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Gli psicologi peccano di presunzione?

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26
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
cinzia ha scritto:
luci62 ha scritto:lo spero anch'io preoccupa che una persona così disturbata possa continuare ad esercitare una professione così delicata,magari con dei bambini.
Casomai questa questione ce la spiga meglio Yale , che è più ferrata ..nell'argomento e nell'argomentare.
Bravissima!
Hai fatto tuo il concetto di sarcasmo.
Ma puoi ancora migliorare.

27
Coraline
Coraline
Viandante Storico
Viandante Storico
Macchia ha scritto:Avete anche voi l'impressione che spesso pecchino di presunzione?
Per motivi professionali e personali ho avuto (e ho) a che fare con una quantità di psicologi; ho incontrato tante pessime persone, come dice Yale, alcuni bravi professionisti e una gran donna. Ho dei pregiudizi nei confronti dei personaggi nuovi che intercetto, ci vado sempre molto cauta e osservo e ascolto parecchio prima di sbilanciarmi.
Il porsi come "presuntuoso" è sicuramente un parametro che utilizzo per defilarmi, se posso, altrimenti è guerra aperta.. Sono ignorante in materia, ma ho constatato che chi si pone in questo modo è molto più vulnerabile degli altri e facilmente "intortabile"; in teoria avrebbe più armi in suo pungo, ma in pratica la presunzione manifesta (di "essere" più dell'interlocutore) gliele brucia tutte in partenza.

Ho combattuto un paio di guerre all'ultimo sangue con due di loro, in ambiti diversi: uno si è sgretolato come un castello di sabbia, l'altra tiene duro ma ciò che mi lascia molto perplessa è che mi fronteggia (nella pratica) come una sua pari, come se io avessi le sue stesse potenzialità e capacità e potenzialità. Come fa a non capire che potrebbe rigirarmisi come vuole con i mezzi che la sua professione le mette a disposizione, non lo so..

28
laura18
avatar
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Non so se sono presuntuosi....ma posso dire che la mia migliore amica è una psicologa,ed è molto brava anche,è sempre stata però un po diversa,ha sempre avuto interessi e amici un po diversi,sopratutto psicologi come lei perchè a detta sua "si capiscono tra di loro",e più che presuntuosi io li chiamerei eccentrici.



Ultima modifica di laura18 il Gio 7 Nov 2013 - 18:32 - modificato 2 volte.

29
cinzia
cinzia
Viandante Storico
Viandante Storico
Yale ha scritto:
cinzia ha scritto:
quello che sembra scorretto a te...può non esserlo  per me, ecco un tratto di presunzione da parte di entrambe ..o no?

Tu li chiami estrosi?, si certo ,
ma se come dici "chi va con lo zoppo....impara a zoppicare,
non dovrebbe essere così per loro, altrimenti ecco  che ritorna la scuola di pensiero" antica" percorso personale di terapia., e il  bisogno di riallinearsi con loro stessi per poter operare sui pazienti e con i pazienti.
Per quanto riguarda la presunzione è vero, è in ogni campo..ma in quella della professione di medico e magistrato è la più pericolosa.
L'impiegata allo sportello se è presuntuosa la possiamo mandare a quel paese ...se provi a ribadire un concetto contrario mentre parli con un medico o un magistrato...difficilmente ne esci intero  : KleanaSaputello 
Poi certo ,non si può fare di tutta un erba un fascio .
Cinzia...ce la fai?
Ho corretto una tua affermazione (di cui tu stessa non eri sicura, visto che l'hai introdotta con un "mi sembra") dandoti una risposta reale. Non è questione di quello che sembra corretto a me: così è.
Il proverbio l'ho chiamato in causa in modo sarcastico, visto che stavo criticando i luoghi comuni.
Certo che se cerchi di ribadire un concetto di cui non sai nulla, ne esci male anche con l'impiegata allo sportello.
Per esempio: se ti capita di confrontarti con una dietologa senza conoscere la differenza tra dietista, nutrizionista e dietologo, facilmente vieni deriso dalla dietologa stessa. Vero?

tu non devi correggere le mie affermazioni le puoi confermare o no...esprimendo il tuo parere, visto che forse ho capito che sei nel campo.
il proverbio l'hai chiamato in causa e io come tale l'ho completato .
l'argomento "esatto "se lo sai tu ...
esprimilo ,
argomentalo..
chiariscilo a tutti , visto che tutti più o meno abbiamo detto le stesse cose.
ma non mi fare la solita professoressa con la penna rossa.
qui c è spazio per tutti e per dire quel che si pensa..(stiamo sempre li)


Se capita di confrontarmi con una dietologa (visto che sono dietista, conosco la differenza) il problema non esiste, so fin dove posso arrivare.
L'ultimo esempio è talmente inadatto  che mi commuovi.

