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301
BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
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io devo ancora capire quella sui due punti... Sorriso Scemo

302
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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io, veramente.... sapevo che si scriveva Dvoràk, con uno strano segnetto sopra la "r" che qui non c'è proprio.

Comunque non ti angustiare, Ninfetta!... nemmeno io, fino a sei o sette anni fa sapevo affatto chi fosse.
Poi una dolcissima utente di un Forum... ( o ci conoscemmo grazie a WinMX?... manco me lo ricordo!),
me lo fece conoscere ed apprezzare.
Poi lui è rimasto e lei...volatilizzata!... (mai raccontata tutta la storia?... fu squisitamente allucinante!!)

Ma non turbarti anche per un altro motivo. Non riusciremo mai a conoscere tutti i grandissimi!
Per esempio, giusto un anno fa (si proprio in questi giorni) seppi di un altro di questi immensi
Anton Bruckner... e le sue celestiali sinfonie!... e vedo che il correttore ortografico del Sito
me lo sottolinea come errore ancora oggi... 'gnurant! come direbbero al Nord

303
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
quote="Pazza_di_Acerra"]Non vedo l'ora...[/quote]

Bene.
Apostrofo.
Si mette all'indeterminativo femminile di fronte ad una parola che inizia con una vocale.
Il maschile no, perchè c'è "un".
Ma chi dei due è davvero meritevole di un elisione?
Chi ha qualcosa in più che può essere tagliato?
Non noi.
In più, perchè per il maschile hanno fatto un articolo in più, e a noi no?
Sono tutte espressioni delle defferenze di genere depositate nella cultura, nonchè dell'ancoscia di castrazione che la maschilità della nostra cultura ha tradotto in regole linguistiche.


Sicura che vuoi sapere quela del punto e virgola? rotolarsi dal ridere

BIGbossSTIGAZZI ha scritto:io devo ancora capire quella sui due punti... Sorriso Scemo

Mahhh... contro di lora non ho nulla... mia angosciano però perche sembrano una ghigliottina




@ Lucio


Me lo presenti questo signor musicista?

304
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Spero che di Dvorak (si pronuncia VORSHAK col suono "j" alla francese) la sua amica le abbia consigliato il concerto per violoncello e orchestra, che è di gran lunga la sua opera migliore.
Di Bruckner le consiglio le sinfonie n.4, 5 e 0.

305
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
vediamo un po'... c'è un popò di roba che inquina il Po!..
e pò'?... che ce potemo fà?... o Fa#?

Una regoletta grammaticale semplice dice che si accentua il sinonimo più raro per non confonderlo con
quello più comune... e chi lo dice che quello è in maggioranza e quell'altro in minoranza?...
dovremmo chiederlo ai nostri politici???... hihihihihihihihihi!

306
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Pazza_di_Acerra ha scritto:Spero che di Dvorak (si pronuncia VORSHAK col suono "j" alla francese) la sua amica le abbia consigliato il concerto per violoncello e orchestra, che è di gran lunga la sua opera migliore.
Di Bruckner le consiglio le sinfonie n.4, 5 e 0.


PER LA PAZZA DI ACERRA, OVAZIONE E DEDICA SPECIALE DA PARTE MIA!!!

Metterò qui sotto subito il mio "Gentile" come personale omaggio.
(Poi penserà il MOD a spostarlo nella sezione giusta e cazziarmi!)

Riguardo a Dvoràk, per quanto ne so io la sua sinfonia più celebre è la 7a, di cui addirittura ne ho due (o forse 3?) versioni.

... ma è una questione di gusti... Secondo me sono tutte bellissime.

307
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Gentile

L’atmosfera è pressappoco quella di sempre.

