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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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la distanza fra una persona e tutta la gente?

Tutta la gente è un'insieme di persone direte voi...forse e non sarebbe quantitativamente neanche sbagliato, ma una persona la puoi conoscere, la gente no.

Il popolo no, tutti quanti no, il genere umano no, forse una singola persona sì.

Cosa voglio dire?

Che buona parte dei discorsi che si fanno qui riguardano la gente, ossia il nulla, un insieme che nessuno di noi conosce, nessuno parla di una persona, qualcuno parla di sè, che è la persona che conosciamo meno pur standoci un sacco di tempo, diciamo pure tutto il tempo.

Io ho conosciuto qualche persona a diversi livelli, chiunque io conosca a livello superficiale mi infastidisce, è inutile, è tempo sprecato.

Quelle poche persone con cui ho potuto approfondire un rapporto sono singole persone splendide, piccoli gioielli in un vuoto siderale di gente sconosciuta che forse, uno per uno sono altrettanti gioielli, ma io non lo so.

E questo non saperlo e le inculate del percorso mi hanno reso diffidente per cui sono sempre meno disponibile a conoscere la gente.

Chissà perchè ho scritto tutto questo, non volevo dimostrare niente, non ho niente da perdere, mi stava lì e basta.

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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Non posso più riportare filmati di you tube e non sò perchè, ma andate a vedervi lettere dalla kirghisia di Silvano Agosti, ascoltate cos'è la passione per un ideale..."la nostra è una società ipocrita, pornografica e mistica"...



al contrario il sentimento unico dovrebbe comprendere tenerezza, sessualità e amore, la tenerezza senza la sessualità e l'amore è ipocrita, la sessualità senza tenerezza ed amore è pornografia, l'amore senza sessualità e tenerezza è misticismo ...condivido appieno questa analisi di Agosti ed è per questo che mi fanno inalberare i vari sondaggi su labbra e tette o la reiterata pornografia verbale...non è per fare il moralista o perchè mi senta in qualche modo tagliato fuori dal mondo dei belli, è che la bellezza senza il carattere e lo spirito non è che apparenza... questo non significa prendersi una pausa dal mondo cattivo, significa continuare a mettere in pratica gli insegnamenti disumani ricevuti.........e dare peso a queste cose ci si attira la riprovazione di tutti "ma come si fa per scherzare!" questi modi di scherzare mostrano quanto siamo schiavi.

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ThanksGod
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Viandante Storico
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:Rileggiti,
non ti fai ridere nemmeno un pò?
Non ti prendo per i fondelli,
ti sto donando la mia soluzione
ridi
ridi di te stessa
ridi del mondo
la vita è tragica ma non seria,
io ho lavorato con i disabili per tanti anni e ce n'è una Anna, una bella persona che capisce tutto ma è tetraplegica e non può comunicare che a gesti perchè non parla, sai cosa vuol dire?
Non poter neppure dire che si sta male perchè nessuno ti capisce?
Non poter fare una passeggiata in un parco?
Non poter cantare?
Avere la certezza che non potrà mai trovare l'amore, neppure uno sbagliato?
Fare PENA a tutti?
E riuscire a ridere di sè?
Anna è la persona più forte che io abbia mai conosciuto e mi ha insegnato a ridere di me.
Ridi di te stessa Leda smettila di prenderti sul serio
l'autoironia ti farà meglio di qualsiasi aiuto chimico

Avevo trovato sto post cazzeggiando tra i post antichi...mi è piaciuto molto e l'ho riportato sul tuo blog.
Mi ha fatto pensare...

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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vedi thanks come ti dicevo nei consigli dei pirla ognuno consiglia quello che non riesce a fare, quando uno si incazza è per problemi che riconosce, gli altri ci fanno da specchio, perchè hakim o automaalox mi fanno così incazzare? Probabilmente perchè siamo simili, quello che in loro odio è quello che odio in me, se mi fossero alieni non mi farebbe nè caldo nè freddo quel che possono dire, cos' Leda, la cara sconosciuta Leda che metteva in mostra la propria depressione, le consigliavo quello che avrei voluto fare io io che come lei sono sempre più depresso ed incline all'autodistruzione e faccio sempre più fatica a ridere..perchè? Perchè non c'è un cazzo da ridere!

ps non è vero c'è sempre da ridere, sono io ultimamente che sono un pò stressato, ma la vita è tragica non è seria, lo riconfermo!

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
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un acronimo interessante significa lesbiche gay bisex e trans su wiki danno queste varianti:

Esistono molte varianti, incluse variazioni che hanno un ordine diverso delle lettere, ma LGBT è l'acronimo più comune ed è uno dei più accettati nell'uso corrente. Quando i transgender non sono inclusi nel riferimento il termine viene abbreviato in LGB. Solitamente si aggiunge la Q per queer e la I per intersexual (qualche volta abbreviato con un punto interrogativo) (LGBTQI); altre varianti sono diventate LGBU, dove U sta per "unsure" (insicuro), e I per intersexual (LGBTI), un'altra variante è T per transessuale (LGBTT), un'altra è T (o TS o il numero 2) per persone con Two-Spirit (due spiriti), e una A per straight allies (LGBTA). Una sua forma completa è LGBTTTIQQA, sebbene sia molto raro. La rivista Anything That Moves ha coniato l'acronimo FABGLITTER (da Fetish, Allies, Bisessuale, Gay, Lesbica, Intersex, Transgender, Transexual Engendering Revolution (rivoluzione del genere transessuale). Il termine non è entrato, comunque, nell'uso comune.