Il fatto che abbia detto che sei l'unica a poter spiegare meglio il tutto..non era sarcasmo , ma la verità..
ma tu sei permalosa e l'hai letta come al solito MALE!!!
Non è un mio problema. se puoi ... approfitta dei tuoi colleghi:,,,,,za

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
cinzia ha scritto:tu non devi correggere le mie affermazioni le puoi confermare o no...esprimendo il tuo parere, visto che forse ho capito che sei nel campo.
il proverbio l'hai chiamato in causa e io come tale l'ho completato .
l'argomento "esatto "se lo sai tu ...
esprimilo ,
argomentalo..
chiariscilo a tutti , visto che tutti più o meno abbiamo detto le stesse cose.
ma non mi fare la solita professoressa con la penna rossa.
qui c è spazio per tutti e per dire quel che si pensa..(stiamo sempre li)


Se  capita di confrontarmi con una dietologa (visto che sono dietista, conosco la differenza) il problema non esiste, so fin dove posso arrivare.
L'ultimo esempio è talmente inadatto  che mi commuovi.

Il fatto che abbia detto che sei l'unica a poter spiegare meglio il tutto..non era sarcasmo , ma la verità..
ma tu sei permalosa e l'hai letta come al solito MALE!!!
Non è un mio problema. se puoi ... approfitta dei tuoi colleghi:,,,,,za
Guarda che la parola "correggere" non è una brutta parola. Tu hai scritto "mi sembra che..." ed io ho corretto la tua "sensazione".
La tua libertà di espressione non è in discussione, così come la mia: ma tu la prendi sempre come un attacco personale.
Il mio parere sul tema l'ho espresso e chiarito, nel tuo commento e in un commento precedente.
L'esempio che ti commuove tanto non è affatto inadatto visto che (non ho voglia di smazzarmi tutti i tuoi commenti per trovare quello a cui mi riferisco) riferendoti ad un altro utente, l'hai sminuito dicendo "non conosce nemmeno la differenza tra dietologo e dietista".
Il tuo consiglio di rivolgermi ad un terapeuta invece non lo commento perché lo trovo banale e pure improprio, dal momento che non l'ho affatto presa male. Mi sembra di averti già fatto notare che non brilli certo per capacità di interpretazione degli stati mentali altrui, e questa ne è la prova. L'ennesima.

31
cinzia
cinzia
Viandante Storico
Viandante Storico
forse ..ma detta da te in quel contesto ..mi è sembrata la solita mossa della "maestrina " che vuole sempre correggere i compiti di qualcuno.

Sminuito?...chi  db.cooper .???? Gli psicologi peccano di presunzione? - Pagina 2 214252 Gli psicologi peccano di presunzione? - Pagina 2 214252 il buffone ( e mi mantengo sull'educato) che per "gioco postò in seguito le mie foto!!
se lo avessi saputo prima  non mi sarei sprecata nel dargli una spiegazione dettagliata   della differenza tra le professioni.
(anche in mp)


Per quanto riguarda "l'interpretazione mentale delle persone" non la devo fare io.. . SGHIGNAZZARE 
mica sono piscologo -psichiatra .neurologo...ecc.
Vado ad empatia...e di quella mi fido.

e..comunque , non ti sto antipatica  (quindi manco simpatica) ,
non brillo per le interpretazioni mentali.
non hai un alta considerazione di me...(parole tue)

Mi chiedo ..perchè ribatti sempre ?


Se ci fai caso.. difficilmente intervengo nei tuoi discorsi per evitare questi teatrini.
a meno che non mi ritengo parte in causa.
buona giornata
Gli psicologi peccano di presunzione? - Pagina 2 Smiley10

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Lady Joan Marie
Lady Joan Marie
Viandante Storico
Viandante Storico
Io ritengo che gli psicologi hanno tutti un modo di fare personale a seconda dei problemi psichici che il paziente ha in un determinato momento. Sia se hanno un problema piccolo che se hanno un problema grave, dipende dai casi.

