@Lucio Musto messaggio #65
Premessa: tutto è convenzione, lo è per forza di cose a partire dal fatto che comunichiamo tramite linguaggio, che non è altro che una convenzione tra individui che, molto molto approssimativamente, condividono la medesima associazione tra suoni e significati - con tutti i problemi connessi. Ogni prodotto di interazione tra soggetti diversi è al fondo una convenzione.
Esistono però convenzioni specifiche: chiamare l'insieme di cellule dopo la fecondazione, durante il processo di mitosi, morula, è senza dubbio una convenzione, che appartiene alla biologia, vale a dire che è una convenzione fondata su certi elementi riconosciuti dalla biologia (che è a sua volta una convenzione formata da dati elementi, e così via, ma se possibile eviterei di addentrarsi nella catena infinita ascendente, perché non si finirebbe più). Viceversa chiamare una persona appartenente alla specie umana minorenne o maggiorenne a seconda se abbia compiuto 18 anni è altrettanto una convenzione, ma NON una convenzione afferente alla biologia, dato che a livello biologico tra -18 e +18 non cambia assolutamente nulla. Ora, mi sembra che stiamo parlando di biologia, tutto sommato, perciò credo che per ridurre la possibilità di fraintendimenti, già alta in generale, ma qui ancora più alta visto il tema particolarmente 'sentito', io cercherei di delimitare il campo alla sfera biologica (soprattutto se nel fare 'similitudini' tra una convenzione di biologia e una sociale si finisce a usare la parola 'identica' per accomunare quei tipi diversi di convenzione).
Detto questo, a me sembra che il tuo ragionamento sia più o meno il seguente: "Non è possibile stabilire dei salti di qualità nello sviluppo individuale, quindi se si considera un individuo, o meglio una persona, un adulto di 49 anni, lo sarà anche un giovane di 21 e anche un adolescente di 15 e un bambino di 5 e un neonato di 1 mese e un feto di 18 settimane e un embrione di qualche giorno, proprio perché non ci sono salti di qualità, è tutto frutto di uno sviluppo continuo che viene suddiviso in diverse fasi solo per convenzione nell'esaminarlo. Quindi da quando avviene la fecondazione, unico salto di qualità riconosciuto frutto di un atto preciso, si è sempre persone, dunque l'aborto è nei fatti la soppressione di una persona, dunque nei fatti un omicidio".
Ci sono almeno due ordini di cose che in questo tipo di ragionamento non mi tornano.
1) se si esamina nel particolare la fase della fecondazione, anch'essa è frutto di un processo continuo inteso come lo hai inteso tu, e non c'è nei fatti nessun salto di qualità. Ovvero sia considerare l'inizio della "persona" la fecondazione, seguendo il ragionamento per come l'hai impostato, è un atto altrettanto arbitrario, esattamente come lo sarebbe considerare un salto tra embrione e feto o feto e neonato. Questo perché anche la fecondazione non solo non è un passaggio di stato immediato (e se vuoi si può entrare nei dettagli dei diversi passaggi che poi vanno convenzionalmente sotto il nome di 'fecondazione', ma mi sembra inutile - il punto secondo il tuo ragionamento sarebbe sempre che non è possibile individuare un prima e un dopo preciso), ma richiede una serie di fatti pregressi senza i quali la fecondazione non sarebbe possibile, per esempio il processo di 'preparazione' del gamete femminile tramite quel processo convenzionalmente chiamato ciclo mestruale della donna. Se sei coerente con quanto hai affermato per le fasi posteriori, cioè non ci sono salti di qualità tra embrione e feto, feto e neonato, etc. etc., allora non si sono nei fatti salti di qualità neanche nella fecondazione. Dunque dove si colloca l'inizio della persona? E' una scelta arbitraria e convenzionale. Tu scegli di collocarla nel momento x del processo di fecondazione, ma con altrettanta ragione io potrei collocarlo qualche istante prima, nel momento in cui i gameti maschili iniziano il loro percorso verso il gamete femminile, oppure nel momento in cui il gamete femminile è in quella fase di maturazione per cui è possibile l'atto della fecondazione, ma si può risalire a ritroso nella fase del processo senza 'salti di qualità', e nello stesso modo arbitrario e per convenzione stabilire che i gameti femminili o maschili non fecondati sono già 'persona'. Dal che risulterebbe che il ciclo mestruale, come ironicamente sosteneva fantasma76, o la masturbazione maschile, siano nei fatti già degli omicidi.