I termini transessuale e intersex sono stati considerati da un certo numero di persone unificabili tramite la descrizione del termine transgender, anche se molti transessuali e intersex obiettano (entrambi per diverse ragioni). Le organizzazioni Gay-Straight Alliance (GSA) utilizzano spesso l'acronimo LGBTQA per LGBT—questioning e allies.



Manca la E di etero io non mi sento di essere diverso pur essendo etero sono gay as a gay (good as you di un good as you) perchè dobbiamo schedare ogni gusto sessuale?

Non basta dire siamo tutti diversi (anche un etero da un altro etero ) e tutti con pari dignità?

Se non basta allora LGBTE

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
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Più spesso però, almeno in Italia, è GLBT rispetto a LGBT (forse è una questione di pronuncia? gi-elle-bi-ti suona meno scioglilingua di elle-gi-bi-ti?).

BIGbossSTIGAZZI ha scritto:perchè dobbiamo schedare ogni gusto sessuale?

Perché, allo stato attuale delle cose, è l'unico modo per esistere.
In un mondo che è impostato su un'unica e sola modalità (quella eterosessuale) non avere un nome che faccia da aggregatore identitario equivale a evaporare nella norma eterosessuale.
Se ci sarà un futuro in cui non esisterà più quella unica e sola norma, ed è un futuro da iniziare a costruire oggi, non ci sarà più nessuna necessità di congelarsi e identificarsi in una qualsiasi lettera di quell'acronimo.

Non basta dire siamo tutti diversi (anche un etero da un altro etero ) e tutti con pari dignità?

Siamo tutti queer.

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
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allora purple io anche se di soprannome faccio bigbossstigazzi parlo come magno...male!

Mi vado a cercare queer: e mi dice

strano

bizzarro

guasti

indisposto

omosessuale

rovinare

sciupare

sospetto



voglio sperare che il significato che intendevi tu fosse strano e fino ad un certo punto posso darti ragione, ma in via logica essere strani significa che ci sono dei "non strani" e quindi dei normali e già ghettizziamo, ma se fossimo tutti strani allora non esisterebbero i non strani e quindi nessuno sarebbe strano, tutti strani nessuno strano, tutti ladri, nessuno ladro.

Tu dici la parolina chiave:

allo stato attuale delle cose è l'unico modo di esistere...ed io questo ti contesto perchè per me non è vero, autorinchiudersi in una riserva "indiana" è un modo per confermare se stessi confermando il sistema, se il sistema vuoi cambiare non devi combatterlo, combatterlo significa fornirgli materiale, bisogna masticarlo e sputarlo, inglobarlo e modificarlo in un processo dialettico, GLBT o LGBT non sono che palliativi, contentini per tenere buoni i figli migliori e per questo meno accettati della nostra società (perchè dico migliori? perchè essere lgbt o etero problematici come lo sono io significa non fare le cose perchè "così vanno le cose, così son sempre andate" ma nuotare controcorrente per contin uare a cercare e a sperimentare) l'accettazione della categoria nega l'accettazione dell'individuo.

Io sono etero e sono consapevole che dichiararlo mi rende automaticamente responsabile di quello che gli etero hanno fatto al resto del panorama dei generi, essendo uomo europeo e bianco ti assicuro che è un bel casino sentirsi in colpa per una serie di atrocità infinita che non ho commesso io, ma personalmente non me ne faccio carico, come appartenente casuale a questi insiemi devo considerarlo e so che è difficile, ma finchè ci saranno acronimi ci saranno riserve e coperte impestate di vaiolo.

Oppure si possono usare questi sottinsiemi (dell'insieme genere umano) lgbt e "e" per comunicare...ci sono enormi problemi da superare per poter vivere serenamente tutti insieme e il più grosso che mi dà da pensare è quello dell'insegnamento, è ovvio che a livello di diritti non si può negare ad un gay di fare il maestro o l'allenatore di una squadra di pulcini, ma finchè non verrà chiarito "filosoficamente" e pragmaticamente il legame fra omosessualità e pedofilia, nessun genitore sarà tranquillo nell'affidare il proprio figlio ad un educatore gay (a maggior ragione ad un prete).

Sono discorsi scomodi ma di questo dovremmo parlare fra generi diversi, dovremmo cercare di capirci, io apprezzo enormemente Pasolini come regista, scrittore, pensatore, intellettuale, la sua passione per i "ragazzi di strada" il suo pagare dei minori, consenzienti forse, ma sappiamo cosa vuol dire per un minore povero qualcuno che ha cura di te che ti offre un piatto quando hai fame, è una cosa che ancora non mi va giù e probabilmente,sarà un limite mio ma non mi andrà mai giù.



queer strano
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queer guasti
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queer birds tipi strani

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purplebunny
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:voglio sperare che il significato che intendevi tu fosse strano e fino ad un certo punto posso darti ragione, ma in via logica essere strani significa che ci sono dei "non strani" e quindi dei normali e già ghettizziamo, ma se fossimo tutti strani allora non esisterebbero i non strani e quindi nessuno sarebbe strano, tutti strani nessuno strano, tutti ladri, nessuno ladro.

