euvitt ha scritto: freeweb ha scritto:CLASSIFICA SUICIDI AGGIORNATA:
DISOCCUPATI circa 50 (stima per difetto)
PENSIONATI: almeno 20
PICCOLI IMPRENDITORI: 30
POLITICI e BANCHIERI: 0,0
visto che stiamo nella sezione spiritualità e non in economia espongo la mia lettura karmica su questi dati
i disoccupati pensionati e piccoli imprenditori ridotti alla disperazione sono stati in vite precedenti i politici e i banchieri che hanno ridotto altri esseri alla disperazione
i morti di fame in africa sono i Rockefeller e i Rothschild di ieri....e quelli di oggi moriranno molte vite di seguito senza un cane che gli allunghi un boccone...visto che non hanno concesso alcuna possibilità non gliene saranno concesse
i nostri politici che fanno un po' meno schifo finiranno nel fango delle favellas...i Poggiolini e i De Lorrenzo verranno storpiati in India...
Così è la ruota, chi sta sopra poi va sotto...però ci sono anche esseri che per "amore" cercano di alleggerire i destini karmici più pesanti, che sia possibile è da vedere
...dimenticavo,karmicamente il suicidio è pesantissimo, è molto meglio l'omicidio che è un modo un po' vivace di non amare l'altro...il suicidio comporta non amare neanche te stesso
Karmicamente o no, il suicidio resta un gesto frutto della disperazione. Essendo aumentati (qui in Italia) in numero così impressionante, mi pare LOGICO interrogarsi sulle cause, in modo da sconfiggere il loro peso sulle generazioni future.
Le regole karmike, euvitt, non sono una lista di cose da fare e non fare, nessuno le conosce in realtà, si possono solo immaginare linee generali, e anche se spiritualmente mi trovo più vicino a queste "posizioni" di antica tradizione induista, nondimeno penso che può essere come dici, ma anche no, tu non lo sai con certezza, io neppure.
I suicidi restano una realtà preoccupante, dovrebbero almeno farci riflettere su come questa società del benessere alla fine abbia disumanizzato le nostre esistenze, fino a farcele credere inutili.
Resta il dolore immenso di chi amava il suicida, e solo da questo amore si potrà trascendere dalla fase "è solo un coglione" a quella "quale grande sofferenza doveva sopportare, fino a non farcela più" vedendo nel suicida QUASI una vittima, e non di sè stesso.
Ma questo amore, che ci darebbe le chiavi di una comprensione maggiore, è riservato alla gente vicina al suicida, o è un sentimento attraverso il quale si può migliorare la vita interrelazionale, a tutti i livelli, e alla portata di tutti?
Io sono, inguaribile socratico, per la seconda ipotesi; basta scendere un attimo dal nostro io e cercare di immaginare l'altrui sofferenza, per vedere le cose in altro modo.
p.s. per ps... non credo che siano sempre lo stesso numero di anime, visto l'aumento demografico...