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Ematofagia o Sindrome di Renfield: il lato oscuro della psiche

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Salve, sono arrivato da una ricerca su Google. Mi è sembrato di capire, dalla precisazione fatta nei primi post riguardante l'aggiornamento del DSM, che vi siano studenti/medici psichiatri o per lo meno interessati alla materia, mi farebbe piacere avere uno scambio di idee.
Quello dell'ematofagia è un argomento piuttosto "bizzarro", non solo perché si lega al mito dei vampiri, ai fans della cinematografia e all'aspetto feticistico, ma anche perché se da un lato è o era trattato in psichiatria dall'altro invece è tutt'oggi una pratica alimentare in molte etnie nel mondo.

Io credo profondamente che sull'argomento ci sia un fondo di morale religiosa, distorsione giornalistica e pregiudizio culturale.
Se prendiamo per esempio la foto di un bambino Etiope o di etnia Suri che beve sangue sporcandosi la faccia, come farebbe un occidentale con la Nutella, sono sicuro che in molti direbbero "che schifo", qualcuno la paragonerebbe ad una scena horror ed altri direbbero che sono degli incivili. Se la stessa scena venisse da un ragazzo occidentale lo schifo e l'horror varrebbero lo stesso ma si aggiungerebbero i giudizi sulle condizioni mentali e commenti pesanti.
Se valutiamo la scelta di un occidentale di bere sangue animale la possiamo vedere come seconda fase della sindrome di Renfield o come un'ossessione, così come documentato dal format Americano My strange addiction, se invece la trattiamo in un documentario o in un trattato di antropologia allora è roba da persone sottosviluppate o "incivili"; infatti non si può certo dire che intere tribù siano affette da problemi mentali.
Vi ritrovate con me fin qui?

Andando un pelo oltre l'aspetto morale e di costume, ci sarebbe da chiedersi perché queste persone ne facciano uso.
In Africa se ne fa sia un uso rituale sia un semplice uso culinario: si sopperisce alla mancanza di proteine e ferro con latte e sangue per i bambini e vecchi ma anche solo sangue. Allo stesso modo in Siberia gli allevatori di renne si cibano di carne cruda e bevono il sangue degli animali che allevano ed in varie parti dell'oriente esistono celebrazioni durante le quali si beve sangue animale. Ora, io credo che dopo tutto per queste persone non sia un grosso sforzo nutrirsi di sangue, anzi in certe foto i bambini sembrano gradire davvero.
Vi chiedo quindi, è difficile pensare che il sangue di per se possa semplicemente essere buono e che non ci debba essere una motivazione più profonda per il quale uno che lo ha provato poi abbia voglia di rifare l'esperienza?
Sono pienamente d'accordo che arrivare a farsi violenza per bere il proprio sangue sia una turba, ma in fin dei conti c'è gente che si sega le braccia per moda (vedi gli emo), chi per masochismo e chi per autolesionismo; è quindi secondo me un aspetto psicologico da cercarsi prima altrove e non strettamente legato al desiderio di sangue.
Con il mio punto di vista credo di aver demolito la prima e la seconda fase della Sindrome di Renfield, vorrei avere un vostro parere prima di passare alla terza.
Chiedo scusa per il papiro ma come ho detto è un argomento che mi interessa.
Grazie

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
C'è una differenza però nel bere sangue animale,e bere sangue umano.O no?
Poi c'è una differenza nel prelevare tale sangue da un animale o da un umano.Il sangue potrebbe anche essere buono e far venire voglia di provarlo ancora,ma prelevare e bere sangue umano ha una importante prevalenza psicologica secondo me.Perché lo si fa o lo si desidera fare secondo te?