Esattamente quello che ho sottolineato in nero.
Tu stesso scrivevi: "Non basta dire siamo tutti diversi (anche un etero da un altro etero ) e tutti con pari dignità?".
Siamo tutti queer, siamo tutti strambi.

In ogni caso queer è un termine che va oltre la sua traduzione letterale e ha assunto con il tempo una connotazione e un ambito di discorso precisi.
Tanto più che si parla ormai da tempo di 'queer theory' e 'queer studies'.
Se, per iniziare, cerchi il termine 'queer' su wikipedia (io ti consiglio di farlo su quella inglese, perché quella italiana è piuttosto-tanto approssimativa), credo che renda una prima idea.
Queer è un termine ambivalente. In passato era usato in senso dispregiativo per indicare i gay. Poi, negli ultimi decenni, ha assunto un nuovo significato, molto più autoconsapevole. Da alcuni è utilizzato come una sorta di sinonimo-generale per LGBTT etc., ma non è preciso. In sé il termine si oppone alle categorizzazioni e rimanda all'individualità propria di ognuno. Non è un caso che molte persone che si identificano nel movimento LGBT rifiutino il termine queer (in realtà per diversi e stratificati motivi). Essere queer significa opporsi alla norma dominante e inoltre opporsi alle identificazioni binarie, alle categorizzazioni vissute come oggettivazioni della propria individualità.


allo stato attuale delle cose è l'unico modo di esistere...ed io questo ti contesto perchè per me non è vero, autorinchiudersi in una riserva "indiana" è un modo per confermare se stessi confermando il sistema, se il sistema vuoi cambiare non devi combatterlo, combatterlo significa fornirgli materiale, bisogna masticarlo e sputarlo, inglobarlo e modificarlo in un processo dialettico, GLBT o LGBT non sono che palliativi, contentini per tenere buoni i figli migliori e per questo meno accettati della nostra società (perchè dico migliori? perchè essere lgbt o etero problematici come lo sono io significa non fare le cose perchè "così vanno le cose, così son sempre andate" ma nuotare controcorrente per contin uare a cercare e a sperimentare) l'accettazione della categoria nega l'accettazione dell'individuo.

La nascita del movimento LGBT, e di tutte le sue componenti, è la parte di un processo. Non è una meta, ma una struttura necessaria a conseguire dei risultati ulteriori.
Ci sono, effettivamente, all'interno del movimento, persone che inseguono fortini dorati in cui autoilludersi di isolarsi. Ci sono, ma sono pochi, credo sempre meno.
Credo invece si stia diffondendo questa consapevolezza, che l'autodeterminazione, l'urlare la propria esistenza ("io esisto e sono diverso da te, le tue regole non sono le mie, io sono gay/lesbica/bisessuale/transessuale/transgender/*" --> da qui nascono i movimenti di gay e lesbiche) sia la prima parte di un processo di mutamento della società.

Senza questo primo passaggio, sarebbe però temo impossibile un qualsiasi altro mutamento. Senza questo primo passaggio tutto sarebbe ricondotto alla norma dominante, che è quella eterosessuale. Se non affermi prima la tua identità, ossia la tua diversità, ossia la tua estraneità, non puoi cortocircuitare la norma fino a renderla ridicola, inutile, fino a superarla e a condurla nsturalmente alla molteplicità.

Lo stesso processo storico dei movimenti gay e lesbici, dagli anni '60 e '70 (non a caso in contemporanea con il femminismo storico e con il movimento per i diritti delle minoranze etniche) si è amplificato. Una prima fase si è conclusa, e non è un caso che ora si ragioni in logica 'queer', appunto. Se però non ci fosse stato un processo di riaffermazione, ogni singolo sarebbe rimasto schiacciato impotente nel suo isolamento - e nulla sarebbe cambiato, se non il ripetersi della sofferenza individuale.


(...) è ovvio che a livello di diritti non si può negare ad un gay di fare il maestro o l'allenatore di una squadra di pulcini, ma finchè non verrà chiarito "filosoficamente" e pragmaticamente il legame fra omosessualità e pedofilia, nessun genitore sarà tranquillo nell'affidare il proprio figlio ad un educatore gay (a maggior ragione ad un prete).

Ci sono riserve sul fatto che un eterosessuale possa insegnare in università con classi composte anche da donne? No, non ce ne sono. Eppure alcuni eterosessuali violentano le donne.
Ci sono riserve sul fatto che un eterosessuale possa insegnare in una scuola elementare? No, non ce ne sono. Eppure alcuni eterosessuali violentano le bambine.
Ci sono riserve sul fatto che un 'gay' possa insegnare in una scuola elementare? Si, qualcuno li ha.
Non c'è nessuno studio o analisi che possa infrangere quelli che sono soltanto e solo pregiudizi di altro tipo.