Sontuosa e forse un po’ eccessiva l’eleganza della bella sala a ferro di cavallo liberty appena appena appesantita dalle aggiunte decorazioni dorate baroccheggianti fa da cornice alle superflue pellicce di mille animali diversi ostentate da signore e signorine “bene”, in voluto stridente contrasto con quelle altre signore e signorine altrettanto agiate ma sapientemente e costosamente sciatte, che cercano di promuoversi come intellettuali impegnate.
Noi uomini siamo vestiti naturalmente come si usa ora: in modo che si capisca chiaramente che nessuno di noi ha un’idea nemmeno approssimativa di cosa ci si debba mettere per un concerto, un funerale, per lo stadio o per andare in chiesa.

Acustica smorzata nei bisbigli e nei fruscii della gente che piglia posto dalle poltrone di pesante velluto rosso e dai i drappeggi e le passamanerie testimoni di epoche ormai lontane e decadute; suoni ovattati e bassi, che sembrano lontani e sono invece tutt’intorno a te. E chiacchiere inutili, incomprensibili e commenti banali: tanto per dire qualcosa, per chi non ha nulla da dire.

Aria pesante, caldo eccessivo come sempre; forse c’è un amministratore particolarmente freddoloso o cointeressato nella fornitura di gasolio. Luci abbassate, per far sembrare candele le moderne lampadine elettriche. Mascherine impeccabili nella loro divisa rossa e nera, efficienti, cerimoniose e sorridenti fino allo stucchevole.

Stasera “omaggio a Dvořák”: danze slave ed il celebre “concerto in si minore opera 104” per violoncello solista ed orchestra.

La mia vicina di poltrona è una ragazza smorta. Non giovane, non vecchia, non è bella né brutta. Scialba; e puzza un poco. Forse per lei sarà normale, ma la mescola dei suoi afrori personali e di quelli artificiali che si è schizzata addosso non è ben riuscita: e puzza. Lievemente, ma sgradevolmente.
Meno male che stasera sono in ghingheri, ed ho il fazzoletto odoroso di “Drakkar noir”. Mi lacrimano gli occhi per la congiuntivite e questa è una buona scusa per metterlo frequentemente sul naso e tenercelo, respirandovi dentro.

Aspiro l’aroma francese di Guy Laroche che m’inebria un pochino, ho le esalazioni della vicina di seggiola e quelle indistinguibili di centinaia d’altri corpi intorno e il murmure di cento sussurri ed aliti e zaffate di vita e presenza di passioni segrete e di sogni e d’angosce private… Ma è tutto l’ambiente ad essere pieno delle emozioni e sensazioni di innumerevoli generazioni di spettatori che nei secoli si sono rifugiati qui per scoprire se stessi, complici la penombra e le magie della musica; per esplorare il proprio immaginario più intimo, il proprio “se stesso” profondo e sconosciuto: quello ch’io stesso cerco, e qualche volta, forse, riesco a sfiorare.

Mi si confonde l’anima, ed un poco si smarrisce.

Comincia il concerto. Il solista è un atletico biondo giovanottone finlandese di più di due metri, ed il violoncello che tiene nelle mani mi fa subito pensare ad una fragile ballerina fra le braccia del suo massiccio cavaliere. S’è appena seduto, e segue con un leggero ondeggiare della testa l’orchestra, nelle note introduttive alla sua esecuzione. In sincronia, ondeggia anche lo strumento. Lo tiene fra le gambe, come usano fare tutti i violoncellisti, ma molto verticale, quasi ritto, e di tanto in tanto lo accosta alla guancia, come per mormorargli qualcosa per fargli qualche raccomandazione o bisbigliare una tenerezza.

Ho già in mente le parole in quella tua lettera: «un bacino sulla fronte… ed un altro sul volto. Ma poi basta, però».
Non credo che al gigante basti così, non ha ancora nemmeno suonato una nota; non mi contenterei di due soli bacini…

Inizia. Qualche tocco leggero come per saggiare le corde, ed è già concerto. Ci sa fare, il finnico. Ma io immagino te. In quella tutina rosata che ti vidi indossare una volta. Rosa la maglietta appena aderente sul seno procace, e dell’identico rosa il fuseau in leggera maglina elastica e vellutata, e le scarpe modello ballerina che parevano di seta. Rosa, ma di molto più chiara, la sciarpetta leggera a proteggerti il collo scoperto. Come il nastro per fermarti i capelli.