E se il tentativo di uscire da questo genere di paradosso è puntare sull'atto volontario dell'unione sessuale, nota che incorri nello stesso genere di problema, perché nello stesso modo non è possibile stabilire salti di qualità per come li hai intesi durante l'atto stesso. La nuova 'persona' inizia con il gamete maschile che penetra in quello femminile, oppure inizia con l'organo sessuale maschile che penetra in quello femminile, oppure con le coccole che eventualmente precedono la penetrazione, oppure...?
Secondo il tuo stesso ragionamento, collocare il salto di qualità che porta a una nuova 'persona' al momento della fecondazione è una scelta altrettanto arbitraria e frutto di convenzione, che collocare quel momento all'atto della nascita oppure al momento in cui i due potenziali genitori si scambiano per la prima volta lo sguardo fatale che li porterà a svolgere l'attività sessuale. Dal che deriva che se i due potenziali genitori non si scambiano quel fatidico sguardo, stanno nei fatti compiendo un omicidio. Il che - ne converrai spero - è parecchio assurdo.
2) E si arriva all'altro punto. Il "salto di qualità". Nell'enfatizzare la continuità priva di salti di qualità, ma interrotta solo da convenzioni arbitrarie (salvo trascurare il fatto che allora anche la 'fecondazione' è essa stessa una convenzione arbitraria - vedi il punto 1), stai consapevolmente o meno utilizzando una sorta di paradosso di Zenone (quello di Achille e della tartaruga, o quello della freccia immobile) al contrario. Il tuo ragionamento è sostanzialmente: "Non esiste un punto preciso nel tempo in cui prima si ha un embrione poi si ha un feto, non esiste un punto preciso nel tempo in cui prima si ha un feto e poi un neonato" e così via; e questo anche se si scendesse più nei dettagli degli stessi passaggi: "Non esiste un punto nel tempo in cui prima si ha lo zigote, poi i blastomeri, etc.". E così via in una suddivisione eventualmente sempre più particolare, in cui però non ci può essere un salto di qualità perché non esiste il momento preciso tra il prima e il dopo. Quello che il paradosso vorrebbe dimostrare è quindi che è tutto un processo continuo in cui le differenze sono solo inserite tramite convenzioni: "Non c'è differenza tra una morula e una persona adulta di 37 anni perché non vi sono salti di qualità discernibili nello sviluppo che dall'una porta all'altro, dunque se uno dei due, l'adulto di 37 anni, è una persona, lo anche l'altra, la morula".
Questo tipo di ragionamento è sicuramente affascinante da un punto di vista logico e matematico, ma si scontra con la realtà per come la percepiamo, esattamente come i paradossi di Zenone erano e sono tuttora affascinanti da un punto di vista logico e matematico, ma si scontravano e si scontrano con la realtà per come la percepiamo. Secondo il paradosso di Achille e la tartaruga, Achille non raggiungerà mai la tartaruga; eppure è sufficiente mettere un qualsiasi essere umano sano (anche fisicamente meno prestante dell'Achille mitologico) a gareggiare con una qualsiasi tartaruga per vedere che nel momento x il bipede raggiunge e supera la tartaruga. Secondo il paradosso della freccia, la freccia rimane immobile nello spazio; eppure è sufficiente scoccare una freccia reale con un arco reale per vedere come il dardo colpisca un qualche bersaglio e dunque si sposti da un punto inziale a uno finale. Allo stesso modo è affascinante pensare come dallo stadio di morula si formi in modo continuo una persona adulta di 37 anni, ma chiunque osservi la morula vedrà che è composta ad esempio da cellule staminali totipotenti, mentre un adulto di 37 anni no, questa diversità c'è, esiste, ed è un 'salto di qualità' piuttosto significativo; o più banalmente, è sempre affascinante il continuum di cui sopra, ma una morula non ha arti, non ha organi interni, non ha cervello, mentre una persona adulta di 37 anni ha tutte queste cose (se è vivente, ovvio).