Hai mai posto il problema di chiarire "filosoficamente e praticamente" il legame tra eterosessualità e violenza sulle donne in relazione alla possibilità o meno che gli uomini eterosessuali insegnino in università? (O siano padroni in una fabbrica, o anche solo deambulino in un luogo in cui siano presenti donne?). No, non lo credo.
Eppure il fatto che eventualmente forse un omosessuale sia associato eventualmente alla pedofilia ti spinge a voler chiarire "filosoficamente e praticamente" lo statuto dell'intero insieme - quello degli omosessuali.

Piuttosto che discutere del pregiudizio, proviamo a discutere delle ragioni per cui si instaura quel pregiudizio...

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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guarda, io sono un educatore ed insegnante di sostegno, non sono un pedofilo eppure ti assicuro che non c'è nessun uomo a lavorare negli asili, nessuno alla materna e pochi alle elementari e quando ho fatto sostegno alle elementari prima di essere conosciuto, bidelli ed insegnanti mi guardavano con sospetto della serie chi è questo cosa vuole qua?

Io la diffidenza nei confronti degli uomini in quanto uomini l'ho vissuta e vista più di una volta, e considerando che nella mia carriera (?) di educatore ben due colleghi sono stati denunciati per dichiarazioni di minori, mi rendo conto che chi sospetta di un uomo sconosciuto purtroppo spesso non ha tutti i torti. Certo non è tanto l'insieme gay quanto la categoria uomo che è responsabile spesso di violenze o abusi nei confronti di minori e donne, ma poi ci si trova di fronte a casi come quelli degli asili in cui le maestre o picchiavano o addirittura coinvolgevano bimbi anche piccolissimi in situazioni orribili (anche se penso che siano ancora da accertare pienamente) allora, come facciamo a proteggere i più deboli?



ps: non è per far la punta ai chiodi ma tu mi parli di abbattere pregiudizi io trovo questo discorso astratto i pregiudizi sono connaturati all'animale uomo ed al suo modo di apprendere dall'esperienza, senza eliminare l'esperienza non si possono abbattere i pregiudizi, non sono necessariamente negativi i pregiudizi, lo sono quando non si autoeliminano alla dimostrazione che è vero il contrario, cioè il pregiudizio che mangia la realtà, quello è sì sbagliato, il pregiudizio che serve ad approcciarsi ad una situazione potenzialmente pericolosa è positivo, per cui si può aumentare la conoscenza reciproca e questa ed il rispetto dell'altro possono togliere valore ai pregiudizi i quali altrimenti sono ineliminabili.

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purplebunny
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Viandante Storico
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Non mi sembra di aver scritto di pregiudizi astratti, ma di un pregiudizio preciso e particolare, quello di cui si stava discutendo.

Gli eventuali pregiudizi a che degli uomini, intesi maschi, insegnino all'asilo, materna o elementari mi sembrano di natura piuttosto diversa, e hanno più a che fare con una loro presunta incapacità o inadeguatezza nel rapportarsi a bambini così piccoli. Ed è certo un altro limite culturale che si autoalimenta e autoimpone.

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BigBossStigazzi
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Viandante Ad Honorem
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la maligna, la malvagia educazione è quella che abbiamo avuto tutti, riguarda tutti, l'abbiamo subita tutti.

Volevo parlare di una cosa mia, di una mia difficoltà, poi pensandoci mi sono accorto che riguarda tutti.
Riguarda il modo in cui siamo stati educati ed il contenuto, il messaggio, l'etica di cui siamo portatori.
Nessuna.
Non siamo niente, non abbiamo niente dentro se non ipocrisia.
Per noi divertirci vuol dire stordirci, e non fate spallucce se siete vecchi e non usate droghe chimiche e non andate ai rave party, voi vi stordite di vino di grappe, di pampero riserva, di vodka lemon.
Per noi avere fede significa "posso non pensare" mi dice lui/lei/loro cosa devo fare.
Non guardare negli occhi uno strabico, quale occhio guardi? Poi si sentirà ancora peggio! Non guardare i mostri, fai finta di non vederli, come se non fosse una conferma pari allo sguardo insistito e fissato, non fare le cose che è giusto fare ma quelle che vanno fatte, fai tutto quello che fanno gli altri, non farti notare, neanche in positivo o ti invidieranno e diranno male di te, non divertirti, se ti diverti davvero non avrai regole, limiti, non saprai quando fermarti, non ruttare, scoreggiare, pisciare o cagare , tutto quello che ricorda il corpo e le sue funzioni è sporco e schifoso, và nascosto, non credere in niente fino in fondo e dunque credi in tutto un pò, nel quartiere dove abiti c'è una chiesa? Vacci, incontrerai gente utile da usare, comunque non parlare mai di politica o religione, non è socievole, il calcio e che tempo farà vanno molto, parla di quello.
Frega sempre gli altri prima che ti freghino, battili, vinci il premio, la competizione, la gara, stracciali, gioca come partecipassi ad una guerra, vedi il calcio? Sfondamento, barriere, difesa, attacco, cannoniere, sortita nel campo avversario... è una guerra e bisogna vincerla, colpisci gli altri ma non farti vedere, appena qualcuno ti sfiora buttati a terra rantolante, fai gol di mano? Fai finta di niente poco dopo potrai vantartene!
C'è il compito in classe su qualcosa che nella vita tua non incontrerai mai, una pura invenzione di un imbecille che aveva tempo da perdere, scriviti i biglietti e copia bene, ti stiamo insegnando questo, a copiare con creatività, a fregare gli altri, ad essere un capobranco o un gregario, a trovare la tua strada insomma. dopo 13 anni di scuola minimo avrai imparato come destreggiarti in pubblico ma non una delle cose ti abbiamo insegnato sarà rimasta nella tua mente, per lo stesso modo con cui te la abbiamo fatta studiare.

