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Se la depressione fosse un autodifesa?

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Blasel
Blasel
Banned
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Il_Soldatino_di_Piombo ha scritto:

Ma io non mi sono offesa.

Per quanto riguarda il sorridere, beh...lo faccio, quando è il caso Se la depressione fosse un autodifesa? - Pagina 3 104708


Sono lieto d'apprendere che non ti ho offesa prima e vorrei che non ti sentissi offesa per aver io ipotizzato la tua permalosita', che credimi, avevo letto, probabilmente in maniera erronea, nelle prime parole del tuo post precedente.

Visto che e' stata una serie di qui pro quo da parte mia, fai conto d'aver assistito ad una 'candid camera' e cogli anche quest'occasione per sorridere dei miei errori.

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Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
blasel ha scritto:
Il_Soldatino_di_Piombo ha scritto:

Ma io non mi sono offesa.

Per quanto riguarda il sorridere, beh...lo faccio, quando è il caso Se la depressione fosse un autodifesa? - Pagina 3 104708


Sono lieto d'apprendere che non ti ho offesa prima e vorrei che non ti sentissi offesa per aver io ipotizzato la tua permalosita', che credimi, avevo letto, probabilmente in maniera erronea, nelle prime parole del tuo post precedente.

Visto che e' stata una serie di qui pro quo da parte mia, fai conto d'aver assistito ad una 'candid camera' e cogli anche quest'occasione per sorridere dei miei errori.

Hai controbattuto in maniera simpatica : sì, sorrido con piacere Se la depressione fosse un autodifesa? - Pagina 3 104708

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Leda
avatar
Viandante Storico
Viandante Storico
La depressione è una malattia. PUNTO.
Chi non la prova non la può capire né giudicare.
Esattamente come i dolori del malato terminale.
Non esiste una scala del dolore o della sofferenza.

E non è una "malattia moderna" dovuta al benessere.
Quella, semmai, è l'obesità.

54
Lostboy
Lostboy
Viandante Storico
Viandante Storico
Leda ha scritto:La depressione è una malattia. PUNTO.
Chi non la prova non la può capire né giudicare.
Esattamente come i dolori del malato terminale.
Non esiste una scala del dolore o della sofferenza.

E non è una "malattia moderna" dovuta al benessere.
Quella, semmai, è l'obesità.

Già è vero, voler trovare i lati positivi è un po come calpestare una m...a e cercare di convincersi che almeno ti porterà fortuna

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Leda ha scritto:La depressione è una malattia. PUNTO.
Ma io direi che: se invece di uno, ne mettessimo due di punti, faremmo cosa buona e giusta.
Mi pare infatti, vi siano diverse pagine del thread che illustrano -a ragione- come la depressione sia un’entità composita già nella definizione, nel quadro sintomatologico, in quello psicopatologico, in quello terapeutico.
La perentorietà del «punto» non può certo rendere giustizia a tale complessità che -tra le altre cose- registra anche la presenza di quei disturbi depressivi minori, che in un modo o nell’altro caratterizzano la vita di tutti noi.
Infine, ricordo che vi è un terreno di ricerca (quello psichiatrico-evoluzionistico) che sta esaminando alcuni sintomi depressivi in chiave adattiva.
No, quel punto non rende giustizia.

Leda ha scritto:Chi non la prova non la può capire né giudicare
Sovente è proprio chi soffre di tale disturbo che non riesce e non può compiere tale analisi ed inoltre, se volessimo evidenziare al massimo il concetto di comprensione ed analisi, ne scaturirebbe che può comprendere il fenomeno, chi ha un punto di osservazione autonomo ed oggettivo ed è altresì in possesso di requisiti che gli consentano di cimentarsi con successo in tale opera.
Leda ha scritto:Non esiste una scala del dolore o della sofferenza.
Come a dire che il dolore in senso lato, o la sofferenza psicologica non presentano differenze quali- quantitative: semplicemente qualcosa di oltre all’inaccettabile.
Leda ha scritto:
E non è una "malattia moderna" dovuta al benessere.
Quella, semmai, è l'obesità.
Bisogna comprendere bene i termini “malattia moderna ” e “benessere”. Perché se è vero che il disturbo depressivo ha fatto la propria comparsa nella vita psichica dell’individuo da tempo immemore, è altrettanto vero che attualmente si sta proponendo in termini sempre più marcati e una relazione (nient’affatto superficiale) può essere ravvisata.