Ora, se possibile non mi addentrerei nella falsificazione dei paradossi di Zenone, mi sembra davvero inutile e in fondo non c'entra nulla, ma mi sembra scontato che per quanto il passaggio su base immediata dallo stato di 'embrione' a quello di 'feto' sia senza dubbio una convenzione, purnondimeno tra lo stato biologico di embrione e quello di feto ci siano certe caratteristiche biologiche di ordine diverso che qualificano un 'salto di qualità' evidente, tanto più che un essere vivente allo stadio di sviluppo di embrione ha caratteristiche diverse da uno essere vivente allo stadio di sviluppo di 'feto', dal che deriva che non necessariamente se per convenzione si considera una persona un essere umano adulto di 37 anni, allora è una persona anche la morula, esattamente come credo a nessuno verrebbe in mente di considerare una persona la flottiglia di gameti maschili che fluttuano nell'aria alla fine della masturbazione maschile o a nessuno verrebbe in mente di considerare una persona l'atomo di ossigeno che entrando in circolo nel sangue dell'essere umano di sesso biologico femminile x le permetterà di respirare durante l'atto sessuale che sta compiendo il quale poi porterà alla fecondazione di un suo gamete che a sua volta... Eh già, perché da quel punto di vista, non esistono 'salti di qualità' se non arbitrari, e il tutto è tutto, e quindi una persona è anche un atomo.
Arrivati a stabilire che tutto è in base a convenzioni, la mia "scelta" ("uno embrione non è una persona, dunque l'aborto non è omicidio") esattamente come la tua "scelta" ("un embrione è una persona, dunque l'aborto è un omicidio"), si tratta di stabilire in base a cosa sono effettuate quelle scelte che pongono le convenzioni (e dunque poi convinzioni).
La mia scelta è basata su convenzioni biologiche: un insieme di cellule per come sono quelle che formano l'embrione sono diverse da quell'insieme di cellule che formano una persona adulta di 37 anni, esattamente come un bruco non è una farfalla e se uccidi un bruco non hai ucciso una farfalla.
La tua scelta è basata su convenzioni... morali? Non lo so, dimmelo tu.
Ora, io ho il massimo rispetto delle convenzioni che hai scelto di seguire, ma a) non sono convenzioni biologiche e b) non sono convenzioni riproducibili come quelle su cui si basa la scienza, sono di ordine diverso. Trovo che sia assolutamente fondamentale che ognuno abbia la libertà di scegliere, e se un giorno mai succedesse che una donna convinta cattolica sia costretta ad abortire contro la sua volontà, sarei la prima a protestare, a indignarmi, perché non si è avuto rispetto delle convenzioni che aveva scelto di seguire. Esattamente allo stesso modo, visto che si tratta di convenzioni, sono contraria a che la convenzione "morale" (o comunque tu la definisca) impedisca alla convenzione biologica di agire, e per questo difendo la possibilità dell'aborto in un contesto consapevole e di libera scelta. Se tutto è convenzione, le convenzioni sono sullo stesso piano, e se sono sullo stesso piano, mi sento di difendere quella convenzione-legge che garantisce tutte le convenzioni, e non solo una (la convenzione "morale", che impedirebbe l'aborto a tutti, a qualsiasi convenzione aderiscano).