogni. Sogni di amori, di lotte, di vittorie… i sogni di tutti, insomma, che però lui sa bene rimarranno tali. Ma gli riscaldano il cuore, così come quel camino, perennemente acceso, riscalda la casetta di sentore di resina e di fumo.
Già, il fumo… La piccola collezione di preziose pipe di radica resta lì inutilizzata, sulla mensola del camino, da quando si lascio convincere a smettere il vizio, per guadagno ai polmoni… e nocumento all’immaginazione.
….
La mente si perde nel sogno lontano che quasi sembra una favola per bambini inventata per essere costruita, e mai nemmeno raccontata.
Io vecchio guardo la finestra con le gelosie accostate, a che non entri troppa luce, che mi fa male.
Ricamo ancora di sogni, per distrarre la mente dalla vuota malinconia del nulla presente.
Bevo birra e aspetto il futuro.
Quel futuro da cui nulla mi aspetto ed un verso, che forse ancora ricordo, ma nulla più dice, e più non riscalda il cuore avvizzito, ancora mi rotola dentro.
Senza farmi più male, senza darmi più gioia.
Nel respiro di un’ora lontana ancora ripeto a me stesso:
«Così passava l’alta, e la bassa marea…»
Lucio Musto (completato) il 6 dicembre 2010
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Una spaziosa sala grande con molte basse finestre sotto il tetto spiovente, come in uno chalet, a fungere da tutto; soggiorno, sala da pranzo, studio…ed anche cucina, da un lato, sotto una cappa francamente troppo grande.
In fondo, un camino rustico dalla bocca grande, ed intorno diresti avvolta voluttuosa al calduccio, una breve scala del il piano superiore, solo due metri rialzato, o forse meno.
Il sottostante deposito infatti, è parzialmente interrato, pur nel declivio della collina.
Due stanzette con vista sulla valle ed un ampio, comodo bagno attrezzato d’ogni comoda diavoleria moderna.
Tutto qui. L’eremita, che fu benestante, celebre, impegnato nel sociale come pochi, ora passa lì i suoi giorni, vivendo di ricordi di saggezza e di poesia.
E naturalmente di sogni. Sogni di amori, di lotte, di vittorie… i sogni di tutti, insomma, che però lui sa bene rimarranno tali. Ma gli riscaldano il cuore, così come quel camino, perennemente acceso, riscalda la casetta di sentore di resina e di fumo.
Già, il fumo… La piccola collezione di preziose pipe di radica resta lì inutilizzata, sulla mensola del camino, da quando si lascio convincere a smettere il vizio, per guadagno ai polmoni… e nocumento all’immaginazione.
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La mente si perde nel sogno lontano che quasi sembra una favola per bambini inventata per essere costruita, e mai nemmeno raccontata.
Io vecchio guardo la finestra con le gelosie accostate, a che non entri troppa luce, che mi fa male.
Ricamo ancora di sogni, per distrarre la mente dalla vuota malinconia del nulla presente.
Bevo birra e aspetto il futuro.
Quel futuro da cui nulla mi aspetto ed un verso, che forse ancora ricordo, ma nulla più dice, e più non riscalda il cuore avvizzito, ancora mi rotola dentro.
Senza farmi più male, senza darmi più gioia.
Nel respiro di un’ora lontana ancora ripeto a me stesso:
«Così passava l’alta, e la bassa marea…»
Lucio Musto (completato) il 6 dicembre 2010
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