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Non voglio eludere le domande, è che vorrei partire argomentando dal titolo del topic dove secondo me l'ematofagia, quindi bere sangue animale, non è accostabile ad una deviazione mentale e dove la Sindrome di Renfield, sempre secondo me che non sono un medico, è un'analisi comportamentale spicciola di soggetti che hanno probabilmente evoluto il loro disagio passando dall'autolesionismo al giustificare, più o meno consapevolmente, questo loro atto con il dover bere sangue.
Credo che nei soggetti schizzoidi il passaggio dall'autolesionismo al ledere qualcun'altro sia semplice; inoltre gli animali oggetto delle violenze sono animali domestici e non mucche o maiali. Qualcuno potrebbe dire che è solo un fattore di "comodità", l'animale domestico lo hai accanto, la mucca no, ma secondo me nel fare del male ad un animale indifeso e normalmente visto come appartenente al nucleo famigliare ci sono implicazioni ulteriori.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Dago Bha ha scritto:Non voglio eludere le domande, è che vorrei partire argomentando dal titolo del topic dove secondo me l'ematofagia, quindi bere sangue animale, non è accostabile ad una deviazione mentale e dove la Sindrome di Renfield, sempre secondo me che non sono un medico, è un'analisi comportamentale spicciola di soggetti che hanno probabilmente evoluto il loro disagio passando dall'autolesionismo al giustificare, più o meno consapevolmente, questo loro atto con il dover bere sangue.
Credo che nei soggetti schizzoidi il passaggio dall'autolesionismo al ledere qualcun'altro sia semplice; inoltre gli animali oggetto delle violenze sono animali domestici e non mucche o maiali. Qualcuno potrebbe dire che è solo un fattore di "comodità", l'animale domestico lo hai accanto, la mucca no, ma secondo me nel fare del male ad un animale indifeso e normalmente visto come appartenente al nucleo famigliare ci sono implicazioni ulteriori.

Perciò?Eliminando la ematofagia ci rimane la sindrome di Reinfield..La tua curiosità e legata a cosa?Qual'è la terza fase della quale stavi scrivendo?

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Sono solo curioso di approfondire l'argomento psicologico/antropologico. Ho seguito varie discussioni sull'argomento ma al più si finisce a parlare di ragazzini che giocano a fare i vampiri, a giudizi scontati e di getto come "sono malati", si riporta questa famosa Sindrome di Renfield ma il tutto si chiude come a non sapere cosa dire o non voler argomentare su qualcosa che di per se non va fatto.. punto e basta.
Sono soprattutto curioso di sentire i commenti delle persone a questa mia "provocazione" nel dire che se qualcosa è buono è tale e basta. Di sicuro c'è un fattore psicologico, come credo ci sia in gran parte del cibo e comportamenti che abbiamo, ma nel sangue fa più specie perché è al di fuori della nostra cultura o c'è un reale disturbo della persona?
La terza fase è quella descritta dalla sindrome come vampirismo e volevo lasciarla un'attimo da parte perché ha implicazioni etiche e di relazione.
Quindi lo chiedevo io..  vi suona così distorto il comportamento di un emofago?
Quanto il vostro giudizio è frutto della vostra cultura della vostra religione e quanto l'ematofagia è in definitiva causa di qualche disturbo comportamentale?

Ps: Aggiungo che Rendfield mangiava anche blatte ed insetti. In oriente e sempre più anche da noi si sta diffondendo l'entomofagia.

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Hara2
Hara2
Viandante Storico
Viandante Storico
biba ha scritto:
Rupa Lauste ha scritto:praticamente hara é raggiodiluna dopo un'overdose di sangue.
iniziano ad essere compatibili, eh?

Affinità elettiva  KleanaFurbo 

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
@ Nextlife
Mi dispiace che tu voglia declinare l'invito a partecipare in modo costruttivo a questa discussione, ma rispetto le tue motivazioni personali. Spero che sia possibile in futuro dialogare con te intorno ad altre tematiche. Riguardo ai mancati riferimenti documentari che mi contesti, non credo si possa equivocare il mio intento come volontà di attribuirmi il pensiero d'altri avendo io specificato che si trattava di definizioni formulate da tali autori e contenute in testi precisi (i testi di Renfield e il Dsm ahimè non aggiornato). Lo stesso dicasi dell'interrogazione rivolta agli utenti, presente e centrale. In ogni caso, lo ribadisco in questo post in modo fugare gli eventuali dubbi sorti in altri lettori qualora siano sorti e sperando così di favorire un prosequo sereno della discussione  sorriso 