Ma cos'erano, mostri?

I nostri genitori, gli insegnanti?

Io penso all'amica Tulip ed alla passione che nonostante tutto (Gelmini, organizzazione scolastica, programmi, colleghe, dirigenti) sicuramente mette nel suo lavoro di insegnante e ripenso anche alle mie, splendide insegnanti, alcune, ma allora com'è che non mi hanno insegnato niente? Niente di buono e pochissimo di utile?

Forse perchè è la struttura stessa della scuola e della famiglia che nonostante le buone intenzioni porta con sè il disastro? Tutti i silenzi, i non detti, le frasi a mezza bocca, gli sguardi di svalutazione, i commenti...come dicevano i pink floyd? ...Teacher leave the kids alone...no dark sarcasm....we don't need no education...beh dipende da cosa si intende per educazione.

I genitori poi, il padre dio e la madre santa, oggi svuotati ad amici di serie B, perchè se sono amici, se perdono la connotazione di papà e mamma come amici vengono prima i coetanei che sono molto più fighi e molto più feroci, sono l'oggi, non l'ieri:
ieri a me ed oggi i ventenni ai loro figli non insegnano un cazzo, oppure tutto, infatti abbiamo ragazzini che la fanno finita, tanto la vita è una merda, il nostro paese è una merda, lo dice perfino lui, e la fanno finita con un i-pod ed un gameboy autoescludendosi dalla realtà, tanto, noi gliel'abbiamo insegnato bene, la realtà fa schifo.

Non parlate di bambini depressi, dietro ad ogni bambino depresso c'è una madre o un padre nichilista o depresso, dietro ad ogni bambino felice c'è un genitore equilibrato o ipocrita, ma l'ipocrita si perde il figlio per strada con l'adolescenza, le balle non resistono allo sguardo impietoso ed iconoclasta dell'adolescente.

Non parlate di bambini violenti, dietro ci sono famiglie violente, ma come era "di buona famiglia" sì ma violenta, magari senza sfiorare con un dito, magari senza dire una parolaccia o una bestemmia, a suon di istitutori e scuole svizzere.

I branchi di figli di buone famiglie, di esponenti della Milano bene, della Roma bene, giovani squali lanciati nel mare della vita pronti a mordere tutto quello che gli arriva a tiro.

Sì perchè nelle comunità e nei riformatori arrivano sempre i figli delle famiglie povere e disagiate, gli altri vengono seguiti privatamente, o più semplicemente nessuno li ferma, nessuno li scheda e continuano.

Ma come le madri...le nostre madri sante...la mamma italiana...
cone ti permetti, loro danno la vita...sì ma te la fanno poi pagare a caro prezzo la vita, per tutta la vita, ho sentito con le mie orecchie madri dire a mezza bocca al figlio "smettila o ti disfo di botte" sorridevano per non farsi accorgere "dalla gente".
Provate a pensare al bimbo di tre-quattro anni che non ricorderà quest'episodio ma gli resterà per sempre l'immagine inconscia che chi ti sorride, che è anche chi ti dice più spesso che ti ama, ti sta minacciondo...quale vita potrà avere?
Quale fiducia negli altri? Quale serenità?
Siete consapevoli di tutto quello che dite ai vostri figli? Detto e non detto, quando non parlate a loro ma criticate questo o quello, per i capelli, per la macchina, quando dite che uno è uno sfigato perchè non ha il cellulare che avete voi...cosa state crescendo?
Quando poi fate i buoni, parlate di amore, con la ferocia tipica dei repressi, come se l'amore fosse una condanna, parlate dell'anniversario con quelle solite battute "chi lo sà come abbiamo fatto a sopportarci tutti questi anni" sapete che messaggio state dando?
Quando fumate e gli dite che non si fuma?
Quando pigliate la pillola contro l'insonnia e gli dite che non ci si droga?
Quando vi ha visto bere troppo in ogni occasione possibile e poi guidare confidando nell'evitare posti di blocco e gli dite se bevi non guidare?
I bambini ci guardano ... e imparano tutto e i mostri, i più feroci, quelli che assurgono all'infamia della cronaca che uccidono, sono i primi della classe, quelli che hanno imparato meglio ed hanno messo in pratica perchè la nostra cultura è una cultura di morte a partire da un dio crocefisso fino alle guerre umanitarie, siamo intrisi di sangue e violenza, senza rispetto, senza pietà, chiudo con un aneddoto, l'altro giorno la ragazza che conduce linea verde era in Romania da cui provengono molti maiali la cui carne viene consumata in Italia e al posto di usare la parola "macellati" ha usato più volte il termine TRASFORMATI, come una magia oplà la trasformazione del suino in prosciutti e coratelle senza uccisione senza sangue come un coccodrillo si trasforma in una borsetta, un animale in cosa, un uomo in cosa ci sono ancora ebrei trasformati in paralumi: questo è il mondo che viene insegnato.


