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Bambini, famiglie e mostri: cambiamenti e paura

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Shri_Radha
Shri_Radha
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
I bambini. Una volta i bambini "capitavano". Non si poteva deliberare molto circa il loro venire al mondo e se ne accettava l'arriva come si accetta quello dell'alba o del tramonto. Il loro venire al mondo era inesorabile e naturale. Questi bambini appartenevano a tutti: alla loro madre, alla famiglia, al gruppo delle donne che custodiva il sapere necessario alla loro cura e alla comunità tutta. L'esperienza dell'essere genitori, e quella di essere figli erano esperienze comuni, abbastanza allargate da presumere nella gestione dei bambini comuni valori di fondo e reciproche buone intenzioni.
Inutile dire che queste cose del bel mondo antico non esistono più. La famiglia è divenuta nucleare e si è chiusa in se stessa, almeno tanto quanto lo hanno fatto le persone. I bambini sono un bene privato da custodire gelosamente partendo dal presupposto che non esista alcun substrato certo di buone intenzione da parte di chi collabora alla loro gestione. Questi collaboratori a loro volta si sono fatti specializzati ( psicologi, agenzie educative, ecc) e non sono più persone comuni, coinvolte nella gestione dell'infanzia semplicemente dal loro vissuto d'affetto.

Come siamo arrivati a questo cambiamento?
Quali sono i fattori che hanno inciso su di esso?
Quali possono essere a vostro avviso le conseguenze che ne derivano?

Riguardo a quest'ultima domanda, c'è una conseguenza secondo me importante di cui vorrei rendervi partecipi e discutere.
Ho avuto più volte modo di notare che si sta diffondendo un clima nevrotico e nevrotizzante, collegato alla questione bambini/abusi. Lo spettro degli abusi finisce per aleggiare costantemente nell'immaginario di bambini e adulti, tanto che il semplice avvicinarsi ad un bimbo viene talvolta osservato con sospetto. I bambini stessi tendono a parlarne spesso con paura e ad essere facilmente propensi ad intravedere questa presenza minacciosa intorno a loro. Mi è ad esempio accaduto di sentire dei bambini in un giardino pubblico commentare la presenza di un vecchietto fuori dal cancello in questo modo: " ma chi è?" " Eh... sarà un pedofilo". Il pericoloso soggetto era in realtà il nonno di uno dei bambini presenti.

Tutto questo davvero è un bene?
O finiamo per creare più mostri di quelli da cui tentiamo di difenderci?

Anche nel bel mondo antico esistevano abusi, e anche nel bel mondo antico la collettività vigilava sui bambini,
in modo direi più efficace di oggi ma senza nevrotizzarne i termini.

2
beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Sì, è vero, siamo nevrotici. I bimbi sono diventati un bene preziosissimo, si fanno sacrifici per averli e per crescerli, e come tutti i preziosi tendiamo a tenerli in cassaforte.
Io a dieci anni facevo un lungo tragitto a piedi, da sola, per andare e tornare da scuola, l'anno successivo accompagnavo anche mia sorella di sei anni e la andavo a riprendere. Sempre in quel periodo, d'estate, con una banda di ragazzini trascorrevamo l'intera giornata al torrente, pescando girini e inseguendo cavallette, da soli.
Mia figlia non la perdo di vista neanche un secondo, ma il mondo è cambiato. Forse certi fatti scabrosi sono sempre accaduti (gli orchi delle fiabe) ed è solo aumentata la loro risonanza, ma dimmi: un genitore che alternative ha? Tu come ti comporti?

3
Cenere79
Cenere79
Viandante Mitico
Viandante Mitico
beautiful stranger ha scritto: è solo aumentata la loro risonanza

Secondo me questo fattore è decisivo.
Penso che i mass media, con quel loro
continuo bombardamento di notizie
sui fatti di cronaca nera
siano grandemente responsabili
di questo clima di paura in cui
la gente ormai vive e che naturalmente
è più forte dove si tocca la parte
più indifesa e vulnerabile, cioè l'infanzia.
Appena succede qualcosa di brutto a un bambino,
ecco pronta la serie di trasmissioni a ricostruire,
con oscena, irrispettosa e assolutamente gratuita dovizia di particolari (per
non parlare dei modi cinematografici della narrazione)
la vicenda, e a celebrare in diretta il processo ai presunti
colpevoli.

4
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
beautiful stranger ha scritto:Sì, è vero, siamo nevrotici. I bimbi sono diventati un bene preziosissimo, si fanno sacrifici per averli e per crescerli, e come tutti i preziosi tendiamo a tenerli in cassaforte.
Io a dieci anni facevo un lungo tragitto a piedi, da sola, per andare e tornare da scuola, l'anno successivo accompagnavo anche mia sorella di sei anni e la andavo a riprendere. Sempre in quel periodo, d'estate, con una banda di ragazzini trascorrevamo l'intera giornata al torrente, pescando girini e inseguendo cavallette, da soli.
Mia figlia non la perdo di vista neanche un secondo, ma il mondo è cambiato. Forse certi fatti scabrosi sono sempre accaduti (gli orchi delle fiabe) ed è solo aumentata la loro risonanza, ma dimmi: un genitore che alternative ha? Tu come ti comporti?

Il mondo è cambiato, o siamo cambiati noi?

Ricordo un mio amico in baita che rum alla mano, reduce da una rottura per divergenze di progetti di vita diceva che d'altronde se il mondo era così, figli non ne voleva fare. Io gli ho ricordato tutte le cose brutte che sono successe quando noi stavamo per nascere, e quando stavano per nascere i nostri genitori e così via fino all'australopiteco: guerre,bombe atomiche, crociate, carestie, pestilenze, eserciti di turchi stupratori ubriachi e così via . Si stava meglio? Eravamo più sicuri? Lo erano i bambini? Direi di no. Si stava diversamente bene, o diversamente male a seconda dei punti di vista. Qual'è la differenza? Avere la chiave o non averla. Nessuno può attendere un mondo perfetto o prometterlo, ma si possono possedere gli strumenti per viverci dentro. Quella che manca oggi è la chiave, e noi invece crediamo che il problema sia blindare la porta. E più si blinda quella porta più si alimenta la paura.

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