@ Dago Bah
Ciao Dago mi fa piacere che tu sia giunto qui per parlare dell'argomento raccogliendo la domanda iniziale che stava andando smarrita rispetto ad altre questioni. Giustamente chiami in causa l'antropologia che è certamente la disciplina più adatta a rendere conto della transculturalità del potere evocativo del sangue.
Concordo pienamente con te nel distinguo tra ematofagia in occidente e ematofagia in altre culture.
Personalmente ipotizzo che le basi su cui poggia la malattia mentale che induce a nutrirsi di sangue e l'uso rituale del sangue siano le medesime e che pertanto la differenza consista nella loro condivisione a livello sociale. In la scocietà le stigmatizza e le qualifica come tabù, come cosa vietata giornalistica e pregiudizio culturale. Mentre altre culture danno all'ematofagia un significato, rendendola un rito. Quello che immagino è che la forza evocativa del sangue avvertita da chi stigmatizza il cibarsene come da chi lo ritualizza sia la medesima. Ovviamente non posso affermarlo e chiedo a te e ai presenti il loro pensiero in merito. Per te è così? In cosa consiste se è così la forza evocativa del sangue? Per i motivi elencati sopra non ritengo che sia il gusto del sangue a consolidarne l'uso, ma altri elementi da sondare.  sorriso

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Ciao Victorinox, interessante punto di vista il tuo ma non mi è del tutto chiaro. Accostare la ritualità, la forza evocativa come la definisci, al gesto di bere sangue al di fuori di contesti tribali o al motivo che può far scaturire la sindrome può essere intesa in diversi modi:
1) Emulazione  - Vedo in TV o in internet chi lo fa e voglio provare.
2) Eversione - Abbattere i divieti culturali e religiosi che si hanno attorno.
3) Contesto spirituale - Prendo a prestito la visione mistica, la ritualità, le leggende ed il folklore per crearmi un mio credo.
4) Un misto di entrambi

Inoltre da come fai l'accostamento si può avere l'impressione che sottointendi che esista una qualche forza mistico/esoterica che coinvolga la ritualità "sciamanica" al gesto ossessivo di chi è affetto dalla sindrome.
In questo caso allora dovremmo affrontare la sfera della parapsicologia. Si finirebbe sul discutere se le possessioni esistono davvero o se sono i "posseduti" ad essere in preda a qualche delirio.
Resterei sull'aspetto psicologico, culturale e di gusto.

Personalmente credo che non esista un solo motivo per il quale un occidentale pratichi l'ematofagia ma entrambi i casi che ho elencato siano validi a seconda del soggetto.
Vi posso fare diversi esempi di entrambi i casi.
Emulazione: Un giovane vede una trasmissione nella quale si parla di real vampires, si autoidentifica, trova a scuola una spalla, e con una lametta gioca a fare il vampiro.
Eversione: Mi sento dannato, ascolto musica death metal, schifo le religioni monoteistiche e mi do al satanismo, o a qualche sua derivazione, e bevo sangue come gesto di ribellione a Dio che lo ha vietato nella bibbia.
Spiritualità: Prendo a prestito il concetto che il sangue è vita e rifacendomi ad alcune tradizioni orientali ma anche al folklore sui vampiri, pratico l'ematofagia.

In tutti questi casi però, per quanto discutibili, il soggetto fa una scelta, è partecipe di qualcosa, mentre la sindrome mi da l'idea di un soggetto ammorbato, compulsivo, autolesionistico ed aggressivo.
Un soggetto da sindrome me lo immagino difficilmente alzarsi la mattina e andare in ufficio, avere relazioni con altri e magari avere una famiglia; mentre nei casi sopra elencati il contesto sociale non viene per forza a mancare.
Negli USA esistono gruppi, perfino di persone "altolocate", che frequentano gruppi di "vampiri" o che ne fanno una questione religiosa.
Sono anche sicuro che se il sangue non piacesse o non avesse qualcosa di così appagante, in qualsiasi caso sopra elencato, le persone smetterebbero presto questa pratica.
Se ad un giovane dici che cavoli e broccoli rendono immortali, che le streghe li usavano per pozioni magiche e che hanno un forte potere esoterico, comunque sia la vedo difficile come disciplina ed abitudine.
Ancora più estremo l'esempio di bere urina, che per quanto sia comunque un fluido corporeo e parecchie persone associno il bere sangue ad un feticismo per tali liquidi, non credo avrebbe un forte consenso.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Sangue è vita... Bere il sangue di un essere umano e come "impossessarsi "di quella vita, e come creare un legame che non si scioglie. Basta pensare ai legami uniti con il sangue (fratelli di sangue ).Il gusto buono o meno non ha nulla a che fare con questa pratica. È una questione di "potere",una pratica intercambiabile o meno..

