fantasma76 ha scritto:Purtroppo la regista, ci racconta una storia, che potrebbe risultare anche interessante, se non fosse perchè si basa su un sillogismo assolutamente falso.
Secondo Lucia Puenzo, la regista argentina, «l’intersessualità (nome con cui si conosce la sindrome di Klinefelter) è una presunta anomalia genetica per cui i geni maschili (XY) e quelli femminili (XX) si combinano dando luogo alla formazione contemporanea di organi sessuali esterni dei due sessi nella stessa persona»; peccato che, (...)
Alt, ferma, stop!
Peccato che questo estratto sia falasato! La frase estrapolata tra virgolette è tratta da un pezzo di Tgcom (e tutti spero siano a conoscenza di quanto poco affidabile sia tale sito dal punto di vista dell'informazione):
http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo366013.shtmlSe hai la pazienza di leggere il pezzo fino alla fine, ti renderai conto che il pezzo tra parentesi "(nome con cui si conosce la sindrome di Klinefelter)"
è aggiunto da chi ha scritto l'articolo, e non sono le parole di Lucia Puenzo (lo si evince dal fatto che sia tra parentesi e in corsivo). Il legame con la sindrome di Klinefelter
è introdotto dall'anonimo redattore, e
non dalla regista.
Ciò che rimane dell'estratto può essere impreciso quanto vuoi, ma - elisa la parentesi - è una approssimazione comprensibile in chi in fondo fa la regista e non il medico.
Il secondo articolo cui fa riferimento Unitask nel suo comunicato stampa è un articolo di Panorama, che di nuovo associa il film e la sindrome di Klinefelter. Anche in questo caso, però, sono le parole dell'autrice dell'articolo a fare l'associazione, e non la regista (in questo caso c'è comunque un più deontologicamente corretto
ndr a chiarirlo - nota della redazione).
http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2007/06/08/xxy-il-desiderio-carnale-secondo-lucia-puenzo-premiata-a-cannes/Da questi due elementi, che però nulla hanno a che fare con il film (e che raccontano piuttosto con quanta approssimazione siano diffuse le notizie in Italia), e dal titolo, nasce la comunicazione di Unitask.
Ora, sul titolo siamo d'accordo, può ingenerare confusione (tanto che ha tratto in inganno i "giornalisti"), ma io credo sia stato scelto non per riferirsi alla sindrome, ma come metafora di quell'ambiguità e fluidità del sesso biologico, come cercavo di farti notare nel messaggio precedente.
E' la stessa Lucia Puenzo a dirlo, in qualche modo: "Più volte nel corso della storia dell'arte numerose espressioni artistiche hanno utilizzato termini in determinati modi, come per esempio Camus che ne La peste usava appunto la peste per parlare d'altro. Non credo che XXY sia un titolo fuorviante perché racconta in qualche modo la diversità rappresentata nel film".
E’ allora lo stesso Comitato Scientifico dell’Associazione Unitask che precisa che il titolo del film di Lucia Puenzo, “XXY, la storia di un ermafrodito”, (...)
Altra imprecisione, il titolo del film di Lucia Puenzo è solo e solamente XXY. Nella versione italiana è stato aggiunto un sottotitolo (totalmente al di fuori del potere decisionale della regista, riguarda invece i distributori italiani) che però NON è "la storia di un ermafrodito", ma "uomini, donne o tutti e due?".
(...) nelle nostre sale dal 22 giugno, costituisce una grave distorsione della realtà clinica della Sindrome di Klinefelter (KS) ponendo una relazione di causa ed effetto tra le due condizioni assolutamente inesistente sul piano biologico e pericolossissima sul piano psicologico per i pazienti ed i loro familiari, ma soprattutto per gli adolescenti e le mamme in gravidanza con diagnosi prenatale di feto XXY.
Tu lo hai visto il film?
Io sì, e non ricordo che all'interno del film ci sia nessuna illazione di reazione causa-effetto tra ermafroditismo e sindrome di Klinefelter.
Ma l'ho visto quando uscì nelle sale, quindi sono già passati quasi 4 anni,
e può essere benissimo che ricordi male.
Il ricordo che ho io è un film molto intenso, delicato, rispettoso che racconta la storia di una diversità sanzionata dalla società, del processo di conoscenza di sé, del proprio corpo, tramite il contatto con l'altro, oltre che un ritratto molto profondo e toccante del rapporto tra genitori e figli.
Tu hai ricordi diversi?
Tieni conto che il comunicato di Unitask è arrivato prima dell'uscita del film in Italia (il
18 giugno, il film usciva il 22), e non credo sia basato su visione, ma solo dal titolo e dall'analisi errata di quegli articoli.
Spiace che i registi si debbano far pubblicità sulle sofferenze altrui.
A me spiace invece che le associazioni siano costrette a montare casi sterili come questo per farsi notare all'interno del sistema della comunicazione in Italia. E non sto dando la colpa alle associazioni, che vi sono letteralmente costrette, e lo so per esperienza personale, ma al sistema della comunicazione in Italia.