quando a Greccio, nei pressi di Rieti, nel Natale del 1223 San Francesco d’Assisi allestì il primo presepe, era sua volontà umanizzare la fede ed avvicinarla alla gente. Non a caso era un presepe vivente, fatto di poche cose.
Sull'onda del successo di questo primo presepe vivente poi cominciò a nascere una vera e propria iconografia del genere pittorica e scultorea, e nel Quattrocento a Napoli nacque la vera e propria arte presepiale che dopo il Concilio di Trento questo tipo di rappresentazione iniziò a diffondersi in tutta Italia. E, quasi senza essere toccato dalla lotta della Controriforma alle immagini, il presepe continuò crescere: a Napoli si consolida il mestiere dello scultore presepiale e nelle botteghe artigianali bolognesi si sviluppa un tipo di ricostruzione plastica della Natività, con statuette in ceramica, ispirata alla pittura di quegli anni.
Da allora, accanto ai presepi più classici se ne sono sviluppati moltissimi.
Tra i classici, il presepe napoletano è il più famoso.
Nel Seicento, sotto la spinta del movimento Barocco, il presepe napoletano acquisisce la sua “spettacolarità”. Prendendo spunto dai quadri dei grandi maestri della pittura barocca partenopea, i presepisti daranno vita a veri e propri capolavori d’arte traducendo plasticamente le due correnti principali del tempo. E questa tendenza ad ispirarsi a contemporanei continua ancora oggi ( quest'anno ci sono ad esempio Berlusconi, Monti, Simoncelli, De Magistris, Obama con sotto braccio la testa di Bin Laden, Nicolas SarKozy con Carlà, Alberto di Monaco e consorte, William e Kate).
L'elemento popolare insomma è divenuto dominante, insieme a quello artistico.
Che ne è rimasto dell'antico substrato devozionale?
Qual'è oggi il significato del presepe?
Un momento di folklore? Una tradizione italiana da tutelare? una forma d'arte?
O un espressione di fede?