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Diverso e il discorso della urina.. Non mischiare le cose perché crei solo confusione.

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albagia
albagia
Viandante Residente
Viandante Residente
Il mio babbo da bambino divorava il sanguinaccio, che all'epoca si faceva con il sangue caldo di maiale, mi è stato raccontato, ed è per questo che divenne un 'porco', come dice la mamma?

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
albagia ha scritto:Il mio babbo da bambino divorava il sanguinaccio, che all'epoca si faceva con il sangue caldo di maiale, mi è stato raccontato, ed è per questo che divenne un 'porco', come dice la mamma?
"Porco si è non lo si diventa "..(vuoi per caso mandare a vacca il topic? )

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albagia
albagia
Viandante Residente
Viandante Residente
No, no, volevo solo sdrammatizzare per i cultori di Twilight

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
@ Dago Bah

Provo innanzitutto a chiarti meglio quello che intendo, visto che mi hai scritto che non ti risultava chiaro. In parole povere, io mi chiedo che differenza c'è tra chi beve il sangue in una società in cui lo si beve per rito e in una società in cui non ci sono riti simili, ipotizzando che questo ponga in essere una differenza tra i due comportamenti. Inoltre mi chiedo se la potenza fascinatrice del sangue poggi sulle stesse basi nei riti tribali o nella malattia mentale. Per potenza fascinatrice non intendo alcuna forza mistico/esoterica ma semplicemente umana fascinazione. Sono ovviamente pensieri sparsi senza pretese i miei, interamente da discutere.
Rispondo quindi a quando hai scritto.


1) Emulazione  - Vedo in TV o in internet chi lo fa e voglio provare.
2) Eversione - Abbattere i divieti culturali e religiosi che si hanno attorno.
3) Contesto spirituale - Prendo a prestito la visione mistica, la ritualità, le leggende ed il folklore per crearmi un mio credo.
4) Un misto di entrambi


I quattro moventi da te elencati secondo me sono verosimili. Mi sembra che tutti presuppongano la presenza dell'ematofagia come qualcosa di presente all'interno della cultura di chi decide di praticarla per emulazione, eversione o ragioni spirituali. La nostra cultura ci tramanda questa immagine con il Cristo, che si tramuta in carne e sangue nell'Eucarestia come segno di sommo sacrifico, e che viene divorato in segno di condivisione. La nostra cultura contiene anche un altro tipo di ematofagia decisamente più oscura: quella compiuta dai vampiri. Nel primo caso l'ematofagia è figurata, e mette a contatto con Dio. Nel secondo è concreta ed avvicina al Maligno. L'elemento trascendente è presente in ambedue i casi. Questa riflessione mi porta a ricongiungermi con quanto scritto da te più innanzi a spiegazione dell'emulazione, delle eversione e della motivazione spirituale.

Emulazione: Un giovane vede una trasmissione nella quale si parla di real vampires, si autoidentifica, trova a scuola una spalla, e con una lametta gioca a fare il vampiro.
Eversione: Mi sento dannato, ascolto musica death metal, schifo le religioni monoteistiche e mi do al satanismo, o a qualche sua derivazione, e bevo sangue come gesto di ribellione a Dio che lo ha vietato nella bibbia.
Spiritualità: Prendo a prestito il concetto che il sangue è vita e rifacendomi ad alcune tradizioni orientali ma anche al folklore sui vampiri, pratico l'ematofagia.