33
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
cinzia ha scritto:forse ..ma detta da te in quel contesto ..mi è sembrata la solita mossa della "maestrina " che vuole sempre correggere i compiti di qualcuno.

Sminuito?...chi  db.cooper .???? Gli psicologi peccano di presunzione? - Pagina 2 214252 Gli psicologi peccano di presunzione? - Pagina 2 214252 il buffone ( e mi mantengo sull'educato) che per "gioco postò in seguito le mie foto!!
se lo avessi saputo prima  non mi sarei sprecata nel dargli una spiegazione dettagliata   della differenza tra le professioni.
(anche in mp)


Per quanto riguarda "l'interpretazione mentale delle persone" non la devo fare io.. . SGHIGNAZZARE 
mica sono piscologo -psichiatra .neurologo...ecc.
Vado ad empatia...e di quella mi fido.

e..comunque , non ti sto antipatica  (quindi manco simpatica) ,
non brillo per le interpretazioni mentali.
non hai un alta considerazione di me...(parole tue)

Mi chiedo ..perchè ribatti sempre ?


Se ci fai caso.. difficilmente intervengo nei tuoi discorsi per evitare questi teatrini.
a meno che non mi ritengo parte in causa.
buona giornata
Sono ripetitiva e noiosa, me ne rendo conto, ma continuerò ad esserlo finché continuerai a non capire.
Comincio con il rispondere alla tua ultima domanda, di nuovo.
Siamo in un forum e tutti siamo liberi di commentare: quando leggo qualcosa che io so non essere corretto, ribatto.
Non ci posso fare niente se chi ha scritto quel qualcosa di sbagliato spesso sei tu.
Il teatrino, come lo definisci, nasce perché tu non accetti le repliche e cominci ad entrare nel personale, sempre, e ad invitarmi
ad argomentare, inutilmente, visto che l'argomentazione puntualmente c'è.
D'altro canto quando mi hai fatto delle domande precise su questo argomento, mi pare di averti risposto; ma questo non è favorevole ricordarlo, vero?
Su Dbcooper non serve che giri la frittata parlando delle sue colpe: il punto qui era una frase precisa che ben si
integra nel contesto di questo meraviglioso thread.
Infine se ammetti di non essere una psicologa e, pertanto, che le interpretazioni non le devi fare tu, perché ti ostini a produrne a mazzi?
L'empatia non c'entra nulla: tu fai deduzioni errate a partire da dati incompleti.
Lo stesso meccanismo che applichi nel passare da "ho sentito che gli psicologi fanno delle sedute obbligatorie" a "un motivo ci sarà: sono tutti pazzi", lo applichi anche nell'interpretazione dei miei stati mentali. Con gli stessi risultati.

34
Zorro
Zorro
Moderatore
Moderatore
Yale e Cinzia,
questa è l'ennesima discussione che viene riempita dai vostri battibecchi
impedendo agli altri di discutere dell'argomento trattato.
Sapete che esiste la Selva Oscura per questo tipo di scambi:
utilizzatela.

35
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
@ Jo: hai ragione. C'è la Selva Oscura. Quindi, secondo te, quando una discussione nasce intorno ad un argomento preciso dovrei invitare l'interlocutore altrove? Tipo: "ti aspetto fuori"? Mi spiace continuare ad annoiare, come ho già detto, ripetendo le stesse cose, ma trovo l'accusa di impedire agli altri di discutere davvero grave.

36
Zorro
Zorro
Moderatore
Moderatore
Yale, correggo:
disturbando, e non impedendo, l'altrui discussione inerente all'argomento proposto nel thread.

37
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Grazie per la correzione, Jo, ma se davvero pensi che il mio comportamento sia così disturbante credo tu debba pensare ad una soluzione definitiva, per quanto mi riguarda, perché io non intendo censurare il mio pensiero nè trasferirlo nella Selva Oscura.
Ammetto di avere una modalità martellante di dire ciò che penso e una tendenza quasi maniacale a sviscerare i chiarimenti, ma se per te questo significa disturbare gli altri utenti è giusto che tu prenda provvedimenti.
Naturalmente finora ho dato per scontato che se gli altri forumisti si fossero sentiti minimamente limitati dal mio atteggiamento, avrebbero saputo esprimerlo.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ho conosciuto due psicologi nella mia vita, nell'ambito di due lavori di gruppo. Sono pochi per trarre delle conclusioni ma.....direi questo:

la conoscenza da' un certo potere; tutto sta nel capire a servizio di cosa si mette quel potere. In sostanza occorre chiedersi al servizio di cosa o di chi, lo psicologo, mette il potere che deriva dalla sua conoscenza e dalla sua posizione. E per rispondere a questa domanda occorre capire il rapporto che lo psicologo ha con il proprio potere, la sua visione del mondo, e l'idea che lo psicologo ha del suo ruolo nel mondo.