56
Leda
avatar
Viandante Storico
Viandante Storico
Complimenti per il delicato equilibrio.
Ma io quale attrice protagonista incarnata nella depressa cronica in questa commedia teatrale che è la vita, resto della mia idea. La depressione è malattia. PUNTO. Anche la mia esenzione dal ticket sanitario lo conferma, del resto. :\

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Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
Viandante Storico
nextlife ha scritto:
Leda ha scritto:La depressione è una malattia. PUNTO.
Ma io direi che: se invece di uno, ne mettessimo due di punti, faremmo cosa buona e giusta.
Mi pare infatti, vi siano diverse pagine del thread che illustrano -a ragione- come la depressione sia un’entità composita già nella definizione, nel quadro sintomatologico, in quello psicopatologico, in quello terapeutico...
entrambi dite cose sensate, ma la complessità e controintuitività della malattia, la sua specialità di essere incompresa dalla cultura comune dell'uomo della strada, mi fa dare ragione a Leda e propendere per un'inversione dell'onere della prova:

se è vero che un trauma psicologico può scatenare fenomeni defiiniti come depressivi, il fatto che cause organiche sicuramente hanno effetto sulla psiche e sul comportamento prova che, non potendole escludere, non si può nemmeno questionare la natura di patologia ordinaria di una depressione, quali ne siano le cause scatenanti;

in altri termini, se è assodato che somministrando sostanze psicotrope si è in grado di alterare lo stato mentale di una persona "sana" in modo radicale e nell'impossibilità del soggetto di ripristinare le sue funzioni regolari a partire dalla sua sola "volontà", a fortiori si evince un rapporto organico di causa-effetto, variamente correlate e graduate in intensità;

siccome la cultura diffusa e sedimentata dà spesso per scontato che il soggetto depresso manchi di "volontà" di reagire, la negazione dell'organicità della malattia si traduce il più delle volte in una pena accessoria per il depresso, che consiste nell'incomprensione e nella deplorazione esplicita o implicita da parte di famigliari, amici o conoscenti; una grande ingiustizia...

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Leda
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Viandante Storico
Viandante Storico
[quote="
siccome la cultura diffusa e sedimentata dà spesso per scontato che il soggetto depresso manchi di "volontà" di reagire, la negazione dell'organicità della malattia si traduce il più delle volte in una pena accessoria per il depresso, che consiste nell'incomprensione e nella deplorazione esplicita o implicita da parte di famigliari, amici o conoscenti; una grande ingiustizia...
[/quote]

Parole sante...

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Oh beh, se volessimo evidenziare cosa è ingiusto per l’individuo depresso, dovremmo inesorabilmente anche considerare alcuni aspetti iatrogeni (non poi così rari) di un approccio che evidentemente non integra modelli biologici e psicologici riferiti a determinate patologie.

Detto ciò, si può tranquillamente articolare qualunque discorso volto ad essere percepito dall’uomo della strada, o riferito a quella «cultura diffusa e sedimentata» l’importante è avere la percezione di
questo target.
Quando ciò non è possibile (come in questo caso, visto che non si ha conoscenza delle caratteristiche dell’interlocutore) è forse più conveniente impostare un discorso che abbia un certo grado di prossimità alla realtà.