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Jester
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Quando nasce, l’uomo è già il risultato di un susseguirsi di eventi IMPOSTI: l’atto sessuale, l’ambiente in cui si sviluppa l’embrione e successivamente il feto, la nascita, i buffetti dell'ostetrica, i tubi nel naso e i gola per liberare le vie aeree, gli esami post natali, l'asilo, la scuola, i compagni, le cotte per la vicina di banco, le risse, le sbornie, la naja, il prete, l'altare o l'ufficiale di stato civile, l'ospedale, la morte etc.

Nasciamo in un mondo che subito comincia a condizionarci direttamente o/e indirettamente e ci ritroviamo a quarant’anni con lo stesso carattere del genitore che abbiamo contestato, con la stessa auto grossa e inquinante del vicino che abbiamo criticato, con le stesse paure,stessi pensieri, idee, passato, illusioni, delusioni e sogni di chi ci vive attorno,cose che fin'ora non avevamo mai preso in considerazione...questo é solito essere chiamato "crescere"..

Quando sei così pieno di maschere e di etichette… ti senti pesante… non riesci a proseguire oltre… osservi il passato con nostalgia e i sogni stanno per cedere il posto ai rimpianti, ai non detti, alla non azione.
E non sai più chi sei: non sei più un individuo.
Sei soltanto la tua condizione sociale: nulla di più.
Possiamo riassumere tutto in poche parole: nasciamo da un atto non libero e, già condizionati, ci prepariamo ad affrontare il mondo dove ogni evento o persona, ci condizionerà ulteriormente. Ed ogni azione deriverà da un condizionamento specifico o generico.

L’uomo si trova costantemente davanti ad una scelta: deve scegliere. Ogni scelta è un’azione non libera. La scelta deriva dal condizionamento: eventi passati, cultura, luogo e tempo, aspettative.
Ed ogni nuova azione modificherà gli eventi. Gli eventi successivi saranno in parte condizionati da questa scelta, che ci schiavizza perché ci pone di fronte al SENSO DI RESPONSABILITA'...alla fine questa
grande responsabilità si tramuta repentinamente nel NULLA: nessuna responsabilità da trasmettere a qualcuno, perché in essa vi é già la mancanza di libertà di scegliere...

Big, non impariamo niente e non abbiamo niente di piu', di differente da trasmettere, perché tutto cio' che ci viene messo sotto il naso o che ci capita per puro caso, é frutto di una azione subita, di un'imposizione che poi si rivelerà una grande mancanza di libertà.



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BigBossStigazzi
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Big, non impariamo niente e non abbiamo niente di piu', di differente da trasmettere, perché tutto cio' che ci viene messo sotto il naso o che ci capita per puro caso, é frutto di una azione subita, di un'imposizione che poi si rivelerà una grande mancanza di libertà.



grazie jester, di cuore, perchè con la disamina cinica (non in senso dispregiativo) ed efficace che fai e con questa ultima frase, metti in luce quel "sano realismo" cui tutti siamo portati con l'esperienza, per dare un senso all' oscillazione continua fra illusioni e delusioni.


Ma manca qualcosa, la speranza che, bada bene, non è illusione o fede o voler chiudere gli occhi di fronte all'insensatezza della nostra esistenza, è la speranza che dal letame nascano i fior, ossia che da quello che noi consideriamo letame possa derivare qualcosa di positivo.
Infatti qui di seguito scriverò anche cosa intendo per "buona" o "bella" educazione, perchè io credo che si possa insegnare cose diverse in modo diverso, vedi la scuola di barbiana, vedi i draghi locopei.
Conosci la storia de "i draghi locopei"? è l'anagramma de i giochi di parole ed è un testo di una docente e preside italiana la quale insegna l'italiano con i giochi di parole, la sua scuola ha una media molto bassa perchè tutte le scuole le inviano "le bocce perse" quei ragazzi che sono destinati nel migliore dei casi ad abbandonare la scuola, arrivati da lei continuano, magari escono con il minimo, ma imparano qualcosa.
Io ultimamente "insegno" a bambini e ragazzi autistici e tutti si meravigliano dei risultati che ottengo.
Ci sono cose diverse da insegnare, educare alla diversità, alla lentezza, alla noia...sì anche alla noia, all'arte di sapersi annoiare, all'arte di perdere tempo, all'arte di ascoltare gli altri, educare alla frustrazione, educare al cercare soluzioni non ai problemi ma NEI problemi, insegnare al forse, al dipende e al quando capita.
Educare alla pazienza e all'impazienza, alla calma ed alla rabbia, anche alla violenza e all'aggressività, che quando da dentro arrivano questi feroci sentimenti con le relative emozioni uno non abbia paura di se stesso, ma abbia idea di come gestire la propria rabbia.
Educare all'alimentazione, educare al rispetto di sè stessi e degli altri, non per un dio ma nemmeno per gioco ma perchè i cigliegi ritornino in fiore...educare alla disabilità, inserire nei programmi una settimana di carrozzina per tutti ed una settimana di tappi nelle orecchie o andare in giro bendati e con il bastone, i bambini ma anche gli adulti, i medici, gli infermieri, gli insegnanti, devono capire come si vive senza gambe, senza voce.....

