Leda ha scritto:La depressione è una malattia. PUNTO.
Ma io direi che: se invece di uno, ne mettessimo due di punti, faremmo cosa
buona e giusta.
Mi pare infatti, vi siano diverse pagine del thread che illustrano -a ragione- come la depressione sia un’entità composita già nella definizione, nel quadro sintomatologico, in quello psicopatologico, in quello terapeutico.
La perentorietà del «punto» non può certo rendere giustizia a tale complessità che -tra le altre cose- registra anche la presenza di quei disturbi depressivi minori, che in un modo o nell’altro caratterizzano la vita di tutti noi.
Infine, ricordo che vi è un terreno di ricerca (quello psichiatrico-evoluzionistico) che sta esaminando alcuni sintomi depressivi in chiave adattiva.
No, quel punto non rende giustizia.
Leda ha scritto:Chi non la prova non la può capire né giudicare
Sovente è proprio chi soffre di tale disturbo che non riesce e non può compiere tale analisi ed inoltre, se volessimo evidenziare al massimo il concetto di comprensione ed analisi, ne scaturirebbe che può comprendere il fenomeno, chi ha un punto di osservazione autonomo ed oggettivo ed è altresì in possesso di requisiti che gli consentano di cimentarsi con successo in tale opera.
Leda ha scritto:Non esiste una scala del dolore o della sofferenza.
Come a dire che il dolore in senso lato, o la sofferenza psicologica non presentano differenze quali- quantitative: semplicemente qualcosa di oltre all’inaccettabile.
Leda ha scritto:
E non è una "malattia moderna" dovuta al benessere.
Quella, semmai, è l'obesità.
Bisogna comprendere bene i termini “malattia moderna ” e “benessere”. Perché se è vero che il disturbo depressivo ha fatto la propria comparsa nella vita psichica dell’individuo da tempo immemore, è altrettanto vero che attualmente si sta proponendo in termini sempre più marcati e una relazione (nient’affatto superficiale) può essere ravvisata.