E torniamo sempre allo stesso punto: la mancanza di un riferimento "superiore", universale...causa, molto spesso, che le persone elevino se stesse e la propria visione a "totem". Ed è proprio da questo che nasce la presunzione...la presunzione di considerarsi "dio"...o "guru".

Questo è un primo punto. Un secondo punto è associare il riferimento "superiore" al soggetto sbagliato. Ho visto uno psicologo associare il riferimento "superiore" alla azienda in cui lavorava. L'azienda per cui lavorava e la visione del mondo ad essa legata erano diventati il suo riferimento "superiore".

Pover'uomo. Ai miei occhi era solo un povero imbecille....anche se il suo ruolo in quel momento era quello di "valutarmi". A volte, purtroppo, dobbiamo farci valutare da dei perfetti imbecilli....buoni professionisti che però ignorano totalmente "la realtà"...e vivono intrappolati in una dimensione da imbecilli.
In questi soggetti non c'è presunzione, poichè hanno stabilito che la "vision" della azienda per cui lavorano è anche la loro "vision"...quindi in un certo senso si sono fatti servi e schiavi del totem che si sono scelti: l'azienda e le sue esigenze...per cui si limitano a fare da cinghia di trasmissione della "fede" della azienda. La loro presunzione si limita allo spacciare come "verità assolute" l'imbecillità nella quale hanno confinato la loro vita.

39
Admin
Admin
Admin
Admin
Yale ha scritto:Grazie per la correzione, Jo, ma se davvero pensi che il mio comportamento sia così disturbante credo tu debba pensare ad una soluzione definitiva, per quanto mi riguarda, perché io non intendo censurare il mio pensiero nè trasferirlo nella Selva Oscura.
Ammetto di avere una modalità martellante di dire ciò che penso e una tendenza quasi maniacale a sviscerare i chiarimenti, ma se per te questo significa disturbare gli altri utenti è giusto che tu prenda provvedimenti.
Naturalmente finora ho dato per scontato che se gli altri forumisti si fossero sentiti minimamente limitati dal mio atteggiamento, avrebbero saputo esprimerlo.
L'intervento di moderazione di Jo è relativo ad un episodio e non ha valore di giudizio sugli utenti coinvolti. Inoltre si rivolge a più utenti e non ad uno di loro nello specifico.
Scrivi pure serenamente.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
xmanx ha scritto:Ho conosciuto due psicologi nella mia vita, nell'ambito di due lavori di gruppo. Sono pochi per trarre delle conclusioni ma.....direi questo:

la conoscenza da' un certo potere; tutto sta nel capire a servizio di cosa si mette quel potere. In sostanza occorre chiedersi al servizio di cosa o di chi, lo psicologo, mette il potere che deriva dalla sua conoscenza e dalla sua posizione. E per rispondere a questa domanda occorre capire il rapporto che lo psicologo ha con il proprio potere, la sua visione del mondo, e l'idea che lo psicologo ha del suo ruolo nel mondo.

E torniamo sempre allo stesso punto: la mancanza di un riferimento "superiore", universale...causa, molto spesso, che le persone elevino se stesse e la propria visione a "totem". Ed è proprio da questo che nasce la presunzione...la presunzione di considerarsi "dio"...o "guru".

Questo è un primo punto. Un secondo punto è associare il riferimento "superiore" al soggetto sbagliato. Ho visto uno psicologo associare il riferimento "superiore" alla azienda in cui lavorava. L'azienda per cui lavorava e la visione del mondo ad essa legata erano diventati il suo riferimento "superiore".

