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Scala Amoris: Salirla è Bene e rende Felici

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Non so se mi ricordo benissimo queste cose, ma credo di ricordarmele quel tanto che basta per fare questo discorso come voglio, senza intellettualismi.
Anche quando ancora leggevo… e quando credevo che nei libri si trovassero cose utili ( cioè molto prima di scoprire la carne ed il sangue) mi rendevo conto benissimo che non c’è alcuna differenza di livello tra la vita e il cosidetto “sapere”. Se ci fosse del resto il sapere sarebbe inutile.
Ma, viceversa, se non ci fosse l’illusione che “il sapere” si collochi ad un altro livello, troppi idioti si sentirebbero inutili.
Ergo, lasciamo a ciascuno le sue illusioni.
Cosa stavo dicendo?
Ah ecco… si, si… ci sono.

Ispirata da herbaemme

herbaemme ha scritto:
Noi non viviamo, speriamo soltanto di vivere, e aspettandoci sempre la felicità in futuro, è inevitabile che non siamo mai felici .
Così parlò Pascal (non prendetevela con me).

Mi sono ricordata della Scala Amoris.

In breve, Platone credeva che “amando” il creato si accedesse alla verità.
In realtà l’accento sull’amore e l’idea di creato sono Agostiniane, quindi sarebbe più giusto parlare di Neoplatonismo Cristiano.
Però passatemela un secondo e seguitemi…. almeno così suona semplice.
In sostanza, lui parte dal presupposto che ciò che esiste sia il riflesso di altro ( dualismo).
Questo altro è inaccessibile in se stesso all’essere umano, e costituisce la verità e la bonta di ciò che esiste.
Ciò che esiste però ne è il ritratto e nella sua bellezza scopriamo verità e bene. Il primo gradino è la bellezza dei corpi e poi si ascende.
Insomma godendo della bellezza della vita e imparando ad apprezzarla in forme più complesse si accede al senso delle cose.
Per S.Agostino più o meno è lo stesso, soltanto che si aggiunge un particolare non da poco : l’idea che perché ciò avvenga occorre amore e una conversione della volontà. Cioè non basta godere del bello della vita, ma occorre amarlo. Non solo. Ci sono due modi di amarlo ( dottrina dei due amori) si può amarlo restando in terra o amarlo in modo da oltrepassare noi stessi. E ciò non avviene cognitivamente, ma soltanto se una persona attraverso il bello goduto e amato con il giusto amore sa scendere nelle profondità di se stessa e operare una rivoluzione ( ovviamente il concetto di rivoluzione è posteriore, ma il senso per noi posteri è quello). A tutto ciò Ficino aggiunge un altro pezzettino : noi siamo gli unici esseri con una natura indeterminata. Non siamo ne bestie ne angeli ma possiamo essere entrambi a seconda che saliamo o scendiamo questa scala.

Non è stupendo?
Traducendo tutto questo in salsicce e birra, carne e sangue… a cosa vi fa pensare?
E questo cosa vi fa pensare unito a quella frase di Pascal?
Non sacrifichiamo forse la nostra vita e siamo educati a farlo, per le stesse ragioni che ci richiederebbero di fare l'esatto contario?
E da 1 a 10... quanta rabbia vi viene?

Confido nell'intervendo di Nextlife per ovviare ad eventuali inesattezze teoriche Sorriso Scemo

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
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rotolarsi dal ridere oh non sgomitate neh.....

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herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
rotolarsi dal ridere
Brevemente...
Siamo educati, da sempre, a coltivare e nutrire l'ego, che è una formidabile fabbrica di infelicità.
La felicità ci viene prospettata come un premio ai nostri sacrifici, e non ci viene detto - perché nessuno lo sa, o pochi se ne rendono conto e ci marciano pure - che a forza di sacrificarci diventa più probabile che la felicità non la conosceremo mai.
Da 1 a 10 quanta rabbia mi fa? Bah...Non ho voglia di arrabbiarmi, di solito. Forse sto perdendo le ultime gocce di idealismo sadness

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Nutrire l'ego però non significa per forza credere che il sacrificio renda migliori.
Si potrebbe al contrario anche credere che l'appagamento sfrenato sia un bene.
Io credo che il nocciolo sia il non ritenere la soddisfazione un indicatore del fatto di muoverci nella direzione giusta, e mi chiedo il perchè di questo.
Poi ho scelto un sistema filosofico per parlarne soltanto per una ragione. Il platonismo è una filosofia dualistica, cioè impostata sulla scissione di fisico e non fisico. Eppure questa via è riconosciuta. Ciò significa che non si può imputare alla cultura cristiana il predominare di questo atteggiamento. Le ragioni proonde sono altre.
Perchè quindi l'uomo non ascolta se stesso?
tutto qui....
parlarne attraverso una filosofia, non significa staccare questo discorso dalla vita o renderlo difficile. E' concretissimo direi. :ç-*:

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The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico
NinfaEco ha scritto:Nutrire l'ego però non significa per forza credere che il sacrificio renda migliori.


Ciao, NinfaEco. Solo un dettaglio e mi ritiro in quanto impegnato in altri argomenti.Una mia massima personale:"Allenamento duro, lotta facile". Che cosa significa. Significa che se siamo abituati a lottare in condizioni estreme e difficoltose, quando per una qualsivoglia ragione le circostanze dovessero migliorare, avendo cosi' noi un ambito operativo piu' favorevole, ci sembrerebbe di essere in paradiso. Con condizioni morali e psicologiche esaltanti.E' un'po' come quando molti giocatori di calcio, vengono fatti allenare sulla sabbia e con cinture di piombo.Se poi togli loro le cinture e li fai correre sul liscio, si muoveranno alla grande.Ma non voglio intromettermi. A prestissimo su altri topic. BeautyfulSuina

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