    Rispetto al bere sangue sembra centrale l'immagine che quella cultura trasmette di chi beve sangue e dell'atto del berlo. Ma questo basta a spiegare i casi di ematofagia?Come tu giustamente osserviIn tutti questi casi però, per quanto discutibili, il soggetto fa una scelta, è partecipe di qualcosa, mentre la sindrome mi da l'idea di un soggetto ammorbato, compulsivo, autolesionistico ed aggressivo.Tralasciando di entrare nel merito di una sindrome complessa, certamente in un disturbo simile entra in gioco qualcosa di più che è di ordine individuale.Questa idea mi porta ad un ulteriore domanda che rivolgo a te e ai partecipanti a questa discussione. Ematofagia è necessariamente sinonimo di malattia psichica oppure no?

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grilloparlante
grilloparlante
Viandante Residente
Viandante Residente
albagia ha scritto:Il mio babbo da bambino divorava il sanguinaccio, che all'epoca si faceva con il sangue caldo di maiale, mi è stato raccontato, ed è per questo che divenne un 'porco', come dice la mamma?
Il tuo babbo era un raffinato: il sanguinaccio che si faceva a Napoli era un dessert a base di sangue di maiale e cioccolato. Una leccornia unica, da gustare con i savoiardi. Purtroppo i regolamenti europei, mi hanno detto, impediscono ora la sua preparazione e commercializzazione, un pò come stava succedendo con il lardo di Colonnata, il formaggio di fossa e tante altre delizie popolari italiane.

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
laura18 ha scritto:Diverso e il discorso della urina.. Non mischiare le cose perché crei solo confusione.
Tutto quello che riporto sono pareri di psicologi tali o improvvisati.

laura18 ha scritto:Sangue è vita... Bere il sangue di un essere umano e come "impossessarsi "di quella vita, e come creare un legame che non si scioglie. Basta pensare ai legami uniti con il sangue (fratelli di sangue ).Il gusto buono o meno non ha nulla a che fare con questa pratica. È una questione di "potere",una pratica intercambiabile o meno..
Una tale veduta può derivare solo da esperienze personali o dal proprio credo. Hai mai avuto un riscontro di ciò che dici? Hai mai bevuto sangue che non fosse il tuo? e in che quantità?



victorinox ha scritto:io mi chiedo che differenza c'è tra chi beve il sangue in una società in cui lo si beve per rito e in una società in cui non ci sono riti simili, ipotizzando che questo ponga in essere una differenza tra i due comportamenti.
Se l'analizziamo da un punto di vista prettamente biologico e al di fuori della sfera emotiva e psicologica, non c'è alcuna differenza: il sangue è sangue ed il perché uno lo beva non fa si che questo ne cambi la natura una volta nello stomaco. Le motivazioni sono invece diverse, se per certe etnie il sangue è cibo come lo è la carne, per gli occidentali è spesso un elemento magico ed esoterico.

victorinox ha scritto:Ematofagia è necessariamente sinonimo di malattia psichica oppure no?
No! Il mio punto di vista credo sia palese ed è proprio attraverso un percorso che include l'antropologia che volevo farvi giungere alla stessa conclusione.
Insomma, se un bimbo Nenet beve del sangue (non metto immagini per non turbare ma potete vederle su google alla voce "nenet blood") è una cosa bizzarra al più disgustosa ma comprensibile, se un Italiano beve sangue è un malato di mente; i conti non tornano. E' palese che il giudizio delle persone sia influenzato dalla cultura nella quale crescono.

Facciamo quindi il passo successivo che so scatenerà molte polemiche.
Se il sangue è sangue, a parte per le differenze dei gruppi sanguinei, ed accettando che il sangue lo si possa considerare un alimento, perché non poter bere quello umano?
Senza volerne fare un discorso etico direi che l'unica differenza che ci può essere riguarda il sapore ed i problemi di salute. Non so se è meglio fidarsi dell'alimentazione e della salute di un animale o di quella di un proprio amico: virus e batteri intestinali da un lato, malattie virali dall'altro.

victorinox ha scritto: La nostra cultura contiene anche un altro tipo di ematofagia decisamente più oscura: quella compiuta dai vampiri.... è concreta ed avvicina al Maligno.
Mi calo nei panni dell'avvocato del diavolo: i vampiri non esistono! Nessuno credo prenda sul serio l'idea che ci possano essere dei morti viventi che per restare in vita si cibano di sangue umano. La figura del vampiro non è altro che una figura letteraria estrapolata dal folklore e dalla paura instillata dalla chiesa.
L'atto di vampirizzare qualcuno (fermo restando di non utilizzare mezzi coercitivi o violenti) è quindi un atto malvagio per noi che siamo cresciuti in questo contesto, ma non credo sia così per tutto il resto della popolazione mondiale.