Va avanti, il concerto: l’ “allegro” iniziale lascia spazio all’ “adagio”… “ma non troppo”, come raccomanda lo spartito. Ed il giovane artista assorbe ogni nota filtrandola nell’anima, e la fa sua interpretandola e vivendola. Una per una le trasmette allo strumento, con le mani, con l’archetto. E la macchina di legno e di corda prende vita e risponde a tanta passione e vibra e sospira e geme sonora al tocco sapiente delle dita maestre. Ove lui tace, lei canta per lui. E sembra vivere di umana passione, ondeggiare di più alte emozioni, rispondere di suo alle sollecitazioni amorose del cantore muto, rapito dalle note, amante di “lei”, che dà voce melodiosa al suo intimo sentire. Lei, la macchina di legno, in quelle mani virtuose non è più una macchina di legno; si esibisce per noi, e canta per amare il suo maestro, padrone e tutore, ma gode di gioia sua, personale.

E sembra infatti che quella viola suoni come per incantesimo, sembra che suoni da sola. Le mani del maestro che sono su di lei, non sembrano esserci per comandarne delle specifiche note, ma per stimolarla a cantare, per darle delizia e nuove sensazioni. I riflessi mutevoli delle luci discrete sulle superfici ondulate di legno polito fanno pensare a una danza, alle movenze estatiche della ballerina perduta negli incanti della melodia, nei giochi rutilanti di consonanti complici strofe.

Le mie mani sul tuo corpo. A carezzarlo, senza forse nemmeno sfiorarlo. Seguirne pianamente ogni curva, ogni incavo ogni contorno. Sollevata la mano di un millimetro dalla superficie setosa di quel sottile tessuto rosa ed avvertire il fremito, sotto, della tua pelle che aspetta il contatto. Ansiosa, timorosa o forse vogliosa… non sa. Quella pelle, la tua pelle, che anela e che freme. E con la punta del dito indagare le forme, per impararle, farle mie, ricordarle. Il bordo dell’orecchio ed il profilo del viso, la forma del naso, il disegno delle labbra…
Ed andare a scoprire ogni piega, ogni solco, ogni pista disegnata sul corpo, seguire ogni percorso di piacere fin negli angoli più nascosti, negli atri più intimi e segreti.

Ci avviamo al finale. I toni si fanno più intensi, i suoni decisi. L’archetto è giostrato con forza, e morde le corde di pelle e di nervo che si tendono ed urlano, allentando e avversando la cassa sonora che geme e canta e piange ed esulta e gioisce in spasmodica eccitazione. Sfrega veloce l’archetto sulle corde, nel “crescendo a fortissimo”, su e giù, su e giù, sempre più in fretta, con sempre più forza. E con sempre più forza l’artista gigante stringe e tormenta fra le ginocchia il violoncello. La sua amante. E la squassa a destra e a sinistra, e l’abbraccia, l’avvolge, l’avvinghia e la stringe nell’estasi dell’armonia, mentre velocissime le dita serpeggiano sulla tastiera a bloccare le corde più in alto, più in basso, e tirarne fuori ogni nota, ogni palpito, ogni voce.

Le corde: così sensibili e tese dal “riccio”, su in cima allo strumento, al “ponticello” sul ventre panciuto, fino a fissarsi alla “cordiera”, quel pezzo così simile nella forma ad un sesso di donna ancorato giù in fondo alla cassa, davanti alla gamba sottile.

