Qualunque considerazione sull'essere umano non è, e nemmeno potrebbe essere, svincolata dall'evoluzione della vita sulla terra. Non puo' esistere, cioè, una visione "escatologica" che non tenga conto "dei meccanismi evolutivi" che la scienza ha ricostruito a partire da 4 miliardi di anni fa, fino ad oggi. E la storia dell'evoluzione dice che la vita si è formata nei mari, per poi passare sulla terra. Noi siamo dei mammiferi e i primi mammiferi erano dei roditori (topi). Dai roditori si è passati alla scimmia. E dalla scimmia si è arrivati all'uomo.
Per questo motivo la favola che il signor X il giorno del "giudizio universale" risorgerà dalla morte (o andrà all'inferno) è "una favola" che non ha alcun legame con la realtà. Come non ha alcun legame con la realtà "la favola" dello gnosticismo secondo la quale "la resurrezione" avverrebbe già in questa vita. Come non ha alcun legame con la realtà "la favola" della reincarnazione, secondo la quale lo spirito si reincarna più volte. Come non ha alcun legame con la realtà "il paradiso con 7 vergini a disposizione o 14 o 21".
Abbandonare il metodo scientifico è sempre molto pericoloso.
Perchè si prendono delle strade "da visionari" e "da mitomani". Per carità...uno puo' scegliere di vivere da "visionario e da mitomane"...cioè in una realtà "completamente immaginaria e inventata", dove pensa di essere un "illuminato", o pensa di essere "risorto", o pensa di farsi saltare in aria con 10kg di tritolo perchè lo aspettano 7 vergini, o pensa di essere la reincarnazione di Alessandro Magno o di Krisnamurti, o pensa di "risorgere il giorno del giudizio universale".
Ma vivere "immersi in una visione" è tipico di chi è ricoverato in un centro di igiene mentale. E quello è il suo posto.
La realtà ci dice che "il problema di chiedersi cosa c'è oltre la morte" è un problema che riguarda solo l'homo sapiens. Che ha la consapevolezza. E noi abbiamo la consapevolezza grazie a qualche millimetro di materia grigia cerebrale. Primo caso in assoluto in tutta la storia della evoluzione.
La specie Homo Sapiens non è il capolinea della evoluzione. E' soltanto una sua fase.
Questa è la conclusione alla quale ci porta il metodo scientifico. E questa cosa non andrebbe mai dimenticata.
Tuttavia la questione "della vita e della morte" esiste. Perchè noi, come Homo Sapeins, abbiamo la consapevolezza di porcela.
La specie "scimmia" ha una sua percezione della realtà. Ed è ovvio che, per una scimmia, la sua percezione della realtà E' TUTTA LA REALTA'. Noi che siamo un gradino evolutivo più avanti, ridiamo osservando una scimmia. Perchè abbiamo una percezione della realtà più vasta e sofisticata. Ma commettiamo lo stesso "errore" della scimmia. E cioè pensiamo che la nostra percezione della realtà E' TUTTA LA REALTA'.
Ma non è così. E questa cosa ce la dimostra proprio la storia della evoluzione, che noi Homo Sapiens, siamo la prima specie in grado di osservare in modo "intelligente".
Quello che posso dire è che la vicenda di Gesù, se fosse vera, ci racconta qualcosa su questo problema.
Ma è altrettanto vero che ce la racconta nei termini che noi Homo Sapiens siamo in grado di recepire. E' un po' come se un professore di Matematica cercasse di speigare la Teoria degli Insiemi a una scimmia. La comprensione che ne avrebbe una scimmia sarebbe legata alla sua percezione della realtà.
Istintivamente, quindi, io sono portato a ritenere che la vicenda di Gesù "potrebbe" essere vera. E se fosse vera avrebbe una attinenza, ovviamente, con questo problema. Ma certo la verità non sarebbe nè il paradiso cattolico, nè quello gnostico, nè la reincarnazione, nè le 7 vergini. Perchè tutte queste cose sono figlie della "nostra capacità di percezione"...che rispetto alla REALTA' VERA non è molto diversa da quella della scimmia.
Per cui, cari signori, quando discutete di queste cose evitate di ragionare come quelli che "hanno la verità in tasca". Perchè la vostra verità - qualunque essa sia - "è la verità della scimmia". Non dimenticatelo mai.