In quest’ottica, lo ribadisco, la perentorietà dell’affermazione non rende giustizia alla complessità del fenomeno. Questo mi premeva evidenziare.
Infine, l’eventuale individuazione di una mia tesi che contempla una generalizzata assenza di aspetti patologici nel fenomeno depressivo oltre che ad essere una deduzione errata, non rispecchierebbe affatto la mia posizione in proposito.

60
Il_Soldatino_di_Stagno
Il_Soldatino_di_Stagno
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Ma siamo sicuri che alcune persone che si definiscono depresse lo siano?

Io ero convinta (anzi lo sono) che la depressione avesse caratteristiche e manifestazioni ben differenti da quelle che riscontro in molti di coloro che affermano di esserne colpiti.

Mah...! pietra

61
falansterio
falansterio
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Parlando di depressione, occorre distinguere fra il significato medico e quello comune del termine. Altrettanto vale per lo shock.
Allo stesso modo, chi ha studiato i rudimenti basilari della fisica sa che non può confondere fra loro i concetti di forza, potenza ed energia, che pure in ambiti meno tecnici tendiamo a trattare da sinonimi.

Dipende da quanto la nostra terminologia è precisa, e a quale ambito la riferiamo.

62
nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Questo è già un buon spunto.
In relazione ad esso, io avanzerei una modifica terminologica ed una riflessione.
Relativamente alla modifica, ritengo opportuna una sostituzione di aggettivi: da medico a specialistico, se non altro per ovviare ad una connotazione esclusivamente biologica del fenomeno.

La riflessione poi, parte dalla considerazione che a mio avviso bisogna adoperarsi affinché il sentire comune, abbia un orientamento corretto.
Chiaramente esso sarà meno articolato, meno argomentato, con aspetti conoscitivi sommari, ma sarebbe credo importante -tramite ovvi strumenti informativi- veicolare (o tendere a ciò) elementi di percezione, conoscenza, che evitino l’instaurarsi di rappresentazioni fuorvianti, anche perché -in esse- si celano non pochi pericoli.

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Per rispondere a questa domanda, bisogna scomodare Abrahm.
Dopo aver sottolineato che lutto e depressione sono affini in quanto si strutturano attorno ad una perdita, dice anche che sono differenti, perchè la perdita depressiva è rancorosa. C'è un ostilità verso l'oggetto amato perduto che rende più sensibili a questo stato narcisisti ed insicuri.
Se nel lutto la perdita è reale, qui è immaginaria.
L'oggetto è stato perso perchè ci ha deluso e ferito.
Deprimersi è rievocare all'infinito la perdita nei nuovi legami, poichè la si vive come qualificante rispetto al legame d'attaccamento e così ci si difende da una nuova delusione.

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Lalita
Lalita
Viandante Residente
Viandante Residente
victorinox ha scritto:Per rispondere a questa domanda, bisogna scomodare Abrahm.
Dopo aver sottolineato che lutto e depressione sono affini in quanto si strutturano attorno ad una perdita, dice anche che sono differenti, perchè la perdita depressiva è rancorosa. C'è un ostilità verso l'oggetto amato perduto che rende più sensibili a questo stato narcisisti ed insicuri.
Se nel lutto la perdita è reale, qui è immaginaria.
L'oggetto è stato perso perchè ci ha deluso e ferito.
Deprimersi è rievocare all'infinito la perdita nei nuovi legami, poichè la si vive come qualificante rispetto al legame d'attaccamento e così ci si difende da una nuova delusione.

ma non pensi che sia anche un serpente che si morde la coda? il narcisismo è a sua volta generato da un problema di relazione e di attaccamento che genera depressione e lutto. insomma il narcisita è depresso perchè ha subito un trauma che ingenera depressione e senso di perdita. insomma, curando la ferita narcisistica si cura la depressione.

e una propensione a essere delusi e produrre profezie che si autodeterminano (se mi attacco a questa persona essa mi deluderà, quindi la attacco ed essa mi abbandona) è propria sia del narcisismo che della depressione.

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