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BigBossStigazzi
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Giancarlo Siani 26 anni in tutto, e poi ucciso dalla camorra...ho visto il film di Marco Risi ed ora sò che è esistito...mica posso conoscere tutte le vittime della camorra...vero, ma che un film debba informarmi dell'esistenza di quello che dovrebbe essere un esempio di giornalismo, di vita, di sacrificio per la verità...mi sconvolge, anche chi vuole sentirle queste cose se non c'è I CENTOPASSI o GOMORRA non ne viene a conoscenza, solo puttanate, fighe dei potenti e potenti e gossip ... hanno passato l'estate facendo la TAMARREIDE e nessuno parla di Giacarlo Siani. Che paese di merda!

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BigBossStigazzi
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Offendere è sbagliato, lo premetto, io lo faccio a volte e sbaglio.
Sicuramente.
Solo che mi domando se a un imbecille si da dell'imbecille è una offesa?
O è una analisi dei fatti?
Non sarà bello da dire, ma se è vero? Bisogna dire una bugia che sia bella da dire e da sentire?
Ossia non offendere coloro che meritano di essere offesi non si chiama IPOCRISIA?
C'è un problema alla base, sicuramente qualcuno che per me è imbecille, per qualcun altro può essere un mezzo genio, quindi se gli dico "imbecille" lo offendo perchè dico qualcosa di non comprovato universalmente, qualcosa che rientra nel campo delle opinioni e non dei fatti.
E se una persona che stimo trova intelligente qualcuno che per me è un imbecille, cosa faccio?
Qual'è la verità?
E' imbecille o non è imbecille?
Se dovessimo applicare la fredda logica se è imbecille lo è anche la persona che stimo e stimandola lo sono anch'io!!!!
Se non lo è allora io mi sono sbagliato e nessuno è imbecille.
Ecco perchè non conviene offendere, anche fosse la verità alla fine rischi di diventare imbecille tu.

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acca larenzia
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:Giancarlo Siani 26 anni in tutto, e poi ucciso dalla camorra...ho visto il film di Marco Risi ed ora sò che è esistito...mica posso conoscere tutte le vittime della camorra...vero, ma che un film debba informarmi dell'esistenza di quello che dovrebbe essere un esempio di giornalismo, di vita, di sacrificio per la verità...mi sconvolge, anche chi vuole sentirle queste cose se non c'è I CENTOPASSI o GOMORRA non ne viene a conoscenza, solo puttanate, fighe dei potenti e potenti e gossip ... hanno passato l'estate facendo la TAMARREIDE e nessuno parla di Giacarlo Siani. Che paese di merda!


Certo il delitto Siani..., ma che dire delle vittime innocenti della camorra, mafia, ndrangheta etc.? Una madre, una giovane madre, del tutto estranea alla vita criminale, fu uccisa, anche lei al Vomero, nei pressi del delitto Siani, perche' i killer, per colpire il loro obiettivo, non riuscirono a centrare solo quello. E di casi come questo descritto ce ne sono parecchi,

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BigBossStigazzi
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però vedi acca, dire vittime innocenti per dire le vittime CASUALI potrebbe anche essere letto come:
Siani non era innocente,
e che aveva fatto?
aveva parlato!
allora tutti i giornalisti o le persone dello stato che hanno combattuto le mafie sarebbero colpevoli?
Non credo certo che tu volessi intendere questo, ma sai secondo me le mafie campano proprio sulle parole sbagliate, sugli omissis, sui non detti...bisogna trovare le parole migliori e dire tutto...allora forse riusciremo a battere queste mafie che sono perfino orgogliose del loro operato (basti pensare a sandokan o alle donne di mafie vestite come uma thurman in kill bill) ma dobbiamo far capire a tutti che grossi pezzi di stato sono mafia, questi giornalisti sono stati uccisi sempre quando arrivavano vicino ai collegamenti e non dovrebbero essere considerati colpevoli o eroi per quello che hanno fatto ma un esempio da seguire per tutti...acca, io vivo nelle marche e vengo dall'emilia romagna, ma la mafia la conosco, è in tutta Italia in tutti le strutture pubbliche e private, spesso quando io ho cercato lavoro mi è stato chiesto "ma LEI ...ha SANTI IN PARADISO?"....