Pover'uomo. Ai miei occhi era solo un povero imbecille....anche se il suo ruolo in quel momento era quello di "valutarmi". A volte, purtroppo, dobbiamo farci valutare da dei perfetti imbecilli....buoni professionisti che però ignorano totalmente "la realtà"...e vivono intrappolati in una dimensione da imbecilli.
In questi soggetti non c'è presunzione, poichè hanno stabilito che la "vision" della azienda per cui lavorano è anche la loro "vision"...quindi in un certo senso si sono fatti servi e schiavi del totem che si sono scelti: l'azienda e le sue esigenze...per cui si limitano a fare da cinghia di trasmissione della "fede" della azienda. La loro presunzione si limita allo spacciare come "verità assolute" l'imbecillità nella quale hanno confinato la loro vita.
Mi pare di capire, Xmanx, che ti riferisci ad una cerchia molto ristretta di psicologi, ovvero quelli che lavorano nell'ambito della selezione del personale.
Perché la stragrande maggioranza di psicologi, invece, di "potere" non ne ha affatto: per gli psicologi che lavorano in ambito clinico, quello che tu chiami "superiore" è il paziente.

41
xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Il paziente...cosa?
Il suo benessere psicofisico?
E qual è il benessere psicofisico di un paziente? E' forse codificato nei manuali scientifici?
O non è forse, invece, codificato nella mente dello psicologo?
E in base a cosa uno psicologo definisce quale sia il miglior "benessere psicofisico" di una persona?

In base alla sua intima visione del mondo. Alla sua visione del potere, alla relazione che ha con esso...e al suo modo di vedere se stesso in relazione con la realtà.

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
xmanx ha scritto:Il paziente...cosa?
Il suo benessere psicofisico?
E qual è il benessere psicofisico di un paziente? E' forse codificato nei manuali scientifici?
O non è forse, invece, codificato nella mente dello psicologo?
E in base a cosa uno psicologo definisce quale sia il miglior "benessere psicofisico" di una persona?

In base alla sua intima visione del mondo. Alla sua visione del potere, alla relazione che ha con esso...e al suo modo di vedere se stesso in relazione con la realtà.
O forse in base agli studi che ha fatto?

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
@pazza

Differenze tra psicologia Freudiana e Junghiana

Non è facile orientarsi nella giungla delle varie psicologie per cui è importante riuscire a distinguere tra le scuole che, anche se si occupano sempre di psiche, partono da considerazioni diverse e da approcci che sono lontani tra loro sia nella sostanza che nella finalità ma, soprattutto, nella modalità di lavoro.....

Le consiglio di leggere questo articolo che troverà facilmente con google.
Cosa significa? Significa che il lavoro del terapueta sul paziente è strettamente connesso, legato e imprescindibile dalla visione del mondo che ha il terapeuta, comprendendo in questa visione del mondo la sua concezione del potere, il ruolo che ha con esso e il modo in cui lui vede se stesso in realzione al mondo.
In sostanza...la sua propria e personalissima "religione".

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
xmanx ha scritto:Il paziente...cosa?
Il suo benessere psicofisico?
E qual è il benessere psicofisico di un paziente? E' forse codificato nei manuali scientifici?
O non è forse, invece, codificato nella mente dello psicologo?
E in base a cosa uno psicologo definisce quale sia il miglior "benessere psicofisico" di una persona?

In base alla sua intima visione del mondo. Alla sua visione del potere, alla relazione che ha con esso...e al suo modo di vedere se stesso in relazione con la realtà.
Le tue domande sono tanto provocatorie quanto ingenue.
Il benessere del paziente non è codificato nè nei manuali scientifici nè nella mente dello psicologo: è il paziente che stabilisce se sta male o meno, e cosa vorrebbe "cambiare". Lo psicoterapeuta offre solo lo strumento.

xmanx ha scritto:@pazza

Differenze tra psicologia Freudiana e Junghiana

Non è facile orientarsi nella giungla delle varie psicologie per cui è importante riuscire a distinguere tra le scuole che, anche se si occupano sempre di psiche, partono da considerazioni diverse e da approcci che sono lontani tra loro sia nella sostanza che nella finalità ma, soprattutto, nella modalità di lavoro.....