Riguardo al sanguinaccio il discorso è diverso: è un alimento cotto.

42
laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
Tutto ciò che scrivo sono mie opinioni.. Punto(guardo tanti documentari  Ematofagia o Sindrome di Renfield: il lato oscuro della psiche - Pagina 2 73990920 )

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Dago Bha ha scritto:
victorinox ha scritto:io mi chiedo che differenza c'è tra chi beve il sangue in una società in cui lo si beve per rito e in una società in cui non ci sono riti simili, ipotizzando che questo ponga in essere una differenza tra i due comportamenti.
Se l'analizziamo da un punto di vista prettamente biologico e al di fuori della sfera emotiva e psicologica, non c'è alcuna differenza: il sangue è sangue ed il perché uno lo beva non fa si che questo ne cambi la natura una volta nello stomaco. Le motivazioni sono invece diverse, se per certe etnie il sangue è cibo come lo è la carne, per gli occidentali è spesso un elemento magico ed esoterico.

È un'affermazione molto forte. Io credo non si possa escludere che ci siano spinte emotive e psicologiche  differenti  dietro ad atti compiuti in diversi contesti culturali. Dato che questa nostra differente posizione rimanda alla domanda successiva, rispondo nel quote sottostante.

Dago Bha ha scritto:
victorinox ha scritto:Ematofagia è necessariamente sinonimo di malattia psichica oppure no?
No! Il mio punto di vista credo sia palese ed è proprio attraverso un percorso che include l'antropologia che volevo farvi giungere alla stessa conclusione.
Insomma, se un bimbo Nenet beve del sangue (non metto immagini per non turbare ma potete vederle su google alla voce "nenet blood") è una cosa bizzarra al più disgustosa ma comprensibile, se un Italiano beve sangue è un malato di mente; i conti non tornano. E' palese che il giudizio delle persone sia influenzato dalla cultura nella quale crescono.


Concordo con te, ma ritengo che non solo il giudizio sull'atto ma anche la natura dell'atto cambi a seconda della cultura d'appartenenza. Se una persona beve sangue perchè lo prevede un rito socialmente condiviso, o per altre ragioni socialmente consolidate il suo atto ha certe motivazioni. Se lo beve in una cultura che non prevede tale atto ne ha altre. Se ancora lo beve perchè spinto da una deviazione ne ha motivazioni ancora differenti e va valutato differentemente. Ritieni poco plausibile il mio pensiero?  


Dago Bha ha scritto:
victorinox ha scritto: La nostra cultura contiene anche un altro tipo di ematofagia decisamente più oscura: quella compiuta dai vampiri.... è concreta ed avvicina al Maligno.
Mi calo nei panni dell'avvocato del diavolo: i vampiri non esistono! Nessuno credo prenda sul serio l'idea che ci possano essere dei morti viventi che per restare in vita si cibano di sangue umano. La figura del vampiro non è altro che una figura letteraria estrapolata dal folklore e dalla paura instillata dalla chiesa.
L'atto di vampirizzare qualcuno (fermo restando di non utilizzare mezzi coercitivi o violenti) è quindi un atto malvagio per noi che siamo cresciuti in questo contesto, ma non credo sia così per tutto il resto della popolazione mondiale.


Non credo ai vampiri. Ho parlato di concretezza a livello di immaginario: l'immagine dell'eucarestia non prevede reale consumo di sangue, mentre l'immagine vampirica sì. Soffermandomi sul vampiro vorrei chiederti se conosci culture in cui tale figura immaginaria o un suo analogo è presente con valenze positive.

