NinfaEco ha scritto: doctor faust ha scritto:
Sono del parere che inoltrarsi nell'inconscio sia impossibile, inutile e dannoso. Per questo temo la psicoanalisi, fondata sull'immaginazione dell'interprete.
Una volta ti avrei contraddetto. Ora non. posso farlo, ma nemmeno posso assentire. Non so più cosa pensare, per la verità. Posso dirti soltanto che se è vero che scendere nell'inconscio è pericoloso, è anche vero che a volte è necessario ed è l'unica strada. Però altrettante volte questo percorso si traduce in un impaludamento improduttivo.
Perchè dici che a volte è necessario? Su cosa si basa questa affermazione?
Dipende dal paziente? dall'analista? dalla coppia terapeutica? Non credo ci sia una sola risposta, ma di certo il metodo analitico stesso si presta a tale deriva, essendo fondato su un tipo particolare di introspezione che già i pazienti che entrano in analisi tendono a praticare spontaneamente e questo atteggiamento di ipervigilanza su se stessi è una delle radici del loro malessere.
Non sono nemmeno certa che l'analista interpreti per il paziente. Anzi, credo il contrario. Ed anche questo non è del tutto un bene.
Infatti. Il paziente/cliente parla di se a se, e l'analista, mentre si scaccola, interpreta quello che fa comodo alle proprie nevrosi.
Mentre ci sono tecniche che aiutano a capire meglio le distorsioni della camunicazione o delle proprie convinzioni in merito a se stessi, gli altri e il mondo.
Basata sulla razionalità, non su una razionalizzazione dell'irrazionale.
Mi faresti esempi?
Per i sintomi, la desensibilizzazione comportamentale. Per ribaltare gli schemi fissi mentali, i paradossi della terapia strategica filosofica, per capire la dinamica della comunicazione, l' analisi delle transazioni e la riflessione sul proprio copione di vita e dei giochi psicologici tipici, che si mettono in atto per mantenere lo status quo, sentito come salvifico.
FragolinaBoumBum ha scritto:
[infatti]Nelle esperienze di cui sono stata testimone, l'analista per lo più taceva.
Credo che l'idea di ricevere assensi alle proprie esternazioni o disapprovazione sia un'attribuzione del paziente.
Dipende da cosa sta cercando il cliente. Se vuole solo un lavandino in cui vomitare una volta la settimana, o se vuole qualcuno che dica sempre "si" e non lo contraddica. Ma personalità contorte vorrebbero lo scontro, oppure il ripudio, ma anche la disapprovazione e la pena da espiare.
Per lo più non sa quello che vuole e sarà molto difficile che riesca a chiarirselo con un'ora di sfogo alla settimana, senza qualcosa di concreto su cui lavorare.
Aleister ha scritto:
Vera ed onesta psicanalisi sarebbe solo quella fedele peraltro all'etimo, cioè dissoluzione, scioglimento della psiche e di ogni contenuto, valore e volere in cui consiste l'(in)esistenza del soggetto...
Una specie di annullamento, con battesimo e riconversione verso una nuova esistenza. Ma questa è religione, non riflessione sulla propria esistenza e comprensione dei propri bisogni fisiologici e psichici, e nemmeno comprensione dei propri modi di comportamento, che sono alla base dell'insoddisfazione.
Oppure semplicemente dissoluzione dell'ipervigilanza, spostare l'attenzione dall'interno all'esterno, essere più superficiali.
E come fa a raggiungere questo risultato se continua nel suo soliloquio, indifferente alle dinamiche con gli altri e col mondo?
PaperMoon ha scritto:avessi soldi in analisi ci andrei subito
e non certo per liberarmi da nevrosi o disagi, che manco a Lourdes
ma per puro piacere
anche quello di relazionarmi con qualcuno con certificato doc di revisione del circuito psichico
Saresti deluso. Lo psicoanalista [freudiano, jumghiano, lacaniano] non ti può dare nessun certificato di revisione e approvazione.
Il puro piacere di raccontarti lo puoi trovare anche su un forum, Dove hai anche uno scambio attivo col mondo, e costa molto meno.
Se invece non vuoi essere giudicato, puoi sempre scrivere un diario o una biografia. Poi te la leggi e ha la stessa finalità della psicoanalisi, con la differenza che non ci sono nemmeno confusioni con simbologie e miti paraesoterici.
Pazza_di_Acerra ha scritto:La psicoanalisi è quella malattia mentale di cui crede di essere la terapia.
Karl Kraus, Di notte, 1918
Mi sa che che 90 anni di storia della psicanalisi tendano a corfermarlo.