Le consiglio di leggere questo articolo che troverà facilmente con google.
Cosa significa? Significa che il lavoro del terapueta sul paziente è strettamente connesso, legato e imprescindibile dalla visione del mondo che ha il terapeuta, comprendendo in questa visione del mondo la sua concezione del potere, il ruolo che ha con esso e il modo in cui lui vede se stesso in realzione al mondo.
In sostanza...la sua propria e personalissima "religione".
Ma zero assoluto!
La visione del mondo del terapeuta non è affatto variabile interferente.
Ogni approccio ha metodologie diverse e tempi diversi, ma una sola finalità.
Certo che se per fare le tue affermazioni ti basi sull'articolo di un'astrologa che confronta psicologia e psicoanalisi (che come ben saprai sono due livelli diversi) inutile discuterne.
E smettiamo di ricondurre tutto quello che inizia con psico, alla psicoanalisi: la psicoanalisi è solo un approccio.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
cara Yale...noto con piacere che anche tu appartieni alla schiera di coloro che non entrano nel merito delle idee, ma quando c'è qualcosa che li mette in discussione dicono: "ma chi l'ha detto? quello lì? ma chi è quello lì?"

Denigrare le persone per screditarne le idee è la tecnica più vecchia del mondo quando non si hanno argomenti. E tu non ne hai.

Non so nemmeno chi sia la signora Lidia Fassio. Ma invece di etichettarla come astrologa per screditare ciò che dice, cosa che denota in te una presunzione infinita...tra l'altro sempre evidente (e anche un po' imbecille...la presunzione eh, non tu)....potresti entrare nel merito di ciò che dice.

D'altra parte appare del tutto evidente (a tutti tranne che a te) il fatto che scegliere una scuola - freud o jung - piuttosto che un'altra è figlio di una particolare visione del mondo e dell'uomo che uno psicologo ha. Si sceglie quello che si sente più affine al proprio sentire. Se ne abbraccia la "vision"...e quindi la "religione". E il metodo adottato da una certa scuola porta necessariamente il terapeuta a far convergere l'essere del paziente verso il modello di uomo che tale scuola immagina.
(se non fosse così non si spiegherebbe perchè esistono scuole diverse e metodi diversi)

E' a tutti ovvio (tranne che a te) che freud e jung (e chissà quante altre scuole) hanno modi diversi di concepire l'essere...o l'anima, e quindi hanno idee diverse di ciò che si deve intendere per "benessere psicofisico" del paziente e sul modo di raggiungerlo.

Quindi...cara Yale...non è corretto quando affermi che il fine di tutte le scuole è "il benessere psicofisico" del paziente in base a quello che il paziente vuole cambiare.
No. Ma è il "benessere psicofisco" del paziente secondo un modello, una visione del mondo e dell'uomo tipico di quella scuola...e che il terapeuta fa suo...abbraccia come propria "religione".

cit.
"Un opera di particolare interesse è La libido, simboli e trasformazioni 2 (che determina la rottura dal pensiero classico). La psicologia analitica junghiana si distingue dalla psicoanalisi classica per il netto rifiuto del pansessualismo freudiano. Jung pensava che contenuti rimossi o i simboli non fossero di natura prevalentemente sessuale, ma la manifestazione di una energia unica e presente in tutta la natura: la libido.

Essa è la forza vitale, lo slancio che perpetua la vita, e che non è legata solo a fattori biologici come nella concezione freudiana, ma comprende aspetti spirituali ed un movimento dinamico verso il futuro.

Jung sposta il suo interesse dalla tradizione scientifica, medica e fisiologica che, come Freud possiede, ad un ambito più vasto, comprendente l’animo umano e tutto ciò che lo nutre. Di qui l’interesse per i miti e le favole, letteratura e scienza, arte e religione, ed il rimpianto per la massificazione e la perdita di spiritualità del mondo moderno."

E' del tutto ovvio che i due modi di concepire l'uomo sono diversissimi tra loro. E quindi sono diversi i metodi di lavoro e il percorso che il terapeuta definisce per il paziente. Non solo il percorso....ma anche il risultato al quale le due scuole e i due metodi relativi tendono.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Intanto – e lo abbiamo ribadito non so neppure quante volte – attenzione a non fare confusione con Psicologo e Psicoterapeuta.
Il percorso formativo dello psicologo, lo porta a contatto con la varietà di tutte le scuole, indirizzi, approcci, chiamiamolicomevogliamo della psicologia, che poi potrà approfondire nel percorso che lo conduce a divenire psicoterapeuta, in particolare per quanto concerne, appunto, gli aspetti terapeutici.
Proprio perché ha strumenti conoscitivi piuttosto ampi, può scegliere come – e in quale modo – aderire a questo o quell’approccio, anche selettivamente, nella parte del proprio lavoro che lo permette/richiede, mentre ve ne sono altre che presentano variabili minori.

