LEDA, COME GUARDARSI ALLO SPECCHIO
Come già scritto altrove, io non sono brava ad usare paroloni, scrivo in base al mio sentire, e mi piace farmi capire al meglio. A volte posso anche risultare sgradevole, forse troppo diretta, anche perchè non rimescolo solo me stessa, ma tendo a rimescolare anche gli altri.
Leda è entrata da poco qui dentro, ma in lei mi ci sono ritrovata molto, forse nella sofferenza, in un dolore che non vuole sentire, in una mancanza di accettazione dei propri errori, probabilmente nella convinzione che essere deboli ed insicuri, ogni tanto nella vita, sia così sbagliato.
L'ho letta più di una volta parlare in maniera o più diretta di questo dolore che non vuole ascoltare e che cerca di soffocare, l'ho letta stasera parlando di quelli che per lei sono stati i suoi errori come se sbagliare e cadere fosse la cosa peggiore che si potesse fare, come se non le fosse consentito farlo, essere umana, con i propri difetti e le proprie debolezze. Ho letto lo scambio con sognoinfranto, e l'ho letta sempre più massiccia nel sottolineare la sua forza e la sua sicurezza, e questo mi ha dato da pensare che sogno avesse colpito diretto, dove fa male, pungendo la corazza, come mi fa pensare che tra un po' arrivera non poco incazzata qui dentro
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A volte mi fa male leggerla, perchè ritrovo in lei le mie ombre, i miei scudi, la mia paura di sbagliare, il non accettare di cadere e di essere col culo a terra, e le colpe che più ho riversato su di me che sugli altri. Mi fa male leggerla mentre scrive un "azzo, ho finito il tavor", primo perchè mi riporta a ricordi non troppo lontani di qualcuno che senza non ci sapeva stare, secondo perchè io stessa ne ho avuto bisogno, ed anche se non lo prendo oramai da un bel po', giusto sabato scorso ho messo via quelle tre pastiglie definitivamente, ma per diverso tempo mi hanno guardata, lì, appoggiate sul comodino.. Credo che tra un po', torneranno al mittente.
Leda, che è un po' come guardarmi allo specchio, in uno specchio un po' frantumato, se vogliamo...infranto.