Non mi ci vuole molto a rivestire quel violoncello prosperoso di forme della tua carne e del tuo volto, fare dei suoi nervi i tuoi nervi, della sua eccitazione la tua eccitazione.
E mi viene naturale fondermi col finnico musicista e pizzicare e sollecitare io le tue corde, per sentirti fremere e vibrare e sobbalzare nelle mie braccia, e torcerti di piacere e di gioia, e pensare e sapere e credere che ispiratore ed artefice di tanto godimento sia io, per te.

Con le labbra sfiorarti i capelli e sentirvi il profumo di sole e di grano ed osservare la luce giocarvi frammezzo a tirar fuori disegni vivi di colori e di luci da ammirare e da bere, e conservare per i giorni di buio… Brividi che scorrono; si propagano dal tuo corpo al mio, dalle tue mani protese imploranti carezze alle mie vogliose di sentirti, toccarti e confondersi in te. Respirare la stessa aria, sentire lo stesso sentire, unirsi e mischiarsi, suonare d’una stessa sinfonia. Strumento e musica, materia ed intelletto, una cosa sola.

E’ solo un sogno, lo so, non sono così fuori di me; ma comunque, è un bellissimo sogno. E val la pena di ricordarlo.

Si smorza la musica, lentamente, nell’ “andante - adagio” del nuovo movimento. Mi pare di sentire che alla furia della passione subentri la pace dell’appagamento. Le note scivolano via melodiose e quasi liquide, gli strumenti accompagnatori dell’orchestra ed il solista in querulo dialogo si scambiamo strofe e refrain, e li riprendono, ci scherzano con mille variazioni. Anche il nostro violoncello sembra tornato ad una natura più usuale, ad un oggetto che emette suoni. La sua avventura nel mondo della sensualità sta passando, pian piano diventa più preciso nella forma e nella funzione. Riacquista il suo legno e si sveste della carne, del rosa, dei tuoi brividi, dei nastri. Ancora una volta mi guarda sornione e mi lancia un altro sorriso; chissà, forse un bacino sul collo… e poi basta! Appagato, e malinconico un poco.
Il violoncello lo sa: fra un istante non potrà più essere te.

Il “Gentile da Fabriano”, il teatro che ci ha ospitato stasera, lentamente riprende la sua forma, la sua atmosfera, si ricrea l’ambiente: la fantasia svanisce. C’è di nuovo il caldo, le luci, la gente che applaude.

Un po’ imbarazzato, vergognoso perfino del mio sogno segreto, cerco adesso di darmi un contegno. Sorrido come compiaciuto alla mia sempre puzzolente vicina e do uno sguardo competente ed interessato al programma della serata, alla “guida all’ascolto” («guida all’ascolto… e di che?», non mi pare di averne avuto bisogno!) ed al profilo artistico del violinista biondo.

Accidenti però!… hai capito? Il nostro amico finlandese è personalità di spicco! Ha una carriera lunga un chilometro e quanto mai prestigiosa!… concerti, incisioni, partecipazioni in mezzo mondo!… e poi, leggi, leggi… Il suo strumento, la ballerina, l’amante leggera ed appassionata, il violoncello insomma, si… proprio quello di stasera, mica è uno strumento qualunque!…

E’ nientepopodimeno che un “Carlo Giuseppe Testore - del 1698”!!!
Del milleseicentonovantotto! ha più di trecento anni!

Capito con che razza di bacucca ho fatto l’amore stasera?



Lucio Musto 1° febbraio 2004 parole 1718
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308
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Lucio Musto ha scritto:
Pazza_di_Acerra ha scritto:Spero che di Dvorak (si pronuncia VORSHAK col suono "j" alla francese) la sua amica le abbia consigliato il concerto per violoncello e orchestra, che è di gran lunga la sua opera migliore.
Di Bruckner le consiglio le sinfonie n.4, 5 e 0.


PER LA PAZZA DI ACERRA, OVAZIONE E DEDICA SPECIALE DA PARTE MIA!!!

Metterò qui sotto subito il mio "Gentile" come personale omaggio.
(Poi penserà il MOD a spostarlo nella sezione giusta e cazziarmi!)