Proprio per il fatto che lo psicologo possiede questa variegata formazione di base, «contaminata» (nell’accezione positiva del termine) da tutte le correnti della disciplina; si discute – praticamente da sempre – di come possa essere inopportuno che anche il medico possa divenire psicoterapeuta.
Ho detto medico, se vogliamo anche psichiatra, ma è l’essere medico (oltre ad essere psicologo) la condizione per poter accedere al percorso di psicoterapeuta.
Accade quindi che in assenza di una preparazione di base, si acceda a tale percorso che sostanzialmente fornisce una singola delle visioni, nella pluralità di quelle proposte.
Questo può essere un problema, in particolare per quelle che sono oltre modo autoreferenziali: ad esempio appunto la psicoanalisi e derivati (alcuni a dire il vero con gradi diversi di inflessibilità).

Esiste però molto altro e potrei raccontare la storia (affatto inusuale) di uno psicologo che al termine del suo percorso di base decida di scegliere «psicologia clinica» e che poi decida di aderire ad uno degli orientamenti proposti, ma che poi non contento, decida anche di frequentarne un’altra di scuole di specializzazione e poi di sentire – in  verità - il desiderio di frequentarne un’altra ancora, senza contare l’obbligo della formazione continua.
Questo non rende affatto l’idea della staticità o della visione monolitica.

Poi, per l’ennesima volta: rendiamoci conto di ciò di cui stiamo parlando e di come – in questo ambito – proprio per le sue caratteristiche intrinseche, sia difficile procedere.
Se si vuol chiamare in causa le zone d’ombra che riguardano la professione di psicologo e/o psicoterapeuta, lo si può anche fare, ma con un criterio, poiché se manca quello: possiamo mettere nel bellissimo calderone del relativismo assoluto un sacco di cose, molti aspetti della psichiatria compresi.
Ma come? Anche la Psichiatria, quindi la medicina?
Oh, sì: hai voglia…

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
xmanx ha scritto:cara Yale...noto con piacere che anche tu appartieni alla schiera di coloro che non entrano nel merito delle idee, ma quando c'è qualcosa che li mette in discussione dicono: "ma chi l'ha detto? quello lì? ma chi è quello lì?"

Denigrare le persone per screditarne le idee è la tecnica più vecchia del mondo quando non si hanno argomenti. E tu non ne hai.

Non so nemmeno chi sia la signora Lidia Fassio. Ma invece di etichettarla come astrologa per screditare ciò che dice, cosa che denota in te una presunzione infinita...tra l'altro sempre evidente (e anche un po' imbecille...la presunzione eh, non tu)....potresti entrare nel merito di ciò che dice.

D'altra parte appare del tutto evidente (a tutti tranne che a te) il fatto che scegliere una scuola - freud o jung - piuttosto che un'altra è figlio di una particolare visione del mondo e dell'uomo che uno psicologo ha. Si sceglie quello che si sente più affine al proprio sentire. Se ne abbraccia la "vision"...e quindi la "religione". E il metodo adottato da una certa scuola porta necessariamente il terapeuta a far convergere l'essere del paziente verso il modello di uomo che tale scuola immagina.
(se non fosse così non si spiegherebbe perchè esistono scuole diverse e metodi diversi)

E' a tutti ovvio (tranne che a te) che freud e jung (e chissà quante altre scuole) hanno modi diversi di concepire l'essere...o l'anima, e quindi hanno idee diverse di ciò che si deve intendere per "benessere psicofisico" del paziente e sul modo di raggiungerlo.

Quindi...cara Yale...non è corretto quando affermi che il fine di tutte le scuole è "il benessere psicofisico" del paziente in base a quello che il paziente vuole cambiare.
No. Ma è il "benessere psicofisco" del paziente secondo un modello, una visione del mondo e dell'uomo tipico di quella scuola...e che il terapeuta fa suo...abbraccia come propria "religione".

cit.
"Un opera di particolare interesse è La libido, simboli e trasformazioni 2 (che determina la rottura dal pensiero classico). La psicologia analitica junghiana si distingue dalla psicoanalisi classica per il netto rifiuto del pansessualismo freudiano. Jung pensava che contenuti rimossi o i simboli non fossero di natura prevalentemente sessuale, ma la manifestazione di una energia unica e presente in tutta la natura: la libido.

