Quello dell'ematofagia è un argomento piuttosto "bizzarro", non solo perché si lega al mito dei vampiri, ai fans della cinematografia e all'aspetto feticistico, ma anche perché se da un lato è o era trattato in psichiatria dall'altro invece è tutt'oggi una pratica alimentare in molte etnie nel mondo.
Io credo profondamente che sull'argomento ci sia un fondo di morale religiosa, distorsione giornalistica e pregiudizio culturale.
Se prendiamo per esempio la foto di un bambino Etiope o di etnia Suri che beve sangue sporcandosi la faccia, come farebbe un occidentale con la Nutella, sono sicuro che in molti direbbero "che schifo", qualcuno la paragonerebbe ad una scena horror ed altri direbbero che sono degli incivili. Se la stessa scena venisse da un ragazzo occidentale lo schifo e l'horror varrebbero lo stesso ma si aggiungerebbero i giudizi sulle condizioni mentali e commenti pesanti.
Se valutiamo la scelta di un occidentale di bere sangue animale la possiamo vedere come seconda fase della sindrome di Renfield o come un'ossessione, così come documentato dal format Americano My strange addiction, se invece la trattiamo in un documentario o in un trattato di antropologia allora è roba da persone sottosviluppate o "incivili"; infatti non si può certo dire che intere tribù siano affette da problemi mentali.
Vi ritrovate con me fin qui?
Andando un pelo oltre l'aspetto morale e di costume, ci sarebbe da chiedersi perché queste persone ne facciano uso.
In Africa se ne fa sia un uso rituale sia un semplice uso culinario: si sopperisce alla mancanza di proteine e ferro con latte e sangue per i bambini e vecchi ma anche solo sangue. Allo stesso modo in Siberia gli allevatori di renne si cibano di carne cruda e bevono il sangue degli animali che allevano ed in varie parti dell'oriente esistono celebrazioni durante le quali si beve sangue animale. Ora, io credo che dopo tutto per queste persone non sia un grosso sforzo nutrirsi di sangue, anzi in certe foto i bambini sembrano gradire davvero.
Vi chiedo quindi, è difficile pensare che il sangue di per se possa semplicemente essere buono e che non ci debba essere una motivazione più profonda per il quale uno che lo ha provato poi abbia voglia di rifare l'esperienza?
Sono pienamente d'accordo che arrivare a farsi violenza per bere il proprio sangue sia una turba, ma in fin dei conti c'è gente che si sega le braccia per moda (vedi gli emo), chi per masochismo e chi per autolesionismo; è quindi secondo me un aspetto psicologico da cercarsi prima altrove e non strettamente legato al desiderio di sangue.
Con il mio punto di vista credo di aver demolito la prima e la seconda fase della Sindrome di Renfield, vorrei avere un vostro parere prima di passare alla terza.
Chiedo scusa per il papiro ma come ho detto è un argomento che mi interessa.
Grazie