Riguardo a Dvoràk, per quanto ne so io la sua sinfonia più celebre è la 7a, di cui addirittura ne ho due (o forse 3?) versioni.


... ma è una questione di gusti... Secondo me sono tutte bellissime.

L'opera più famosa di Dvorak è la "sinfonia dal nuovo mondo (nr. 9), ma i veri conoscitori ritengono che il concerto oer violoncello e orchestra sia un gradino sopra, e io sono d'accordo. Del resto ne parla anche lei nel suo "Gentile"!
Forse lei intendeva la sinfonia nr. 7 di Bruckner?

309
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
si, quella, la n° 7 di Bruckner

310
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Non è male, ma io preferisco le tre che le ho citato sopra...
E comunque il buon Anton non rientra nel novero dei miei preferiti...

311
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Volentieri, Ninfetta... cosa vuoi che ti faccia?... un DVD di tutti i pezzi che mi sembrano più belli di Dvoràk e le sinfonie di Bruckner?

312
Blasel
Blasel
Banned
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Me lo consentite? Fino a qualche decennio fa ero un cultore di musica sinfonica (ancora oggi possiedo, inutilizzati, oltre 2.000 vinile 33 giri che fanno gola ai collezionisti, ma di cui non intendo ancora privarmi. Non li vendero' MAI, al massimo potro' regalarli, cosi come ho fatto con i LaserDisc (che erano oltre 300).

Allora il cognome di quell'autore ceco (non cieco rotolarsi dal ridere ) di cui state discutendo si pronuncia semplicemente 'svorgiac' cosi come negli anni 50' sui camion frigorifero che trasportavano i gelati Algida, era scritto 'Eis crim' e mia madre s'interrogava su cosa avrebbero potuto comprendere gli anglo-americani.

313
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Comprensibile, Pazza di Acerra.
l'organo non è comunque uno strumento facile, da farsi entrare nel cuore.
Stupisce l'anima... ma ti mette in soggezione!

314
Blasel
Blasel
Banned
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Pazza_di_Acerra ha scritto:Non è male, ma io preferisco le tre che le ho citato sopra...
E comunque il buon Anton non rientra nel novero dei miei preferiti...

altro errore veniale... non ANTON, bensi Antonin....

che rompipalle (che sono!)

315
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
blasel ha scritto:Me lo consentite? Fino a qualche decennio fa ero un cultore di musica sinfonica (ancora oggi possiedo, inutilizzati, oltre 2.000 vinile 33 giri che fanno gola ai collezionisti, ma di cui non intendo ancora privarmi. Non li vendero' MAI, al massimo potro' regalarli, cosi come ho fatto con i LaserDisc (che erano oltre 300).

Allora il cognome di quell'autore ceco (non cieco rotolarsi dal ridere ) di cui state discutendo si pronuncia semplicemente 'svorgiac' cosi come negli anni 50' sui camion frigorifero che trasportavano i gelati Algida, era scritto 'Eis crim' e mia madre s'interrogava su cosa avrebbero potuto comprendere gli anglo-americani.

Dottò, visto ca staje senza fa niente... pecché nun te mitte cu 'na santa pacienzia e c' 'e registri in emmepitré 'sti 2000 vinile e ce li fai "pervenire"?... Nui ci sentiremmo... debitamente obbligati da tanta crianza!

316
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
blasel ha scritto:
Pazza_di_Acerra ha scritto:Non è male, ma io preferisco le tre che le ho citato sopra...
E comunque il buon Anton non rientra nel novero dei miei preferiti...

altro errore veniale... non ANTON, bensi Antonin....

che rompipalle (che sono!)


No, no, Anton. Stavo parlando di Bruckner. Su Dvorak si fidi di me che sone mezza slava: si pronuncia vorjak, con la "j" che ha lo stesso suone del "je" francese...

