Era un grande comunicatore ed ha inaugurato un nuovo modo di proporre l'esercizio del pontificato all'opinione pubblica. Non ha mai fatto mistero del suo passato umano e lo ha reso un punto di forza del suo essere papa fondando su di esso un ponte di empatia con i fedeli, veicolandone sapientemente l'imptto mediatico.
Ma davvero è così? Ci sono in realtà molti misteri connessi al suo passato e strettamente connessi al suo pontificato. Senza dimenticare che tanto progressismo su certi versanti è stato accompagnato da un rigido conservatorismo su altri.
Il libro "Wojtyla segreto" di Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti ricostruisce, dalla Polonia agli Stati Uniti, la lotta di Wojtyla contro il Comunismo: una lotta che lo porterà ad avere amicizie scomode come quelle con il discusso vescovo cecoslovacco Hnillica (coinvolto nella morte del banchiere Calvi), con il consigliere della sicurezza americano di origine polacca Brzezinski (consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, considerato uno degli artefici dell’elezione di Wojtyla tramite i cardinali americani) e con il vescovo Paul Marcinkus, presidente dello IOR, coinvolto nel crac del Banco Ambrosiano, grazie al quale il Papa finanziava il sindacato polacco Solidarnosc fondato da Lech Walesa.
Eletto pontefice grazie all’appoggio dell’Opus Dei, Wojtyla a tempo di record trasformò l’opera in "prelatura personale" e canonizzò il suo fondatore. I due autori si soffermano in particolare sul rapporto tra Wojtyla e l’Opus Dei e non escludono che il papa polacco potesse essere un sacerdote numerario (il postulatore della causa di beatificazione, Slawomir Oder, in un libro aveva rivelato che il Papa si flagellava) e che prima di entrare in conclave, il futuro papa si fosse fermato a pregare sulla tomba di San Josè Maria Escrivà, fondatore dell'Opus Dei.
Non mancano anche riferimenti al successore di Giovanni Paolo II, il tedesco Ratzinger, nominato da Wojtyla nel 1981 prefetto della Congregazione per la Dottrina per la Fede. Una nomina che per gli autori suona come una ricompensa data da Wojtyla alla potente ala tedesca della Chiesa che in conclave appoggiò la sua elezione. Per la prima volta a un tedesco veniva assegnata una poltrona al vertice della Curia Romana.
Il libro affronta anche la spinosa questione sudamericana: Wojtyla non poteva combattere il comunismo a Est e poi ritrovarselo in casa in Sud America. Il risultato fu che tutti i vescovi vicini al popolo e ai partiti comunisti locali vennero lasciati soli (come Oscar Romero, poi assassinato) e in seguito rimpiazzati con figure più obbedienti (Legionari di Cristo e Opus Dei) ma lontani dalla gente: tutto ciò ha provocato una gravissima emorragia di fedeli.
Che valutazione storica possiamo dare della sua figura?
Fonte: http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/4/giovanni-paolo-ii-beato-il-libro-wojtyla-segreto-di-ferruccio-pinotti-e-giacomo-galeazzi#?refresh=ce