Magonzo ha scritto:
invece faresti bene a concepire che esistano altri modi genuini di esser tifoso di calcio e sentimenti - di sportività o opportunismo - che non sono necessariamente quelli che immagini;
Me li immagino bene invece, perché sono talmente elementari e primordiali che meriterebbero il marchio 0-12.
Eccone un esempio:
orvix ha scritto:
fesserie dettate dal fatto (credo anche dall'invidia ) che, purtroppo per loro, chi tifa altre squadre che non siano Inter Milan o Juve hanno soddisfazioni molto piu' limitate...difficilmente vedranno le loro squadre vincere champions o scudetti.....per quanto riguarda i tifosi che guardano le partite in tv sono la stragrande maggioranza di tutte le squadre o ti risulta che ci siano stadi da un miline di posti?
Vedi, è l'invidia delle vittorie. Povero me.
Lo strisciato qua sopra non si rende minimamente conto del conflitto interno generato dal suo stesso ragionamento, e rincara poi la dose:
orvix ha scritto:aggiungo a quanto detto da Magonzo che identificare citta' e squadra del cuore non significa niente...ci possono essere milanisti a Firenze, ci sono tanti juventini, milanisti ed interisti a Roma che pure ha due squadre e via dicendo.....
Capito? Siamo tutti invidiosi delle vittorie ma possiamo tutti tifare per chi vince.
No. Non funziona così nella vita e tantomeno nello sport. Anzi, non dovrebbe funzionare così per le persone dignitose.
gua' io non partecipo mai a discussioni calcistiche proprio perché non mi interessano le polemiche gratuite di bandiera;
se hai la curiosità di leggere un parere diverso, bene; altrimenti, pace e mi le'o di 'ulo;
Io leggo sempre tutto.
quell'essere "senza patria", calcisticamente parlando, non può essere un marchio d'infamia, perché è una condizione inevitabile per la maggior parte degli italiani che non hanno tradizionalmente la possibilità di accedere alla serie A:
se sei di Terni, Crotone o Aosta, ti viene spontaneo parteggiare per una squadra di A, ma il punto che ti sfugge è che non è solo l'opportunismo a suggerire la scelta;
E allora? Resta il fatto che il tizio di Terni, Crotone o Aosta viene da me a fare lo splendido dicendo che sono invidioso delle vittorie della sua squadra. Addirittura a fare questioni sugli scudetti vinti sul campo e poi cancellati.
E' puro opportunismo, tipico del mediocre. Patetico.
il caso tuo di Fiorentino è quello eccezionale, comparabile forse a quello del Bologna e di poche altre, con una forte identità esclusiva: ricordo che a me, romano, faceva sorridere l'adesivo degli ingredienti delle paste dolci al bar dell'università, pure quello stampato in viola e rosso su sfondo bianco; una cosa che difficilmente sarebbe concepibile in una metropoli dove le identità sono per forza molteplici;
Falso. Pure i tifosi di Roma e Napoli (città metropolitane) fanno largo uso dei simboli cittadini per manifestare il legame fra squadra e città.
io non sono diventato milanista; praticamente ci sono nato, perché fino a pochi mesi prima che nascessi la mia famiglia stava a Milano, tra l'altro a due passi da S.Siro, e mio fratello maggiore che mi accudiva era acceso tifoso; i miei primi ricordi risalgono a quando avevo 4 anni, con mio papà che mi consolava per una sconfitta, a suo dire immeritata, col Bologna; non è che potessi avere percezione di una qualche convenienza opportunistica, ma solo un sentimento nostalgico per delle radici affettive quando mio padre mi raccontava delle partite a cui portava i fratelli;
Non ti ho chiesto di giustificarti.
a scuola poi la condizione di minoranza rafforzava il tifo, anche se devi tener conto che nelle città dei derbies il tifo è per forza già qualcosa di astratto, "metafisico" e ideologizzato, incompatibile con l'idea esclusivista municipale che si può avere a Firenze;
Sì, vabbé. Non è che se ripeti una falsità infinite volte questa diventa vera.
nonostante la tua signora torinese, fino agli anni 60 in Italia era pieno di tifosi Granata che non avevano assolutamente niente a che fare con Torino, ma siccome il Toro poi non ha vinto molto, nessuno li biasima, anzi, sono ammirati e rispettati ovunque, sebbene l'origine di quell'attaccamento sia la stessa che per gli strisciati;
comunque, tanto per dire, io ho visto giocare la Viola con lo scudetto sulle maglie, fine novembre 69 :D
Io no perché sono nato dieci anni dopo.
E quando ero bambino nessuno in casa mia seguiva il calcio, allora io un giorno presi la radiolina e ascoltai la partita. Non le partite...LA partita, fu una cosa automatica. Non mi posi il problema di quale partita seguire e che se avessi seguito le partite di quella squadra avrei seguito poche partite decisive per trofei vari.
Ma c'era un mio compagno di classe che gurada caso quell'anno tifava per l'Inter (l'Inter dei record di Trapattoni) e mi prendeva in giro. Ma io me ne fregavo perché era uno scemo. Sul serio, era lo scemo della classe (quello che capisce più tardi le cose). Anche lui aveva il diritto di sentirsi importante, no?