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acca larenzia
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acca larenzia ha scritto:

Certo il delitto Siani..., ma che dire delle ALTRE vittime innocenti della camorra, mafia, ndrangheta etc.? Una madre, una giovane madre, del tutto estranea alla vita criminale, fu uccisa, anche lei al Vomero, nei pressi del delitto Siani, perche' i killer, per colpire il loro obiettivo, non riuscirono a centrare solo quello. E di casi come questo descritto ce ne sono parecchi,

Big, avendo tu perfettamente ragione, mi sono quotata e corretta.

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BigBossStigazzi
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scusami acca, di solito non sono il pignolo sulle parole ma in alcuni casi (questo, caos vs anarchia, e pochi altri) lo ritengo assolutamente necessario non per te ma per chi legge che può fraintendere, soprattutto se come dice Saviano mafia e camorra sporcano la memoria delle vittime insinuando che siano colpevoli di qualcosa, il prete, il giornalista, il magistrato, è stato ucciso perchè lottava contro la mafia o perchè era di un clan rivale?
Peccato che i comunisti siano scomunicati e quello ci sta, ogni comunista è lieto della scomunica, ma i mafiosi così religiosi anche loro della scomunica se ne strafregano poi finchè i boss hanno alti prelati che li confessano in latitanza...baf che paese del cazzo (per distinguermi dal paese di merda!)

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è uscito g8gate un documentario sul g8 del 2001 estrapolando materiale da più di 100 ore di filmati di telefonini e videocamere da cui dovrebbe (il condizionale è d'obbligo visto che anch'io devo ancora vederlo) emergere una visione più chiara e completa degli eventi di quei giorni, dovrebbe essere in rete e consiglio caldamente a tutti di guardarlo poi ci risentiamo una volta visto per commenti ed impressioni.

ps scrivete "Ggate - Inchiesta G8 Genova"

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"all cops are bastards" questo il titolo di un libro che mi procurerò e che mi interessa, giro la segnalazione a chi è interessato, stando alla recensione dovrebbe contenere dei dialoghi avvenuti via forum o chat (non ho ben capito), su linee esclusive (in tale "posto" arrivi solo dai computer delle procure) dove poliziotti discutono fra loro in maniera colorita anche dei fatti di genova (si parla di risate alla notizia della morte di Carlo Giuliani), viene descritto come un fight club poliziesco...interessante no?

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il vero problema dell'amore è solo uno....ed è lo stesso della parola "mamma" o "dio"...ognuno ha il proprio e gli da un senso diverso, siamo pieni di gente, 7 miliardi di persone che, togliendo quelli che devono sopravvivere e quindi al massimo scopano e non si mettono problemi, già ce li hanno, tutti gli altri stanno a dirsi l'un l'altro "l'amore vero è così" "no, l'amore vero è così" "l'amore è questo" "l'amore è quello"...

anche un rapporto orribile di violenza e sottomissione può essere funzionale alle aspettative e all'autostima dei singoli soggetti coinvolti per cui può essere un esempio di vero amore...io dico il vero amore è rispetto, è questo, è quello, ma al massimo sto parlando per me, forse, non posso codificare questa parola in un senso generale che comprenda tutti gli altri, c'è chi è convinto che il vero amore sia casto e allora chiama vero amore quello che non implica la sessualità, per me è una cazzata, ma per lui/lei no, quindi...
jester dice che l'amore biologico dura tre anni...vero gli scienziati l'hanno detto, ma gli scienziati cambiano idea una volta all'anno, poi dicono anche che noi ogni cinque anni rinnoviamo tutte le cellule per cui dopo cinque anni siamo praticamente un'altra persona, per cui volendo, si può cambiare donna o tenere la donna che ogni cinque anni cambia da sola...quell'altro dice che solo i guru sanno cos'è l'amore...benissimo si tengano le loro certezze da guru, c'è chi dice che bisogna che siano tutt'e due coinvolti allo stesso modo: COME CAZZO LO FAI A SAPERE QUANTO è COINVOLTO L'ALTRO/A E SE CORRISPONDE A QUANTO SEI CONVOLTO TU? Cazzate, per me son tutte cazzate, ma sono amori veri come la mia idea di amore per cui smettiamo di parlarne e FACCIAMOLO...facciamo l'amore in casa, nei parchi, nei ristoranti, sulla cattedra con la maestra...facciamolo e smettiamo di parlarlo.

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Kleana
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto: .... FACCIAMOLO...facciamo l'amore in casa, nei parchi, nei ristoranti, sulla cattedra con la maestra...facciamolo e smettiamo di parlarlo.

Non dire così che già normalmente a scuola si fa tutto tranne che studiare... blogstigazzi - Pagina 4 Lookaround

Comunque sono d'accordo, a parlarne troppo perde di significato.

99
BigBossStigazzi
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dicevo io con la maestra sulla cattedra Sorriso Scemo

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BigBossStigazzi
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"Le persone con molti dubbi e poche certezze,

(anche fossero in torto in entrambi i casi)

mi impensieriscono molto meno

di coloro che sono sempre privi di dubbi

e sicuri di essere dalla parte della ragione

(specialmente se ci fossero davvero)"

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