Apprezzo molto il confronto in generale e particolarmente in questo caso, dato che mi sembra che le tue affermazioni abbiano alle spalle molte conoscenze.
Hai studiato o studi antropologia?  sorriso

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
No, non studio antropologia ma sono molto affascinato dal pensiero umano e dalle sue tappe evolutive.
Rispetto all'argomento ho letto alcuni testi di Tommaso Braccini, storico ed antropologo, e Leone Allacci, teologo e studioso incaricato dalla chiesa di Roma di indagare sull'avvistamento di vampiri attorno al 1600 e sull'isteria che ciò provocava.
Se parliamo di Vampiro, quindi di una figura ben delineata, allora no, non ho esempi di credenze per le quali i vampiri sono buoni. C'è però da dire che essendo il Vampiro, così come lo conosciamo, un demone nato dalla mistificazione del folklore e usato dalla chiesa come spauracchio non può di certo essere "buono". L'importanza del sangue nei rituali o come fonte di vita è però presente in diverse culture, dall'oriente al sud America, così se il vampiro non può essere una figura positiva in quanto porta via la vita nutrendosi del sangue, elemento vietato da Dio, non si può dire che l'atto del vampirismo di per se (donare il proprio sangue e riceverlo in dono) abbia necessariamente una connotazione negativa o addirittura demoniaca.

victorinox ha scritto:Concordo con te, ma ritengo che non solo il giudizio sull'atto ma anche la natura dell'atto cambi a seconda della cultura d'appartenenza. Se una persona beve sangue perchè lo prevede un rito socialmente condiviso, o per altre ragioni socialmente consolidate il suo atto ha certe motivazioni. Se lo beve in una cultura che non prevede tale atto ne ha altre. Se ancora lo beve perchè spinto da una deviazione ne ha motivazioni ancora differenti e va valutato differentemente. Ritieni poco plausibile il mio pensiero?
Concordo, certo, resta però un discorso di intenti e finche non si infrangono leggi o si lede qualcun altro allora è passibile di giudizio popolare ma fa parte del modo di vedere e vivere di quelle persone.

Sembra che siamo solo in due a voler argomentare perciò metto altra carne al fuoco e sempre nelle vesti dell'avvocato del diavolo.. o chissà del diavolo stesso... faccio dei parallelismi che spesso si sentono e vi do altri spunti per l'analisi.
Spesso finche si rimane sul discorso dell'ematofagia pura e semplice (sangue animale), la gente storce il naso, qualcuno invece mi ha confessato di trovarlo buono e di aver bevuto sangue di maiale in alcune occasioni, ma se si parla di vampirismo e si cerca di mettere sullo stesso livello il sangue animale a quello umano (come ho fatto qui), allora si tende a paragonarlo al cannibalismo; forse per voi non è così ma vi assicuro che in molti fanno questo parallelismo.
Tra le varie notizie bizzarre che vado cercando, proprio ieri ho scoperto che è usanza, quasi una moda, conservare la placenta e mangiarla, sia cotta ma anche frullata a crudo.
Questo è un ulteriore esempio di come un fenomeno prenda una piega "accettabile" o meno a seconda del contesto e di come la cosa viene venduta. Infatti si parla di un atto normale tra gli animali in natura, di potere ringiovanente e di saldare maggiormente il rapporto madre e figlia.
Quello che però non si guarda, perché non la si vuole vedere da quel punto di vista, è che si tratta di cannibalismo e vampirismo.
Personalmente l'idea di mangiarmi un mio organo lo trovo disgustoso, l'idea di bere del sangue umano a paragone è acqua di rose. Non credi?


Riguardo alle spinte emotive e psicologiche che portano una persona a bere sangue certo che ci sono e sono molteplici a seconda di quei casi che ho portato ad esempio prima.
Aggiungo anche il fattore feticistico che di per se non è strettamente legato al vampirismo, ed il gioco di coppia. Se è vero che c'è chi beve sangue c'è anche chi dona sangue e spesso questo avviene in un gioco nel rapporto di coppia. In questo caso direi che l'aspetto della possessione del proprio partner è evidente.

