Quindi la morte celebrale non è più morte, e vieteranno i trapianti?Faust ha scritto:se un feto ha il cuore funzionante, è in grado cioè di rilasciare i battiti del suo cuore, tale feto non potrà essere abortito.
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Quindi la morte celebrale non è più morte, e vieteranno i trapianti?Faust ha scritto:se un feto ha il cuore funzionante, è in grado cioè di rilasciare i battiti del suo cuore, tale feto non potrà essere abortito.
tulip ha scritto:Dici? uhmm io credevo che ci fosse un collegamento...
xmanx ha scritto:I proabortisti sostengono che il feto è "una cosa"...niente di più di un agglomerato di cellule indefinito.
Gli antiabortisti sostengono che fin dal concepimento siamo in presenza di un individuo appartenente alla specie umana.
Ovviamente, da un punto di vista scientifico, la seconda posizione è quella corretta. Fin dal concepimento siamo in presenza di un individuo appartenente alla specie umana. E quindi l'aborto è la soppressione di un individuo.
tulip ha scritto:Io sono sempre a favore dei bambini, del feto, della cellula o come volete chiamarla voi.
Tutti crediamo di poter giudicare e dire la nostra opinione sull'aborto ma in realtà non riusciamo ad essere obiettivi e a chiamare le cose col loro nome. Se c'è un feto evidentemente c'è stato l'accoppiamento e penso che due persone che fanno sesso sono consapevoli che potrebbe anche in modo remoto nascere una vita.
xmanx ha scritto:tulip ha scritto:Dici? uhmm io credevo che ci fosse un collegamento...
1. Il fare sesso - o fare l'amore - è una manifestazione del desiderio e del senso di appartenenza reciproco. Non sempre a questa manifestazione è legato anche il desiderio di concepire un figlio. Le cose sono scollegate...mentalmente e psichicamente.
2. Se si concepisce un figlio si apre la valutazione di assumersi o meno la responsabilità di farlo nascere e di crescerlo. Ma è una questione diversa, molto diversa, dalla questione illustrata al punto 1.
Non esiste e non puo' esistere un legame di causa effetto del tipo: se hai fatto sesso allora ti devi assumere la responsabilità di crescere il figlio.
purplebunny ha scritto:tulip ha scritto:Io sono sempre a favore dei bambini, del feto, della cellula o come volete chiamarla voi.
Sono tre cose diverse, però.
Tutti crediamo di poter giudicare e dire la nostra opinione sull'aborto ma in realtà non riusciamo ad essere obiettivi e a chiamare le cose col loro nome. Se c'è un feto evidentemente c'è stato l'accoppiamento e penso che due persone che fanno sesso sono consapevoli che potrebbe anche in modo remoto nascere una vita.
E se l'accoppiamento è frutto di una violenza?
E se dagli esami medici prenatali risulta che il figlio è portatore di malattie genetiche che ne decreteranno la morte?
E se dagli esami medici risulta che il figlio mette in pericolo la vita della madre?
E se i genitori per problemi economici, sociali o qualsivoglia, non sono poi così consapevoli come dovrebbe essere in un mondo ideale che non esiste?
E se...?
tulip ha scritto:Per me dire cellula, dire feto, dire bimbo è la stessa cosa.
Seconda cosa ..non mi sembrava che stessimo parlando di casi limite come quelli che hai elencato.
Ma converrai con me che facendo sesso in potenza può capitare di procreare
xmanx ha scritto:@purple
"Individuo unico e irripetibile appartenente alla specie umana in un particolare stato di crescita".
Fin dal concepimento.
Il DNA parla chiaro.
tulip ha scritto:Per me dire cellula, dire feto, dire bimbo è la stessa cosa.
Seconda cosa ..non mi sembrava che stessimo parlando di casi limite come quelli che hai elencato.
xmanx ha scritto:Ennò, Lucio.
L'omicidio è una categoria "legale".
Tanto è vero che nei paesi in cui è in vigore la pena di morte non si parla di "omicidio". Ma si dice "giustiziare".
Quello che è innegabile è che l'aborto è la "soppressione di un individuo". Ma non è "omicidio".
xmanx ha scritto:La simbiosi è dovuta al particolare stato di crescita.
Essere un "individuo" non implica l'essere "indipendente" e "scollegato".
Uno è individuo anche se è dipendente.
Lucio Musto ha scritto:Come al solito, parlando di aborto o altre questioni delicate, si cerca di tirare una coperta stretta dalla propria parte, mescolando e confondendo le cose attribuendo meriti e colpe "ad usum delphini".