317
Blasel
Blasel
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Lucio Musto ha scritto:Comprensibile, Pazza di Acerra.
l'organo non è comunque uno strumento facile, da farsi entrare nel cuore.
Stupisce l'anima... ma ti mette in soggezione!

L'organo???

E va be'.

Comunque l'organo e' uno strumento molto particolare poiche' ha bisogno di un ambiente la cui sonorita' dev'essere perfetta, come quella del teatro S.Carlo di Napoli, il che e' quasi impossibile dato che e' sempre collocato in chiese e cattedrali.

Altro fattore determinante e' la presenza, o meno di gente, durante una registrazione discografica organistica, e la sistemazione dei materiali, microfoni compresi, per la registrazione medesima.

Infine, si tenga ben presente, che a differenza di quanto avviene per altri strumenti a tastiera, il suono non e' immediato e contemporaneo all'azione del musicista, il che rende tutto talmente complicato che sono molto rare delle registrazioni che si possono definire superlative.

318
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
blasel ha scritto:
Pazza_di_Acerra ha scritto:Non è male, ma io preferisco le tre che le ho citato sopra...
E comunque il buon Anton non rientra nel novero dei miei preferiti...

altro errore veniale... non ANTON, bensi Antonin....

che rompipalle (che sono!)
A cosa state pensando adesso? - Pagina 13 Bruckn10

A cosa state pensando adesso? - Pagina 13 Bruckn12


Non per vuota polemica, che non avrebbe senso, ma per precisione
sui miei dischi c'e scritto proprio Anton Bruckner

comunque anche a me, mi chiamano spesso Lucettino... Sorriso Scemo



Ultima modifica di Lucio Musto il Sab 21 Mag 2011 - 14:48 - modificato 1 volta.

319
Blasel
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Pazza_di_Acerra ha scritto: Su Dvorak si fidi di me che sone mezza slava: si pronuncia vorjak, con la "j" che ha lo stesso suone del "je" francese...

ma infatti, e' proprio per quella 'j' francese che l'ho sostituita con il suono derivante dalla nostra 'g' dolce e le assicuro che quando ancora il mio udito funzionava (ed anche bene) i musicisti alla iniziale 'V' facevano precedere una 'leggera' 'S' ecco perche' ho scritto 'svorgiac'

320
Blasel
Blasel
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Lucio Musto ha scritto:
Non per vuota polemica, che non avrebbe senso, ma per precisione
sui miei dischi c'e scritto proprio Anton Bruckner


...ero rimasto a Dvòrak....

lo sai che sono sempre in ritardo (o ritardato?)

321
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
blasel ha scritto:
Pazza_di_Acerra ha scritto: Su Dvorak si fidi di me che sone mezza slava: si pronuncia vorjak, con la "j" che ha lo stesso suone del "je" francese...

ma infatti, e' proprio per quella 'j' francese che l'ho sostituita con il suono derivante dalla nostra 'g' dolce e le assicuro che quando ancora il mio udito funzionava (ed anche bene) i musicisti alla iniziale 'V' facevano precedere una 'leggera' 'S' ecco perche' ho scritto 'svorgiac'

Non erano sicuramente musicisti di ceppo slavo. Comunque si tratta di un peccato bveniale e si può anche pronunciare accussì!

322
Ostap Bender
Ostap Bender
Moderatore
Moderatore
Ragazzi, in Orizzonti c'è la sezione "Il moto immobile" dedicata a tutti gli appassionati di musica. Magari lì dentro potreste riuscire ad attirare altri nel vostro interessante disquisire. Buon proseguimento

323
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Diciamo che non sono proprio bravissimo a fare le foto...
(ma quella era la macchinetta vecchia! hihihihihiih!)


A cosa state pensando adesso? - Pagina 13 Stflor10

324
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
chiedo scusa al MOD

I nostri interventi si sono sovrapposti

325
Ostap Bender
Ostap Bender
Moderatore
Moderatore
Nessun problema. Il mio volevo essere un invito, non ua rimostranza.

326
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