45
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
So della caccia alle streghe in Europa nel periodo della contro riforma, ma non sapevo assolutamente nulla dell'avvistamento dei vampiri. Ti è possibile allegare qualcosa?
Sarebbe anche interessante capire come è nata la figura del vampiro. Ma immagino saremmo off topic.
Potresti allegare anche qualcosa sui Nenet o su altre popolazioni che praticano l'ematofagia?

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Dago Bha
Dago Bha
Viandante Forestiero
Viandante Forestiero
Possiamo fare un piccolo excursus, magari andiamo un pelo offtopic ma neanche tanto, visto che si tratta di vampirismo direi che è utile fare parallelismi tra fatti moderni e quelli raccontati nel folklore.
Credo non sia carino linkare altri forum per cui vi posso consigliare questa piccola lettura di Tommaso Braccini che parla appunto dei fatti che raccontavo:
http://www.qro.unisi.it/frontend/sites/default/files/All'origine_del_vampiro.pdf

Per chi volesse sapere vita, morte e miracoli sul folklore dei vampiri allora vi invito a leggere "Prima di Dracula - Archeologia del vampiro" sempre di Tommaso Braccini. Scoprirete per esempio che i vampiri di allora non bevevano sangue ma erano una sorta di zombie che disturbavano la quiete pubblica oppure che venivano imputati al ritorno in vita di stregoni. Insomma per arrivare al Dracula di Stoker bisogna passare per la letteratura di Polidori e l'elaborazione di varie credenze popolari, tra le quali streghe e licantropi che hanno un ruolo importante nel definire i lineamenti del succhiasangue che conosciamo. Ci sono stati anche dei ritrovamenti che confermano l'isteria del momento e probabilmente una caccia ai vampiri, anche se meno nota di quella alle streghe:
http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2013/07/18/news/sepoltura_di_vampiri_in_polonia-1744986/?ref=HRSN-2
http://emiliadiroccabruna.wordpress.com/2013/01/14/il-vampiro-di-venezia-intervista-a-matteo-borrini-antropologo-forense/

Riguardo alle popolazioni che praticano l'ematofagia:
Nenet - http://www.survival.it/galleria/nenet#1
Tradizionale festival del sangue in Tibet - http://www.npr.org/blogs/thesalt/2012/10/28/163835175/the-truth-about-nepals-blood-drinking-festivals
Etiopia - https://www.flickr.com/photos/mytripsmypics/6259523633/

Ci sono parecchi video su youtube che trattano l'argomento. ATTENZIONE.. I video sono piuttosto forti.
https://www.youtube.com/watch?v=BFLOT0zztEo
https://www.youtube.com/watch?v=cP4UMYBEyzY
https://www.youtube.com/watch?v=v0bibb82pxc
https://www.youtube.com/watch?v=fLg8vXtJWdg

Direi quindi che partendo dal fenomeno storico/folkloristico ad oggi si può dire che i vampiri non siano mai esistiti ma i bevitori di sangue sì.
Nella bibbia esiste il divieto preciso di magiare la carne assieme al sangue, di bere il sangue dei nemici oltre che fare sacrifici umani (Gen. 9, 4; Lev. 4, 25-26; 7, 26-27; 12, 2-5; 17, 14; Deut. 12, 16; I Sam. 14,32).
Gli ebrei dovevano quindi far scolare bene la cacciagione prima di poterla consumare e anche le persone ospitate all'interno della loro comunità dovevano rispettare questa legge.
Ciò ci fa pensare che come oggi ancora avviene in Africa anche al tempo fosse usanza comune consumare il sangue.

Resto disponibile privatamente per approfondimenti.

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laura18
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
L'ematofagia è ancora una pratica in usanza non solo in Africa  ma bensì in Asia, e America latina, persino in Europa..Il mito dei vampiri non è un fenomeno isolato, bensì presente in tante culture, molto diverse tra di loro, fenomeno con radici molto antiche..

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Amarillis80
Amarillis80
Viandante Residente
Viandante Residente
Ma il "mito" dei vampiri non è nato con le persone malate di porfiria?

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biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Ma tu....non hai fame?
Ematofagia o Sindrome di Renfield: il lato oscuro della psiche - Pagina 2 Tumblr_m8kpbeRFeK1rb16eco1_400

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