Vogliamo stabilire qualche punto fermo?
- La biologia ci dice che dal momento della fusione del patrimonio genetico paterno a quello materno (momento del concepimento) fino alla morte e disfacimento dell'ultima cellula di quell'individuo non esiste alcun "salto di qualità", ma un continuo, costante, ininterrotto sviluppo di quell'organismo, attraverso il nascere di nuove cellule da quelle preesistenti per ben noti processi di scissione o morte di cellule vecchie e riassorbimento o eliminazione del materiale organico.
Quindi, dal punto di vista biologico non ha senso mettere alcun paletto preciso in nessun momento della vita organica.
- La "Legge" è comunque una convenzione stabilita dai membri di una collettività (famiglia, tribù, nazione ecc.) tesa a regolare al meglio (si spera!) i rapporti fra cospecifici.
Non ha senso quindi stabilire delle "responsabilità" della legge, o attribuirle una qualche valore oggettivo. Per legge le popolazioni possono stabilire quello che più ritengano opportuno; e non sarà né giusto, né sbagliato. Sarà solo un "dettato" da rispettare, o da violare andando incontro a delle sanzioni. Null'altro.
- Infine le considerazioni personali in termini di "diritto", di "responsabilità", di "gratificazione" di "sofferenza" dovrebbero trovare il proprio limite nelle analoghe esigenze degli altri. Di tutti gli altri.
Lucio Musto ha scritto:Per lo stesso motivo che sono stati creati i termini, adolescente, giovanetto, uomo maturo e vecchio; una questione di comodità per meglio comprenderci.
Mai detto che rimane "tutto uguale", bensì che non esistono salti di qualità. Cioè ad esempio, addirittura quando parliamo di morula ci si riferisce ad un numero di blastomeri fra 8-16... cioè con una approssimazione del 100%!
Ed altrettanto dicasi tra l'embrione ed il feto o tra il ragazzo ed il giovanetto. I 18 anni della patente, sono una convenzione. Infatti il/la giovane al 365° giorno del suo 17° anno di vita non è significativamente dissimile da ciò che sarà al mattino successivo, o quello ancora dopo (fatto salva l'eventuale GRANDE sbronza dei festeggiamenti che avrà ammazzato un numero di neuroni maggiore del solito).
Lucio Musto ha scritto:Quello che ho affermato è assolutamente accettato da tutti coloro che conoscono i rudimenti della biologia, né mi risulta (potrei sbagliarmi, ovviamente!) che esista qualcuno che sostenga che le cose avvengano diversamente.
Lucio Musto ha scritto:Il terreno scientifico può fornire le conoscenze che ha e basta. E' il legislatore che può interpretarle o manipolarle come meglio suggerisce la segreteria del suo partito.
BIGbossSTIGAZZI ha scritto:Ho da sempre dei problemi con il discorso "aborto", e forse non è neppure la sede giusta questa dove si parla di "questione morale"... a me della morale non mi frega niente, al massimo mi importa della decenza, ma l'aborto non è questione di morale o decenza o etica, è una questione di carne e sangue, come pensavo qui siete arrivati da una parte e dall'altra a parlare del sesso degli angeli, dal punto di vista secondo me sbagliato:
che senso ha cercare un momento prima del quale o dopo del quale si possa definire vita o individuo o persona il feto?
Solo per poter dire che "non è una colpa terminare a crescita e lo sviluppo di un feto prima che si possa dire persona umana"?
Per eliminare il senso di colpa?
Cazzate, scusate ma sono cazzate, non c'è bisogno di fissare nessun momento perchè almeno finche cresce insieme e dentro la madre, lei è l'unica che ha l'insindacabile diritto-dovere di capire e scegliere se:
- può/desidera o meno avere ed accudire in seguito al figlio,
- le condizioni fisiche previste per il figlio gli consentiranno di poter vivere una vita non fatta esclusivamente di sofferenza,
- le condizioni ambientali (famiglia, società ecc) consentiranno il futuro sviluppo dell'individuo.
Dovessero mancare queste condizioni non c'è bisogno di dire altro, la madre deve essere in grado di avere pietà del figlio e di poterlo abortire in sicurezza ma non in tranquillità, perchè nessuna donna affronta tranquilla un aborto, come pensano alcuni "come metodo anticoncezionale" a meno che non si tratti di casi psichiatrici (e lì, dovrebbero essere altri ad assumersi la scelta di impedire gravidanze non volute)
ps escludendo eugenetica chiaramente!
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