Essa è la forza vitale, lo slancio che perpetua la vita, e che non è legata solo a fattori biologici come nella concezione freudiana, ma comprende aspetti spirituali ed un movimento dinamico verso il futuro.

Jung sposta il suo interesse dalla tradizione scientifica, medica e fisiologica che, come Freud possiede, ad un ambito più vasto, comprendente l’animo umano e tutto ciò che lo nutre. Di qui l’interesse per i miti e le favole, letteratura e scienza, arte e religione, ed il rimpianto per la massificazione e la perdita di spiritualità del mondo moderno."

E' del tutto ovvio che i due modi di concepire l'uomo sono diversissimi tra loro. E quindi sono diversi i metodi di lavoro e il percorso che il terapeuta definisce per il paziente. Non solo il percorso....ma anche il risultato al quale le due scuole e i due metodi relativi tendono.
Vedi Xmanx, io nel merito di questo argomento ci sono entrata più volte, chiarendo anche la distinzione tra psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista ecc...
Quindi evita di trarre le tue conclusioni astruse.
Che tu non conosca la signora Fassio (quando basta una breve ricerca in Google dove LEI STESSA si definisce astrologa, e non certo io dall'alto della mia presunzione...altra deduzione erronea), non ti fa onore, visto che prendi a vangelo un suo articolo. Fosse stato firmato "Topo Gigio" sarebbe stato uguale, insomma. L'importante è che ci sia qualcuno che scrive qualcosa che ci piace citare in una discussione in un forum su un argomento di cui non so nulla. Perché è evidente che non hai la minima idea di cosa sia una psicoterapia.
E lo si evince da qui: "Quindi...cara Yale...non è corretto quando affermi che il fine di tutte le scuole è "il benessere psicofisico" del paziente in base a quello che il paziente vuole cambiare.".
Correggo: anche da qui.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
caro next e yale...immaginiamo una seduta con uno psicologo.

io arrivo...mi sdraio sul divanino e dico: "sa dottore....ho deciso di cambiare. Da stasera ho deciso che voglio ammazzare tutti quelli che mi rompono i coglioni. Sa che faccio? Ora esco, mi compro una pistola e a tutti quelli che mi rompono i coglioni....BAM, un colpo in testa...perchè ho capito che è il senso di frustrazione represso che mi fa stare male...e voglio cambiare...voglio sfogare la mia frustrazione nei confronti del mondo intero".

Secondo Yale, lo psicologo dice: "Ah bene, la trovo una cosa positiva...se è questo quello che vuole veramente, mi sembra interessante. Come posso aiutarla?".

Secondo Yale: "Il benessere del paziente non è codificato nè nei manuali scientifici nè nella mente dello psicologo: è il paziente che stabilisce se sta male o meno, e cosa vorrebbe "cambiare". Lo psicoterapeuta offre solo lo strumento."

Secondo te, invece, che succede?

P.S. Yale....per favore....

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
xmanx ha scritto:caro next e yale...immaginiamo una seduta con uno psicologo.

io arrivo...mi sdraio sul divanino e dico: "sa dottore....ho deciso di cambiare. Da stasera ho deciso che voglio ammazzare tutti quelli che mi rompono i coglioni. Sa che faccio? Ora esco, mi compro una pistola e a tutti quelli che mi rompono i coglioni....BAM, un colpo in testa...perchè ho capito che è il senso di frustrazione represso che mi fa stare male...e voglio cambiare...voglio sfogare la mia frustrazione nei confronti del mondo intero".

Secondo Yale, lo psicologo dice: "Ah bene, la trovo una cosa positiva...se è questo quello che vuole veramente, mi sembra interessante. Come posso aiutarla?".

Secondo Yale: "Il benessere del paziente non è codificato nè nei manuali scientifici nè nella mente dello psicologo: è il paziente che stabilisce se sta male o meno, e cosa vorrebbe "cambiare". Lo psicoterapeuta offre solo lo strumento."

Secondo te, invece, che succede?

P.S. Yale....per favore....
Che tenerezza, Xmanx.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Ah...quindi lo psicologo interagisce. Non si limita a fornire lo strumento del cambiamento voluto dal paziente.
Abbiamo fatto un passo avanti.

E come interagisce? E perchè interagisce? A che titolo interagisce? Con quale fine?
Eh? SGHIGNAZZARE 

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